Acculturazione - DIZIONARIO DELLA CULTURA

Vai ai contenuti

Menu principale:

Acculturazione

A
Il concetto di acculturazione è usato dagli antropologi, dalla fine del secolo scorso, per descrivere i fenomeni d'assimilazione o di scambio culturali che intervengono tra due gruppi di tradizioni diverse in situazione di vita di continuo contatto. Il termine acculturazione è stato inizialmente piuttosto fluido, fino alla precisazione che ne è stata fatta e pubblicata da Robert Redfield et al. (1936) su richiesta del Social Research Council. Questa la loro definizione: « L'acculturazione indica i fenomeni che si producono quando gruppi di individui sono in continuo contatto tra loro e ne seguono cambiamenti nei modelli culturali di uno o di due gruppi ». Il testo inglese si legge così: « Acculturation comprehends those phenomena wich result when groups of individuals having different cultures come into continuous first‑hand contact, with subsequent changes in the original cultural patterns of either or both groups».
La parola acculturazione è anche talvolta usata come sinonimo di socializzazione e significa allora l'identificazione e l'integrazione di un individuo in una cultura per educazione o a seguito d'immigrazione. In questo caso molti utilizzano il termine inculturazione che indica il modo con cui l'individuo assimila la cultura del proprio gruppo. Dal punto di vista psico‑sociale, tuttavia, non è sempre facile distinguere esattamente i fenomeni d'inculturazione da quelli di acculturazione soprattutto quando le culture si compenetrano e s'influenzano reciprocamente. Questo è particolarmente evidente in una situazione di pluralismo culturale. Gli aspetti individuali e collettivi dell'integrazione culturale tendono allora a confondersi.
Il concetto di acculturazione è usato nello studio di numerosi fenomeni interculturali, quali le migrazioni, gli scambi e i conflitti culturali, la reciproca influenza fra tradizioni culturali e religiose, i cambiamenti culturali dovuti all'industrializzazione, all'urbanizzazione e ai mass‑media.
Il campo di studio dell'acculturazione è ora più chiaramente tracciato e questo ha permesso di comprendere meglio ciò che accade quando gruppi di culture diverse entrano tra loro in rapporti prolungati. Si osservano allora importanti cambiamenti a livello dei valori, dei comportamenti, delle credenze e dei modi di vivere. Al limite, l'assimilazione di un gruppo con l'altro può praticamente essere totale, quando, per esempio, un gruppo minoritario adotta la lingua, le istituzioni e le caratteristiche culturali del gruppo dominante. L'acculturazione è particolarmente evidente tra gli immigrati che acconsentono di immedesimarsi nella cultura del paese che li ospita, casi tipici quelli degli Stati Uniti, dell'Australia, dell'Argentina. Ma anche qui esistono livelli diversi di identificazione e non è raro che discendenti di immigrati che hanno dimenticato la lingua d'origine e sembrano perfettamente assimilati alla maggioranza conservino, tuttavia, un profondo attaccamento ad alcuni dei propri valori tradizionali, quali le credenze religiose, i costumi familiari, le forme di vita comunitaria, di celebrazioni, di espressione artistica.
Spesso l'acculturazione è percepita come effetto di una dominazione subita, a seguito, per esempio, di una conquista, di un'annessione e del rapporto di disuguaglianza che s'impone allora come imperialismo culturale. Questi fenomeni si verificano prima di tutto tra gruppi dominati e dominanti che coabitano nella stessa area geografica. La nozione classica di acculturazione si riferisce soprattutto a quei gruppi umani che sono geograficamente vicini. Ma oggi la ricerca antropologica s'interessa ad una forma più larga di acculturazione prodotta dalla diffusione culturale oltre frontiera, resa possibile dai mezzi di comunicazione moderni. Con l'avvento dei mass‑media l'acculturazione può ora prodursi senza che praticamente ci siano contatti diretti tra gli individui che appartengono alle diverse culture in interazione.
E in questo modo che i paesi occidentali, e particolarmente gli Stati Uniti, esercitano una profonda influenza culturale molto al di là delle proprie frontiere. Anche il Giappone ha un ruolo analogo nell'esportare non soltanto i propri prodotti, ma le sue tecniche di produzione, la sua cultura industriale, i prodotti della sua industria culturale. Questo tipo di acculturazione, generalizzandosi, tende all'avvento di una cultura mondiale segnata dalla modernità.
Occorre notare che il processo di acculturazione implica generalmente una certa reciprocità delle influenze subite da una cultura rispetto all'altra, anche se una di queste è in situazione dominante. E piuttosto raro che l'acculturazione si produca a senso unico. Nel processo di acculturazione si verifica, certamente, la ricettività di una cultura rispetto ad un'altra, ma si può osservare anche un processo di selezione, di combinazione, di rinforzo o di rigetto delle linee culturali. In questo scambio culturale, non bisogna minimizzare il ruolo degli individui con il loro prestigio, il loro potere e il loro ascendente.
Un gruppo di maggioranza potrà dare l'impressione di avere assimilato gruppi minoritari, ma molto spesso anch'essa sarà stata segnata dalla cultura di questi.
Questo fenomeno dà origine a una nuova forma di cultura composita e pluralista, o ancora ad un vero e proprio meticciato culturale, come accade nell'America del Nord e del Sud. Analogamente, gli stessi fenomeni si producono oggi tra i paesi ricchi e i paesi poveri, sempre più solidali per l'intensificarsi degli scambi economici, delle comunicazioni e delle migrazioni umane. Possiamo così vedere i valori e le attese del terzo mondo trasformare progressivamente le culture occidentali e molti sperano che queste si aprano ad una nuova cultura della solidarietà, arricchita sia dai valori dei popoli moderni che da quelli delle civiltà tradizionali.
Occorre, d'altra parte, riconoscere che l'acculturazione può effettivamente sfociare in un'assimilazione totale di un gruppo umano da parte di un altro, con l'oblio da parte delle persone assimilate della propria eredità culturale. Questo può prodursi per consenso comune a seguito di matrimoni misti, della scolarizzazione e dell'adozione di stili di vita comuni. Ma questa acculturazione unilaterale sarà percepita da altri come una minaccia e un'imposizione da combattere. Ciò che è in causa è l'identità dei gruppi e la loro sopravvivenza. Subire senza resistenza la dominazione culturale di un gruppo straniero può sfociare in una vera « deculturazione » ed anche nella scomparsa del proprio gruppo. La nostra epoca evidenzia che questi rischi di alienazione culturale suscitano un forte movimento di liberazione culturale. Possiamo notare che, anche in seno a questi antagonismi, le culture continuano ad influenzarsi reciprocamente e il processo di acculturazione si esercita ancora di frequente al di là delle apparenze. Questo ci mostra come il fenomeno di acculturazione si dispieghi in un'ampia zona dell'inconscio collettivo, rendendone, in questo modo, estremamente complessa l'analisi. Ne emerge una ragione in più per incoraggiare lo studio attento dei rapporti e degli scambi tra culture. I leaders politici, gli educatori, i pastori ne misurino tutte le implicazioni per lo sviluppo culturale di tutti i gruppi umani e per la pace tra le nazioni.
L'antropologia religiosa ha saputo utilizzare con profitto il concetto di acculturazione per l'analisi dei reciproci rapporti tra i sistemi religiosi e le forme di cultura. Un tema particolarmente fecondo della ricerca è l'interrelazione tra il cristianesimo e le culture. Molto presto ricercatori quali Wihelm Schmidt e Pierre Charles hanno compreso che i metodi di analisi dell'acculturazione potevano apportare una nuova luce allo studio dell'adattamento del lavoro missionario della Chiesa. Questo originale approccio suscita oggi approfondite ricerche tese a comprendere come il Vangelo possa incarnarsi nelle diverse culture. Molti autori preferiscono il termine inculturazione a quello di acculturazione per precisare più specificamente i rapporti particolari tra il Messaggio rivelato e le culture. Ma acculturazione e inculturazione rimangono termini che s'illuminano reciprocamente, come lo testimoniano le parole di Giovanni Paolo II alla Commissione Biblica: « Il termine acculturazione o inculturazione può essere anche un neologismo, ma esprime perfettamente l'uno degli elementi del grande mistero dell'Incarnazione »: 26 aprile 1979.
Dal punto di vista teologico, uno studio speciale sulla questione è stato preparato dalla Commissione Teologica Internazionale con la collaborazione del Pontificio Consiglio della Cultura e pubblicato col titolo: La fede e l'inculturazione (1988).
Diversi aspetti complementari dell'acculturazione sono trattati in altri articoli.

Vedi
Antropologia
Educazione
Famiglia
Inculturazione

Bibl.: M. Abdallah‑Pretceille 1986. S. Abou 1981. S. Bochner 1982. R. W. Brislin 1990. P. Charles 1953, 1956. L. Gallino 1983. N. Garcia Canclini e R. Roncagliola 1988. A. Girard 1982. P.M. Henry e B. Kossou 1985. M. Herskovits 1938, 1955. J. Poirier 1968. R. Redfield et al. 1936, B.J. Siegel 1955. E. Spicer 1968. H. Malewska‑Peyre et al. 1991. N. Thomas 1993.

HOME | A | B | C | D | E | F | G | I | K | L | M | N | O | P | R | S | T | U | V | ESCI | Mappa generale del sito
Torna ai contenuti | Torna al menu