OSSIRINCO - OSTRACA - DIZIONARIO BIBLICO

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OSSIRINCO - OSTRACA
OSSIRINCO
Antica città egiziana (od. Bahnasa), al limite del deserto libico, 180 km. a sud del Cairo, famosa per gli scavi compiuti nell'inverno 1897-98 da B. P. Grenfell e A. S. Hunt, in cui tornarono in luce migliaia di documenti dell'età romana e bizantina e bellissimi frammenti letterari, resti di una ricca biblioteca. I papiri di O., oltre all'apporto filologico per la valutazione del greco biblico e l'apporto storico archeologico, hanno offerto parecchi frammenti del Vecchio e Nuovo Testamento, più antichi dei codici finora noti, e frammenti di testi apocrifi, gnostici, liturgici e patristici. Particolare interesse hanno suscitato alcuni detti attribuiti a Gesù, decalcati in parte sui Vangeli canonici (v. Agrapha); il primo di essi inaugurò nel 1898 la collezione degli Oxyrhyncus Papyri (I, 1); il secondo, scoperto nel 1903 (ivi, V, 654). Si possono aggiungere (V, 665) il detto che parafrasa Mt. 6, 25-28 e richiama il dialogo tra Gesù e Salomè nel vangelo secondo gli Egiziani ed il detto (V, 840) che presenta un fariseo, sommo sacerdote, di nome Levi, che rimprovera Gesù per essere entrato nel Tempio senza purificarsi e la risposta di Gesù che richiama Mt. 23, 19.25. Nell'enfasi della scoperta, si identificarono con gli scritti (Lc. 1, 1) che avrebbero preceduto il 30 Evangelo, o con i *** di Papia; si tratta di rimanipolazioni, a carattere gnostico, compiute nel sec. II d. C. sui Vangeli canonici.

BIBL. - B. P. GRENFELL - A. S. HUNT, The Oxyrhynchos Papyri, I-XVII, Oxford 1898- 1927; E. LOBEL - C. H. ROBERTS - E. P. WEGENER, Oxyrhynchos Papyri, XVIII, Londra 1941.

OSTRACA
Parola greca per designare i cocci di anfore o vasi di terracotta usati come superficie su cui scrivere. Tale materiale già per se stesso indica due cose: 1) che i testi non potevano essere notevolmente lunghi; 2) che tali testi non assurgevano se non ad importanza limitata (almeno in epoca quando altro materiale scrittorio era in uso). In Palestina sono celebri gli antichi o. che risalgono al tempo dei primi documenti scritti in carattere alfabetico: quelli di Gezer, di Sichem, di Tell-el Hesy, di Lachis (sec. XVII-XIII a. C.). Seguono i famosi o. di Samaria. Essi contengono brevi frasi di consegna di viveri al fisco. Sono oggi attribuiti al regno di Ioacaz, che salì al trono di Samaria l'814 e morì nel 798. Siccome tali o. nominano il 9° e i seguenti (fino al 17°) anni di regno, pare che si debba pensare al periodo in cui egli, liberato dalla pressione del re di Damasco Hazael ad opera di Adadnirari III (806-805), poté riorganizzare le tasse nel suo regno, precisamente dopo 1'805. Altri importantissimi o. sono quelli di Lachis, che risalgono al tempo che precede immediatamente la caduta di Gerusalemme (587 a.C.). Contengono i testi più lunghi extrabiblici di epoca antica. Sono lettere che furono inviate ad un certo Ia'os, capitano del presidio di Lachis, informandolo degli avvenimenti tragici del giorno. Sono scritti in bellissimo carattere corsivo fenicio, quale era in uso prima dell'esilio. La lingua ha mirabile conformità con quella biblica dei tempi di Geremia.
[P. Bo.]

BIBL. - A. VACCARI, O. di Lach'is, in Biblica 20 (1939) 180-91; A. DUPONT-SOMMER, in RHR 128 (1944) 28-39; ID., in RAss. 40 (1945) 143-47; ID., in Syr. 24; (1945) 24-61.
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