Geremia, l’uomo dell’amore - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Geremia, l’uomo dell’amore

G
Le vicende umane di Geremia sono strettamente legate alle vicende politiche. Egli viene un secolo dopo Isaia. Come Isaia è costretto a soffrire a causa delle incomprensioni, delle alleanze dei vari re non conformi alla volontà di Dio e politicamente dissennate. La riforma di Giosia con la conseguente ricostituzione del regno di Giuda aveva suscitato in lui molte speranze, stroncate dalla morte del re a Meghiddo nel 609. Contribuisce allo suo sconforto la scomparsa del re, lo sconvolgimento del mondo orientale, la caduta di Ninive nel 612 con l’espansione dei Caldei. Nabucodonosor impone il suo dominio nella Palestina . Dopo la ribellione di Giuda, su istigazione dell’Egitto, egli conquista Gerusalemme  e deporta una parte della popolazione. La seconda rivolta conduce nuovamente a Gerusalemme nel 587 Nabucodonosor che incendia il tempio distruggendolo e si realizza la seconda deportazione. Geremia durante queste vicende predica, minaccia,  predice la rovina  avvertendo invano i re che si succedono sul trono di David. Per questo motivo viene accusato di disfattismo dai militari, perseguitato e incarcerato. Nabucodonosor nomina governatore Godolia. Geremia preferisce restare in Palestina presso Godolia, che subito dopo verrà assassinato. Molti fuggono in Egitto, vi trascinano anche  Geremia, dove probabilmente muore. Egli è sensibile ed è fatto per amare. Ma deve agire in contrasto con la sua anima. Mentre vuole amare deve predire rovine e sventure. Ama la pace e deve lottare contro tutti: re, sacerdoti, profeti, falsi profeti, popolo. E’ lacerato dalla missione che deve compiere e da cui vuole sottrarsi senza poterlo fare: “Perché il mio dolore è senza fine”. A suo tempo Giobbe dirà: “ Maledetto il giorno in cui nacqui”. La sofferenza ha portato Geremia  a purificare la sua anima portandola a contatto col divino. Pratica la religione interiore  e cordiale. Approfondisce nel cuore degli uomini l’azione di Dio che  rende a ciascuno secondo le proprie azioni. Insegna che si rompe l’amicizia con Dio a causa del peccato che esce dal cuore malvagio. Propugna una nuova alleanza fondata sulla religione del cuore. E’ un uomo pratico e saggio, esorta i deportati a sposare, a generare figli, a comprare campi e a costruire case, affinché vivano bene anche nel periodo della sofferenza qual è l’esilio. Forse Geremia può essere l’uomo del nostro tempo, il quale vivendo lontano da Dio soffre e nel contempo si accosterebbe a lui partendo dal proprio cuore.
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