Di Lucifero, che fu vescovo, ci sono giunti soltanto i dati della vita in relazione con la controversia ariana. Nel 355 rappresentò il papa Liberio nel concilio di Milano. Non avendo condannato Atanasio, venne deposto ed esiliato prima a Germanicia, in Siria, successivamente a Eleuteropoli, in Palestina e, infine, nella Tebaide. Giunto ad Antiochia, in virtù del decreto di Giuliano che permetteva il ritorno degli esiliati, pensò di appoggiare la fazione ultranicena contro quella nicena‑moderata di Melezio. Questo scisma antiocheno risulterà fatale nella lotta contro l'arianesimo. Irritato dall'eccessiva mollezza usata nei conforti dei vescovi che in passato avevano adottato una posizione di compromesso con l'arianesimo e che ora erano desiderosi di ritornare nuovamente a militare nell'ortodossia, Lucifero fece ritorno in Occidente. Da questo punto in poi si perdono le sue tracce, sebbene sembra sia morto durante il regno di Valentiniano (364‑375).
OPERE
Scrisse cinque opuscoli, pieni di aggressività, contro l'imperatore Costanzo il quale, sembrerebbe, non tenne conto dell'accanimento del vescovo.