Pontificio Consiglio della Cultura - DIZIONARIO DELLA CULTURA

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Pontificio Consiglio della Cultura

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Il Pontificio Consiglio della Cultura è un organismo della Santa Sede, creato da Giovanni Paolo II nel 1982 con la finalità di promuovere uno dei più importanti obbiettivi formulati dal Concilio Vaticano II: intensificare il dialogo tra la Chiesa e le culture della nostra epoca.
Nel 1992, il papa ha proceduto alla fusione di questo Consiglio con il Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti. Il nuovo organismo conserva il nome di Pontificio Consiglio della Cultura e comprende due sezioni, chiamate: Fede e cultura e Dialogo con le culture. Il Consiglio mantiene strette relazioni con la Commissione Pontificia per i Beni Culturali della Chiesa e con le Accademie pontificie.
L'evoluzione delle culture, che segna oggi i comportamenti delle persone e dei gruppi, costituisce un argomento decisivo per l'avvenire del mondo. La Chiesa vi riconosce uno dei problemi spirituali e religiosi più urgenti per la sua missione evangelizzatrice.
Il Consiglio non esercita la sua attività come se avesse autorità sulla cultura o sulle culture. Procede piuttosto attraverso incitamenti e stimoli al fine di animare tutti i cristiani e tutte le istituzioni della Chiesa a comprendere con spirito nuovo l'evangelizzazione delle culture e lo sviluppo culturale di tutti gli uomini. Il Consiglio fa parte degli organismi chiamati « del dialogo » creati dopo il Vaticano II. S'interessa di tutte le manifestazioni della cultura moderna e favorisce il dialogo attivo con i rappresentanti della scienza, delle arti, del mondo universitario e delle industrie culturali. Presta particolare attenzione alle culture che stanno emergendo, ai problemi umani e spirituali collegati allo sviluppo integrale delle persone e dei popoli. Il dialogo si estende a tutti, inclusi quelli e quelle che non credono in Dio o non professano alcuna religione, nella misura in cui queste persone sono aperte ad una sincera collaborazione.
Il Consiglio studia metodicamente i problemi che sono connessi con la rottura che ha avuto luogo tra il Vangelo e la cultura e le manifestazioni di questo grave problema: l'incredulità, l'indifferenza religiosa, la decadenza del sentimento morale e religioso, la necessità che molti sentono oggi di ridefinire il senso della vita in una cultura secolarizzata.
L'azione del Consiglio si esercita soprattutto con la presenza, la testimonianza, la cooperazione, il costante appello ai valori evangelici per la difesa della dignità della persona e per la costruzione della civiltà dell'amore. Per portare a buon termine un compito così complesso, il Consiglio conta su di un'ampia collaborazione di persone sia all'interno che all'esterno della Chiesa. La sua missione si espleta necessariamente in forma collegiale ed ecumenica, ed è diretta a tutte le persone di buona volontà. Si tratta di una forma di azione indispensabile in un mondo pluralista. La Chiesa assunse questa longanime pazienza, fatta di simpatia per la diversità delle società e delle culture. E, del resto, l'unico approccio possibile a molti organismi governativi e a istanze internazionali come l'UNESCO, dove il confronto e il rispetto delle opinioni sono la condizione stessa della cooperazione.
Per sua natura, il Consiglio non dispone dei mezzi né degli strumenti generalmente utilizzati dagli Stati nella loro azione culturale derivante da una politica culturale ufficialmente definita e da progetti finanziati dai fondi pubblici. I mezzi e il raggio d'azione del Consiglio sono completamente diversi. Esso organizza colloqui, incontri e ricerche sul dialogo della Chiesa con le culture, sull'evangelizzazione delle culture, sull'inculturazione e sulle questioni attinenti allo sviluppo culturale. Il Consiglio rappresenta la Santa Sede nelle principali riunioni internazionali tenute dall'UNESCO o da altri organismi similari. Esso prende parte alle riunioni dei Ministri della cultura o dell'educazione, partecipa alle riunioni internazionali delle università, ai principali colloqui scientifici e culturali. Il Consiglio pubblica opere su temi che sono di sua competenza. Esso dispone di una biblioteca specializzata, frequentata da studenti, ricercatori e dai numerosi visitatori che vengono a Roma. I centri culturali di ispirazione cattolica hanno intrapreso una ricerca comune per meglio definire il loro servizio nella società e nella Chiesa di oggi. Il Pontificio Consiglio della Cultura facilita la loro collaborazione grazie a vari incontri di studio e di informazione. Un primo convegno internazionale dei centri culturali cattolici fu tenuto a Chantilly, Francia, nel 1993, seguito da vari incontri regionali (vedere la rivista del Pontificio Consiglio della Cultura: Foi et Cultures, 1993 e seguenti).
I membri del Consiglio, cardinali e vescovi, così come i suoi consultori, provengono dalle diverse parti del mondo e la loro competenza facilita lo studio interdisciplinare, il dialogo internazionale e l'informazione relativa all'evoluzione delle culture e alle sfide che presenta, nella nostra epoca, l'inculturazione del Vangelo e lo sviluppo culturale.

Vedi
Evangelizzazione della cultura
Politica culturale
Sviluppo culturale (e Chiesa Cattolica),
Vaticano II (e la cultura)
Beni culturali della Chiesa

Bibl.: H. Carrier, 1990 a, cap. I, 1991, cap. 7.
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