PREGHIERE DEI SECOLI A MARIA


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Edith Stein

XX Secolo

Madre mia, amatissima,
a te il Signore
ha affidato i misteri del Regno,
sei madre del suo mistico corpo.
Il tuo sguardo
abbraccia tutti i tempi,
tu conosci ogni membro
e i suoi compiti mentre lo guidi.
Ti ringrazio d’avermi chiamata
ancor prima di sapere che da te
viene la vocazione religiosa.
Che cosa sarà di me?

Non lo so.
Ma considero una grande grazia
e non meritata d’avermi eletta
a essere tuo strumento.
Vorrei abbandonarmi, docilmente,
nelle tue mani,
come attrezzo obbediente.
Confido in te.
Sei tu che renderai utile
l’ottuso strumento.


Edith Stein nasce a Breslavia il 12 ottobre 1891 da Sigfried Stein e Augusta Courant, ultima di sette fratelli. I genitori videro in questa nascita, avvenuta nel giorno della festa del Kippur, una benedizione di Dio. Due anni dopo, nel mese di luglio, muore il padre e la mamma è costretta a rilevare la direzione del negozio di legname. Nel giorno del suo sesto compleanno, il 12 ottobre 1897, Edith comincia a frequentare la scuola. Viene descritta piccola, delicata e pallida, ma dal carattere vivace, impertinente e collerico. Con il tempo riuscirà a dominarsi così bene, da sembrare timida e chiusa. Nel 1906 decide improvvisamente di abbandonare gli studi e si reca a vivere presso la sorella ad Amburgo. Inizia quel cammino di crisi profonda che la porterà a dichiararsi atea. Tornata a Breslavia e concluso il liceo, nel 1911 si iscrive alla facoltà di lettere e si interessa soprattutto alla psicologia e alla filosofia. Si trasferisce quindi all’università di Gottinga dove incontra Husserl, inventore del metodo fenomenologico. In questo ambiente ha anche la possibilità di incontrare altri pensatori come Reinach, Scheler, Hipp ed altri. Supera l’esame di stato con una tesi sull’intuizione (Einf?hlung), tema lasciato in sospeso da Husserl. Dopo la laurea in filosofia, storia e letteratura tedesca entra come volontaria nella Croce Rossa e per sei mesi si reca anche in Austria, ammirata da tutti per la dedizione ai malati e la moralità. Tornata a Breslavia, consegue nel 1916 il Dottorato a Friburgo, dove Husserl insegna già da un anno. Nel 1917 Reinach muore al fronte e la moglie chiede ad Edith di riodinarne le carte. Edith resta impressionata dal comportamento della vedova che da poco si è convertita al cristianesimo. Nella casa dei coniugi Conrad Martius, discepoli di Husserl, e anch’essi convertitisi al cristianesimo, trova una biografia di S. Teresa d’Avila che la impressiona moltissimo per quel suo rapporto profondo con Dio che non è fondato su un processo razionale ma su una certezza radicata nel cuore. Sulla scia di Teresa, Edith ravvisa in sé la chiamata alla grazia e il 1 gennaio 1922, dopo una lunga preparazione, riceve il battesimo sentendo ingigantire nel suo cuore la certezza della vocazione religiosa carmelitana. Lasciata Friburgo e il lavoro con Husserl, Edith Stein va ad insegnare nel liceo femminile di S. Maddalena delle suore domenicane di Spira, dove resta dal 1923 al 1931. Ecco in breve la cronologia degli ultimi anni: 27 marzo 1931: lascia il liceo per dedicarsi alla traduzione di S. Tommaso; 1932: ottiene la docenza all’Istituto Superiore di Pedagogia Scientifica di Munster; Inizi del 1933: Hitler ordina l’esclusione degli ariani dai pubblici uffici; 13 ottobre 1933: Edith entra nel Carmelo di Colonia. Ha 46 anni; 15 ottobre 1934: Vestizione religiosa. Prende il nome di Teresa Benedetta della Croce; 21 aprile 1935: Professione temporanea; 21 aprile 1938: Professione perpetua. A causa delle sempre più severe leggi razziali si trasferisce in Olanda nel Carmelo di Echt; 26 marzo 1939: si offre a Dio come vittima per la pace; 2 agosto 1942: viene prelevata dai nazisti e condotta nel campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, dove, appena 51enne, muore nella camera a gas; 1 maggio 1987: viene elevata agli onori degli altari da Giovanni Paolo II.

Tra le opere di Edith Stein non si trova uno specifico saggio di mariologia, ma alla Vergine santa Edith Stein dedicò molti pensieri e molte tenere poesie. Proprio negli anni delle innumerevoli ed inaudite tragedie che colpirono l’umanità, il suo fu tutto un palpito verso la luce, come una danza della vita e della liberazione nella tenebra della morte. Edith Stein è convinta che solo chi è nella pienezza della propria femminilità e la vive, può accettare consapevolmente e senza difficoltà Maria. Lei stessa ha fatto di questo l’esperienza. Avendo faticato a sviluppare il proprio femminile, Edith Stein ha maturato anche lentamente il suo amore per la Vergine. La sua ricerca sullo specifico femminile, sull’ethos professionale e vocazionale femminile, da cui deriva il dono di “essere” donna in pienezza e “donna per”, la porta a scoprire le peculiari qualità di Maria che realizzò al massimo se stessa nella donazione totale. Scoprendo la donna, Edith Stein scopre Maria che ci ha generati alla vita della grazia, ha offerto tutto il suo essere, corpo ed anima, alla maternità divina. Per questo è tanto vicina alla donna e a tutti, e ci ama, ci aiuta a diventare quello che dobbiamo essere, ci conduce alla comunione con Cristo. Maria è per Edith Stein non soltanto un modello, ma è soprattutto Colei che “ci è accanto” con un contatto delicato, sentito, emozionante, pervaso di fremiti. Edith Stein descrive la vicinanza di Maria come un contatto di chiragogia, mano nella mano, un qualcosa di caldo e affettuoso che aiuta a realizzarsi in pienezza come persona. Edith Stein sente Maria vicina, ne avverte il respiro, si sente da Lei guidata come da uno spirito protettore. Maria, crede, è colei che ci conduce a Dio tenendoci per mano, basta che noi lo vogliamo, basta che ci abbandoniamo alla sua mano. M
aria è il cuore della Chiesa, un cuore vergine che con il suo consapevole “fiat” collaborò al progetto salvifico di Dio. Maria è la donna del silenzio, colei che fu inondata di Spirito mentre pregava da sola e nel silenzio diede alla luce il Figlio di Dio e pregò per la Chiesa nascente. Maria è la Madre dolorosa che stette accanto alla croce di Cristo, soffrì e comprese il dolore del Figlio. Nelle sciagure, nell’abisso della malvagità umana, che tende sempre ad offuscare la Luce, Maria è vicina a noi, fino a quando non risorgerà l’alba della giustizia e l’ineffabile splendore di Dio non trionferà sul male. Maria è la Madre del Risorto Signore della pace, ella è la via stessa della pace e le sue materne e tenere mani conducono i figli e le figlie alla pace. Inondata dallo Spirito, Maria è il genuino esemplare della donna, della femminilità. Sta, infatti, al fianco di Colui che è il prototipo di tutta l’umanità che ella a lui conduce. Maria aiuta ogni uomo e ogni donna alla sua realizzazione, nello Spirito. Il legame dello Spirito con Maria e con noi, è visto da Edith Stein come un legame profondissimo e insostituibile. Scrive nei suoi versi: “O dolce Spirito ti ho trovato: nel volto di Maria traspare tersa la luce della divinità che mi manifesti”.


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