Bezaleel e Ooliab, artigiani e artisti di Dio - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Bezaleel e Ooliab, artigiani e artisti di Dio

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Leggere il racconto della costruzione della tenda del santuario nel libro dell’Esodo è molto interessante. Il brano rivela un’attenzione ed una cura nei confronti degli artigiani da far restare stupiti. Essi costruiscono materialmente il santuario e tutto ciò che ad esso è legato dall’altare all’arca, dagli abiti sacerdotali alle tende, dal candelabro a tutti gli ori, vasellame e quanto necessario per l’esercizio del culto e della liturgia. Si tratta di centinaia di artigiani di cui non si conosce il nome e l’attività tranne di uno e del suo aiutante, per l’appunto Bezaleel e Ooliab.Dio comunica a Mosè, Gen 31, di aver chiamato “per nome” Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda, di averlo riempito dello spirito di Dio, perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, per concepire progetti e realizzarli in oro, argento e rame, per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e compiere ogni sorta di lavoro. E’ una nota interessante dove si può cogliere l’attenzione di Dio nei confronti degli artigiani e di tutti coloro che sono chiamati a rendere funzionale quanto Lui ha creato. Certamente questa chiamata è rivolta alla costruzione del santuario, ma non c’è dubbio che la vocazione artigianale è ad ampio respiro. Quanto viene esercitato dall’attività dell’uomo è presentato come una vocazione divina che ordina tutto verso il vero, il buono e il bello. Ciò perché la creazione sia veramente una palestra dove l’uomo realizzi se stesso e la sua vocazione. Apprendiamo, infatti, che l’artigiano riceve lo spirito di Dio, la saggezza, l’intelligenza e la scienza per ogni genere di lavoro. Non solo, ma anche per concepire, progettare e realizzare oggetti in oro, argento e rame, per intagliare le pietre da incastonare e scolpire il legno e compiere ogni sorta di lavoro. Bezaleel non è solo in tutto questo, Dio gli dà in un compagno Ooliab, figlio di Achisamach, della tribù di Dan. Dio dichiara di avere infuso nel cuore di ogni artista saggezza, “perché possano eseguire quanto ha comandato” a Mosé. Ritengo che questo brano come il suo parallelo Gen 36 sia da rileggere attentamente oggi per scoprire la chiamata di Dio fra gli artisti e gli artigiani e ripristinare un rapporto che sembra ormai dimenticato da lungo tempo.
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