Grande piatto, per lo più in metallo, che serve per le varie abluzioni in uso nella liturgia. I vescovi usano un bacile con una brocca di argento e di metallo, anche altri prelati hanno tale privilegio.
BACIO
BACIO
Nella liturgia cattolica è un gesto di uso frequente e riveste carattere di venerazione e omaggio, di affetto e unione fraterna, oppure di sudditanza. Si distingue il bacio delle persone (bacio di pace) e il bacio delle cose sacre.
BALDESCHI GIUSEPPE
BALDESCHI GIUSEPPE
Liturgista, della Congregazione della missione, n. a Ischia di Castro (Viterbo) il 1° luglio 1791, m. a Roma il 19 apr. 1849. Maestro delle cerimonie pontificie di Leone XII, scrisse unaEsposizione delle sacre cerimonie (4 voll., Roma 1823), più volte ristampata e tradotta in francese e in tedesco, pregevole per la sua chiarezza.
Bibliografia
Filippo Oppenheim, da Enciclopedia Cattolica, II, Città del Vaticano, 1949, col. 733.
BAUDRY MICHEL
BAUDRY MICHEL
(BAULDRY). Liturgista, nato a Evron verso il 1585, morto nel 1660. Opere principali: Manuale sacrarum caerimoniarum iuxta ritum sanctae Romanae ecclesiae(Parigi, 1637).
BENEDETTO, CANONICO
BENEDETTO CANONICO
Canonico di S. Pietro in Roma. Sappiamo di lui assai poco. Con il titolo di canonico e con quello di Romanae Ecclesiae cantoregli si presenta nel Liber policitus(scil. polyptycus) ad Guidonem de Castello. Il lavoro fu compiuto prima del settembre 1143 non poté essere scritto prima del 1140.
BERNONE DI REICHENAU
BERNONE DI REICHENAU
(Berno Augiensis) Da alcuni detto Bernardo; uomo politico, liturgista, musico, agiografo, oratore, poeta. Abate di Reichenau dal 1008 al 1048. Morto il 7 giugno 1048. Opere liturgiche principali: De celebratione Adventus Domini, Dialogus de ieiuniis Quatuor Temporum, De officio Missae, De varia psalmorum atque cantorum modulatione, Tonarius, De consona Tonorum diversitate.
BISHOP EDMUND
BISHOP EDMUND
Liturgista inglese nato a Totnes il 17 maggio 1846, morto a Downside il 17 febbraio 1917.
BONA GIOVANNI
BONA GIOVANNI
Cardinale, dottissimo scrittore ascetico e storico-liturgico, nato a Pian della Valle presso Mondovì il 28 ottobre 1674. Opere liturgiche principali: Psallentis ecclesiae harmoniae(1653), Rerum liturgicarum libri duo(1671).
BORSA
BORSA
Per custodire con decenza e riverenza il corporale, quando fu ridotto alle dimensioni attuali, è stata introdotta la borsa. Anticamente il corporale si custodiva in apposite scatole-cassette, oppure si portava all'altare entro ilLiber Sacramentorum. La borsa è oggi formata da due cartoni uniti ed aperti da un lato. Deve essere ricoperta, almeno da una parte, di stoffa del colore e della materia dei paramenti sacri. L'interno può essere di seta o di lino. Non è necessario che vi sia sopra la croce, ma può essere ornata in vario modo. Il suo uso non è molto antico; il Gavanto la fa risalire al Concilio di Reims (sec. XI). Oggi è obbligatoria secondo le prescrizioni delle rubriche del Messale. L'uso di distribuire la comunione fuori della Messa ha portato anche l'obbligo per il sacerdote di portare da sé all'altare la borsa con il corporale: essa è la stessa di quella della Messa e deve essere del colore della stola. Per portare la comunione agli infermi si usa pure un'altra borsa di seta bianca, con un fondo rotondo e forte per sostenere la pisside o la piccola teca delle particole, chiusa all'estremità superiore da un cordone da appendersi al collo. Essa non deve servire per portare l'Olio Santo, per il quale se ne usa una violacea. Va ricordato infine il divieto fatto dalla S. Congregazione dei Riti di usare le borse destinate ai corporali per raccogliere le elemosine.
Bibliografia
G. Braun, I paramenti sacri, Torino 1914, p. 93; Enrico Dante, da Enciclopedia Cattolica, II, Città del Vaticano, 1949, coll. 1934-1935.
BRAGARENSE LITURGIA
BRAGARENSE LITURGIA
Braga, diocesi nel nord del Portogallo, ha un suo particolare rito che si riallaccia ad antichi usi locali. Si compone del canone romano e formole indigene o desunte da altre liturgie. Nel 1919 fu approvata la nuova edizione del breviario bragarense, nel 1924 quella del messale.
BREVIARIO
BREVIARIO
È il libro liturgico che contiene l'ufficio divino secondo il rito della Chiesa romana. La voce breviario (breve nota, compendio) nella lingua liturgica da principio indicava un foglio o libretto posto all'inizio del salterio, che notava gli uffici divini da compiersi in un determinato tempo, e i rispettivi formulari con i loro richiami.
BURCARDO GIOVANNI
BURCARDO GIOVANNI
Cerimoniere pontificio, liturgista e storico, nato a Nieder-Haslach (Alsazia) nel 1450 ca., morto a Roma il 16 maggio 1506. Venuto a Roma nel 1467 in cerca di fortuna, fu dapprima al servizio di vari cardinali, poi familiare di Sisto IV (ca. 1475), dal quale ottenne vari benefici ecclesiastici e alte cariche curiali, come quella di protonotario apostolico (1481) e di maestro delle cerimonie (1483), ufficio che tenne fino alla morte, anche dopo essere divenuto vescovo delle diocesi riunite di Civita Castellana e Orte (1503-1506). Era un valente liturgista, pratico del suo ufficio, acuto osservatore, ma anche avido di denaro. A Roma si fabbricò una casa, la Torre Argentina, detta così dalla nativa Strasburgo (Argentoratum). Fu anche rettore della chiesa nazionale tedesca di S. Maria dell'Anima a Roma; fu sepolto in S. Maria del Popolo. Pubblicò, insieme con Ag. Patrizzi, il Liber Pontificalis, cioè il Pontificale romano (Roma 1485, che ristampò in seconda edizione con Giacomo De Luciis, ivi 1487). La sua opera liturgica principale è Ordo servandus per sacerdotem in celebratione Missae (Roma 1495, coi tipi di Stef. Planok [cf. L. Hain, Repert. bibl., n. 4102], pubblicata di nuovo a Roma 1502, e spessissimo ancora sotto vari titoli), opera la cui sostanza entrò nel Messale romano come Rubriche generali e Rito per celebrare la Messa. Molta materia liturgica a uso della Curia pontificia è pure sparsa nella celebre opera Diario della Curia Romana o Liber notarum, che come cerimoniere scrisse giorno per giorno nell'interesse del suo ufficio, pur inserendovi però fatti e osservazioni attinenti alla Curia e agli eventi di quel tempo movimentato. Per questo lato l'opera, che va con alcune interruzioni dal 1483 al 1506, è una preziosa fonte storica, dall'autore però non destinata al pubblico. I maggiori storici odierni ammettono la veridicità dell'autore che scientemente non mente né calunnia per proposito, sebbene qualche volta accolga forse delle dicerie difficilmente controllabili.
Bibliografia
Edizioni complete: L. Thuasne, 3 voll., Parigi 1883-1885; E. Celani, Joannis Burckardi Liber notarum, 2 voll., in 4°, nella nuova ed. del Muratori, Rerum Ital. Script., vol. XXXII, parte 1ª, I, Città di Castello 1907-13, con abbondanti note (è la migliore edizione). Studi: oltre le prefazioni di L. Thuasne al III vol. e del Celani al I vol. e II, 44, nota 7, v. pure: D. Gnoli, La Torre Argentina in Roma, in Nuova Antologia, 43 (1908, III), pp. 596-605 ; J. Lesellier, Les méfaits du cérémoniaire Jean Burckard, in Mélanges d'archéologie et d'histoire, 44 (1927), pp. 11-34; P. Paschini, A proposito di G. B. cerimoniere pontificio, in Arch. della R. soc. romana di storia patria, 51 (1928), pp. 33-59; A. Petrignani, Il restauro della casa del B. in via del Sudario in Roma, in Capitolium, 9 (1933), pp. 191-200; L. Oliger, Der päpstliche Zeremonienmeister Johannes Burckard von Strassburg, in Archiv für elsässische Kirchengeschichte, 9 (1934), pp. 199-232. Per la parte liturgica: A. Franz, Die Messe im deutschen Mittelalter, Friburgo in Br. 1902, pp. 613-15; J. Baudot, s. v. in DACL, II, 1 (1910), col. 1350 sg; Livario Oliger, da Enciclopedia Cattolica, III, Città del Vaticano, 1949, coll. 224-225.