Il turismo è una delle manifestazioni più visibili della cultura di massa, che interessa un numero sempre maggiore di persone di ogni età e condizione.
Il turismo può essere definito come una forma di viaggio fuori dal proprio ambiente abituale, intrapreso per ragioni di riposo, di piacere, di cultura. Il turismo si distingue dai viaggi di affari o dagli spostamenti per ragioni di lavoro, di studio o di emigrazione.
Fino all'inizio del secolo XX, il turismo era un lusso riservato all'aristocrazia, alla élite, ai benestanti, i soli che potevano pagarsi viaggi costosi o crociere di prestigio. E soprattutto dopo l'ultima guerra mondiale che, grazie ai nuovi mezzi di trasporto, le popolazioni dei paesi industrializzati ne hanno potuto godere in numero sempre maggiore, anche se la percentuale potenziale dei turisti varia molto da un paese all'altro. Nel terzo mondo, praticamente, soltanto i ricchi sono in grado d'intraprendere viaggi dispendiosi, generalmente effettuati all'estero. Nei paesi ad alta urbanizzazione, invece, il turismo interessa progressivamente la maggior parte della popolazione.
Tra queste due situazioni, molti paesi, in Europa per esempio, occupano una posizione intermedia: il turismo è praticato dai cittadini delle capitali e delle grandi città di provincia, i rurali lo praticano in numero molto ridotto. In questi paesi si può calcolare una percentuale di turisti che varia dal trenta al trentacinque per cento della popolazione.
Turismo e società industriale
Turismo e società industriale
Come fenomeno culturale, il turismo moderno è legato all'esplosione della società industrializzata che ha sviluppato mezzi di trasporto sempre più rapidi, a prezzi popolari. Da principio, verso la metà del secolo XIX, ci furono i treni da diporto e, circa nella stessa epoca, l'organizzazione di viaggi in nave, resi popolari da Thomas Cook in Inghilterra e da Samuel Cunard negli Stati Uniti. In seguito, è giunta la rivoluzione dell'automobile, onnipresente, e si è imposto poi, in questi ultimi trenta anni, lo straordinario sviluppo dei viaggi aerei.
Con la generalizzazione delle ferie pagate, dopo l'esempio dato dalla Francia nel 1936 e dall'Inghilterra nel 1938, il turismo è progressivamente entrato nei programmi dei vacanzieri urbani. Come si può vedere, il turismo, in quanto comportamento culturale, è indissociabile da una concezione del lavoro legata all'idea di vacanze, di tempo libero, di mobilità.
Tipi di turismo
Tipi di turismo
I turisti si dividono in diverse categorie, secondo le motivazioni e gli interessi. E. Cohen distingue i Sightseers dai Vacationers. I primi cercano prima di tutto nuovi siti, nuovi paesi da visitare, desiderano fare incontri, esperienze inedite e sono disposti a spostamenti numerosi ed importanti nel corso delle loro vacanze. I secondi sono vacanzieri per i quali la preferenza è data al riposo, alla distensione, al soggiorno stabile in un luogo di villeggiatura lontano dall'abituale domicilio. V. Smith, da parte sua, introduce un'altra distinzione - confermata dalle ricerche di Philip Pearce (1982) - tra turisti particolarmente interessati alle popolazioni da visitare (Ethnic Tourism) e quelli che preferiscono il turismo ricreativo (Recreational Tourism).
Il turismo come esperienza umanizzante
Il turismo come esperienza umanizzante
Il turismo può rivelarsi una delle esperienze più arricchenti sul piano umano. Il viaggio riserva al turista preparato la possibilità di meravigliarsi di fronte agli splendori della natura, di scoprire la bellezza di città e di nuovi luoghi, con i loro monumenti, la loro arte, i loro ambienti di lavoro, di commercio, di vita quotidiana. Il turista apprezzerà soprattutto l'incontro con popolazioni fino a quel momento sconosciute e la ricchezza dei loro costumi, della loro carica umana. Il turismo è un mezzo privilegiato per la reciproca conoscenza e la comprensione dei popoli, per fondare la solidarietà e la pace tra le nazioni. Le agenzie di viaggio che si interessano di cultura offrono crociere o itinerari con tematiche quali: musica, teatro, visite archeologiche, storiche, scoperte di popoli, fraternizzazione tra giovani o, semplicemente, un programma equilibrato di condizionamento fisico. Questo tipo di turismo culturale suscita un interesse crescente e vi ritorneremo nella trattazione che segue.
Il turismo come consumo
Il turismo come consumo
Uno degli aspetti del turismo moderno è la sua commercializzazione attraverso potenti interessi nei quali si coalizzano agenzie di viaggi, compagnie di trasporti terrestri, marittime ed aeree, reti di alberghi e di luoghi di villeggiatura. I programmi di vacanza, gli itinerari e i viaggi così offerti alla concorrenza, beneficiano di tutti i vantaggi della società dei consumi, quali la riduzione dei prezzi, la competizione professionale, la perizia internazionale.
Il turismo, d'altra parte, come produzione commercializzata, non evita sempre le critiche formulate nei confronti della società dei consumi: vedi Società dei consumi.
Il turismo diventa anticulturale e disumanizzante, quando è promosso da agenzie senza scrupoli, che speculano sulla sete di piacere, di consumo, di scialo. Lo slogan facile, inventato negli anni '50 è sempre in vigore nella pubblicità turistica: Sea, Sex Sun le tre S a cui si aggiunge « Sport ». E di pubblica notorietà che certe grandi metropoli sono destinazione di viaggi organizzati e riservati alla sfrenatezza e alla prostituzione. Ci sono agenzie di viaggi che sono molto esplicite su questo punto nella loro pubblicità. Il turismo, come bene di consumo, rappresenta per molti un simbolo di prestigio e di vanità. In certi ambienti, è di buon tono, quasi indispensabile, aver « fatto » un tale itinerario ed una talaltra crociera. E il turismo‑prestigio. Molti viaggi organizzati favoriscono la passività, evitando qualunque tipo di incontro significativo con ambienti e popolazioni visitate.
Accade anche che alcuni turisti intraprendano dei lunghi viaggi all'estero soltanto per trovarsi in compagnia di connazionali che ignorano del tutto la popolazione che li ospita. La motivazione culturale di questi viaggi è nulla, come osserva con arguzia A. Huxley: « Noi non viaggiamo per ampliare o arricchire i nostri spiriti, ma per dimenticare allegramente ch'essi esistono».
Dimensione interculturale
Dimensione interculturale
I rapporti tra viaggiatori e popolazioni visitate costituiscono un'importante dimensione culturale del turismo: Ph. Pearce, 1982. Nei paesi d'accoglienza, le popolazioni locali traggono dal turismo un guadagno economico apprezzato e ricercato. Questo può essere anche occasione per sviluppare un'industria turistica, un'infrastruttura alberghiera e stradale, località di villeggiatura. Spesso le comunità locali riscoprono la loro identità attraverso gli occhi stessi dei loro visitatori. Non è raro che costumi tradizionali, minacciati di estinzione, come la danza, le cerimonie, le arti popolari e l'artigianato siano rivalorizzati per l'interesse che vi scoprono i turisti. Gli stranieri, d'altra parte, introducono nei paesi visitati la conoscenza delle lingue, delle nuove tecniche, delle aspirazioni sociali ed economiche, che possono essere benefiche, come lo prova l'esperienza.
I turisti, per parte loro, hanno tutte le possibilità di ampliare i propri orizzonti e la propria esperienza a contatto con popolazioni scoperte nella loro cultura tipica e nella ricchezza delle loro tradizioni. Si annodano amicizie a maggior profitto della comprensione e della stima reciproca. I turisti, in genere, ritornano a casa loro più fieri del proprio paese che riscoprono con nuovi occhi.
Un turismo di massa incontrollato, tuttavia, porta spesso gravi danni all'ambiente, ai luoghi o ai monumenti. Le politiche turistiche e culturali degli Stati giustamente si preoccupano di questi rischi del turismo abusivo. Le popolazioni locali sono urtate dall'ostentazione e dallo spreco dei turisti, dai lussuosi alberghi costruiti come ghetti per gli stranieri sulle spiagge o in località privilegiate.
Il turismo spesso si accompagna a tensioni psicosociali
Il turismo spesso si accompagna a tensioni psicosociali
La sfrontatezza e l'indiscrezione dei turisti suscitano il risentimento delle popolazioni che si vedono minacciate nei loro valori e nella loro cultura. Questi popoli si sentono umiliati d'essere fotografati come esseri strani e soggetti da folklore: vedi Etnologizzazione. I loro costumi, le loro cerimonie, il loro modo di vivere, i loro templi sono dissacrati da viaggiatori senza scrupoli, che li invadono senza alcun rispetto o che li sfruttano a scopo commerciale. Da una parte e dall'altra sorgono stereotipi che sfigurano l'immagine dei turisti, come quella dei paesi visitati.
Per ragioni politiche o religiose, in certi paesi il libero flusso dei turisti è rigidamente sotto controllo. E stato il caso dell'URSS che aveva istituito l'intourist a questo effetto; è il caso di molti paesi islamici, che temono il contatto massiccio con viaggiatori occidentali, con i loro modi e i loro comportamenti.
Ovunque, le ripercussioni del turismo provocano la presa di coscienza dei problemi che il turismo moderno pone, quando diventa un fatto di migrazione massiccia, di reciproca invasione dei paesi, di mescolamento inquinante delle culture.
Verso un turismo culturale e sociale
Verso un turismo culturale e sociale
Di fronte all'ampiezza del fenomeno turistico e alle sue dimensioni culturali, i governi si preoccupano di formulare una politica specifica in questo campo, affidata, in genere, ad un Ministero del turismo o del tempo libero, vincolato ai Ministeri della cultura e dell'educazione.
I centri culturali e gli istituti di cultura iscrivono il turismo nei loro programmi di animazione e di educazione popolare: vedi Centro culturale, Animazione culturale.
Nuove forme di turismo compaiono, particolarmente il turismo sociale e il turismo culturale. Si va tentando lo sforzo di favorire le categorie sociali private di vacanze e di possibilità di viaggiare, e vengono loro offerte facilitazioni da parte dei governi, delle imprese, dei sindacati, delle organizzazioni umanitarie, dei centri culturali. Sono, per esempio, riservati prezzi speciali da parte delle compagnie aeree per gruppi popolari, per giovani e per persone anziane.
Il turismo non è un'invenzione recente
Il turismo non è un'invenzione recente
I grandi scrittori del passato, da Erodoto, hanno esaltato il significato umano dei viaggi, ed esistono guide per i viaggiatori da molto tempo. Ne è prova la Guida del pellegrino di San Giacomo di Compostella apparsa verso il 1140. Oggi esistono guide eccellenti per trarre il massimo vantaggio da un itinerario turistico.
L'idea del turismo culturale è sostenuta dagli educatori che cercano di sensibilizzare i giovani e gli adulti all'aspetto formativo dei viaggi e alle possibilità di arricchimento del tempo libero. Giovanni Paolo II diceva a Courmayeur: « Il turismo è, sì, un fenomeno generale, che è anche portatore e ricercatore di valori... Si scopre l'importanza del tempo libero come valore, capace di far crescere interiormente; esso infatti rappresenta una delle più concrete ed efficaci affermazioni di libertà dell'individuo... »: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX2, 1986, p. 553. Riguardo al turismo in particolare egli aggiungeva che ne derivano « grandi vantaggi per la cultura, per i rapporti tra i popoli e, di conseguenza, per la pace, per la promozione della civiltà e per la diffusione di un maggiore benessere. Tutto questo non può lasciare indifferente la Chiesa, la quale è attenta a tutto ciò che è di autenticamente umano ».
Il turismo culturale suppone una pedagogia del tempo libero e delle vacanze che tenga conto di una pratica a livello d'uomo del turismo, orientata alla distensione fisica, all'amore e al rispetto per la natura e l'ambiente, all'arricchimento dello spirito, alla scoperta e alla stima degli altri, e, reciprocamente, alla capacità d'accoglienza nei paesi che ospitano. Il turismo culturale contribuisce così a ritemprare la salute fisica e morale. E questo un obbiettivo culturale ed educativo che Giovanni Paolo II sottolineava a Cormayeur: « Occorre perciò una vera e propria educazione all'accoglienza, alla gentilezza, alla reciproca comprensione, alla bontà, al rispetto del prossimo; occorre anche un'educazione ecologica per il sano e sobrio godimento delle bellezze naturali; ma occorre soprattutto un'educazione religiosa affinché il turismo non turbi mai le coscienze e non abbassi mai lo spirito, ma, anzi, lo elevi, lo purifichi, lo innalzi al dialogo con l'Assoluto e alla contemplazione del mistero immenso che ci avvolge e ci attira ».
La Chiesa cattolica segue con attenzione lo sviluppo del turismo e ne studia le componenti culturali, etiche e religiose, per le persone e le nazioni. Il Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti ne ha l'incarico. Esso pubblica On the Move, quaderni di ricerca che trattano in forma regolare il tema del turismo.
Nelle Nazioni Unite un organismo speciale, l'OMT, è stato creato per occuparsi della questione del turismo nei suoi aspetti sociali, economici, culturali e educativi a livello delle società nazionali e dei rapporti internazionali. L'Organizzazione Mondiale del Turismo ha istituito una Giornata mondiale del turismo e approvato, nel 1985, la Carta del turismo e il Codice del turista.
Vedi
Tempo libero
Società dei consumi
Bibl.: M. Boyer 1984. E. Cohen 1972, 1979. R. Lanquar 1984. P. Pearce 1982. G. Sigaux 1983. S. Urry 1990.