ONAM - ONIA - OSANNA - DIZIONARIO BIBLICO

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O
ONAM - ONIA - OSANNA
ONAN
Figlio di Giuda e di Hira (Gen. 38, 4). Alla morte del fratello primogenito Her è obbligato dal padre (Gen. 38, 6-10), secondo la legge del levirato, vigente ano che presso gli Hittiti e gli Assiri, a sposare Thamar, la cognata vedova senza figli, per assicurare la continuazione del nome del fratello morto (Deut. 25, 5.10). O. sapendo che il primogenito del matrimonio leviratico è riconosciuto come figlio ed erede del fratello defunto (Deut. 25, 5 s.) frustra del loro fine i rapporti coniugali con Thamar ed è punito da Dio con la morte per l'attentato alla famiglia (v. Levirato).
[F. V.]

ONIA
Nome di alcuni sommi sacerdoti ebraici all'epoca dei Lagidi e dei Seleucidi. Il I, figlio di Iaddua, fu sommo sacerdote dal 320 circa al 300 a. C. Durante il suo pontificato la Palestina fu travagliata dalla guerra tra i Seleucidi e i Lagidi; numerosi Giudei furono dispersi in Egitto, Cirenaica e Libia. La posizione privilegiata raggiunta dagli Ebrei ad Alessandria d'Egitto fu il movente dell'alleanza fra Ario (Areus), re di Sparta (309-265) ed O. I, sollecitata e confermata per lettere e messaggeri (I Mach. 12, 7-8.20-23). Il II, nipote del precedente e figlio di Simone I il Giusto, contemporaneo di Tolomeo III Evergete (246-221 a. C.), è ricordato solo da F. Giuseppe (Ant. XII, 4, 2 ss.); nella sua avarizia rifiutò il tributo annuale a Tolomeo III e venne privato di ogni ingerenza negli affari politici ed amministrativi. Il III, figlio di Simone II, contemporaneo del Siracida (Eccli. 50, l ss.) e nipote di O. II, fu contemporaneo di Seleuco IV Filopatore (187-175 a. C.) e di Antioco IV Epifane (175-163). Fervente iahwista Cl[ Mach. 15, 12) s'oppose alla razzia del tesoro del Tempio tentata da Eliodoro, ministro delle finanze di Seleuco IV. Con l'animo straziato, assieme ai fedeli, per la minacciata profanazione, impetrò da Dio la punizione del sacrilego che venne fustigato da esseri misteriosi, ed ebbe salva la vita solo per l'intercessione del pio sommo sacerdote (2Mach. 3, 1-40). Accusato da Simone, sovraintendente del Tempio, a lui nemico per motivi amministrativi, si discolpò ad Antiochia (2Mach. 4, 1.6); soppiantato nel sommo sacerdozio dal fratello filoellenista Giasone, O. III si garantì il diritto d'asilo nel santuario di Apollo a Daphne, sobborgo di Antiochia; uscito da esso con false promesse di incolumità, fu ucciso da Andronico, istigato da Menelao, altro usurpatore del sommo sacerdozio (2Mach. 4, 23 s.). Nell'atteggiamento di grande intercesso re per la nazione, assieme al profeta Geremia, apparve in sogno a Giuda Maccabeo, il creatore dell'indipendenza nazionale (2Mach. 15, 12 ss.). O. III è l' "Unto" ucciso di cui parla Daniele (v.) nella profezia delle 70 Settimane (Dan. 9, 26).

BIBL. - H. LESETRE. in DB. IV, col. 1815; R. RICCIOTTI, Storia d'Israele. II. Torino 1933, pp. 249-67.

OSANNA
Semplice acclamazione trionfale che significa: gloria, lode! (cf. Lc. 19, .38) ripetuta calorosamente dalla folla nel solenne ingresso di Gesù a Gerusalemme. «Le turbe che lo precedevano e seguivano, gridavano O. al Figlio di Davide ... O. nel più alto dei cieli» (Mt. 21, 9; Mc. 11, 9; Io. 12, 13). Espressione di intensa gioia, equivalente al grido: Evviva, il Messia (= Figlio di Davide; Io. 12, 13 "re d'Israele"; colui che viene nel nome del Signore: Ps. 118, 26); gloria a lui in cielo, in terra (cf. Lc. 19, 38). L'ebraico ed aramaico hosa'nna è una apocope della forma regolare hosi'ah nna, che sola ricorre nel Vecchio Testamento, Ps. 118, 26, e significa etimologicamente "deh salva", "deh salvaci". Questo salmo, ultimo del piccolo Ballel (v.), era recitato nella Pasqua (all'immolazione e alla consumazione dell'agnello) e in tutti i giorni della festa delle Capanne (v.). Anzi, il settimo giorno di questa festa veniva detto "il giorno del grande O.", per le acclamazioni che si elevavano durante la processione, ripetuta sette volte, e O. era chiamato il fascio di rami di mirto o salice che ogni israelita portava in mano e agitava, in tale circostanza. In tale modo, il termine dalla liturgia passò nell'uso della vita pubblica, nel linguaggio del popolo come grido di grande esultanza, nulla più conservando del suo senso etimologico; un po' come alleluia (= lodate Iahweh) è passato dalla liturgia nelle nostre lingue.
[F. S.]

BIBL. - D. Buzy, S. Matthieu; L. PIROT, S. Marc (La Ste Bible, ed. L. Pirot - A. Clamer, 9), Parigi 1946, pp. 272. 535 s.

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