Nacque a Diocesarea di Cappadocia fra il 340 e il 345. Assistette in Antiochia alle lezioni di Libanio e divenne avvocato a Costantinopoli intorno al 364. Sei anni più tardi desiderò vivere da eremita, ma ne venne dissuaso da Basilio nel 374. In quell'anno fu consacrato vescovo di Iconio e primo metropolita della nuova provincia dell'Icaonia. Durante il suo episcopato, si oppose agli ariani, agli encratiti e ai messaliani. Partecipò al concilio di Costantinopoli del 381 e fu lodato da Teodosio (Cod. Theod., XVI, 1, 3). Nel 390 presenziò in Side un sinodo nel quale vennero condannati gli adelfiani o messaliani. Nel 394 partecipò al sinodo di Costantinopoli. Non conosciamo la data della sua morte.
OPERE
Nella maggior parte sono andate perdute, ma ci sono giunte una lettera sinodale del 376, nella quale viene difesa la consostanzialità dello Spirito Santo, la versione copta del trattato Contro gli Apotattici e Gemelliti, otto omelie e una lettera dal titolo: Giambi a Seleuco.