Movimento religioso di salvezza fondato da Mani nel III secolo d.C. La sua religiosità era tipicamente gnostica, e insisteva su aspetti come la nascita dell'anima in un mondo puro e luminoso, la sua successiva caduta nella prigione del corpo e del mondo materiale e la sua possibile ascensione al mondo originale mediante la gnosi. Ciò nonostante, il manicheismo presentava elementi chiaramente originali. Infatti, prendeva molto sul serio il peccato e insisteva molto sulla necessità di essere vigilanti sul piano etico per evitare di cadere nel peccato e, in caso di caduta, essere castigati con la scomunica. La gnosi quindi non era un mezzo sicuro di redenzione, ma costituiva soltanto il primo passo. Per questo, la cosa più importante per il manicheo era la salvezza dell'anima e tutto doveva tendere a questo fine. Consapevoli della possibilità di manipolazioni successive, che il movimento avrebbe potuto sperimentare, costoro posero l'accento sull'osservare con assoluta fedeltà i loro libri canonici come unica regola di fede e di condotta. Nessuno di tali libri però ci è giunto completo. Prescindendo dalla loro teologia, per altro efficacemente combattuta da Agostino di Ippona, per un certo periodo loro correligionario, è certo che il manicheismo ebbe un'enorme influenza successiva nella letteratura orientale e, attraverso essa, in quella europea. Negli ultimi anni si è ridestato un vivo interesse per il manicheismo che ha portato, in casi estremi, alla creazione di gruppi con questa stessa teologia.