I PAPI E FATIMA - I PAPI E FATIMA

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I PAPI E FATIMA



Fra le rilevazioni private avvenute nel nostro tempo, quelle di Fátima hanno la particolarità di proiettare il suo messaggio a livello mondiale, per quel che si riferisce sia alla Chiesa sia al mondo. Lucia, Giacinta e Francesco, in Portogallo all'inizio del XX secolo, assumono le convinzioni fondamentali della cattolicità che le apparizioni confermano loro. Professano la fede nella Santissima Trinità e, a partire dalle rivelazioni del 1916, le preghiere trinitarie che vengono insegnate loro: «Mio Dio, io credo in te, ti adoro, spero in te e ti amo; Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti adoro profondamente».
Conoscono la centralità di Gesù Cristo e dell'Eucaristia. L'adorazione eucaristica nella chiesa parrocchiale e la partecipazione alla messa domenicale sono i segni della dimensione cristocentrica della loro fede. La loro profonda devozione a Nostra Signora, in quanto Madre di Gesù, Madre della Chiesa e Signora del Rosario, propria della devozione popolare dell'epoca, incentrata sulla recita in famiglia del rosario e sulle feste mariane, è un tratto distintivo del cattolicesimo di tutti i tempi.
L'ambito di riferimento dei pastorelli è la Chiesa, comunità locale di quanti celebrano la messa, i sacramenti e le feste. Il volto visibile della Chiesa che conosciamo è quello della parrocchia, la cui vita gira attorno alla fede ereditata dagli avi. Accanto a questa dimensione locale, i pastorelli conoscono l'universalità della Chiesa e la loro devozione al Santo Padre è il segno di questa prospettiva di cattolicità della Chiesa.
Leggendo le  Memorie di suor Lucia  e il testo della terza parte del segreto di Fátima, troviamo molti riferimenti al Papa, riguardo al quale si evidenziano diversi aspetti: la devozione e l'amore personale, la solidarietà con lui nella sofferenza, la persecuzione e il martirio al quale è sottoposto nella sua condizione di guida della Chiesa.
La visione di Giacinta Marto riportata di seguito esprime l'esperienza più forte: «Ho visto il Santo Padre in una casa molto grande, in ginocchio, di fronte a un tavolo, con le mani sul volto, che piangeva. Fuori dalla casa c'era molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte parole cattive. Povero Santo Padre! Dobbiamo pregare molto per lui».
Questa esperienza interiore rivela una devozione il cui significato assume grande importanza. Anche senza conoscere i dettagli della teologia sulla Chiesa, sul posto che in essa occupano la figura del Papa, la sua funzione e il suo magistero, Giacinta interiorizza alcuni elementi fondamentali.
In primo luogo si tratta di un legame personale, che supera il mero vincolo istituzionale. Sente come sua la sofferenza del Santo Padre, in un atteggiamento di solidarietà e di comunione, proprie dei membri del Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa.
Interpretando il linguaggio con cui narra la visione, possiamo pensare che la «casa molto grande» in cui il Santo Padre si trova è la Chiesa. Lì, il Pastore in nome di Cristo, il Papa, è anche colui che più s'identifica con Cristo, l'agnello immolato per la salvezza di molti. «Con le mani sul volto, che piangeva»: il Papa fa sue le sofferenze della Chiesa, violentata e perseguitata nel mondo, in particolare nel XX secolo, il secolo dei martiri.
Il testo poi dice: «fuori della casa c'era molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte parole cattive». Il XX secolo è stato l'epoca della grande scissione fra credenti e non credenti, il secolo dell'ateismo e, in molti casi, il secolo della grande persecuzione contro la Chiesa cattolica. Il «fuori dalla casa» può essere un riferimento al «mondo», all'essere salvato da Cristo per mezzo della Chiesa, o al mondo in quanto opposto alla Chiesa.
Un'altra visione di Giacinta Marto rivela, da un lato la sua passione per la Chiesa e dall'altro per quanti sono lontani da essa: «Non vedi tanta strada, tanti cammini e campi pieni di gente, che piange per la fame e non ha nulla da mangiare? E il Santo Padre in una Chiesa, dinanzi all'Immacolato Cuore di Maria, che prega? E tanta gente che prega con lui?». Non si tratta solo di fame di alimenti, ma anche di fame di Dio che riguarda tante persone che si sono allontanate da Lui. Proprio in questo mondo, il Papa — la Chiesa prega e manifesta la sua fiducia nell'Immacolato Cuore di Maria, rifugio dei peccatori e cammino che conduce a Dio.
Nella terza parte del segreto di Fátima, vediamo nuovamente il Papa, il vescovo vestito di bianco, che cammina, proprio con il popolo dei perseguitati, segnati però dalla speranza della redenzione che nasce dai bracci della croce, eretta sulla cima di un'alta montagna. È, ancora una volta, il pastore che cammina con il suo gregge e il maestro della fede che guida il suo popolo, cercando di condurlo alle sorgenti della salvezza.
L'importante posto che occupa il Papa nella vita dei pastorelli, come pure nelle rivelazioni di Fátima, crea le condizioni affinché il messaggio assuma una portata universale e tocchi le questioni fondamentali della storia del mondo attuale. D'altro canto, il legame fra i Papi e Fátima, fin dall'inizio di questo fenomeno, porta un evento di carattere locale, o al massimo nazionale, a proiettarsi su scala mondiale.
Sono molti i vincoli che hanno unito Fátima ai Papi dalle prime notizie sulle apparizioni. La storia stessa del rapporto fra i Papi e Fátima denota la convinzione generale riguardo alla portata ecclesiale e universale di questo messaggio profetico.
La serietà con cui i Papi vedono la profezia di Fátima diviene evidente nella consacrazione del mondo all'Immacolato Cuore di Maria.
Una rivelazione particolare arriva al Papa che la interpreta come una richiesta del Cielo, consapevole che da essa dipende la pace universale e che la conversione del mondo e della Chiesa vengono realizzate per mano di Maria.
La profezia di Fátima diviene motivo di speranza e di salvezza non solo per il XX secolo, vittima delle più grandi atrocità, ma anche per il terzo millennio, con l'avvento di nuove calamità umane.
Sotto il segno di Fátima, il Papa, e con lui tutta la Chiesa, proclamano al mondo la possibilità di un rinvigorimento della fede, di una rinascita della speranza e di una vittoria dell'amore, fondate sulla certezza della presenza di Dio fra il suo popolo. Allo stesso tempo, il Papa rafforza i cristiani nella devozione a Nostra Signora, in quanto Madre di Dio e Madre degli uomini.

[DA L'OSSERVATORE ROMANO DELL'11 MAGGIO 2010]

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