Questo termine designa sia la facoltà di pensare (l’attività psichica per cui l’uomo acquista conoscenza di sé e del mondo in cui vive e, inoltre, elabora concetti, idee, teorie, giudizi, ecc.) sia i singoli atti mentali: ciascuna delle rappresentazioni che nascono nella mente dell’uomo e attraverso le quali egli acquista conoscenza di fatti che accadono intorno a lui. Quando si parla di pensiero ci si riferisce sempre alla conoscenza intellettiva, non a quella sensitiva (dei sensi esterni oppure della fantasia e della memoria).
In S. Tommaso il termine che maggiormente si avvicina a pensiero è cogitatio, ma alla stessa area semantica appartengono anche mens, species intelligibilis, intellectus, sententia ecc.
Due sono i massimi problemi che riguardano il pensiero: la sua origine e il suo valore. Su questi problemi hanno disputato filosofi d’ogni tempo, assumendo spesso posizioni antitetiche: Parmenide contro Eraclito; Socrate contro i Sofisti; Aristotele contro Platone, Agostino contro gli Accademici ecc.
Riguardo all’origine del pensiero, S. Tommaso si fece assertore di una tesi molto coraggiosa per i suoi tempi: la tesi che afferma che il pensiero trae origine dall’uomo stesso; non dalla illuminazione divina (tesi condivisa da tutti i filosofi di indirizzo agostiniano) o da qualche intelletto separato (tesi sostenuta dagli averroisti). Delle proprie idee, dei propri pensieri, giudizi, ragionamenti, teorie ecc. l’autore è l’uomo stesso, non qualche essere superiore a lui. Rivendicando all’uomo l’operazione più nobile, quella che lo distacca maggiormente dagli animali e lo situa ai confini del mondo angelico, S. Tommaso intese difendere la legittima autonomia delle creature intelligenti, senza peraltro nulla sottrarre al primato ontologico della Causa Prima, Dio.
Quanto al valore del pensiero, l’Angelico ritiene che il pensiero umano sia in grado di raggiungere la verità: e questo con certezza quando si tratta di fenomeni del mondo fisico e del mondo umano; soltanto con probabilità e perplessità quando si tratta del mondo divino. Per cui per le verità che riguardano Dio e anche l’anima il pensiero umano ha bisogno dell’intervento della rivelazione divina.