GUARDINI ROMANO - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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GUARDINI ROMANO (1885-1968)

GUARDINI R., Libertà, grazia, destino, Brescia, Morcelliana, 1957; IDEM, L'opposizione polare, Fabbri, Milano 1964; IDEM, La Madre del Signore. Una lettera con abbozzo di trattazione, Morcelliana, Brescia 1989; IDEM, Il Signore, Vita e Pensiero, Milano 1964; IDEM, Il Rosario della Madonna, Brescia, Morcelliana, 1959.

Uno dei primi pensatori che intuisce il significato esistenziale della persona di Maria è indubbiamente lo scrittore italiano, ma di formazione tedesca, Romano Guardini. La sua genialità consiste «nell'avere egli unito in sé una viva e rara sensibilità per la verità cristiana e un acuto sguardo per la realtà del mondo moderno, colto nei suoi valori e disvalori e nei problemi più urgenti che lo travagliano». L'obiettivo primario della sua ricerca è riassunto dalle seguenti parole: «In fondo tutta la mia opera tenta di raggiungere uno sguardo d'insieme che abbracci l'esistenza cristiana nella sua complessità». Esplorando il concreto umano, Guardini vi applica la «teoria dell'opposizione polare» secondo cui esso appare costituito da coppie di principi opposti e correlati: affinità-distinzione, novità-continuità, unità-pluralità, immanenza-trascendenza ... . Questa teoria, mentre permette a Guardini di superare la malattia del nostro secolo che è l'unilateralità, gli consente anche di risolvere alcuni problemi di capitale importanza, come il rapporto natura-grazia, mondo-cristianesimo. I poli opposti vanno riconosciuti e affermati nel loro piano, ma devono aprirsi ai piani superiori e in particolare a Dio, il supremo opposto, ma insieme il punto superiore che rende possibile la saldatura e la consistenza del concreto: Dio infatti non è il contradditore, nemico dell'io e del mondo, ma il Tu che dà significato alla mia vita e mi fa sussistere.
Romano Guardini non ha scritto una vita di Maria, ma ne ha tracciato i criteri da seguire in una lettera ad un amico redatta nel 1942-1943 e pubblicata nel1955 col titolo Die Mutter des Herrn. Egli scarta in partenza nella presentazione della figura di Maria il facile «superlativo», segno di entusiasmo e insieme di intolleranza, che viene introdotto nella lingua, nel pensiero e nel sentimento quando si parla di lei, e intende attenersi rigorosamente alla Scrittura e alla psicologia realista del credente. Maria appare allora come un essere umano come noi, non un'«anima» né una «dea». Il senso storico-esistenziale di Romano Guardini lo distanzia dalla tendenza medievale di «comprendere la Rivelazione essenzialmente come una 'dottrina'» ... Ma questo non è senza rischi perché inclina a trascurare la realtà concreta del personaggio e dell'avvenimento: «tutto ciò che non si lascia rinchiudere nell'idea generale, ma deve essere visto, raccontato, descritto». Perciò bisognerebbe non solo «situare la persona e la vita di Maria nel quadro della storia rivelata dell'Antico Testamento» precisando «la situazione storica immediata e il quadro temporale della vita di Maria», ma anche vedere la maternità divina come «un fatto religioso d'ordine personale» e non come un «processo fisico». Ponendosi sul piano della persona e degli eventi, Guardini si chiede: «Che cosa dovette provare Maria quando divenne Madre di Gesù? Quale risonanza ebbero in lei la vita pubblica e il destino di suo figlio? Che significato ebbe per lei la venuta dello Spirito Santo ... ? Com'erano il suo essere, i suoi rapporti con Dio, la coscienza di se stessa, perché potesse condurre a termine e vivere tutto ciò che le è stato concesso, tutto ciò che le fu richiesto?».
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