Rito della messa, con cui il celebrante innalza le specie sacramentali per esporle all'adorazione dei fedeli.
EPISTOLA
EPISTOLA
Il brano delle Lettere degli Apostoli o di qualche altro libro della S. Scrittura che il sacerdote legge nella messa prima del Vangelo.
ESEQUIE
ESEQUIE
L'antichissima tradizione di suffragare con particolari preghiere l'anima dei morti è stata ininterrottamente sostenuta dalla Chiesa e osservata quasi istintivamente dalla pietà dei parenti dei defunti. Il Rituale Romano parla delle esequie al titolo VI. Le esequie strettamente parlando cominciano con le preghiere stabilite per l'ingresso del cadavere in chiesa e finiscono con quelle che ne accompagnano l'uscita dalla medesima. Nello svolgimento delle esequie, pur avendo un posto di preminenza la celebrazione della messa e la recita dell'Ufficio divino che ne sono la parte principale, non mancano altre preghiere tra le quali quelle che accompagnano l'ingresso del cadavere in chiesa e la sua uscita.
ESPOSIZIONE S.MO SACRAMENTO
ESPOSIZIONE S.MO SACRAMENTO
Rito, con il quale si espone all'adorazione dei fedeli l'Ostia consacrata, o scoperta nell'ostensorio o racchiusa nella pisside. L'esposizione, che è sempre seguita dalla benedizione, si distingue in pubblica e privata, secondo che si fa con l'ostensorio o con la pisside. La pubblica è solenne o solennissima. La prima ha una certa durata, mentre la seconda è quella propria delle Quarantore.
EVANGELIARIO
EVANGELIARIO
Il libro liturgico che contiene i brani del Vangelo da leggersi durante l'anno nella messa solenne.
EXULTET
EXULTET
È il preconio pasquale, il solenneLucernarium proprio alla notte di Pasqua; in sostanza è l'offerta solenne del cero pasquale inserita nella proclamazione e nell'esaltazione dei misteri della stessa notte, cioè della risurrezione e della nostra redenzione. L'elevazione della forma e del contenuto fa di esso un autentico capolavoro Già sant'Agostino (De civit. Dei xv, 22) parla di una "lode del cero pasquale"; san Girolamo (Epist. 18: PL 30, 182 sgg.) rimprovera il diacono Presidio di Piacenza per la eccessiva descrizione della natura, in specie delle api, nell'Exultet (CSEL, 6, p. 415). Ennodio di Pavia (opuscc. 9 e 10) e il Gelasianum (80) ce ne hanno conservato il testo. In Roma non c'era uso né della benedizione, né del cero pasquale, né dell'Exultetprima del sec. VIII (nel cosiddetto Gregoriano non si trova la formola); ai diaconi delle chiese suburbicarie fu data licenza di benedire il cero dal sec. VI. Il formolario attuale dell'Exultet, cantato dal diacono nell'ambone, si trova per la prima volta nel Sacramentario di Bobbio (sec. VII) sotto il titolo: Benedictio cerei s. Augustini episcopi (quam) cum adhuc diaconus esset, cecinit, poi nel Missale Gallicumvetus (L. Muratori, Liturgia Romana vetus II, Venezia 1748, pp. 783 e 845) e nel Missale Gothicum(ibid., 581 sgg.), onde entrò nel supplemento del Sacramentario Adriano e così nella liturgia romana (per la critica del testo cf. L. Dichesne, Origines du culte chrétien , V ed., Parigi 1925, p. 254), alla lode unisce la preghiera per le autorità ecclesiastiche e civili. Anticamente i singoli passi erano ben illustrati. Alcuni brani dell'Exultet un tempo erano oggetto di acuta discussione, come quello della "felix culpa", delle api come simbolo della verginità e maternità di Maria S.ma, ed altri, e perciò in molti manoscritti mancano o sono cancellati.
Bibliografia
J. Braun, Osterpräkonium und Osterkorzenweike, in Stimmen aus Maria Laach, 56 (1899), p. 273 sgg.; anon., Le miniature dei rotoli dell'E., Montecassino 1899; P. Latil, De praeconio paschali, in Ephemerides liturgicae, 16 (1902), p. 123 sgg.; A. Mercati, Paralipomena Ambrosiana (Studi e Testi, 12), Roma 1904, pp. 24-43; F. Di Capua, Il ritmo della prosa liturgica e il Praeconium Paschale, in Didaskaleion, nuova serie, 5 (1927), pp. 1-23; R. Buchwald, Osterkeze un E., in Theologisch-praktische Quartalschrift, 80 (1927), pp. 240-49; B. Ebel, Zum Verständnis des E., in Liturgische Zeitschrift, 3 (1930-31), pp. 165-73; O. Casel, Der österliche Lichtgesang der Kirche, ibid., 4 (1931-32), pp. 179-191; B. Capelle, La procession du Lumen Christi au Samedi Saint, in Revue bénédict., 44 (1932), pp. 105-19; id., L'Exultet pascal oeuvre de st Ambroise, in Miscellanea Mercati, III, Città del Vaticano 1946, pp. 219-46; Filippo Oppenheim, da Enciclopedia Cattolica, V, Città del Vaticano, 1950, coll. 920-921.
EXULTET ORBIS GAUDIIS
EXULTET ORBIS GAUDIIS
Inno dei Vespri nelle feste degli Apostoli, d'autore ignoto. Il cielo e la terra son chiamati a celebrare le lodi di questi primi seguaci di Gesù. Costituiti giudici di tutte le genti nel giudizio universale (Mt. 19, 28), gli Apostoli sono la luce del mondo (ibid. 5, 14), coloro che hanno la facoltà di aprire e chiudere le porte del cielo (Io. 20, 23) e che guariranno i malati con la imposizione delle mani (Mt. 16, 18). Bella e ispirata è la preghiera, perché vi esala come un misterioso profumo dalle parole di Gesù agli Apostoli; altrettanto però non si può dire della poesia.
Bibliografia
G. G. Belli, Gli inni del Breviario tradotti, Roma 1856, p. 346; C. Blume, Die Hymnen des Thesaurus hymnologicus H. A. Daniel, Lipsia 1908, p. 126; V. Terreno, Gli inni dell'Ufficio divino, Mondovì 1932, p. 300; A. Mirra, Gli inni del Breviario romano, Napoli 1947, p. 245; Silverio Mattei, da Enciclopedia Cattolica, V, Città del Vaticano, 1950, coll. 921-922.