Azioni ecclesiali - DIZIONARIO DI PASTORALE

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Azioni ecclesiali

A
di C. Floristán
Si chiamano azioni ecclesiali le forme con cui agisce la Chiesa. Tradizionalmente, esse derivano dalle funzioni messianiche di Gesù, cioè, quella profetica, quella sacerdotale e quella regale. Sì chiamano anche i tre poteri della Chiesa: quello d'insegnamento, quello di santificazione e quello di governo. Per questo, secondo la teologia pastorale preconciliare ed anche alla luce del Vaticano II, si parla di tre ministeri o di tre pastorali: la pastorale profetica o azione ecclesiale della parola, la pastorale liturgica o azione pastorale del culto, e la pastorale « odegetica » (da: hodòs: cammino), o azione pastorale della carità. Si tratta di tre aspetti della missione della Chiesa, o di tre divisioni della teologia pastorale. Arnold e Liégé sono stati i grandi pastoralisti delle azioni eccelsiali. Secondo i manuali di pastorale, sono inclusi nel ministero della parola: l'evangelizzazione, la catechesi e l'omelia; in quello della liturgia: l'Eucaristia, i sacramenti e la preghiera; in quello caritativo: il servizio cristiano al mondo e la guida della Chiesa. Oggi, si tende a dividere in quattro le azioni ecclesiali partendo dalla Chiesa come Popolo di Dio, sacramento del Regno e comunità di credenti.
La missione profetica (martyrìa) corrisponde all'annuncio e all'avverarsi del vangelo. Sotto questo aspetto, Gesù è visto come profeta. La finalità di questo ministero è quella di suscitare la fede, approfondire il senso di Dio e rivelare l'orizzonte cristiano del progetto umano. Comprende: l'evangelizzazione, la catechesi e l'interpretazione teologica.
La missione della fraternità viva (koinonìa) è il servizio di carità  ad intra. Essa svela il mistero della comunione e rivela la paternità di  Dio nella fraternità cristiana. Gesù appare come maestro, e i credenti si riuniscono nella comunione mediante lo strumento organizzativo della comunità cristiana. Si radunano in assemblea per conoscere sperimentalmente la sapienza di Dio e poterla confrontare con tutti i problemi del processo umano storico. L'intento è quello di costruire una nuova fraternità.
La missione liturgica (leitourghìa) comprende tutto il complesso di celebrazione dei misteri cristiani. È un servizio di speranza. Rivela la riconoscenza verso Dio e mostra che il mondo non è votato alla catastrofe. Gesù appare qui come sacerdote della nuova alleanza. Questa missione si chiama anche doxologia.
Infine, la missione liberatrice (diakonìa) è una funzione « socio‑pastorale ». È il servizio di carità ad extra. Rivela il mistero dell'edificazione del Regno fuori dei confini della Chiesa, mediante una società più umana, cioè, più giusta e più libera. Gesù appare qui come il primogenito della nuova creazione.

Bibliografia
Arnold F.X., Storia della teologia pastorale, Ed. Città Nuova, Roma, 1970. Cappellaro J. ‑ Franchini E., Il rinnovamento della pastorale, Ed. dehoniane, Bologna, 1985. Scoppola P., La nuova cristianità perduta. Ed. Studium. Roma. 1985.
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