SERRA A., Sapienza e contemplazione di Maria secondo Luca 2, 19.51b, Marianum, Roma 1982; IDEM, Maria secondo il Vangelo, Queriniana, Brescia 1987; IDEM, Nato da Donna, Servitium, Roma 1992; IDEM, E c'era la Madre di Gesù, Servitium, 1989.
1. La spiritualità di Maria
Tra gli scritti che divulgano questo dato attraente della spiritualità di Maria, abbiamo un intero volume di Aristide Serra di indole scientifica dedicato ai due versetti lucani, che puntualizzano la meditazione silente e interiore della Vergine: Sapienza e contemplazione di Maria secondo Luca 2, 19.51b. Questo studio accurato ed esauriente, dopo aver esplorato il senso della «memoria-ricordo» e del verbo symballo nella tradizione biblica, affronta direttamente le due pericopi dei pastori al presepe (Lc 2, 8-20) e del ritrovamento di Gesù nel tempio (Lc 2, 41-51 ), che contengono i ritornelli sulla riflessione di Maria.
A) La pericope dei pastori obbedisce ad uno schema lucano quadripartito (presente in una ventina di passi): - descrizione di un fatto insolito dove è in gioco una «rivelazione»;
- meraviglia, timore, incomprenslone negi spettatori o uditori; - spiegazione interpretativa da parte dei messaggeri;
- reazione definitiva di fede o incredulità.
Al terzo momento si ha un'eccezione: nella logica dello schema lucano dovrebbero essere i pastori a compiere l'interpretazione; «Stranamente, in luogo dei pastori l'evangelista introduce qui la figura di Maria, che conserva e interpreta nel suo cuore (Lc 2, 19)». Il motivo di questa deroga sta nel fatto che la pericope dei pastori è una lettura della nascita di Gesù alla luce della Pasqua! anzi è un annuncio pasquale d1 «Cristo S1gnore» (Lc 2,11). Ma poiché questo annuncio deve essere fatto dai «testimoni», che avevano visto di persona gli eventi, Luca fa entrare m scena Maria, perche «soltanto lei... poteva ripensare le circostanze della nascita di Gesù, per darne la retta spiegazione». Maria esercita un'attività di interpretazione dei fatti e parole custoditi nel cuore, che Luca esprime con il participio συηβαλλονςα (=ponendo a confronto). Ella fa l'esegesi di quanto è accaduto: «serba il ricordo di ciò che ha sentito, per raggiungerne la genuina intelligenza». Il confronto si attua in ordine alle Scritture, come avviene nella predicazione apostolica e nello stesso Magnificat, dove Maria fa propri i contenuti religiosi dell'Antico Testamento: «Dei testi sacri dell'antica alleanza, Maria non solo ha assimilato la spiritualità. V'è molto di più: ella si sente coinvolta pienamente in quella storia». Per vie indirette, Serra scorge nella meditazione di Maria un carattere pneumatico (in quanto solo lo Spirito introduce nel segreto delle cose divine: 1Cor 2,11) e una tonalità sapienziale: «era nota distintiva d'Israele custodire nel cuore le grandi gesta compiute dal Signore nel passato, e ritornarvi sopra sotto lo stimolo del presente per ricavare luci sempre nuove da quei giorni lontani... Fissando bene nel cuore tutte queste cose, uno diventa 'sapiente' (cfr. Eccli 50, 28; SI 107, 43)». La riflessione sapienziale di Israele diviene eredità di Maria, che non si contenta di vivere gli eventi o di ascoltare l'annuncio pasquale: ella ricorda, conserva nel cuore con volontà perseverante di cogliere il senso degli eventi e parole riguardanti Cristo. Ha un cuore memore, soprattutto quando le vie di Dio si fanno mistero.
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2. Prospettiva biblica
La prospettiva biblica del mistero di Maria è stata approfondita in diversi volumi da Aristide Serra. Nelle sue opere, l'autore passa in rassegna gli agiografi che parlano della Madre di Gesù secondo l'ordine cronologico accettato dalla critica odierna: Paolo, Marco, Maneo, Luca, Giovanni, Apocalisse. La figura di Maria che ne emerge è altamente positivo, pur considerando i cosidetti testi «antimariologici», che mostrano Maria nel suo cammino di fede e di rinuncia «alle sue vedute (umanissime peraltro!) di madre secondo la carne»: «Fin dall'AT la figura e la missione di Maria sono avvolte dalla penombra degli oracoli profetici e delle istituzioni d'Israele. Alle soglie del NT, ella sorge sull'orizzonte della storia salvifica come sintesi ideale dell'antico popolo di Dio ('Figlia di Sion') e come madre del Cristo messia. E poi, a mano a mano che Cristo, 'sole di giustizia' (cf MI 3,2), avanza sul firmamento dell'alleanza nuova, Maria ne segue la tratettoria come serva e discepola del suo Signore, in un crescendo di fede. Al punto di culminazione, che è il mistero pasquale, Cristo fa di sua madre la 'madre' di tutti i suoi discepoli di ogni tempo. Da quell"ora' la chiesa apprende che Maria appartiene ai valori costitutivi del proprio Credo».
Tutto questo ci suggerisce che la storia della salvezza è luogo ermeneutico per la comprensione di Maria e viceversa: «Chiunque voglia approfondire la dottrina mariana dal punto di vista biblico, non può farlo che attraverso un'esplorazione più estesa della storia della salvezza. Viceversa, chiunque voglia comprendere più a fondo la storia della salvezza, s'imbatte necessariamente nella madre del Redentore, unita con vincoli indissolubili al centro stesso della storia salvifica».
Maria nella teologia contemporanea, pp. 305-306; pp. 518-520.