GOZZELINO G., Affidamento a Maria Ausiliatrice madre della Chiesa, Centro Mariano Salesiano, Torino 1984; IDEM, Vocazione e destino dell'uomo in Cristo. Saggio di antropologia teologica fondamentale (Protologia), LDC, Leumann 1985; IDEM, Ecco tua Madre. Breve saggio di mariologia sistematica, EDC, Leumann 1998.
1. L'AFFIDAMENTO A MARIA
Secondo questo autore, i concetti di consacrazione e di affidamento non sono intercambiabili, perché i contenuti che essi esprimono non coincidono e, quindi, il loro uso dovrà essere regolato con precisione per non cadere nell'equivoco, attribuendo al termine affidamento i contenuti di consacrazione e viceversa. G. Gozzelino espone la distinzione tra i due termini, precisando l'affidamento (come movimento ascendente dell'uomo in risposta all'azione consacratoria discendente di Dio) in modo da evitare ogni rischio di inconscio pelagianesimo. Appellandosi al Concilio Vaticano II ed alla pratica linguistica di Giovanni Paolo II, egli spiega che «la consacrazione, quando venga intesa nel senso più stretto, designa il dinamismo discendente dell'azione di Dio che solleva gli uomini alla partecipazione della Sua ricchezza, e dunque rappresenta la pro-posta (= ciò che Dio mette davanti, l'iniziativa che assume in rapporto alla salvezza od ad una particolare missione) presentata alla libertà umana. Mentre viceversa, l'affidamento designa il dinamismo ascendente dell'azione dell'uomo che si lascia prendere da Dio, ossia è la risposta (= il sì umano, reso possibile da Dio medesimo, all'offerta di Dio) che scaturisce dalla libertà umana quando accetta l'opera di Dio nella propria storia». Gozzelino indica pure il significato profondo dell'atto di affidamento a Maria, che non è solo una formula di preghiera rivolta a lei, ma la decisione di inserirci nella sua risposta a Dio, «di buttarci nelle acque possenti e vorticose della santità di Maria»: «Per sé l'atto è una preghiera di consegna di se stessi a Maria, incarnata in una formula che dà voce alla volontà di affidarsi a lei. La formula può esprimersi in un testo ufficiale da recitare in qualche occasione di particolare importanza, o può tradursi in parole proprie da pronunciare nel momento che ciascuno ritiene più opportuno. Ciò che davvero conta, infatti, è la volontà espressa dalla formula. L'affidamento, cioè, consiste in una serie di decisioni: eccoci al nocciolo della questione. Consiste nel proposito di immergersi il più profondamente possibile, come lasciano intendere le due parole chiave: 'affidamento' e 'Maria', nella risposta personale che la Madonna ha dato e dà all'opera di salvezza di Dio a favore dell'umanità. Di farlo, anzi, per lo scopo preciso di impregnare se stessi della vitalità straordinaria del consenso di Maria a Dio».
2. L'IMMACOLATA CONCEZIONE
Traendo lezione dal dibattito della teologia contemporanea sul peccato originale, G. Gozzelino si propone di non rinunciare all'intelligenza, né al mistero, ma di coniugare entrambi in uno sforzo di fedeltà alla tradizione e di inserimento nella cultura contemporanea: «... se la trascendenza del mistero deve essere mantenuta integra, la ricerca di razionalità nuova e più profonda deve essere parimenti continua ed instancabile, né la proposizione della verità può ridursi alla ripetizione pigra e stanca delle formule stereotipe maturate nel passato».Gozzelino accetta le istanze delle moderne interpretazioni del peccato originale (condizionalismo, attualismo e tradizionalismo) reputando di non dover «contrapporre posizione a posizione», ma di «tentare l'integrazione delle loro possibilità».
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In base a tale orientamento il teologo salesiano descrive analiticamente il peccato originale e ne offre una definizione riassuntiva: «il peccato originale è dunque il coinvolgimento di ogni uomo che viene al mondo (o comvolgtmento «nativo») nello stato di peccato che è proprio dell'umanità concreta in cui viviamo. Coinvolgimento superato dal battesimo; riattualizzato in forma e misura diversa dai peccati personali; è presente, non in sé (se non in quanto rilanciato dai peccati personali) ma nei suoi effetti, anche nei battezzati, sicché la vita di tutti risulta condeterminata dalla presenza attiva di due forze non paritarie dai caratteri antitetici». Gozzelino non manca di confrontare la sua equilibrata lettura del peccato originale con il dogma dell'Immacolata Concezione, traendone significative deduzioni: «Per sé il dogma proclama una esenzione, e cioè l'assenza (non la cancellazione) del peccato originale originato dalla vita di Maria; una assenza dalla quale è lecito dedurre la mancanza di quel particolare effetto-segno della contaminazione che è la concupiscenza. Ma tale negazione, essendo l'esclusione di un negativo, si capovolge necessariamente in un positivo, ossia si traduce nell'asserzione di una situazione di santità unica per Maria (innocenza), presente in lei fin dal primo istante della sua esistenza. Se nelle altre creature umane, il peccato originale originato, secondo la spiegazione teologica che abbiamo adottato, viene immediatamente cancellato, in Maria semplicemente non viene contratto. Se nel caso di tutti, l'accedere all'esistenza coincide con l'essere perdonati, nel caso di Maria esclude qualsiasi perdono, perché in lei non vi è nulla da perdonare. Nel contesto della interpretazione proposta, questo significa che Maria, pur appartenendo realmente alla umanità peccatrice, comincia ad esistere in una situazione di tale prossimanza a Gesù (e difatti la Bolla la dice preservata in considerazione dei meriti di Gesù), da risultare del tutto sottratta da qualsiasi condeterminazione nel male; ossia da non trovarsi per nulla in opposizione al disegno di Dio e da realizzare immediatamente un rapporto con Dio contrassegnato dalla innocenza. Con la conseguenza che in lei si ripropone, nel vivo di una umanità di fatto peccatrice, lo stato di giustizia originale; ossia che in lei l'umanità trova la possibilità di una ripartenza radicale, nella rifondazione di se medesima e nella ripresa piena del progetto originario».
3. FUNZIONE ARCHETIPA DI MARIA
Accentuando la dimensione positiva dell'Immacolata Concezione, l'autore sottolinea anche la funzione archetipa di Maria nei confronti della Chiesa, che realizza in lei «il massimo di se stessa», e in rapporto all'umanità che ricupera in lei quanto ha perso con il peccato: «Maria è la vetta della seconda creazione». In questa scia, Gozzelino accosta l'Immacolata a due principi marialogici fondamentali: quello della «recirculatio» di Ireneo, in quanto in Maria, Cristo «riprende e ripropone la struttura integra della creatura destinata all'incontro pieno (=trinitario) con Dio», e la legge del rapporto uno-molti desunta dall'archetipo trinitario, per cui in Maria culmma il resto d'Israele e sono ricapitolati i cristiani: «A livello della santità della umanità in quanto distinta dal Cristo Maria è l'uno, e tutti gli altri sono i molti».
Maria nella teologia contemporanea, pp. 334-335; pp. 464-366.