Mondialismo - DIZIONARIO DELLA CULTURA

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Mondialismo

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Movimento che cerca di rispondere alla mondializzazione dei problemi del nostro tempo, suscitando una solidarietà universale tra i popoli e proponendo istituzioni di carattere supernazionale dotate della necessaria autorità. All'origine, il mondialismo è apparso come una « utopia ingenua e simpatica ». Victor Hugo, nel 1842, prediceva che « un giorno il globo intero sarà civilizzato... Allora si realizzerà il sogno magnifico dell'intelligenza: avere per patria il mondo e per nazione l'umanità ». Oggi, il movimento mondialista si fonda sul fatto che la maggior parte dei problemi umani si sono mondializzati e nessuna soluzione soddisfacente può essere trovata sul solo piano delle nazioni singole: alimentazione, diritto sui mari, risorse, energie, acqua potabile, protezione della biosfera, problemi monetari, trasferimenti tecnologici, costo delle materie prime, garanzie di pace, azione efficace contro la droga, il terrorismo, corsa agli armamenti, sottosviluppo endemico. I grandi problemi che emergono anche all'interno di una nazione richiedono, per la loro soluzione, una cooperazione su scala mondiale: la disoccupazione, l'inflazione, il rispetto dei diritti umani, la libertà culturale, il commercio, l'industrializzazione. La corrente mondialista è incoraggiata da numerose organizzazioni, da movimenti e associazioni federaliste che si dedicano al servizio della comunità mondiale, dello sviluppo e del diritto mondiale.
Il mondialismo che trova credito nell'opinione pubblica è quello che rispetta tre condizioni principali: la definizione realistica dei problemi sul piano mondiale; l'approccio federalista dei problemi che, contrariamente a quanto pensavano le utopie del passato, non elimina le entità nazionali; la proposta di un'autorità supernazionale che presupponga il volontario transfert di alcune prerogative della sovranità delle nazioni.
Dal tempo di Pio XII soprattutto, la Chiesa, senza parlare esplicitamente di mondialismo, riconosce la necessità di abbordare i problemi contemporanei in una prospettiva mondiale e di promuovere un'autorità universale, capace di affrontarli efficacemente.
Giovanni XXIII diceva: « Nel nostro tempo, il bene comune universale pone ora problemi a dimensioni mondiali », ed aggiungeva: « Lo stesso ordine morale domanda poteri pubblici che siano in grado di operare in modo efficiente su piano mondiale ». Ma egli stesso osservava che tali poteri « vanno istituiti di comune accordo e non impartiti con la forza »: Pacem in Terris 1963, cap. IV. Il Concilio Vaticano II ha chiaramente assunto questa posizione chiedendo « che venga istituita una autorità pubblica universale, da tutti riconosciuta, la quale sia dotata di efficace potere per garantire a tutti i popoli sicurezza, osservanza della giustizia e rispetto dei diritti »: Gaudium et spes, n. 82. Giovanni Paolo II ha dimostrato come « il principio della mondialità » è chiamato a fondare un nuovo tipo d'interdipendenza nel mondo: « Ciò che noi possiamo chiamare il principio di mondialità - secondo il quale tutto ciò che è d'interesse mondiale è di competenza mondiale - dovrà essere riconosciuto come il fondamento dei rapporti socio‑economici e politici. L'interdipendenza non può risultare soltanto da processi storici determinati. Dal punto di vista della morale, l'interdipendenza s'impone ormai come il criterio delle scelte e dei comportamenti della famiglia umana. Ciò esige una revisione profonda dei principi che hanno fin qui regolato i rapporti internazionali »: Discorso 18 febbraio 1989.

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Omologazione delle culture
Identità culturale

Bibl.: C. Bigsby 1975. M. Featherstone 1990b. L. Périllier et J. J. Tur 1977. A. Mattelart 1991, 1996. G.A. Valladao 1995.
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