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VASO INSIGNE DI DEVOZIONE
Essere devoti significa essere dedicati.
Sappiamo cosa s'intende per figlia o sposa devota. È una i cui pensieri si accentrano nella persona che ama; l'accarezza teneramente, la segue sempre e dovunque, cerca ogni mezzo od occasione per rcnderle un servizio; e anche se i suoi servizi sono piccoli, tuttavia sono
intimi ed incessanti. Specialmente se colui che è l'oggetto del suo amore cade malato, si trova in pena o in pericolo di vita, allora essa vive più intensamente la sua vita di devozione e non pensa che a lui.
Una forte devozione per nostro Signore l'ebbe san Paolo, il quale scrisse: «Io non volli sapere in mezzo a voi altro che Gesù Cristo, e questi crocifisso» (1Cor 2,2C); e ancora: «Vivo, ma non io, vive invece Cristo in me. Che se vivo ora in carne, vivo in fede del Figlio di Iddio, che mi ha amato e ha sacrificato se stesso per me» (Gal 2,20).
Ma per quanto grande fosse la devozione di san Paolo verso Gesù, molto più grande fu quella della Beata Vcrgine; perché lei era sua madre, visse per trenta anni in lunga intimità con Lui, partecipò alla sua vita e alle sue sofferenze, e per la sua santità gli fu vicina in ispirito in una maniera ineffabile. E quando Gesù fu deriso, flagellato, coronato di spine e inchiodato alla croce, lei soffrì in modo indicibile come se ogni sofferenza inflitta a Lui si ripercotesse sulla sua persona.
Questa fu la sua compassione, o la sua intensa partecipazione alla passione di suo figlio; e provenne dal fatto che lei era Vas Insigne Devotionis.