PARACLITO - PARADISO TERRESTRE - DIZIONARIO BIBLICO

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PARACLITO - PARADISO TERRESTRE
PARACLITO
Il greco *** significa "colui che viene chiamato in aiuto" (*** = chiamo vicino), soprattutto in giudizio: perciò avvocato, difensore, patrocinatore; in senso derivato = "consolatore" (gli aggettivi verbali in *** possono essere anche attivi), ed in tal senso traducono le versioni siro-palestinese, armena, georgiana, slava, mentre quelle siriaca, copta, etiopica, gotica trascrivono semplicemente il termine greco e l'antica latina lo rende con "advocatus" . Il significato preciso sembra essere quello più generale, risultante da tutte le varie accezioni. Gesù, nel promettere e preannunciare lo Spirito Santo, lo chiama a più riprese P., pur attribuendo tal titolo anche a se stesso: «Pregherò il Padre e vi darà un altro P., perché rimanga con voi in eterno, lo Spirito di verità» (Io. 14, 16). Il P. avrà il compito di richiamare alla mente degli Apostoli quanto Gesù ha loro insegnato (14, 16), di rendere testimonianza a Cristo (15, 26) e di convincere il mondo di peccato (16, 8-14), dopo che Gesù se ne sarà andato (16, 7). S. Giovanni chiama anche Gesù P. (I Io. 2, 1), tradotto dalla Volgata con "advocatus" e sembra rettamente: Egli è infatti il patrocinatore dei nostri peccati.
[S. C.]

BIBL. - F. ZORELL, Lexicon Graecum N. T., Parigi 1931, col. 991 S5.

PARADISO TERRESTRE
Giardino ameno piantato da Dio e da lui donato come felice soggiorno ai nostri progenitori (Gen. 2, 8.3, 24). Nel testo ebraico si adopera, per designarlo, il termine gan dal sumerico gan, che significa "verziere", terreno ricco di acque e di vegetazione. I settanta, pensando ai bei parchi dei signori persiani, lo tradussero *** (Gen. 2, 8 ecc.) e, dopo di loro, le antiche versioni latine e s. Girolamo "paradisus", da cui è passato, come nome proprio, nelle nostre lingue. Esso deriva dal persiano "pairi daeza", che vuol dire "recinto" e perciò "orto con muro di cinta o siepe". Solo nella letteratura ebraica posteriore ricorre il termine "pardés" = giardino (Neh. 2, 8; Cant. 4, 13; Eccle. 2, 5). La Bibbia ci dice che Dio aveva piantato questo giardino "ad oriente" (della Palestina) in una regione. chiamata "'Edhen" (dall'accadico edinu=campagna aperta, derivante a sua volta dal sumerico edin = campagna fertile ed irrigua), ricca di splendida vegetazione, fra cui i due alberi della vita (per l'effetto dei suoi frutti) e della scienza del bene e del male (per l'effetto che seguì al peccato), e rinfrescata da acque abbondanti (Gen. 2, 8.14; 3, 5.22). Queste acque, all'uscire dal p. terrestre, si diramavano in 4 corsi o fiumi dai seguenti nomi: Phison (Pison), che percorre la regione Havilath ricca di oro; Gehon (Gihon), che attraversa il paese di Cus; Tigri (Hid. deqel) ed Eufrate (Perath). Dopo il peccato originale (v.), Adamo ed Eva furono cacciati dal p. terrestre ed alla sua porta Iddio pose dei Cherubini dalla spada guizzante, onde impedirne l'ingresso (Gen. 3, 22-24). Il ricordo di questo ameno giardino, in cui Dio si intratteneva familiarmente con i protoparenti (Gen. 3, 8), ritorna spesso nella Bibbia come termine di paragone per designare grande felicità ed abbondanza (Gen. 13, 10; Cant 4, 13; Eccli. 24, 41; 40, 17.28; Ez. 28, 13; 31, 8; 36, 35; Ioel 2, 3), quale si avrà nei tempi messianici (Is. 31, 3; 51, 3; Ez. 47, 12; Zach. 14, 8). Ubicazione del p. terrestre. È difficile, per non dire impossibile, risolvere tale problema, perché gli elementi geografici fornitici da Mosè sono scarni, in parte equivoci (p. es. abbiamo due regioni di nome Cus, una in Asia e l'altra in Africa: Gen 11, 7-8.29) e non sempre, almeno per noi moderni, identificabili: non meraviglierà perciò l'esistenza di circa ottanta opinioni al riguardo. Oggi si vede piuttosto nella descrizione mosaica (dato che l'uomo fu creato almeno un 100.000 anni a. C.) la idealizzazione di un sito realmente esistito, con una quadro geografico, allora noto: (A. Bea, P. Heinisch, J. Coppens, F. Ceuppens, J. Chaine ecc.): perciò sarebbe fatica sprecata, o poco utile, basarsi sugli elementi testuali per rintracciare la ubicazione esatta del p. terrestre. In ogni caso, il testo lascia pensare alla regione mesopotamica: o settentrionale (E. Kalt, A. Sanda, H. Gressmann ecc.), nella regione dei laghi Wan ed Urmia, dove nascono il Tigri e l'Eufrate (il Phison potrebbe essere il Phasis, o il Tsoroch nella Colchide; il Gehon l'Araxes e Cus l'accadico Kas); oppure centro-meridionale ed allora i 2 fiumi sconosciuti sarebbero 2 canali (Fr. Delitzsch, J. Theis, K. Jensen, A. Deimel). C'è chi pensa all'Arabia (I. Feldmann), chi alla Germania ecc. Storicità. Pur ammettendo nella narrazione innegabili elementi letterari, deve ritenersi storico, cioè reale, il fatto della primitiva felicità dei pro genitori elevati allo stato soprannaturale (rappresentato dalla familiarità con Dio) e forniti di doni preternaturali (immortalità, immunità dall'errore, dalla concupiscenza e dal dolore); e siccome erano di carne ed ossa, devono pur avere abitato in qualche luogo fortunato di questa terra, il p. terrestre. Il testo e contesto (creazione, caduta ecc.), nonché la Bibbia tutta (Sap. 2, 23-24; Prov. 3, 18; 11, 30; Rom. 5, 12.14 ecc.) ci obbligano a questo senso. Sono soltanto fantastiche le spiegazioni simboliche (Filone, Clemente Al., Origene, K. Barth ecc.) o addirittura mitiche (Kant, Schiller, B. Marr, ecc.).
[S. C.]

BIBL. - J. FELDMANN . Paradies und Sundenfall. Munster 1913; A. DEIMEL, in Orientalia, 15 (925) 44-54; A. BEA, De Pentateucha, 2a ed., Roma 1933, pp. 149-52: B. BRODMANN, in Antonianum. 12 (1937) 125-64.213-36.327-56: F. CEUPPENS, Quaestiones... ex historia primaeva. 2a ed,. Torino 1948, pp. 100 ss. 111-17. 175-79. 228- 31; J. CHAINE, Le livre de la Genèse, Parigi 1948, pp. 33-38: P. HEINISCH, Problemi di storia primordiale biblica (trad. it.), Brescia 1950, pp. 67-77. 91-95.
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