Ozia, capo debole della città di Betulia - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Ozia, capo debole della città di Betulia

O
Il dramma vissuto da  Ozia deve essere  senz’altro grave. Betulia, città di cui è capo, è assediata dalle truppe di  Oloferne. L’assedio si é protratto tanto da ridurre allo stremo l’intera città. Oloferne ha occupato tutte le strade di accesso alla città, le sorgenti di acqua e ogni altra fonte di approvvigionamento per la popolazione. La fame e la sete attanagliano tanto il popolo fino al punto che questo si ribella alle autorità e chiede di abbandonarsi al nemico, di diventare schiavo pur di vivere. Ozia nella sua debolezza ascolta la supplica, ma pone una sola condizione quella di aspettare cinque giorni, dicendo che se Dio in questi cinque giorni non fosse venuto in soccorso del suo popolo, avrebbe agito secondo la richiesta popolare. Giuditta viene a sapere di questa condizione, convoca i capi,  li rimprovera perché non hanno fiducia in Dio e soprattutto perché così lo mettono alla prova Dio. Atto indegno. Quindi Giuditta decide di affrontare Oloferne. Rimprovera e il comportamento dei capi e il comportamento del popolo. Porta a termine la sua azione liberatrice mozzando la testa di Oloferne e consegnandola alle autorità di Betulia. Ozia, capo della città, vedendo la testa di Oloferne, esclama con una benedizione di Dio  con un atto di lode e di benedizione per Giuditta: “Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici. Davvero il coraggio che hai avuto non cadrà dal cuore degli uomini che ricorderanno sempre la potenza di Dio”. Ozia benedice Giuditta e riconosce che si è fatta guidare da Dio creatore del cielo e della terra. Se  ci facessimo guidare da Dio, quanto bene non faremmo tutti?
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