Papa (492‑496). Nacque a Roma, ma di origine africana. Diventato papa, si rese subito conto che l'Occidente era sotto il controllo dei barbari di confessione ariana. A questo problema si univa lo scisma orientale prodotto dall'imposizione dell'Henoticon e aggravato a causa della scomunica- per altro già lanciata da Felice III- del patriarca Acacio di Costantinopoli. Gelasio riuscì a stabilire buone relazioni con il re Teodorico, nonostante che quest'ultimo fosse ariano. Fu però più intransigente di Felice per ciò che riguardava la scomunica di Acacio, che in Oriente era giudicata contraria ai canoni. Gelasio fu il primo vescovo romano ad usare il titolo di « vicario di Cristo »- durante il sinodo romano del 495-. Si vide obbligato dalle pressioni imperiali a muovere alcuni passi verso la riconciliazione con l'Oriente.
OPERE
Prolifico autore, lasciò più di un centinaio di lettere - molte pervenuteci soltanto in frammenti - e sei trattati. Si discute se il Decreto gelasiano, nel quale è contenuto il canone della Scrittura, e il Sacramentale gelasiano siano opera sua.
TEOLOGIA
Strenuo difensore del primato romano, manifestò il suo disappunto di fronte al ruolo concesso a Costantinopoli nel Concilio di Calcedonia (451) che la dichiarava seconda solo a Roma. La testimonianza dei suoi contemporanei gli è molto più favorevole di quella fornita da J.D.N. Kelly che lo definisce « arrogante, meschino e rude ».