PREGHIERE DEI SECOLI A MARIA


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Teodoro di Ancira

V Secolo

Ave, o letizia
per noi desiderabile;
ave, o giubilo delle chiese;
ave, o nome
che ispiri dolcezza;
ave, o volto che irradi
divinità e grazia;
ave, memoria venerabilissima;
ave, o vello salutare e spirituale;
ave, madre
dell'intramontabile splendore,
avvolta di luce;
ave, illibatissima
madre della santità;
ave, fonte limpidissima
dell'onda vivificante;
ave, novella madre,
officina della nuova creazione.

Ave, ineffabile madre


di un mistero inafferrabile;
ave, nuovo libro
di una nuova scrittura
della quale sono testimoni fedeli
gli angeli e gli uomini.

Ave, alabastro
del sacro unguento,
ave, ottima trafficante
del denaro verginale;
ave, creatura che hai afferrato
il tuo Creatore;
ave, piccola dimora
che contenesti l'Incontenibile!

O terra non seminata,
che facesti germogliare
un frutto salvifico!
O Vergine che superasti
il giardino stesso dell'Eden!



Della sua vita abbiamo poche notizie. Fu vescovo di Ancira, la moderna Ankara in Turchia. Dopo essere stato per un certo tempo amico di Nestorio, ne divenne uno dei massimi oppositori durante il Concilio di Efeso, dove svolse la funzione di teologo ufficiale e tenne due omelie e un discorso dedicati al Natale de Signore. Si ignora l'anno esatto della morte che deve essere avvenuta tra il 438 e il 446.Pensatore profondo, capace di estasiarsi nella contemplazione dei misteri di Dio, parla della Vergine con calore e la colloca nel contesto della teologia del Verbo Incarnato. Dato il legame con Efeso, Teodoro prende chiara e netta posizione nei confronti del dogma della maternità divina che contempla e descrive con un linguaggio ispirato ed estatico, pieno di devozione e stupore.


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