AMENOPHIS III-IV - AMMONITI - AMORREI - DIZIONARIO BIBLICO

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AMENOPHIS III-IV - AMMONITI - AMORREI
AMENOPHIS III-IV
Sovrani d'Egitto (1413-1358). Il primo di essi, figlio di Tutmosis IV e d'una principessa di Mitanni, successe al padre all'età di 12, anni ca. Fu un sovrano tutto intento a opere di pace. Delle iscrizioni ne ricordano la prima caccia e una spedizione militare da lui diretta all'età di 17 anni contro tribù ribelli. Capitale del regno in quell'epoca era la città di Tebe, sacra al Dio Amon. Oltre Tebe però ebbe allora un grande sviluppo anche Memfi. Con il lusso caratteristico di quest'epoca, vengono rilevati anche dagli scavi lavori artistici di grande importanza all'interno di case signorili e soprattutto di templi: tra questi va notato quello di Luxor. Una grave situazione però si andò delineando: l'impero egiziano era minacciato dallo sviluppo della potenza Hittita all'esterno, mentre all'interno torbidi venivano fomentati da dissensi religiosi. Il clero, rigido e nazionalista, del Dio territoriale di Tebe, Amon, sotto la cui influenza stava il re, cozzava contro la religione del Dio Sole (sotto il nome di Aton) professata a Eliopoli, religione più tollerante, più confacente alla situazione dell'impero: questa religione riscosse ben presto la simpatia di molti cortigiani e della stessa regina. Il forte attrito creato dalle due correnti religiose raggiunse la fase più acuta sotto A. IV. A. III scompare dalla scena politica e muore, dopo aver fatto venire invano per due volte la statua miracolosa di Istar di Ninive. Successore ne fu il figlio A. IV (1377-1358) celebre per la tentata riforma religiosa. Educato nella religione materna egli fu nemico del Dio Amon di cui osteggiò il clero e il culto seguito dalla moglie Nefertiti e dalla sua corte. Adoratore fanatico di Aton mutò il proprio nome in Ekhnaton «Amato da Aton»), abbandonò Tebe, sacra ad Amon, facendo costruire nella zona d'el-Amarna una nuova città, Akhetaton «Orizzonte di Aton»). Il nuovo culto dottrinalmente fu molto superiore alle religioni pagane contemporanee: oltre una chiara nota monoteistica essa predicava bontà e amore per tutti. La lotta spietata al Dio Amon attirò però al re molti nemici, i quali alla morte del sovrano lottarono fino alla completa rivalsa. Politicamente il regno di A. IV fu disastroso: l'impero egiziano subì il grave regresso in Asia a opera specialmente degli Hittiti che manovrarono abilmente le note bande di Habiru: le vicende della lotta ci sono note attraverso i documenti d'el-Amarna (v.). Ad A. IV, succedette il secondo genero Tutankhaton (1358-1349-) che con la rivalsa del culto d'Amon mutò il nome in Tutankhamon.

BIBL. - A. WEICALL, Histoire de l'Egypte Ancienne, Parigi 1949, pp. 126-54; S. MOSCATI. L'Oriente Antico, Milano 1952, pp. 43-50, con abbondante bibliografia.

AMMONITI
Gen. 19, 39 li riconnette a Lot e quindi agli Aramei. L'onomastica conferma tale parentela con gli Ebrei (cf. i nomi Nahas [I Sam 11, l s.] Hamim, Na'amah); il loro Dio Milcom (1Reg. 11, 5-33; 2Reg. 23, 13) è il cananaico Malcum, che diverrà, Melek, Molek, donde Molok. All'inizio abitavano la regione (oggi el-Beqa) dal deserto al Giordano-Mar Morto e dall'Arnon al Iabboq. Spinti dagli Amorrei perdettero la parte occidentale, occupata più tardi dalle tribù israelite Ruben e Gad (Ios. 13, 15.19; Iudc. 11, 13-19 s.). Loro capitale fu Rabbath·Ammon (oggi 'Amman). Nemici tenaci d'Israele (cf. ludc. 3, 13), gli A. cercarono riconquistare il terreno perduto: furono sconfitti da Iefte (Iudc. 10, 11), Saul (I Sam 11, 1- 11) e David (2Sam 10, 12). Poco prima del regno di Ieroboam II si accanirono contro Israele (Am. l, 13- s.); dopo la deportazione degli Israeliti (734 a. C,), invasero Galaad (2Reg. 15, 29; Ier. 49, 1 s.); nel 601 a. C. muovono con schiere caldee contro Gerusalemme; della sua distruzione (587 a. C.) esultano: (2Reg. 24, 2; Ez. 25). Nei secoli VIII-VII furono tributari degli Assiri, i cui testi parlano dei re a. (Bit-ammana): Sanipu sotto Teglatfalasar (728), Paduel vinto da Sanherib (701) e vassallo di Asar-haddon (673). Gli A. cercarono di impedire ogni ricostruzione di Giuda, per assorbirne il paese: l'uccisore di Godolia è diretto da Baalis, re a. (Ier. 40, 14; 41, 2). Subirono la profonda infiltrazione degli Arabi (bene-qedem: Ez. 25); si opposero a Neemia (Neh. 2, 19; 4, 7) e dopo la conquista macedone a Giuda Maccabeo. Presso il loro tiranno Cotila, si rifugiò l'uccisore di Simone l'ultimo dei Maccabei (I Mach. 5, 5).
[F. S.]

BIBL. - F. M. ABEL, Géographie de la Palestine, I, Parigi 1933, p. 277 s.

AMORREI
Con questo nome è spesso designata nella Bibbia (Gen. 15, 21; Ex. 3, 8; 13, 5; 23, 23 ecc.) una delle popolazioni della Palestina preisraelitica, e talvolta (Gen. 15, 16; Ios. 24, 15; Am. 2, 9) il complesso di queste, per l'influsso su di esse esercitato dal gruppo etnico propriamente a. Gli A. provenivano dall'alto deserto siro-arabico, ad ovest della Mesopotamia. Risulta, dall'analisi dell'ideogramma (Kur) Martu (KI) (= paese occidentale), col quale i Mesopotamici designavano l'Amurru; e dall'analisi di forme verbali e nomi personali della prima dinastia di Babel che fu a., e inoltre dalla religione a. che presenta divinità tipicamente occidentali, quali il Dagon dei Filistei, il Tesub degli Hittiti. Da quella regione gli A. sul declinare del 30 millennio si irradiarono intorno: in Mesopotamia troviamo la dinastia di Larsa (sec. XXII a. C.) con re dai nomi a.; i Testi di Proscrizione egiziani (sec. XIX) li segnalano in Canaan quali nemici del Faraone; quivi poco più tardi li incontra Abramo (Gen. 14, 7-13). Nella bassa Mesopotamia il culmine dell'attività a. (prima parte de 20 millennio) è raggiunto con la fondazione della prima dinastia di Babel, celebre per il 50 monarca, Hammurapi. Quasi contemporaneamente un altro grande stato a. fioriva in Mari (odierna el-Hariri) sul medio Eufrate dove recenti Ee8n hanno ridato alla luce il grandioso palazzo reale di Zimri-Lim e circa 20.000 tavolette, in gran parte corrispondenza tra la corte di Mari e principi amici o vassalli. Mari, poi distrutta da Hammurapi, fu per molto tempo il più potente stato di Mesopotamia; perfetta organizzazione di governo e della vita sociale, mentre per la cultura e la religione fu, grazie alla sua posizione geografica, uno dei più grandi centri sincretistici del 20 millennio. Dopo la parentesi silenziosa dei secoli XVIII-XV gli A. tornano alla scena nei documenti d'el-Amarna (v.). In questo periodo (1500-1300) Amurru è uno stato limitato ai territori della futura Siria: politicamente diviso dipende dall'Egitto. Con l'aiuto degli Hittiti diviene indipendente, ma loro alleato e tributario. Un primo trattato d'alleanza fu firmato tra Arizu e il re hittita Shuppiluliuma (1380-1346) e frutto di massimo servilismo ne fu la l'innovazione fatta da Tubbi-Tesub di Amurru con Mursilis II. Quando Ramses II attaccò a Qades (1287) gli Hittiti, gli A. tentarono invano una riscossa. Le loro sorti non migliorarono nemmeno con l'avanzata assira. Lottando contro gli A., Theglatfalasar I dà il colpo di grazia anche ad Amurru; a Qarqar (854) anche Amurru è tra i coalizzati ma il suo tramonto è definitivo. Dopo la riscossa babilonese troviamo gli A. fedeli servitori di Nabucodonosor II. Costumi e religione. I primissimi documenti ci presentano gli A. come nomadi: nomadismo che usava l'asino (il cammello non era ancora addomesticato), legato quindi alle esigenze naturali di questo animale che non permette lunghi viaggi nel deserto. Una raffigurazione del sec. XIX presenta gli A. come assai primitivi, concordando con un inno sumerico che li dice violenti, indocili, selvaggi, spietati. Fissatisi però a vita sedentaria, un grande progresso civile fu raggiunto specialmente a Babilonia (prima dinastia) e a Mari. Quanto alla religione si sa che gli A. adoravano soprattutto il Dio "Amurru" in tutto simile all'Hadad occidentale: egli era il Dio della montagna dell'ovest, del temporale e dell'inondazione. Compagna di Amurru è Aserah, signora della pianura. Ad Amurru era sacro lo stambecco; animale comunissimo nei sacrifici era l'asino. Contatti con gli Ebrei. Anche secondo chiari testi biblici (Gen. 10, 16; 15, 21; Ex. 3, 8; Ez. 16, 3) gli A. precedettero in Palestina gli Ebrei. Durante l'invasione dei re elamiti, gli A. appaiono stanziati nei pressi del Mar Morto e in vicinanza di Hebron dove anche Abramo soggiornava (Gen. 14, 7-13). Ai tempi dell'Esodo gli esploratori li segnalano tra i popoli forti delle montagne (Num. 13, 29). Nel loro viaggio però, gli Ebrei s'imbatterono negli A. già sull'Arnon e ne occuparono le terre dopo il rifiuto di Seon (Num. 21). Oltre il Giordano (Deut. 3, 8 s.; 4, 47 s.; Iudc, 11, 22), gli A. controllavano i territori tra l'Arnon e l'Hermon. Passati i primi momenti difficili dell'occupazione ebraica anche gli A. poterono vivere tranquillamente vicini agli Ebrei per tutta l'epoca dei Giudici. Solo Salomone li ridurrà praticamente in servitù imponendo loro un tributo (I Sam 7, 14; I Reg. 9, 20; 2Par. 8, 7).
[G. D.]

BIBL. - E. DHORME, Les Amorrhéens, in RB, 37 (1928) 63-79. 161-80; 39 (1930) 161-78; 40 (1931) 161-84,; (Recueil "Edoward Dhorme". Paris 1951, pp. 81-165); A. BEA, Il movimento "amorritico". i "Testi di Proscrizione", in Biblica, 24 (1943), PP. 239-47; W. F. ALBRIGHT, From the Stone Age to Christianity, 2a ed., Baltimora 1948, Pp. 239. 24,7; S. MOSCATI, L'Oriente Antico, Milano 1952, pp. 28-35.

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