TOMMASO (VANGELO DI) - TRANSGIORDANIA - DIZIONARIO BIBLICO

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TOMMASO (VANGELO DI) - TRANSGIORDANIA
TOMMASO (VANGELO DI)
Il testo del cosiddetto V .d. T., in lingua copta (o egiziana popolare) fa parte di un notevole complesso di papiri in forma di codici, del III-IV sec. d. C., scoperti nel 1946, nei pressi di Nag-Hamadi (antica borgata di Khenoboskion), nell'Egitto Meridionale, in un grande vaso di terracotta. Il testo è contenuto nel manoscritto X che è il più voluminoso fra quelli ritrovati; ed è compreso nei fogli 80-99, dei 158 riprodotti fotograficamente nel primo volume finora pubblicato (Pahor Sabib, Coptic Gnostic Papyri in tlte Coptic Museum at Old Cairo, volume I, Cairo 1956). Essi incominciano così: «Ecco le parole segrete che Gesù pronunciò e Didimo Giuda Tommaso scrisse. Ed egli disse: chi scoprirà il significato di queste parole non assaggerà la morte». In calce, essi finiscono col seguente titolo: «L'Evangelo secondo Tommaso». Inizio e titolo già svelano trattarsi, tutt'al più, di scritto apocrifo (v.); avremmo cioè un evangelo che imita quanto a contenuto e a forma gli evangeli canonici. In realtà, i venti fogli non contengono nessuna narrazione, ma solo una raccolta di 118 detti eterogenei, attribuiti a Gesù, disposti meccanicamente, gli uni dopo gli altri, senza alcun nesso logico: i cosiddetti "agrafa" (v.). Ora brevissimi - anche un sol rigo - ora più lunghi - fino a 25 righi -, riflettono nell'insieme una tendenza ereticale gnostica e manichea. L'autore copto del III-IV sec. li ha tradotti dal greco. Quasi sempre incominciano così: «Gesù disse», o semplicemente: «Disse». La metà circa di questi detti ripete parole autentiche di Gesù, conservate nei quattro Evangeli, con qualche aggiunta insignificante e variazioni di forma: «Gesù dice: Chi ha in mano, gli sarà dato, e chi non ha, gli sarà tolto il piccolo residuo che ha» (cf. Mt. 13, 12); «Gesù disse: Beato colui che soffre, egli trova la vita» (cf. Mt. 5, 4-10 s.: «Beati gli afflitti... i perseguitati, perché per essi è il regno dei cieli»). Ma ce ne sono molti, del tutto contrari allo spirito dell'Evangelo, o affatto ereticali: «Simon Pietro disse: Maria vada via di mezzo a noi, perché le donne non sono degne della vita. Gesù disse: Ecco che io l'attrao, per farne un maschio, affinché anch'essa diventi spirito vivente simile a voi maschi, ché ogni buona donna che diventerà maschio entrerà nel regno dei cieli». Altro esempio: «Gesù disse: Beato il leone che l'uomo mangia e il leone diventerà uomo, e maledetto l'uomo che viene mangiato dal leone e l'uomo diventerà leone». Di questi detti può dirsi esattamente come dei papiri di Oxirinco: «Per lo più le massime, da essi riferite, ora in forma di detti ora in forma che si avvicina a quella evangelica, sono presentate in una struttura semplice, concisa, che imita le autentiche parole di. Gesù. Sennonché non esitano a trasformarle in senso gnostico, quando non giungono a porre sulla sua bocca le elucubrazioni gnostico-panteistiche della loro eresia: "Il regno dei cieli è dentro di voi (ma Lc. 17, 20: "è in mezzo a voi"), e chiunque conosce se stesso lo troverà", oppure: "Quando ti manifesterai a noi e quando ti vedremo? E Gesù: Quando vi spoglierete e non vi vergognerete". Questa morbosa ascesi sessuale dominava in Egitto all'inizio del II sec.». Si è constatato, con sorpresa, che nel nostro manoscritto sono compresi e riferiti ad litteram i detti conservatici dai celebri papiri di Oxirinco. Cf. nella traduzione di J. Doresse (v. bibl.), pp. 89-91.96-99; si tratta dell'inizio, e dei detti nn. 1-7.31-44. Il che fa pensare che il manoscritto X ci dia la versione copta dell'originale greco, del quale conoscevamo finora i frammenti suddetti. Allora, i cosiddetti "agrapha" o sentenze sparse, non sono mai esistiti, come unità vaganti, a sé stanti; ma traggono origine da quell'apocrifo unitario, di origine gnostica, scritto in Egitto, nella prima metà del II sec. Non si parli pertanto più di raccolta di agrapha. È certo, comunque, che è soltanto ridicolo parlare di un quinto evangelo, come purtroppo, con grande ignoranza e leggerezza, è stato fatto.
[F. S.]

BIBL. - H. C. PUECH-J. DORESSE, Nouveaux écrits gnostiques découverts en Haute Egypte, in Comptes rendus de l'Académie des Inscr. et Belles Lettres, Parigi 1948; H. C. PUECH, in Coptic Studies in honour of W. E. Crum, Bulletin of the Byzantin Inst., 2, Boston 1950, pp. 91-154; G. GARITTE, in Le Muséon 70 (1957) 59-73; J. LEIPOLDT. Ein neues Evanyelium? Das koptisches Thomas-evangelium, ilbersetzt und gesprochen, in ThLZ 83 (1958) 481-496; J. DORESSE, L'Evangile selon Thomas ou Les Paroles de Jésus, Parigi 1959; testo originale copto e trad. francese: L'Evangile selon Thomas par A. GUILLAUMONT, H. C. PUECH, G, QUISPEL, W. TILL et YASSAH 'ABD AL-MASIH, Parigi 1959; O.' CULLMANN, in ThLZ 85 (1960) 321-334; ID., L'Evangelo di Tommaso, in Protestantesimo 15 (1960) 14,2-152; G. DE ROSA, Un quinto Evangelo? Il Vangelo secondo Tommaso, in C.C., 111-I (1960) 496-512; S. Munoz IGLESIAS, El Evangelio de Tomas y algunos aspectos de la cuestion sinoptica, in EstE, 34 (960) 883-894; Miscellanea Biblica A. Fernandez .

TRANSGIORDANIA
Regione palestinese al di là del Giordano, compresa fra il Giordano a ovest, il deserto siro-arabico a est, il monte Rermon fino a Damasco a nord e il Wadi el Resa (Zered) a sud. È un altipiano che a ovest precipita con ciglio assai ripido verso la valle del Giordano ed è inciso da valli profondamente incassate, delle quali le tre maggiori sono quelle dello Iarmuk, Iabboc e dell'Arnon. Geograficamente e storicamente è divisibile in tre parti: la parte settentrionale (Basan) fra il monte Hermon ed il fiume Iarmuk, costellata di monti e colli conici: il Galaad calcareo e montuoso tra il Iarmuk ed il W. Resban; ed il Moab pianeggiante tra il W. Resban ed il W. el Resa. Dopo un'intensa occupazione sedentaria tra il 2300 ed il 1900 (cf. Gen. 14) l'esplorazione archeologica, in accordo con la Bibbia (Deut. 3; Ios. 12), ne attesta una seconda tra il 1300 ed il 700, costituita dai regni di Moab, Sihon, Ammon ed Og. Effettuato lo stanziamento delle tribù ebraiche di Ruben e di Gad e metà della tribù di Manasse nei distrutti regni di Sihon. Ammon e parte di Og (Ios. 13), il territorio di Ruben fu assorbito dall'ancora esistente regno di Moab nel sec. IX e quello di Gad e Manasse fu aspramente conteso agli Aramei di Damasco e agli Ammoniti. Il programma espansionistico di David (1024·965 a. C.) e di Salomone (965·926. a. C.) culminò nel saldo dominio della Transgiordania: Moab (2Sam 8,2; 1Par. 18, 2); Ammon (2Sam 11, l; 12, 26.31). Alla dissoluzione della monarchia, la T. si liberò dal controllo israelita, ad eccezione di Moab, dominato ancora dal regno di Samaria fino allo sgancia mento nell'840 per opera del re Mesa (2Reg. 3, 4 ss.; 8, 20 ss.). In seguito la T. fu provincia degli imperi assiro-babilonese, persiano, seleucidatolemaico. La parte più occidentale fu poi controllata dai Maccabei (168-63 a. C.) e da Erode il Grande (40 a. C. - 4 d. C.) e discendenti. La Decapoli (v.) fu indipendente e la parte più orientale e meridionale, sotto il dominio dei Nabatei, fu assorbita nel vasto impero romano come parte delle province siriaca ed arabica (Moab). Nella T. si svolge tanta storia delle tribù israelitiche: Balaam benedice Israele dal monte Pisgah (Num. 23, 14), muore Mosè sul Nebo (Deut. 32, 49). Pure nella T. si svolgono episodi neotestamentari: il battesimo del Battista a Bethania transgiordanica (Io. 1, 28); l'imprigionamento e martirio del Battista nella fortezza del Macheronte; il viaggio di Cristo in Perea (v.); il rifugio della primitiva cristianità a Pella per la distruzione di Gerusalemme (70 d. C.); infine l'intensa vita cristiana (chiese di Gerasa e di Madeba).
[A. R.]

BIBL. - L. SZCZEPANSKI. Geographia historica Palaestinae antiquae. Roma 1926. pp. 74-79: N. GLUECK. The other side of the Jordan. New Haven 1940.

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