Consacrato vescovo di Alessandria verso il 300, si vide obbligato ad abbandonare la città durante la persecuzione di Diocleziano. Morì martire nel 311. Durante la sua assenza, il vescovo di Licopoli, Melezio, si appropriò della sua diocesi e di altre quattro i cui rispettivi vescovi erano stati imprigionati durante la persecuzione. Pietro lo depose durante un sinodo alessandrino (305‑306), ma Melezio, lontano dal sottomettersi, difese l'atteggiamento rigorista ¾ Chiesa dei martiri ¾ che neanche Nicea riuscì a mitigare.
OPERE
Fu autore di vari trattati (Sulla divinità, Sull'anima, Sulla risurrezione, ecc.) e di una lettera agli alessandrini su Melezio.