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MADRE DEL SALVATORE
Per comprendere questo titolo dobbiamo capire cosa s'intende per «Salvatore».
Il nome con il quale nostro Signore fu conosciuto prima della sua venuta fra gli uomini fu quello di Messia o di Cristo. Quando poi apparve sulla terra, fu conosciuto con altri tre titoli nuovi: Figlio di Dio, Figlio dell'Uomo, Salvatore. Il primo esprime la sua natura divina, il secondo la natura umana, il terzo la sua missione personale. Perciò l'angelo che apparve a Maria lo chiamò «Figlio di Dio»; l'angelo che apparve a san Giuseppe lo chiamò «Gesù», che vuoi dire Salvatore; e con lo stesso titolo di Salvatore lo chiamarono pure gli angeli che andarono ai pastori. Ma Gesù, personalmente, si chiamava «Figlio dell'uomo».
Non solo gli angeli lo proclamarono Salvatore, ma anche i più grandi degli apostoli, san Pietro e san Paolo, nelle loro prime predicazioni. San Pietro dice che egli è «il Principe e il Pastore»; e san Paolo scrive: «Il Salvatore Gesù». E sia gli angeli che gli apostoli ci rivelano il motivo per cui è chiamato così: perché Egli ci ha riscattato dal potere di Satana, dalla colpa e dalla miseria dei nostri peccati. L'angelo dice a san Giuseppe: «Essa (Maria) darà alla luce un figlio e tu gli porrai nome Gesù. Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). E san Pietro: «Iddio lo ha esaltato con la sua destra, come principe e salvatore, per dare ad Israele il pentimento e il perdono dei peccati» (At 5,31). Gesù stesso dichiara: «Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e salvare quello che era perduto» ( Lc 19,10).
Consideriamo ora l'opera di Maria nel mistero della salvezza.
Riscattare gli schiavi dal potere del nemico importa un conflitto. Nostro Signore che era il Salvatore fu anche un guerriero; E gli non poteva liberare i prigionieri senza la lotta né senza la sofferenza personale. Ora chi sono coloro che maggiormente odiano le guerre? Risponde un poeta: «Le guerre sono odiate specialmente dalle madri». Le madri sono quelle che soffrono di più in una guerra. Esse possono gloriarsi per l'onore acquistato dai loro figli; ma tale gloria non lenisce una minima Pal te della loro lunga pena, dell'ansietà, della trepidazione e dell'angoscia che una madre sente per il soldato.
Così accadde a Maria. Per trent'anni lei gioì della continua presenza di suo figlio. Ma venne il tempo quando lui dovette partire e andare in quella guerra per la quale era venuto nel mondo. Egli era venuto non per essere semplicemente il figlio di Maria, ma per essere il salvatore degli uomini, e perciò, quando giunse l'ora, si allontanò da lei. Maria comprese allora cosa volesse dire essere madre di un soldato. Gesù lasciò la sua compagnia, lei lo vide partire e invano tentò di stargli vicino. Egli era vissuto per tanti anni nella intimità con sua madre; ma allora disse: «Il Figlio dell'uomo non ha dove reclinare il capo» (Mt 8,20; Lc 9,58).
Dopo qualche anno Maria sentì del suo arresto, della sua passione, dei suoi dolori. Lo raggiunse sulla via del Calvario e gli stette vicino quando Lui fu innalzato sulla croce. E, alla fine, poté riaverlo tra le braccia, ma quando orinai era già morto. È. vero: Gesù risuscitò dai morti; però Maria non lo riebbe più perché Egli salì al cielo, e lei non poté seguirlo subito, dovette restare ancora lunghi anni in terra, nella cura amorosa dell'apostolo più caro, san Giovanni. Ma cos'era, anche l'uomo più santo, paragonato al suo figlio Gesù?
O Maria, Madre del Nostro Salvatore, in questa meditazione noi siamo passati improvvisamente dai misteri gaudiosi a quelli dolorosi, dall'annunzio dell'angelo ai tuoi sette dolori. Ti saremo vicino d'ora innanzi, per alcuni giorni, nella contemplazione dei tuoi dolori.