EVDOKIMOV P., L'ortodossia, Mulino, Bologna 1965; IDEM, La donna e la salvezza del mondo, Jaca Book, Milano 1980.
A) Maria e l'ecclesiologia
Secondo P. Evdokimov, che interviene nel contesto della «cristologia ecclesiale», «la Vergine è il cuore della Chiesa», ed insieme «l'offerta più pura» dell'umanità, la «Consanguinea» di Cristo e la prefigurazione della Chiesa: «L'umanità porta la sua offerta più pura, la Vergine, e Dio ne fa il luogo della sua nascita e la Madre di tutti i viventi, l'Eva compiuta: 'Che cosa t 'offriremo, o Cristo ... il cielo ti offre gli angeli, la terra ti reca i suoi doni, ma noi gli uomini, ti offriamo una Madre-Vergine', così canta la Chiesa la vigilia di Natale. Come si vede Maria non è 'una donna tra le donne', ma l'avvento della Donna restituita alla sua verginità materna. Nella Vergine tutta l'umanità genera Dio, e Maria è perciò la nuova Eva-Vita; la sua protezione materna che ricopriva il bimbo Gesù, copre ora l'universo e ogni uomo. La parola della croce: Gesù disse a sua madre: 'Donna, ecco tuo figlio'. Poi disse al discepolo: 'Ecco tua madre', la stabilisce nella dignità dell'intercessione materna. La sua umanità, la sua carne, divengono quella di Cristo, la Madre gli diviene 'consanguinea' ed ella è la prima che attua il fine ultimo per il quale il mondo è stato creato: 'il limite del creato e dell'increatO' (GREGORIO PALAMAS); per lei 'la Trinità è glorificata' (SAN CIRILLO D' ALESSANDRIA). Generando il Cristo, quale Eva universale, lo genera per tutti e lo genera in ogni anima: tutta la Chiesa perciò 'si rallegra nella Vergine benedetta' (SANT'EFREM). La Chiesa è così prefigurata nella sua funzione di matrice mistica, di generatrice perpetua, di perpetua Theotokos». Tutti questi elogi di Maria e la sua frequente presenza nella liturgia orientale si spiegano con la discesa dello Spirito su Maria, che ne fa la Theotokos indissolubilmente unita a Cristo: «La mariologia è un capitolo della cristologia senza il quale quest'ultima non sarebbe compiuta. D'altra parte, l'accento pneumatologico la lega all'ecclesiologia. L'insegnamento iconografico ha qui tutta la sua importanza. Quasi tutte le icone della Vergine la rappresentano con Gesù Bambino: non è dunque l'icona di Maria ma quella dell'Incarnazione: la comunione più intima tra l'ipostasi divina di Gesù bambino e l'ipostasi umana della Madre che gli dona la sua carne umana. La composizione detta Eleousa, 'Vergine della tenerezza', esprime la, tenerezza estrema della comunione tra Dio e l'uomo; l'altra icona dell 'Odigitria, 'Colei che mostra la via', fa vedere la Madre che con la sua mano destra indica il Salvatore e ripresenta così il dogma cristologico».
B) Maria e la teologia sprituale
Un eccellente contributo di teologia spirituale sulla donna è offerto nel1958, dall'ortodosso Pavel Evdokimov (t 1970) con il libro La donna e la salvezza del mondo. L'autore precisa la sua metodologia: evitare la partenza empirica e optare per un metafisico ritorno
alle origini, «al piano universale e comune del destino dell'uomo, anteriore ad ogni differenziazione di tipo maschile e femminile». Solo in un secondo momento «si potrà affrontare la costituzione archetipica e la differenza degli stati carismatici dell'uomo e della donna». Evdokimov profonde un ricco patrimonio di Bibbia e teologia patristica orientale per tracciare la costituzione dell'essere umano, come immagine di Dio e persona che si realizza nella libertà. La Vergine costituisce l'espressione della 'vera libertà' che si pone all'interno dell'opera di Dio: il fiat di Maria in risposta all'angelo «è la storia del mondo in compendio, la sua teologia in una parola». Destinato per grazia alla theosis (divinizzazione), che si compirà totalmente nell'apocatastasis (ricapitolazione) finale, l'uomo si comprende nella sua differenziazione in maschio e femmina decifrando il 'mito' di Adamo ed Eva, visto come forma superiore di conoscenza che coglie il metastorico nello storico. In base al racconto biblico i sessi sono complementari e non separabili: «La parola di Dio ha posto la reciprocità del faccia a faccia e non si rivolge mai all'uomo o alla donna, non li separa mai». Questa unità originaria non sopprime la specificazione carismatica che determina il maschile e il femminile. Così si osserva che «per l'uomo, vivere significa conquistare, lottare, uccidere; per la donna, significa generare, nutrire, proteggere la vita donando se stessa».
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E d'altra parte, se la funzione di testimonianza insita nel sacerdozio d'ordine è prerogativa dell'uomo, «l'elemento religioso ha una corispondenza particolarissima con la spiritualità femminile». Si spiega in tal modo sia il dispresso da parte dell'ateismo per la Vergme-Madre , sia la decisiva missione della donna nella storia futura, sia l'importante funzione umanizzante della Madre di Dio: «Ora, se il Cristo salva il mondo, è la Theotokos che lo protegge ed introduce nel suo 'disumanesimo' l'attenzione che si fa sensibile alla grazia... La tenerezza materna che è legata al culto della Theotokos infonde nell'umanesimo cristiano una nota assolutamente particolare di dolcezza, e spiega lorigine della sensibilità femminile dei grandi mistici. Basta guardare l'Icona della Madre di Dio di Vladimir (XII secolo) per capire che cosa significhi la femmilità archetipica per il senso religioso». Sul filo di queste riflessioni, Evdokimov prende le distanze dal «rischio della virilizzazione», ossia del predominio maschile, che riduce la donna ad una schiava; infatti, «la generazione ad opera della Theotokos, senza padre umano, annuncia la fine del regno del maschio, il termine del patriacato». Nello stesso tempo il teologo russo si dissocia dal movimento femminista, che assimila la donna all'uomo facendole perdere la propria identità: «Il bisogno di uguaglianza rende la donna aggressiva e la pone come rivale; la donna diventa un doppione dell'uomo, il potenziale della sua affettività specificamente femmmile si esaurisce ed ella rischia di perdere la propria natura. Si assiste così ad un'enorme deviazione che è poi aggravata dal fatto che l'incorporazione della donna nel mondo maschile avviene proprio nel momento della sua decadenza». La donna trova la sua vocazione in Maria, che «non è una donna fra tante, ma l'avvento della donna, della nuova Eva, restituita alla sua verginità materna», ossia l'archetipo del femminile. La Theotokos va letta nel contesto della Deisis, l'iconostasi che presenta il Cristo affiancato da Maria e da Giovanni Battista. Al centro sta il Cristo, la totalità, mentre la Vergine e S. Giovanni «sono i pensieri di Dio sul maschile e sul femminile, sono le loro verità normative, ipostatizzate». La Theotokos personifica il libero fiat della creatura a Dio, è pienezza di agiofania (manifestazione di santità), archetipo del sacerdozio regale femminile, di sophrosyne o castità/integrazione ontologica e della maternità spirituale, che genera il Cristo nello Spirito. La donna, che si riconosce nel suo vero archetipo, è legata ai destini del mondo, poiché la «salvezza verrà solo dalla santità e questa, nelle condizioni della vita attuale, è più intima alla donna». Non con l'egualiterismo e la rivendicazione, ma con «l'irradiamento del tutto naturale del suo stato carismatico» che si modula sul servizio verginale e materno della Theotokos, la donna ritrova la sua missione e il mondo la salvezza: «In cima al mondo, proprio nel cuore dello spirituale, c'è la Serva di Dio, manifestazione dell'essere umano riportato alla sua verità originaria. Proteggere il mondo degli uomini in quanto madre e salvarlo in quanto vergine, dando a questo mondo un'anima, la propria anima, questa è la vocazione della donna. Il destino del nuovo mondo è tra le braccia della madre, come dice così meravigliosamente il Corano: 'Il paradiso sta ai piedi della madre'». Nella sua elevata sintesi teologica, Evdokimov lascia aperti alcuni problemi, come il «legame ontico» tra la donna e lo Spirito Santo o il «legame profondo tra lo Spirito Santo, la Sofia, la Vergine, il femminile», la «maternità ipostatica» dello Spirito Santo, l'interpretazione biblica della sottomissione della moglie al marito ... Questi temi verranno riconsiderati e riproposti dalla riflessione teologica in campo cattolico e protestante con prospettive variegate e non ripetitive.
Maria nella teologia contemporanea, pp. 185-186 e 409-411.