COX H., La seduzione dello spirito. Uso e abuso della religione popolare, Queriniana, Brescia 1974.
Nessuno meglio di H. Cox ha approfondito ed esposto con puntualità gli aspetti della pietà mariana dell'America latina. L'interesse per Maria sorge in lui come esigenza della teologia radicale che vuole andare alla radice, «ma la radice del problema è l'uomo» (K. Marx): «Essere un teologo radicale oggi deve voler dire, almeno, ascoltare il canto e il singhiozzo delle religioni dei poveri». Immergendosi nelle religioni folk e nel cattolicesimo dell' America latina, dal Rio Grande ai confini meridionali dell'Argentina, Cox ha compreso che l'atteggiamento da prendere di fronte alla religione popolare non è di soffocarla o criticarla, ma innanzitutto di sperimentarla e lasciarsi modificare dalla sua forza primordiale. Cox rimane impressionato da due fatti, che descrive nel suo diario: la Messa dell'Assunta celebrata dal vescovo Mendes Arceo nella cattedrale di Cuernavaca in Messico nel1971 e l'attenzione ad un affresco di Santa Fé, che rappresenta Cristo e la Madonna di Guadalupe insieme agli eroi nazionali, Emiliano Zapata, Camilo Torres, Che Guevara e al territoriale Quetzalcoad, la divinità dei Toltecs.
a) La predica di Mendes Arceo è condotta con vigore e semplicità: «Maria è povera come le genti oppresse del Terzo Mondo. 'Assunzione' non vuoi dire che essa va su,... ma che è ora unita a Cristo, il liberatore in mezzo a noi. Ora insieme stanno rovesciando i poteri imperiali dai troni,... mandando via i ricchi a mani vuote, innalzando gli oppressi, sostenendoci nella lotta contro l'oppressione e l'imperialismo. Quindi avanti nella lotta». In quasi tutti i casi la funzione della pietà mariana, secondo Cox, è quella di «disinnescare la collera e di sacralizzare la passività e la mariologia ha spesso un ruolo tragicamente alienante e regressivo, per le donne e per gli uomini poveri: Maria come regale benefattrice, figura cosmica piena di bontà; Maria come madre vergine; Maria come colei che teneramente intercede presso chi sta più in alto... La mariologia ufficiale è una brma di seduzione, una manipolazione, calcolata, dello spirito». La predica a Città del Messico si pone in un'altra prospettiva e opera un processo di coscientizzazione e radicalizzazione politica: mostra «che le religioni degli oppressi sono diventate da espressione protesta, da protesta azione». C'è dunque un valore nascosto nella pietà mariana, che non deve essere accantonato a causa del suo abuso ufficiale: «Quanti lottano per la giustizia, per i poveri, non possono sputare sulle loro devozioni. Devono rendersi conto che la fede dei poveri non è solo oppio ma anche grido». Riprendendo le categorie marxiste che definiscono la religione non solo come «oppio delle masse», ma anche come «il gemito della creatura oppressa, l'anima di un mondo senza cuore, così com'è lo spirito di una condizione di vita priva di spiritualità» (K. Marx), Cox riconosce: «Soprattutto per milioni di donne povere, Maria è la realtà religiosa più importante della loro esistenza, è il nucleo di quella energia spirituale che le sostiene nel faticoso cammino dei giorni e degli anni. Non per nulla Dio nella pietà popolare spagnola è quasi sempre rappresentato morto; il Cristo morto, la deposizione, la sepoltura. Maria invece è la luminosa incarnazione della vita e della carne, come Regina del cielo, raffigurata senza il Figlio non è appena una donna, ma una donna forte, anzi una donna emancipata: 'Se Dio è morto, Maria è viva e merita tutta la nostra attenzione».
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b) L'affresco di Santa Fé, che presenta la Madonna di Guadalupe sotto le sembianze di Tonantin, la dea Toltec della fecondità, suggerisce a Cox una «diversa epistemologia religiosa»: «Maria ci dischiude la via di noi stessi e del nostro inconscio culturale, quella sfera della nostra psiche che giace sopita ma non spenta al di sotto della nostra intelligenza troppo sviluppata». Poiché «Maria è intreccio di fantasia, di creazione mitica, di proiezione e di tutto il resto», essa ci sottrae all'ossessiva preoccupazione per ciò che è vero e ciò che è falso: ci trasporta nell'orizzonte della simbologia e del significato. La marialogia ci offre un legame vivente con le forme religiose pre-letterarie (una volta dette 'primitive') e ci fa recuperare «tutti quegli infiniti elementi della vita religiosa, repressi ma essenziali, quali la fecondità, la sessualità, il grembo, la terra, le stelle e la luna; la strada perché gli uomini de-femminilizzati e completamente fallicizzati recuperino la dimensione femminile repressa è riconoscere che la Gran Madre è il simbolo della nostra dimensione». Questa simbologia femminile, propria della religione degli oppressi, rappresenta la protesta organizzata dei poveri contro l'ideologia religiosa dominante. La storia del cristianesimo è segnata da numerosi esempi di donne che guidano movimenti di rinnovamento religioso: Giovanna d'Arco, Janne Debenton, Anne Hutchinson. Né Gersone, né Calvino riuscirono a soffocare i seguaci di «Spirito e libertà» diretto da Marie de Valenciennes: la «Libertà armata» della Rivoluzione francese e la statua della «Libertà» con la sua torcia nel porto di New York, testimoniano l'identificazione della libertà con l'immagine della donna. «Non mi sorprende quindi -conclude Cox- il fatto che le insegne sotto le quali spesso si sono raccolti gli indiani e i Campesinos lungo il corso della storia rivoluzionaria del Messico siano state quelle di una donna, Nostra Signora di Guadalupe»
L'esaltante scoperta di Cox circa l'importanza della religione popolare non attutisce il suo interesse verso la tecnologia, che mantiene la priorità culturale del nostro tempo. Ciò è per lui fonte di preoccupazione, perché si potrebbe giungere ad un accantonamento del valore religioso: «Sono intimorito e turbato dal fatto, intuito alcuni decenni fa da Henry Adams, che la dinamo ha preso il posto della Vergine nel nostro Pantheon culturale». La funzione critica della fede sta nell'accettare e insieme relativizzare questi simboli: «La tradizione biblica... difende e la natura e le opere umane, quando sono intese, quali sono, come creazioni provvisorie e parziali, ma le condanna nella misura in cui ne facciamo delle sorgenti di salvezza... Il solo destino dell'uomo è quello di usare la libertà ricevuta da Dio per plasmare e realizzare il suo destino. Se rifiuta questo destino, niente lo potrà salvare, né la Vergine, né la dinamo».