Michea, il profeta scomodo - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Michea, il profeta scomodo

M
E’ un giudeo originario di Moreset a ovest di Ebron. Esercita la sua azione sotto Acaz ed Ezechia prima e dopo la presa di Samaria nel 721 e forse fino all’invasione di Sennacherib nel 701. E’ di origine agricola, vicino ad Amos in comune ha la ripulsa per la grande città. Il libro è articolato tra minacce e promesse. Il genere letterario che usa facilmente è il rib o processo. Sembra il genere letterario più semplice perché dà a Michea la possibilità di vedere e stigmatizzare più facilmente le piaghe sociali del suo tempo. Esse sono date dalla prepotenza e dell’arroganza dei ricchi che si distinguono in ogni ramo dell’attività economica, dal commercio all’agricoltura, dalla spietatezza dei creditori alle frodi di ogni genere, dalla divisione delle famiglie, con divorzi ed altro, alla ingordigia di sacerdoti e profeti, dai falsi profeti  alla tirannia dei capi. La società secondo Michea è molto lontana da quanto desidera Jahvè: “praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” 6,8. Se il disastro sociale è sotto gli occhi di tutti, la speranza non viene meno. Michea la conserva e la propugna nell’annunzio della venuta di un re pacifico che farà pascere il gregge di Jahvè 5,1-5. La percezione dei mali della società e i dovuti rimedi sono vivi nella coscienza di Michea.
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