ZACCARIA (F. DI BARACHIA) - ZELOTI - ZOROBABEL - DIZIONARIO BIBLICO

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ZACCARIA (F. DI BARACHIA) - ZELOTI - ZOROBABEL
ZACCARIA (FIGLIO DI BARACHIA)
Nella requisitoria di Gesù contro gli Scribi e i Farisei (Mt. 23, 35), viene rinfacciata ai Giudei l'uccisione di Z. figlio di Barachia avvenuta fra il Tempio e l'altare. L'identificazione di quest'ultimo è stata oggetto di varie ipotesi fin dall'antichità (cf. Girolamo, In Mt. 23, 35; PL 26, 180). Alcuni vi vedevano jl profeta scrittore Z. (v.), precisamente figlio di Barachia. Destituita di ogni fondamento e in contrasto con la data della composizione di Mt. è l'identificazione, avanzata da qualche moderno, con Z. figlio di Baris, ucciso dagli Zeloti nel Tempio durante l'assedio romano (cf. Flavio Giuseppe, Bell. IV, 335-344). Si tratta del profeta Z., ucciso nell'atrio del Tempio (2Par. 24, 20-22) dal re Ioas (799- 784), per le sue aspre rampogne contro l'idolatria. In 2Par. Z. è detto figlio di Ioiada; in Mt. le parole figlio di Barachia perciò san considerate una glossa (manca nel luogo parallelo di Lc. 11, 51) suggerita dal ricordo del profeta scrittore; oppure Barachia è un personaggio di scarso rilievo, tralasciato nella genealogia di Par., ove si ricollegherebbero direttamente i due nomi più famosi, il profeta ucciso ed il suo nonno Ioiada, protettore e stimato consigliere del re Ioas (2Par. 23, 1 ss.).
[A. P.]

ZELOTI
(Gr. *** = zelante). In origine il termine fu applicato ad ardenti osservanti della Legge e nemici della denominazione straniera (I Mach. 2, 50), ma in seguito contrassegnò solo i nemici di tale dominazione. Come partito politico gli Z. erano seguaci di Giuda Galileo, che guidò una rivolta antiromana al tempo del procuratore Quintilio Varo (cf. At. 5, 37). Anche al tempo del procuratore Tiberio Alessandro, che fece uccidere Giacomo e Simone figli di Giuda, gli Z. dovettero mostrarsi molto attivi. Essi ebbero una parte di primo ordine nella rivolta del 66-70, sotto la guida di Eleazaro, che dopo la valorosa e crudele difesa del Tempio (cf. Flavio Giuseppe, Bell. V, 5-7) tenne la fortezza di Masada sino alla primavera del 73. Flavia Giuseppe spesso chiama gli Z. sicari dalla piccola sica (= pugnale), con cui compivano le loro vendette contro soldati romani isolati e contro Ebrei filo-romani. L'apostolo Simone da non pochi esegeti è considerato un ex-zelota. Egli, infatti, è chiamato ora *** (Lc. 6, 15; At. 1, 13) ed ora *** (Mt. 10, 4; Mc. 3, 18) ritenuta la trascrizione dell'aramaico qan'-ana, che significa precisamente "zelante". Ma in tal caso l'aggettivo andrebbe preso piuttosto nel suo significato di diligente osservante della Legge (cf. At. 21, 20; 22, 3; Gal. 1, 14).
[A. P.]

BIBL. - G. RICCIOTTI. Storia d'Israele. II, 5a ed., Torino 1938, p. 437 ss.; A. STUMPFF, ***, in ThWNT. II. pp. 884-90.

ZOROBABEL
Discendente di stirpe davidica, figlio secondo Esd. 3, 2 (cf. 5, 2; Agg. l, 1.12.14-) di Sealtiel, figlio invece di Phedaiah secondo I Par. 3, 8: forse, se i testi citati non sono alterati come taluno pensa, Z. fu per la legge del Levirato figlio legale del primo e naturale del secondo. È l'uomo che vicino al sommo sacerdote Giosuè figlio di Ioseder, guida il popolo eletto nel ritorno dall'esilio e ne anima la ripresa religiosa e civile in Palestina. Il fatto più importante cui è collegato il nome di Z. è la ricostruzione del Tempio: immediatamente dopo l'arrivo dei reduci, tra tanto fervore di ricostruzione, egli ne getta le fondamenta. Interrotti i lavori per difficoltà interne e per l'opposizione di popoli vicini, specialmente Samaritani, il lavoro viene ripreso ancora da Z. ai tempi di Dario I (521-486) per pressante invito dei profeti Aggeo e Zaccaria (Esd. 5, 11) e portato a termine nel breve volgere di quattro anni (515 a. C.). Compiuta la ricostruzione del Tempio la figura di Z. d eclissa: secondo una tradizione egli sarebbe poi morto a Babilonia. Con funzioni analoghe a Z. nel libro di Esdra appaiono un certo Shesbassar (Esd. 1, 8.11; 5, 14·16), cui, come al nome di Z., è unito il titolo di Pehah (Agg. 1, 1), e un certo Tirsatha (Esd. 2, 63; Neh. 7, 65-70); con ogni probabilità si tratta di nomi riferiti allo stesso Z. Esd. 4, 6 s. sembra trasferire l'azione di Z. in tempi vicini ad Artaserse Longimano; in realtà, l'autore allude non alla ricostruzione del Tempio, ma delle mura ai tempi di Nehemia. L'allusione ad Artaserse in Esd. 6, 14 è un'interpolazione posteriore o comunque una pro lessi intesa a mettere in evidenza le benemerenze di Artaserse Longimano nei confronti del Tempio cui il monarca persiano elargì ricchi doni (Esd. 7). Zaccaria (Zach. 3, 6-10; 6, 10-14) considera Z. quale figura e tipo del Messia.
[G. D.]

BIBL. - G. RICCIOTTI, Storia d'Israele, Torino 1947, II, pp. 99-120; A. MÉDEBIELLE. Esdras-Néh. (La Ste Bible. ed. Pirot, 4). Parigi 1949. pp. 278. 285 s. 289. 294. 298. 307.

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