Ecologia - DIZIONARIO DELLA CULTURA

Vai ai contenuti

Menu principale:

Ecologia

E
La parola ecologia, dal greco oikos (casa, habitat) e logos (scienza) è stata introdotta da E. Haeckel nel 1868 per descrivere lo studio dei rapporti tra gli esseri viventi e il loro ambiente naturale. Riservata, da principio, all'osservazione delle piante e degli animali, l'ecologia si è poi interessata dei rapporti dell'uomo con il proprio ambiente: suolo, acqua, aria, vegetazione, fauna. La medicina, per esempio, ha utilizzato l'ecologia per analizzare il diffondersi delle malattie e delle epidemie.
L'ecologia umana studia i reciproci rapporti tra l'uomo e il proprio ambiente naturale e considera, in particolare, gli effetti del comportamento degli uomini sull'equilibrio degli ecosistemi: trasformazione, valorizzazione o distruzione delle risorse naturali, protezione o inquinamento dell'ambiente. L'essere umano è in relazione d'interdipendenza con la biosfera e le sue scelte individuali e collettive possono favorire un equilibrio fecondo o, al contrario, costituire una minaccia per l'armonia necessaria tra tutti gli organismi dell'ecosistema.
Il metodo ecologico è utilizzato con profitto dai sociologi e dagli antropologi perché permette di situare meglio le comunità umane nei loro ambienti concreti al fine di comprendere come le popolazioni crescano e decrescano, si distribuiscano e si organizzino secondo diversi spazi o aree naturali. L'ecologia umana ha largamente ispirato le ricerche in sociologia urbana della Scuola di Chicago negli anni '20. L'occupazione del territorio urbano, vi si scopre, è oggetto di competizione tra i gruppi etnici, che si distribuiscono in diverse zone naturali, secondo un processo di competizione, di dominazione, di successioni, di mobilità, d'interdipendenza.
La sociologia attribuisce ora una grande importanza alla distribuzione spaziale dei fenomeni sociali, quali le densità demografiche, la ripartizione delle preferenze politiche, dei redditi, degli stili di vita. La semplice descrizione geografica dei fatti sociali ha spesso trascurato di stabilire i condizionamenti che esistono tra i comportamenti collettivi e l'ambiente naturale. I gravi danni causati alla natura dall'industrializzazione e dall'urbanizzazione hanno suscitato una riflessione originale che conduce ad un approccio socio‑fisico dell'ecologia. Gli ecosistemi sono ora studiati con tutti i loro elementi: fisici, vegetali, biologici, di cui l'uomo è parte integrante con la sua tecnica. Le ricerche ecologiche non possono più essere confinate nel solo territorio nazionale: è l'insieme della biosfera che diventa oggetto delle preoccupazioni di carattere ecologico.
L'opinione pubblica nei paesi industrializzati è diventata molto sensibile ai problemi dell'ambiente. Sorgono numerosi gruppi di studio e d'azione, si costituiscono partiti politici, i « Verdi ». Il loro impatto è importante, ma la loro difesa dell'ambiente è spesso paralizzata dall'ambiguità dei concetti e dei programmi, che non sempre evitano lo scoglio della contestazione utopica, del naturismo antitecnico, del pacifismo ideologico. Malgrado queste difficoltà, la causa dell'ecologia merita ogni incoraggiamento e sostegno affinché, a livello delle politiche nazionali e dei rapporti internazionali, si presti attenzione responsabile ai gravi problemi dell'ambiente fisico e sociale.
Sono state create agenzie internazionali per la protezione dell'ambiente: regime delle acque, risanamento dei fiumi, difesa delle foreste, lotta contro le piogge acide, sorveglianza dell'aria, salvaguardia delle risorse non‑rinnovabili, protezione delle terre arabili ecc. Le Nazioni Unite hanno organizzato, nel 1972, la Conferenza di Stoccolma sull'ambiente. Le nazioni industrializzate hanno, in quell'occasione, sostenuto varie proposte sul controllo demografico e la protezione delle risorse naturali che i paesi del terzo mondo hanno rifiutato con vigore, considerandole misure tese a perpetuare la divisione tra regioni ricche e zone povere. Nei paesi ricchi, si fa notare, un cittadino consuma una quantità di risorse equivalente a quelle di cento abitanti dei paesi poveri. Questi ultimi accusano i primi d'imperialismo e di terrorismo ecologico. Vi sono commissioni internazionali che organizzano incontri e studi che esercitano un crescente impatto sull'opinione pubblica e i governi: G. Bruntland, 1989.
L'attuale dibattito sull'ecologia difficilmente evita il tono emotivo. I nostri contemporanei prendono progressivamente coscienza che si tratta dell'avvenire della specie umana e del suo ambiente di vita. Il rapporto tra uomo e natura si pone ormai in termini drammatici. Senza cedere agli allarmismi o all'attivismo sterile, la nostra epoca è chiamata a situare i problemi ecologici in una prospettiva d'interdipendenza trasnazionale e ad immaginare nuove forme di collaborazione tra tutte le nazioni, poiché mai come ora la biosfera è stata così chiaramente percepita quale patrimonio comune da proteggere. Le soluzioni dipenderanno essenzialmente dalla assennatezza di tutti. Siamo in presenza di un valore che emerge con forza nella cultura di oggi.

Vedi
Area culturale
Industrializzazione
Urbanizzazione
Beni culturali

Bibl.: A. Beauchamp 1991. P.C. Beltrao 1985. E. Bonifazi 1973. G.H. Bruntland et al. 1989. N. Deedy 1974. N. Myers 1985. P. Acot 1988. J.‑P Deléage 1991. P. Simonnet 1991.
HOME | A | B | C | D | E | F | G | I | K | L | M | N | O | P | R | S | T | U | V | ESCI | Mappa generale del sito
Torna ai contenuti | Torna al menu