ZARRI ADRIANA - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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ZARRI ADRIANA (1919-2010)

ZARRI A. Impazienza di Adamo. Ontologia della sessualità, Boria, Torino 1964.

Nel suo saggio Impazienza di Adamo. Ontologia della sessualità, la Zarri cerca di affrontare seriamente una riflessione non soltanto sulla donna, ma sulla sessualità umana in vista di una «spiritualità dei sessi» come modo differenziato di tendere a Dio. La considerazione dei sessi è risolta con il riferimento alla Trinità, senza la quale «niente può essere compreso appieno» . Per questo A. Zarri non esita a portare il discorso sul mistero trinitario chiedendosi espressamente in che modo si possa parlare di sessi come immagine dell'unitrinità di Dio. La risposta è condensata in queste parole: «Il sesso non trova in Dio una rispondenza biologica, come talvolta la trovava in certi dei pagani, fatti su misura dell'uomo; ma trova una rispondenza metafisica... Dio contiene l'archetipo dell'Uomo e, in questo archetipo, c'è un movimento interno che si riflette nel movimento umano della sessualità». Qual è quest'immanente divenire nella stessa divinità? È il movimento interno per cui «l'essere divino ... è - e pienamente è - solo nel cerchio delle tre Persone». Dio è uno, ma raggiunge - possiamo dire - la pienezza dell'unità attraverso le opposizioni relazionali che sono il cardine della Trinità: attraverso la dimensione pluralistica trinitaria Dio tocca l'unità.
La vicenda trinitaria si riflette nell'uomo attraverso un triplice processo:
A) Adamo, ossia l'Uomo, giace immerso nel sonno: in lui dorme l'intera sostanza umana non ancora definita nella polarità maschile e femminile. È l'uomo iniziale e potenziale, il primo gomitolo dell'essere, compatta completezza di entità inarticolata. Ma Adamo è inquieto perché è una realtà monistica: è un'uniformità gravida di latenti contrasti, una immanente pluralità non ancora svolta e condotta all'unità.
B) Segue il momento della pluralità effettiva: è la nascita di Eva e di Adamo come realtà consapevoli del proprio sesso. Adamo solo è triste: è l'essere che non può raggiungere la pienezza senza il divenire. Eva, che con il suo apparire gli dà la possibilità di maturare e di svolgersi nella storia, rappresenta il momento della molteplicità, della parzialità, del divenire. La femminilità è il cammino storico e metafisica dell'uomo. Ma in Eva la femminilità si è orientata verso il male, trasformando la mera possibilità di peccare in peccato. Eva è la separatrice, non perché la sua realtà sia un male, ma perché si è configurata in un divenire negativo che «non rigiunge all'essere e all'uno ma si disperde nella varietà». La femminilità trova allora il suo polo positivo in Maria, l'unificatrice. La Vergine è ripetizione e antitesi di Eva. Maria raccoglie tutta la carne generata da Adamo per offrirla e trascenderla nell'incontro col Verbo.
C) Cristo, Verbo Incarnato segna il terzo momento della vicenda umana: l'unità, è soluzione del monismo attraverso il pluralismo. « È solo nel Cristo - dopo la strada di Eva e l'unificazione di Maria - che l'uomo tocca l'unità e la virilità nella piena misura conferitale da quel cammino storico e metafisico». Cristo è il nuovo Adamo; l'uomo finale e pienamente attuato in cui la molteplicità degli uomini è trascesa non nella somma ma nell'unità. «In Cristo non c'è più né maschio né femmina» (Gal 32).

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