GEFFRÉ C., Marie mère des croyants, in Cahiers marials 12 (1968) n. 62, pp. 96ss.
Secondo Geffré il passaggio di Maria dal ruolo di Madre di Gesù a quello di madre dei discepoli è segnato da una maturazione nel suo consenso di fede, che diviene comunicativo: docile, ella dispone gli altri alla docilità assoluta. Sopprattutto - scrive Geffré - «malgrado il suo inaudito privilegio di Immacolata e Madre di Dio, Maria resta sottomessa alla legge normale di ogni vita cristiana sulla terra, cioè la legge del progresso e dell'oscurità inerente ad una fede secondo un regime umano». Come si spieghi questo progresso della fede di Maria dall'annunciazione alla pentecoste, viene delucidato in chiave di oggettività: «Ella non ha progredito dal punto di vista della certezza, qualità dell'adesione, e in questo la fede di Maria si distingue dalla nostra; la sua fede è perfetta fin dall'inizio. Ma ella ha progredito dal punto di vista della conoscenza sempre più perfetta del disegno di Dio. In questo, ella è l'immagine della Chiesa, che non cessa di progredire nella fede fino alla visione perfetta della parusia, quando Dio sarà tutto in tutti». Geffré caratterizza la fede di Maria con 4 note: «una fede di povero, sottoposta al progresso, percorsa dalla prova, feconda».