Il magistero mariano di Giovanni Paolo II è stato un magistero ricco, luminoso e pastoralmente molto efficace. Seguendo i suggerimenti del Concilio Vaticano II e appellandosi spesso agli insegnamenti di Paolo VI, egli ha offerto alla Chiesa un’esposizione sostanzialmente completa di dottrina mariana, amalgamando sapientemente l’antico e sempre valido apporto della Tradizione, accolto e sviluppato dal Concilio, con le nuove esigenze suggerite dalla contemporaneità e delle particolari esigenze della vita della Chiesa postconciliare. Il tema più significativo e ampiamente sviluppato appare la relazione di Maria con la Chiesa sotto l’aspetto della maternità spirituale, con conseguente sottolineatura e invito alla riscoperta della vitale e benefica presenza della Vergine accanto al popolo di Dio e ad ogni singolo fedele, tutto sullo sfondo delle fede di Colei che ha creduto e che invita la Chiesa a ripetere e rinnovare, imitandola e seguendola, il suo perenne “si” a Dio. Parlando della Vergine Giovanni Paolo II tocca tutti i temi della fede, per cui la sua mariologia è un compendio del credo della Chiesa, una sintesi di tutto il mistero cristiano in chiave mariana.
La mariologia di Giovanni Paolo II si delinea come un mirabile connubio che amalgama armonicamente la devozione personale e l’ispirazione poetica, l’approfondimento teologico e la responsabilità ecclesiale, l’intuizione pastorale e le esigenze ecumeniche. Ecco perché nel suo insegnamento mariologico, il Pontefice affronta tutti i temi fondamentali dell’esistenza umana e della fede cristiana; ecco perché la “sua” Maria risplende come una presenza irrinunciabile che sovrasta continenti e culture, capace di introdurre perennemente l’uomo e il credente nel mistero di Cristo Salvatore, del cui amore Lei stessa è la prima beneficiaria e la prima testimone. Egli ha voluto proporre la Vergine Madre quale presenza carismatica, irrinunciabile e “trasversale” nell’evangelizzazione contemporanea ed ha mostrato ed insegnato ad accoglierla nella propria vita e nella intimità del proprio cuore, senza avere paura di gridarle “Totus tuus”, perché questo vuol dire conformarsi perfettamente a Cristo e seguire il dettame evangelico. Maria diventa, così, la chiave di lettura dell’intero mistero cristiano, perché ne realizza i principali valori in modo singolare, esemplare, suggestivo, ispiratore, imitabile, dinamico, tutto questo perché è al principio dell’evento Cristo e, di conseguenza, al centro della storia personale e collettiva e al centro della Chiesa in cammino verso l’Eschaton. In Maria, “pellegrina nella fede”, la Chiesa ed ogni cristiano guardano e studiano se stessi in quell’andare verso, in quel continuo superamento che immergono nella ineffabile e trasfigurante conoscenza di Cristo e che manifestano sete d’infinito e desiderio del Dio-con noi.
I Documenti mariani di Giovanni Paolo II sono:
- Lettera Enciclica Redemptoris Mater del 25 marzo 1987;
- Settanta Catechesi mariane, suddivise in tre parti: la prima: “La presenza di Maria nella storia della Chiesa”(dal 6 settembre al 22 dicembre 1995) conta 9 catechesi; la seconda: “La fede della Chiesa su Maria” (dal 3 gennaio 1996 al 23 luglio 1997) conta 46 catechesi; la terza: “Il ruolo di Maria nella Chiesa”(dal 30 luglio al 2 novembre 1997) conta 14 catechesi.
- Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16 ottob re 2002, la quale non tratta solo e strettamente della pia pratica cara da secoli alla pietà popolare, ma ne è una lettera contemplativa dal grande respiro cristologico.