Omosessualità - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Omosessualità

O
di A. M. Ruíz Mateos
L'atteggiamento pastorale e la sua prassi devono tenere presenti la complessità e la problematica implicate dal fenomeno omosessuale. Di tutti i capitoli della sessuologia umana, l'omosessualità, insieme alla trans‑sessualità, costituiscono la sfida principale alla chiarificazione eziologica e al comportamento, e, soprattutto, al discernimento morale e all'orientamento verso una maturità evangelica. L'omosessualità maschile e femminile si presenta in un ventaglio così vasto che è necessario ricordare che le atipie costituiscono la norma comune. « Non esiste l'omosessualità, ma esistono gli omosessuali ». Questo è un principio generale antropologico che va affermato qui con tutta la sua forza.
Solo a titolo di esemplificazione, possiamo elencare: l'omosessualità inconscia, quella sospetta, quella conscia; l'omosessualità non attiva, quella attiva; l'omosessualità per motivi psico‑affettivi (autentica), o per interessi estranei all'attrattiva sessuale (inautentica); l'omosessualità sporadica, quella permanente; l'omosessualità concreta o promiscua; ecc. Di fronte a tanta varietà, può essere utile una classificazione semplificata che distingue l'omosessualità primaria e l'omosessualità secondaria. Quella primaria è quella genuina o costitutiva che, in margine alle predisposizioni somatiche, genetiche, endocrine, ecc..., si forma, all'incirca, nei primi due o tre anni di vita. È praticamente irreversibile. L'omosessualità secondaria è la conseguenza di riflessi condizionati o di situazioni ambientali. Può regredire in modo spontaneo, modificandosi l'ambiente sociale, o con tecniche specifiche, come quelle dei comportamenti. Per approfondire e trattare i problemi di omosessualità, è necessario respingere le interpretazioni parziali e conservare un atteggiamento eclettico o comunque aperto alla dimensione somatica, psicologica e sociale.
Nei postulati che ora enunciamo, sono riassunti alcuni punti fondamentali per la pratica pastorale:
a) rendere oggettiva e consapevole la complessità del problema ed avere un'apertura comprensiva ed accogliente;
b) tener presente che la pulsione omosessuale non è equivalente, a parità di circostanze, a quella eterosessuale. Il suo controllo esige molto frequentemente sforzi autenticamente eroici che obbligano al discernimento morale nel valutare fino a che punto esiste il « minimum libertatis » per poter parlare di atto etico;
c) valorizzare nella sua giusta proporzione il dato biblico e la tradizione;
d) non respingere e non accettare senza una valutazione critica la dottrina ufficiale cattolica. L'ultimo documento su questo tema: Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sull'attenzione pastorale verso gli omosessuali (1o Ottobre 1986), pecca, a mio parere, delle ambiguità proprie del riduzionismo tradizionale dell'etica sessuale cattolica, e, d'altra parte, reca atteggiamenti significativi e stimoli evangelici; e) in sintonia col mondo scientifico, la pastorale deve vivere la tensione di ricerca e di progetto per la chiarezza e la maturità antropologica ed evangelica di quanti vivono ed anche subiscono il condizionamento omosessuale.

Bibliografia
Aa.Vv., Fede cristiana e omosessualità, Centro Ecumenico di Agape, Prali, 1981. Aa.Vv., L'omosessualità. Aspetti medici, sociali e pastorali, Ed. Queriniana, Brescia, 1967. Eck M., L'omosessualità, Ed. Borla, Torino, 1967. Neill J.J. Mc, La Chiesa e l'omosessualità, Ed. Mondadori, Milano, 1979. Piana G., « Omosessualità e transsessualità », in: Nuovo Dizionario di Teologia Morale, Ed. Paoline, Cinisello B., , pp. 830‑838.
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