L'UNESCO è una delle grandi istituzioni specializzate delle Nazioni Unite, la cui sigla è l'abbreviazione dell'espressione inglese United Nations Educational Scientific and Cultural Organization; in italiano, « Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura ». L'UNESCO è stata creata subito dopo la seconda guerra mondiale, nel novembre 1945, in una riunione a Londra di ventiquattro Stati convocati dalla Gran Bretagna e la Francia. L'anno seguente, nel novembre 1946, l'UNESCO ha stabilito la sua sede a Parigi.
Lo scopo principale dell'istituzione è di contribuire alla pace e alla comprensione internazionale favorendo la collaborazione nel campo dell'educazione, della scienza, della cultura, della comunicazione e dei diritti dell'uomo.
Il suo Atto costitutivo del 1945 proclama il principio che « le guerre nascono dallo spirito dell'uomo ed è nello spirito degli uomini che devono essere elevate le difese della pace... questa pace deve essere stabilita sul fondamento della solidarietà intellettuale e morale dell'umanità ».
L'UNESCO ha ripreso, in forma completamente nuova, l'esperienza dell'antico Istituto Internazionale di Cooperazione Intellettuale, che ha funzionato a Parigi nel quadro della Società delle Nazioni tra il 1924 e il 1940. Ma, mentre questo Istituto era un organismo sovvenzionato dai governi, soprattutto dalla Francia, l'UNESCO si definiva invece come un'organizzazione intergovernamentale di Stati associati per convenzione, ciascuno dei quali s'impegnava a contribuire al bilancio dell'istituzione in funzione del proprio reddito nazionale.
La direzione e il funzionamento dell'UNESCO sono basati su tre organi principali: la Conferenza Generale, che riunisce ogni due anni gli Stati membri per decidere i programmi e i bilanci corrispondenti; il Consiglio Esecutivo, formato da cinquantuno membri eletti dalla Conferenza, è incaricato di seguire l'esecuzione del programma e le questioni amministrative; il Segretariato, che assicura il funzionamento dell'organizzazione con l'aiuto di personale fisso, di incaricati di missioni, di consiglieri tecnici. Il Segretariato è presieduto da un Direttore Generale eletto per sei anni dalla Conferenza Generale.
Principali settori di attività
Principali settori di attività
Le attività essenziali dell'UNESCO corrispondono ai grandi settori dell'educazione, delle scienze, della cultura, delle comunicazioni.
L'educazione rappresenta il campo più importante e si diversifica in quattro tipi di intervento: l'alfabetizzazione, la formazione degli insegnanti, l'educazione dei rifugiati e il riconoscimento internazionale dei diplomi universitari. Questi programmi si concretano attraverso le campagne di sensibilizzazione, la partecipazione a programmi di sviluppo scolastico, la collaborazione con numerosi specialisti di questioni educative ed universitarie. L'UNESCO ha formulato un Piano d'azione per eliminare l'analfabetismo prima del 2000 attraverso una mobilitazione della comunità internazionale. La priorità è data dell'educazione delle donne e delle ragazze. L'UNESCO collabora regolarmente con l'Associazione Internazionale delle Università e con altre organizzazioni universitarie internazionali. Lo scopo perseguito è quello di condurre gli specialisti universitari a partecipare più strettamente ai programmi dell'UNESCO. Numerose inchieste e pubblicazioni sono state dedicate ai problemi dell'educazione. Menzioniamo, a titolo d'esempio, lo studio dei sistemi educativi, che la Commissione internazionale per lo sviluppo dell'educazione ha intrapreso e pubblicato sotto la direzione di Edgar Faure, Apprendre à être, 1972. Vedi Educazione permanente.
Nel campo della Scienza, bisogna segnalare i programmi di cooperazione scientifica promossi da organismi internazionali creati nel seno stesso dell'UNESCO, il cui campo abbraccia l'oceanografia, l'idrologia, i rapporti dell'uomo con la biosfera. Questi programmi interessano migliaia di specialisti nel mondo ed hanno ripercussioni pratiche importanti per la comunità internazionale. Oltre alle scienze esatte e naturali, l'UNESCO cerca d'interessarsi prevalentemente di scienze sociali e di scienze umane, più direttamente legate allo sviluppo e alla promozione dei diritti dell'uomo.
La Cultura è il settore in cui l'azione dell'UNESCO è più conosciuta. Le sue campagne per la protezione del patrimonio culturale dell'umanità hanno suscitato una vasta eco: salvaguardia dei monumenti della Nubia minacciati dalla diga di Assuan, salvaguardia del tempio di Borobudur in Indonesia, del sito di Venezia e di molti monumenti celebri nel mondo. L'UNESCO ha inoltre dato un impulso nuovo all'idea e alla pratica della politica culturale, notoriamente mediante le sue conferenze internazionali di Venezia nel 1970 e di Messico nel 1982: vedi Mondiacult.
Lo sviluppo culturale è un altro grande obbiettivo dell'Organizzazione, di cui il Decennale mondiale dello sviluppo culturale è l'espressione di maggiore rilievo: vedi Sviluppo culturale.
L'UNESCO elabora anche strumenti di cooperazione culturale sotto forma di protocolli, di norme o di convenzioni. Ricordiamo soprattutto:
1) La circolazione internazionale del materiale visivo e uditivo: 1948;
2) Principi internazionali da seguire in materia di scavi archeologici: 1956;
3) Mezzi per rendere i musei accessibili a tutti: 1960;
4) Dichiarazione dei principi della cooperazione culturale internazionale: 1966;
5) La protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale: 1976;
6) Lo scambio internazionale dei beni culturali: 1976;
7) La salvaguardia e la valorizzazione di complessi storici tradizionali: 1976;
8) La condizione dell'artista: 1980.
La Comunicazione è un settore che interessa in modo speciale l'organizzazione, perché il suo Atto costitutivo chiede di « facilitare la libera circolazione delle idee attraverso la parola e l'immagine ». L'UNESCO si è particolarmente preoccupata dei problemi dei paesi poveri che vengono considerati troppo dipendenti dai grandi sistemi informativi del mondo e che reclamano un'infrastruttura e agenzie d'informazione per accedere direttamente alla comunicazione. Il programma di un nuovo ordine internazionale della comunicazione e dell'informazione è stato occasione di vive polemiche, ma ha contribuito a sensibilizzare l'opinione mondiale sulla eccessiva dipendenza delle nazioni povere nel campo della comunicazione e dell'informazione. Un programma internazionale più recente riguardante lo sviluppo della comunicazione insiste sulla cooperazione, l'assistenza tecnica, la formazione, la regolamentazione e la sperimentazione in questo campo: World Communication, UNESCO, 1989.
L'UNESCO estende ampiamente il suo raggio d'azione grazie ad un sistema di collaborazione con più di cinquecento ONG - Organizzazioni Non Governative - i cui modi di cooperazione sono più o meno limitati e definiti secondo statuti convenuti. Alcune ONG sono sovvenzionate dall'UNESCO e si sono incaricate di eseguire, per contratto, delle attività in corrispondenza ai suoi programmi. Molte ONG sono state, d'altra parte, create per l'iniziativa stessa dell'UNESCO: il Consiglio Internazionale dei Musei (ICOM), costituito nel 1946; il Consiglio Internazionale degli Archivi (CIA), fondato nel 1948; il Consiglio Internazionale della Musica (CIM), creato nel 1949; il Consiglio Internazionale dei Monumenti e Siti (ICOMOS), creato nel 1965.
Scopi e filosofia dell'UNESCO
Scopi e filosofia dell'UNESCO
Per creare uno spirito di libera cooperazione tra partners con ideologie e credenze molto diverse, l'UNESCO ha dovuto superare alcuni scogli, di cui il più grave è stato quello di aver voluto proporre una filosofia unica a tutta l'istituzione. Tale era stata, da principio, la pretesa di Julian Huxley che, in uno studio preparatorio per la prima Conferenza Generale del 1946, aveva sostenuto questa tesi ed aveva avanzato la seguente raccomandazione: « Sembra dunque che la filosofia generale dell'UNESCO debba essere quella di un umanesimo scientifico universale che unifichi i diversi aspetti della vita umana e s'ispiri all'Evoluzione ». Per Huxley, soltanto una filosofia del progresso fondata su di un umanesimo evoluzionistico poteva costituire l'obbiettivo primo dell'UNESCO e questa filosofia esigeva che fosse scartata ogni visione del mondo che s'ispirasse ad una religione, ad una credenza, ad una particolare ideologia. Egli concludeva il suo studio intitolato L'UNESCO, i suoi scopi e la sua filosofia (Londra, 1946) affermando che l'UNESCO aveva per compito « di aiutare la nascita di una cultura mondiale unica, che possedesse una sua propria filosofia, un sottofondo di idee e un ampio disegno ».
Il rapporto di Huxley provocò gravi critiche. Molti dei rappresentanti nazionali contestarono il suo agnosticismo e il suo monismo culturale. Jean Thomas (1962) ricorda così la reazione diffusasi in molti delegati: « L'ateismo implicito di questa dottrina ha suscitato un turbamento pari a quello dell'annuncio di una cultura unica per il mondo intero e della pretesa di conciliare tutte le credenze in una medesima filosofia che sarebbe quella dell'UNESCO ».
Di fronte alle gravi obbiezioni suscitate dal suo rapporto, Julian Huxley attenuò la sua posizione filosofica ed assunse un atteggiamento più conciliante sul piano esecutivo, ciò che facilitò la sua elezione a primo Direttore generale nel dicembre 1946.
E' nella seconda Conferenza generale a Messico, nel 1947, che l'UNESCO chiarì i principi di una possibile collaborazione sul piano pratico tra coloro che sostenevano convinzioni e credenze divergenti. Jacques Maritain, l'autore di Umanesimo integrale, rappresentava la Francia alla Conferenza e ricopriva l'incarico di presidente interinale. Egli dimostrò, in un discorso molto apprezzato, come l'UNESCO dovesse definire la propria linea di azione su di un piano pratico e non cercando un impossibile accordo di mentalità appartenenti a famiglie spirituali o a scuole di pensiero diverse o antagoniste. « Precisamente perché... la finalità dell'UNESCO è una finalità pratica - ha detto -, l'accordo delle mentalità può avvenire spontaneamente non su un comune pensiero speculativo ma su un comune pensiero pratico; non sull'affermazione di una medesima concezione del mondo, dell'uomo e della conoscenza, ma sull'affermazione di un medesimo insieme di convinzioni dirette all'azione. Ciò è certamente poco, ma è l'ultimo rifugio per un accordo degli spiriti. Ciò è, tuttavia, sufficiente per intraprendere una grande opera, e a molto gioverebbe prendere coscienza di questo insieme di comuni convinzioni pratiche ». Ciascuno, certo, conserva le proprie convinzioni nel rispetto delle convinzioni degli altri, ma ciò non impedisce a uomini di buona volontà di intendersi su obbiettivi pratici, intravvisti necessari per tutti. « Per comprendere questo basta, spiegava Maritain, distinguere in maniera conveniente le giustificazioni razionali impegnate nel dinamismo spirituale di una dottrina filosofica o di una fede religiosa, dalle conclusioni pratiche che, diversamente giustificate per ciascuno, sono per gli uni e per gli altri, principi d'azione analogicamente comuni ». Maritain aggiungeva: « E così, che, a mio avviso, si risolve il paradosso che segnalavo prima. L'accordo ideologico necessario tra coloro che lavorano a far servire la scienza, la cultura e l'educazione, all'instaurazione di una pace vera si limita ad un certo insieme di punti pratici e di principi d'azione ». Senza imporre la propria convinzione, Maritain ricordava che questa collaborazione pratica s'ispira ad un'energia spirituale e che, qualunque sia la nostra propria confessione religiosa, noi sappiamo che il suo nome è « l'amore fraterno che, annunciato dal Vangelo, ha per sempre scosso la coscienza umana »: Documentation Catholique, 1o feb. 1948.
La posizione pratica proposta da Maritain non ha impedito che si producessero in seguito numerosi scontri ideologici in seno all'UNESCO, ma l'orientamento formulato dal filosofo francese s'impose effettivamente all'istituzione come principio generale dell'azione comune.
Relazioni con la Chiesa cattolica
Relazioni con la Chiesa cattolica
Fin dalla prima Conferenza Generale del 1946 a Parigi, la Santa Sede aveva inviato alcuni osservatori. Questi primi contatti si sono, in seguito, sviluppati sotto forma di una rappresentanza ufficiale e di una partecipazione attiva e costante. Il Comitato cattolico internazionale di coordinazione presso l'UNESCO (CCIC) è stato costituito a Parigi nel 1947 e i suoi statuti sono stati più volte rimaneggiati. Il CCIC cerca di coordinare l'azione dei cattolici presso l'UNESCO, particolarmente quella degli OIC e d'informare i cattolici sulle attività dell'istituzione. Il CCIC pubblica Le Mois de l'UNESCO, la cui diffusione raggiunge un largo pubblico e rende un grande servizio all'interno stesso dell'UNESCO. La Santa Sede, in quanto tale, gode dello statuto di osservatore speciale e vi nomina un rappresentante diplomatico chiamato Osservatore permanente presso l'UNESCO. La Santa Sede partecipa, infatti, come osservatore a tutte le Conferenze Generali e segue da vicino tutte le attività dell'UNESCO, specialmente quelle che interessano più direttamente la promozione e la difesa dell'uomo.
In più occasioni, la Santa Sede ha fatto sentire la propria critica, quando principi di etica o principi riguardanti la libertà religiosa sembravano essere messi in causa; ma, nello spirito degli orientamenti formulati da Maritain, i cattolici, in genere, hanno preso parte attiva ai grandi programmi dell'UNESCO. Menzioniamo, a titolo di esempio, il programma di alfabetizzazione e il Decennio Mondiale dello Sviluppo Culturale.
I direttori dell'UNESCO mantengono, da parte loro, rapporti regolari con la Santa Sede e sono stati di frequente ricevuti dal papa e dagli organi della Santa Sede.
La visita di Giovanni Paolo II alla sede dell'UNESCO, a Parigi, il 2 giugno 1980, riveste un significato tutto particolare e illustra la posizione della Chiesa verso questo organismo internazionale. Ricevuto dalla Conferenza generale, il papa ha, in quell'occasione, ricordato che la fondazione dell'UNESCO è stata un avvenimento provvidenziale perché era la conferma del principio fondamentale della cooperazione internazionale come mezzo per assicurare la pace e il progresso dell'umanità. Questo ideale rimane sempre valido: « Mi richiamo a quell'origine, a quell'inizio, a quelle premesse e a quei primi principi. E in loro nome che oggi vengo a Parigi, nella sede della vostra Organizzazione, con una preghiera: che alla fine di una tappa di più di trent'anni delle vostre attività, voi vogliate unirvi ancora di più intorno a quegli ideali e a quei principi che si trovarono all'inizio ».
Il nostro punto comune d'incontro, afferma Giovanni Paolo II, è la difesa e l'amore per l'uomo in quanto tale: « Noi tutti qui presenti, ci incontriamo sul terreno della cultura, realtà fondamentale che ci unisce e che è alla base della costituzione e delle finalità dell'UNESCO. Noi ci incontriamo, per il fatto stesso, intorno all'uomo e, in un certo senso, in lui, nell'uomo. Questo uomo che si esprime e si oggettiva nella e per la cultura, è unico, completo e indivisibile. Egli è insieme soggetto e artefice della cultura ».
Alla luce del cristianesimo, l'uomo deve essere affermato e amato per se stesso e per nessuna altra ragione: « Io penso soprattutto, Signore e Signori, al vincolo fondamentale del Vangelo, cioè al messaggio del Cristo e della Chiesa, con l'uomo nella sua umanità stessa. Per creare la cultura bisogna considerare, fino alle sue ultime conseguenze ed integralmente, l'uomo come un valore particolare ed autonomo, come il soggetto portatore della trascendenza della persona. Bisogna affermare l'uomo per se stesso e non per altro motivo o ragione: unicamente per se stesso! E più ancora, bisogna amare l'uomo perché è uomo, bisogna rivendicare l'amore per l'uomo in ragione della particolare dignità ch'egli possiede ».
Dopo aver sottolineato il vincolo tra cultura e religione, e più precisamente, tra cultura e cristianesimo, il papa ha voluto rendere omaggio a tutte le culture della famiglia umana: « E pensando a tutte le culture che voglio dire ad alta voce qui, a Parigi, nella sede dell'UNESCO con rispetto e ammirazione: «Ecco l'uomo!». Voglio proclamare la mia ammirazione di fronte alla ricchezza creatrice dello spirito umano, di fronte ai suoi incessanti sforzi per conoscere ed affermare l'identità dell'uomo: di questo uomo che è presente sempre in tutte le forme particolari della cultura ».
Un appello solenne è lanciato all'UNESCO per la difesa dell'uomo e della sua cultura: « Mi è stato dato di penetrare, qui all'interno dell'Areopago che è quello del mondo intero. Mi è stato dato di dire a voi tutti, a voi membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, a voi che lavorate per il bene e per la riconciliazione degli uomini e dei popoli attraverso tutti i campi della cultura, dell'educazione, della scienza e dell'informazione, di dirvi e di gridarvi dal profondo dell'anima: Sì! l'avvenire dell'uomo dipende dalla cultura! Sì! la pace del mondo dipende dal primato dello Spirito! Sì! l'avvenire pacifico dell'umanità dipende dall'amore! ».
Vedi
ALECSO
ISESCO
Consiglio d'Europa
Bibl.: M. Barbier 1971. J. Huxley 1946. W. Laves and Ch. Thomson 1957. R. Maheu 1985. J. Thomas 1962. C. Bekri 1991.