Nel cammino verso il mondo e verso il rinnovamento della Chiesa, intrapreso nel suo pontificato, Paolo VI inserisce il suo discorso su Maria, dandole il vero e imperituro significato di “Donna” nuova e “moderna”, nella quale, in maniera indelebile si riflette il progetto originario di Dio sulla creatura umana e il percorso di adesione a Cristo del vero suo discepolo e della quale né il culto, né la teologia, né la vita umana e cristiana possono fare a meno, senza svuotarsi del loro pieno significato storico – salvifico.
Papa innamorato di Maria, Paolo VI redasse i suoi documenti, pronunciò i suoi discorsi e compì i suoi atti “mariani”, soprattutto con la coscienza, la consapevolezza e la preoccupazione del Pastore, intervenendo là dove era richiesto precisare, indicare, proporre, riproporre la dottrina conciliare, non staccata ma letta alla luce della perenne tradizione della Chiesa.
Maria è per lui l’ideale di quella umanità, sognata come “Civiltà dell’amore”, modellata quasi sullo stesso suo bagaglio di virtù umane e spirituali, quali l’amore aperto e offerente, il servizio umile e disinteressato, la sollecitudine verso i sofferente e gli indigenti, il senso dell’appartenenza, dell’amicizia e del dono generoso, che furono i tratti salienti della sua personalità.
Tra omelie, radiomessaggi, Encicliche, Esortazioni apostoliche, Lettere Apostoliche, ecc., Paolo VI scrisse circa 315 documenti mariani. Ricordiamo in particolare:
- la grande opera da lui svolta per l’inclusione del Documento conciliare sulla Madre di Dio all’interno della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen genitum, conosciuto come il Capitolo VIII;
- la solenne proclamazione di Maria come Madre della Chiesa, compiuta al termine della terza sessione conciliare il 23 novembre 1964, contestualmente alla promulgazione della Lumen gentium;
- l’esortazione apostolica Signum magnum del 13 maggio 1967, in cui riafferma la dottrina conciliare della maternità spirituale di Maria ed il suo inscindibile nesso con i doveri degli uomini redenti verso di lei;
- la Sollemnis professio fidei del 30 giugno 1968, in cui oltre a riaffermare i punti essenziali della fede in quel momento storico messi in dubbio o contestati, nei nn. 14 e 15 condensa e riafferma tutta la dottrina mariana ecclesiale, a partire dai quattro dogmi definiti, fino alla dottrina comune della cooperazione alla salvezza della Madre del Signore e alla sua intercessione celeste, con la quale non cessa di manifestare la materna sollecitudine verso di noi.
- l’enciclica Christi matri e l’esortazione apostolica Recurrens mensis october, documenti con cui aveva fortemente sollecitato la recita del Rosario per ottenere da Dio il dono della pace.
Il documento mariano più significativo di Paolo VI, è certamente l’Esortazione apostolica Marialis cultus del 2 febbraio 1974. Con questo documento Paolo VI intese:
- mettere in luce il posto eminente e singolare che la Madre di Dio ha nel culto della Chiesa;
- offrire valide indicazioni per il rinnovamento dell’Angelus e del Rosario, dei quali sottolineò, in maniera originale, la perenne validità.