ISSACAR - ISTITUTO BIBLICO - ITALA - ITURIA - DIZIONARIO BIBLICO

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I
ISSACAR - ISTITUTO BIBLICO - ITALA - ITURIA
ISSACHAR
(Ebr. Issakar, forma ifta'al, abbreviazione di Istakar-el "Dio dà la ricompensa"). È il nono figlio di Giacobbe, il quinto di Lia (Gen. 30, 16 ss.). Il nome è spiegato 2 volte: Lia "ha preso in pegno" (sakar) suo marito (v. 16); Dio ha dato "la mercede" (sakar v. 18). Coi figli Tola, Puwwa, Iasub e Shimron (cf. Iudc. 10, 1; Num. 26, 23; I Par. 7, l) I. discende in Egitto (Gen. 46, 13; Num. 26, 23; I Par. 7, 1) ove la sua stirpe aumenta così da contare 54.400 membri nel primo censimento (Num. l, 28 s.) e 64.300 nel secondo (Num. 26, 23 ss.). Igal rappresenta la tribù nell'esplorazione di Canaan (Num. 13-, 8) e Phaltiel nella commissione per la divisione del territorio conquistato (Num. 34, 26). Thola (Iudc. 10, 1) e Baasa, re d'Israele, che risiede a Tirsah, non lungi da Iasib, provengono dalla tribù di I. (I Reg. 15, 27). I discendenti di Omri sembrano avere la medesima origine poiché hanno beni di famiglia a Iezreel (I Reg. 21, 1 s.) sebbene l'origine di Omri da Manasse non sia improbabile (Onomasticon p. 109». Gen. 49, 14 s. traccia la storia della tribù di I.: cc asino robusto» (cf. Iudc. 5, 15, tribù forte sotto Debora contro Sisara; coi suoi 87.000 uomini [I Par. 7, 5], favorisce l'ascesa di David al trono di Israele, cf. I Par. 12, 32); «sdraiato in mezzo agli steccati (nella ricca pianura di Esdrelon). Ha visto che il riposo era: buono, che il paese era ameno, ha piegato la sua schiena al peso, è divenuto schiavo» (si è infiacchito ed ha accettato il giogo dei Cananei). Deut. 33, 18 s. unisce la tribù di I. a Zabulon come gente dedita al commercio. I carovanieri di I. vivono sotto la tenda, ma il grosso della tribù è installato nei pressi di Nebi Dahi e del Tabor che forma il legame tra Neftali, Zabulon e I. Secondo Ios. 19, 17 23 i limiti del territorio della tribù di I. sono Izre'el (Zer'in), Hakkesullot, Shunem, Hafaraim ecc.
[F. V.]

BIBL. - L. DESNOYERS, Histoire du peuple héb., I, Parigi 1922, pp. 7. 11. 96. 139. 141. 161. 185; F. M. ABEL, Géographie de la Palestine, II, ivi 1938, pp. 60 ss.; A. CLAMER, (La Ste Bible, ed. Pirot, 2), ivi 1940, pp. 413. 736.

ISTITUTO BIBLICO
Con la Ecole Biblique (v.) il Pontificio I. biblico è la più provvidenziale delle moderne istituzioni cattoliche per la formazione culturale del clero. Il progetto di Leone XIII (v. Commissione biblica), fu realizzato da Pio X (lettera apostolica Vinea electa, 7 maggio 1907) che affidò questo «centro di studi biblici superiori, qui a Roma, per la formazione dei futuri professori in S. Scrittura e lingue orientali », alla inclita Compagnia di Gesù. Il primo rettore, P. L. Fonck (1930), formulò il piano per i corsi, organizzò la biblioteca e un museo. Dal 1913 l'I. pensò ad una casa a Gerusalemme; la costruzione fu ultimata solo nel 1927; essa accoglie quanti vogliono completare i loro studi di archeologia, geografia ecc. L'I., dopo un corso triennale, conferiva il titolo di "lettore" o "professore di S. Scrittura"; per i gradi bisognava subire gli esami presso la Commissione biblica. Benedetto XV (15 agosto 1916) concesse all'I. di conferire in nome proprio il grado di baccelliere, e in nome della Commissione, la licenza; Pio XI (30 sett. 1928) gli concedeva piena autonomia, dottorato compreso. Nel 1932 fu eretta, nell'I., la facoltà degli studi dell'Antico Oriente, con quattro sezioni: semitismo in genere; assiriologia; egittologia; sanscrito-iranico. L'organizzazione degli studi ebbe la sua consacrazione definitiva, con l'approvazione della S. Congregazione dei Seminari e Università (7 ag. 1934). Nella facoltà biblica, il corso è di tre anni, con le materie seguenti: esegesi dei testi originali, teologia biblica, storia, archeologia, geografia, topografia dei paesi biblici, e discipline connesse. I candidati (è necessario abbiano già la nuova licenza in Sacra Teologia) devono conoscere, oltre alle bibliche: greco, ebraico, aramaico, un'altra lingua orientale; e devono prendere parte attiva alle esercitazioni Alla fine del secondo anno si conferisce la licenza; alla fine del terzo si dà un attestato di "candidato alla laurea" che può essere conseguita solo due anni dopo la licenza. La biblioteca specializzata offre agli alunni e agli studiosi più di 100.000 volumi. Degli alunni dell'I. (dal 1909 fino al 1° semestre 1952 = n. 1853), 828 han preso la licenza in re biblica dal 1916 ad oggi; e ca. 30 il dottorato; ca. 800 sono professori nelle facoltà teologiche (ca. un centinaio), nei seminari o nelle scuole dei loro ordini. Una vera falange bene addestrata per la diffusione della sana esegesi scientifica. L'I. pubblica tre riviste: Biblica (dal 1920), Verbum Domini (dal 1921), Orientalia (1920. 2a serie, dal 1932); e le collezioni: Scripta Pontificii I.b. (ad es.: Institutiones biblicae; A. Merck, Novum Testamentum... apparatu critico, 7a ed. 1951; F. Zorell, Lexicon hebraicum..., ecc.); Monumenta biblica et ecclesiastica; Sacra Scriptura antiquitatibus orientalibus illustrata (dal 1938, col titolo Biblica et Orientalia); Analecta Orientalia. Nel 1929, il P. A. Mallon (1934), primo direttore della casa di Gerusalemme, iniziò gli scavi importanti di Teleilat Ghassul, in Transgiordania.
[F. S.]

BIBL. - A. BEA, in DB., IV, col. 559 ss.

ITALA
Il nome ricorre una sola volta in un testo di s. Agostino che tratta delle versioni bibliche: «In ipsis autem interpretationibus itala ceteris praeferatur...» (De doctr. christ. II, 15, 22). L'appellativo I. ha suscitato tutta una letteratura di ricerche sul suo significato. Si hanno due specie di soluzioni: 1) testuali che suppongono il testo corrotto. I. sarebbe in luogo di "illa" o di "usitata" o di "Aquila"; 2) soluzioni esegetiche che ritengono il testo genuino, e cercano interpretarlo. I. sarebbe la Volgata di s. Girolamo o la sua revisione esaplare, oppure, più probabilmente, la versione antica latina nel testo diffuso in Italia settentrionale al sec. IV, conosciuta ivi da s. Agostino e ritenuta da lui superiore al testo africano. Prima di tali studi, sotto il nome di I. si intendeva la versione latina (nel suo complesso) anteriore a S. Girolamo considerata come un tutto omogeneo. Riconosciuta ormai la pluralità e la eterogeneità delle antiche versioni latine, queste sono denominate, nel complesso, «antica versione latina» = "vetus latina" (collettivamente) o di "veteres latinae" o di «versioni anteriori alla Volgata di s. Girolamo» = "versiones praeieronymianae". I. potrebbe indicare solo una di tali versioni.
[S. R.]

BIBL. - DBs, IV, coll. 777-84: G. PERRELLA, Introduzione generale alla S. Bibbia, 2a ed. Torino 1952, pp. 215-18, con ricca bibliografia.

ITUREA
La regione occupata dagli Iturei: rozza tribù nomade dell'Arabia, ellenizzata ed aramaizzata al tempo di Cristo, discendente dall'ismaelita Iethùr (Gen. 25, 15), che al tempo dei Persiani (secoli VI-V) emigrò dall'Arabia attraverso la Transgiordania e si fissò prima nel deserto siriaco e poi nell'Hauran, Damasco, Libano e Galilea settentrionale (Strabone XVI, 2, 20). Alleati con il re della Calcide (Hirbet 'Angiar) gli Iturei riconobbero come dinasta Tolomeo, figlio di Menneo (84-40 a. C.) ed il successore Lisania I (40.34 a. C.) «re degli Iturei» (Dione Cassio 49, 32). Ucciso Lisania, il regno, estendente si dal Mediterraneo a Damasco, fu smembrato in due parti. La parte settentrionale (Libano,' Beqa', Antilibano, Hermon), donata a Cleopatra 34-31 a. C.) da Antonio, fu tra il 26-30 d. C., ancora suddivisa in territori distinti (Abilene, Iturea in Libano, Calcide). La parte meridionale a sud e sud-est dell'Hermon (Ulatha = 'Ard el Huleh; Panea- de = Banjas) fu affidata a Zenodoro (34-20 a. C.). Alla morte di questo, Augusto la unì al regno di Erode il Grande e poi la concesse con la Traconitide, la Batanea e l'Auranitide a Filippo, figlio di Erode. Il titolo di Filippo «Tetrarca dell'I. e della Traconitide» (Lc. 3, l) è sintetico e va completato «tetrarca dell'(antica) Iturea (meridionale), della Traconitide (el Legià), Auranitide (Haudin), Batanea (Basan) e Gaulanitide (Giolan)». Dopo la morte di Filippo (4.34 d. C.) l'imperatore Tiberio annesse il territorio alla provincia della Siria. Dell'I. di Filippo i Vangeli ricordano Cesarea di Filippo (Mt. 16, 13; Mc. 8, 27), nella regione Ulatha; Betsaida, nella Gaulanitide superiore, nelle sue vicinanze è da ricercarsi il «luogo deserto» (Mc. 6, 31; Lc. 9, 10) dove si ritirò Cristo con gli Apostoli, per dar loro un po' di riposo dopo la prima missione galilaica.
[A. R.]

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