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Tabernacoli, Festa dei. (inizio)
Vedi *Feste del popolo di Israele.
1. Tenda che aveva la funzione di santuario mobile per gli israeliti durante il loro viaggio verso la *terra promessa. E anche chiamata tenda della testimonianza, tenda della riunione, tenda della rivelazione o altrimenti. Era diviso in due parti: il santo (dove si trovavano la tavola dei *pani di proposizione, l'altare dell'incenso e il *candelabro con sette bracci) e il santo dei santi o santissimo, dove si conservava l'*arca dell'alleanza con le tavole della legge (cf Es 25,10-40; 26). Dopo la scomparsa dell'arca, il tabernacolo era totalmente vuoto.
2. Edicola al centro dell'altare, in genere ornata artisticamente, in cui si custodisce il *Santissimo Sacramento. Fin dall'antichità vi è l'uso di conservare l'*eucaristia in un luogo protetto e in un armadietto, che diede poi origine al tabernacolo moderno, comunemente chiamato anche *ciborio.
Piccolo monte della Galilea, alto circa 600 metri. Secondo la tradizione fu questo l'" alto monte " (isolato nella pianura la sua altezza risalta) dove ebbe luogo la *trasfigurazione del Signore (Mt 17,1-9 e par.). Alcuni pensano che sia anche il monte " che Gesù aveva loro fissato " (Mt 28,16s) per incontrare gli undici dopo la risurrezione.
Termine polinesiano che in origine significa ciò che è separato, ciò che sta fuori dal limite. Questa separazione può avere un aspetto positivo, per indicare protezione o differenziazione del sacro, e un senso negativo, come espressione di una proibizione. Attualmente, nel nostro ambito culturale, si usa nel secondo senso e esprime una proibizione non ragionata che impone un comportamento fuori del quale sono offese le relazioni del gruppo o l'essere stesso.
Uno dei dodici *apostoli. In alcuni manoscritti è chiamato Lebeo, e Luca lo chiama Giuda, (fratello) di Giacomo (cf Mt 10,3; Mc 3,18; Lc 6,16; At 1,13). Viene in genere chiamato *Giuda Taddeo. Nei Vangeli non si dice nulla su di lui; è nominato soltanto. Dal nome, potrebbe essere uno dei " fratelli " (cugini) di Gesù. Si ritiene che sia lui l'autore della breve Lettera di Giuda, nella quale si presenta come " fratello di Giacomo " (Gd 1,1).
Dal latino talis = tale. Legge che stabilisce un castigo uguale al delitto: " A tale delitto, tale castigo ". Compare in Es 21,23-25; Lv 24,18-21; Dt 19,21. Il suo spirito non è di vendetta, ma serviva per dare un limite ai giudici ed evitare una rappresaglia smisurata. In epoca primitiva, rappresentava un progresso, ma nella nuova legge è superata. Nell'evoluzione giuridica, si passò infatti alla possibilità di scegliere, in alternativa, un risarcimento sostitutivo, che diventò obbligatorio, nel Diritto Romano, già dal sec. II d.C. Alla legge del taglione, tra l'altro malintesa, si rifà sotto certi aspetti la barbara istituzione della *pena di morte, ancora vigente in molti stati. Citando l'" occhio per occhio e dente per dente " (sintesi della legge del taglione), Gesù insegna ed esige il perdono (cf Mt 5,38-42).
Tagore, Rabindranath (1861-1941). (inizio)
Poeta indiano nato a Calcutta. Le sue opere, oltre che un'elevata ispirazione poetica, possiedono un profondo senso umano e religioso; sono state tradotte nelle principali lingue.
Località in Francia dove vive una comunità di monaci formata da membri di diverse Chiese protestanti. Fu fondata da Frère Roger Schutz ed è animata da un forte spirito *ecumenico. I suoi rapporti con la Chiesa cattolica sono molto buoni. Dal 1973 appartiene alla comunità anche un presbitero cattolico. Ogni anno si incontrano a Taizé per pregare migliaia di giovani.
Moneta greca equivalente a 6.000 *dramme o *denari, ovvero a 6.000 salari giornalieri. Si può così calcolare quale somma esorbitante dovessero significare i 10.000 talenti di cui parla la *parabola di Mt 18,23-35 (cf anche Mt 25,14-30; nel passo parallelo, o simile, Luca mette mine, una moneta di valore sessanta volte inferiore (Lc 19,11-27).
Dall'arabo, " scongiuro, incantesimo ". Figura o oggetto al quale si attribuiscono effetti portentosi. Vedi *Magia.
In ebraico, " insegnamento, studio ". E l'insieme delle norme e tradizioni aggiunte alla Bibbia ebraica e codificate dai rabbini, ovvero della *Mishnah (opera conclusa verso il 200 d.C.) e del commento alla stessa, detto *Ghemara. Esistono due varianti, identificate dai luoghi dove furono redatte: il Talmud palestinese, terminato verso il 400 d.C., e il Talmud babilonese, più sviluppato, concluso verso il 500 d.C.
Nome di diverse donne nella Bibbia: 1. Nuora di Giuda (Gn 38). 2. Figlia di *Davide violentata da Amnòn e vendicata da Salomone (2 Sam 13,1-29). 3. Figlia di *Assalonne (2 Sam 14,27). E anche il nome di una città nel sud della Palestina.
Taoismo. Da tao = via. (inizio)
E un atteggiamento verso la vita; " può essere una religione, un'etica, un sistema del mondo e un'ispirazione ", presente nel popolo cinese o in altri che ne subiscono l'influenza. La vita " è una strada che cammina. E, al tempo stesso, la citazione di tutto ciò che esiste... Le parole risultano impotenti per esprimere il fatto di esistere... L'uomo è un viaggiatore che, se è saggio, si stupisce di esistere e interroga se stesso sulla strada, sul termine e sul senso del viaggio ". In questa ricerca della strada e del suo senso, i taoisti compiono molti esercizi e pratiche di igiene (C. Larre, DdlR-H).
In aramaico, " traduzione ". E la traduzione della *Bibbia ebraica in aramaico: aggiunge dei chiarimenti all'originale, soprattutto nei libri poetici e profetici. Quelli che possediamo sono del sec. III d.C. o posteriori, ma contengono elementi più antichi.
Città greca ubicata molto ad occidente del vecchio mondo; si suole identificare con Tartesos, nel sud della Spagna. Nell'AT è menzionata come ricca soprattutto di minerali e centro di commercio marittimo. E menzionata anche nel libro di *Giona (cf Gn 10,4; Is 66,19; Sal 72,10; Ger 10,9; Ez 27,12; 38,13; Gio 1,3; 4,2).
Capitale della *Cilicia, in *Asia Minore, patria di san *Paolo (cf At 9,11; 21,39; 22,3), che visse lì per un certo tempo anche dopo la sua conversione (cf At 9,30; 11,25). Fu un celebre centro culturale.
Nella mitologia greco-romana, abisso in cui furono precipitati i Titani e luogo di tormento per i defunti, dove i colpevoli ricevono il meritato castigo.
Tauler, Johannes (ca. 1300-1361). (inizio)
Domenicano nato a Strasburgo (oggi appartenente alla Francia), discepolo di Mastro *Eckart e, come lui, *teologo, *mistico direttore spirituale. Non cade nella tendenza panteistica del suo maestro.
in greco, " che opera prodigi ". Chi possiede il carisma di fare *miracoli.
Rito di alcune religioni pagane nel quale la persona protagonista della celebrazione, posta sotto un'apertura, era irrorata dal sangue di un toro sgozzato sopra.
Le due tavole di pietra su cui era scritta la legge o i dieci *comandamenti. Sono dette dell'alleanza perché si presentano nella cornice delle antiche alleanze tra popoli o tribù: nel suggellare un'alleanza, si scrivevano le clausole su due tavole, che erano depositate nei templi delle rispettive divinità. Queste di Mosè furono depositate nell'*arca dell'alleanza, che stava nel *sancta sanctorum del *tabernacolo.
Scrittore cristiano della seconda metà del sec. II, discepolo di san *Giustino, anche se poi cadde in una posizione *eterodossa fondando una setta encratista (condannava il matrimonio). Scrisse verso il 170 un'apologia dai toni poco misurati. La più citata delle sue opere è il Diatessaron.
Parole latine: " A te, o Dio ". Con queste parole comincia un famoso inno di azione di grazie che si recita nella *Liturgia delle ore e che la Chiesa canta in certe circostanze di ringraziamento solenne.
Dal greco theos = Dio, e aner = uomo. Essere divino e umano. L'unico essere teandrico è Gesù Cristo.
Ordine fondato da san Gaetano da Thiene e Pietro Carafa, poi divenuto papa con il nome di Paolo IV (1555-1559). Il nome deriva da Theate, sede della quale fu arcivescovo Carafa. Lavorarono con efficacia nell'impegno parrocchiale e nella riforma del *clero, principalmente con l'esempio. Oggi i membri dell'ordine sono un centinaio.
Città dell'*Egitto, situata a circa 750 Km a sud del Cairo, famosa per i templi di Karnak e di Luxor. Fu capitale d'Egitto durante il nuovo impero.
Teilhard de Chardin, Pierre (1881-1955). (inizio)
Gesuita francese. Importante paleontologo, scoprì il Sinanthropus pekinensis. L'autorità ecclesiastica avvertì nelle sue interpretazioni filosofico-teologiche un ottimismo nello sviluppo evolutivo dell'uomo che non si compaginava bene con la dottrina del *peccato originale. Per il resto, la sua visione *dell'evoluzione si colloca in linea con la dottrina paolina, secondo la quale tutto avanza verso Cristo, il punto Omega (vedi *Alfa e Omega) verso il quale converge tutta la creazione in un processo di crescente cristificazione. Tra le sue numerose opere, spiccano: Il fenomeno umano e L'ambiente divino, che racchiude il nucleo della sua spiritualità.
Città di *Israele, porto del *Mediterraneo, scelta come capitale del nuovo Stato. Fu fondata nel 1909 e dal 1948 comprende anche l'antica città di *Giaffa.
Dal greco telos = fine. Spiegazione delle realtà basata sulle cause finali, invece che sulle cause efficienti. Similmente, si usa il teleologismo o finalismo, in contrapposizione al causalismo. La terminologia è nuova, ma non l'idea, già riscontrabile presso i filosofi greci (cf J. Ferrater, DF). L'essere è orientato verso una meta (che nell'essere libero non è meramente biologica o meccanica) ed è necessario conoscere questa meta per conoscere l'essere. " *L'escatologia è la teleologia dogmatica dell'unità totale della realtà creata da Dio e di ogni persona spirituale in particolare " (K. Rahner, DT-H).
Dal greco tele = lontano, e pathos = affetto. Fenomeno naturale che consiste nel sentire o sperimentare realtà lontane. Attualmente è considerata una scienza, all'interno delle discipline psicologiche.
Vedi *Mezzi di comunicazione sociale.
Collina artificiale proveniente da rovine, macerie, alluvioni... Fa parte di molti nomi topografici che compaiono nella *Bibbia.
Gli elementi del *carattere che dipendono dalla costituzione biologica. Il carattere comprende tutto l'insieme della personalità o modo di essere abituale dell'individuo.
Vedi *Anno liturgico.
Edificio dedicato al culto.
In Israele, dopo la *tenda dell'alleanza, e di altri luoghi in cui fu posta temporaneamente *l'arca, *Salomone costruì il tempio di Gerusalemme, che, come l'arca, era unico. In esso, l'insieme era propriamente il tempio (in greco, hieros), mentre la sua parte più sacra, la dimora di Dio, era il *santuario (in greco, naos). Era sontuoso, ricco di legni pregiati e di oro (cf 1 Re 6). Distrutto nel 587 da *Nabucodonosor (conquista di Gerusalemme da parte dei babilonesi: 2 Re 25,8-17), fu ricostruito al ritorno dall'esilio, tra il 520 e il 515, sul luogo in cui si trovava il primo, ma più poveramente; il re persiano *Ciro se ne assunse le spese (cf Esd 6). *Erode il Grande cominciò nel 20 una ricostruzione o abbellimento che fu ultimato nel 64 d.C. Poco dopo, nel 70, fu distrutto, quando i romani conquistarono Gerusalemme dopo la ribellione giudaica. Il tempio era il centro della vita di Israele: sacrifici quotidiani, preghiera, pellegrinaggi... Gesù andava al tempio e nel suo recinto predicò molte volte. Voleva che si rispettasse (cf Mt 21,12-17 e par.), ma ne annunciò anche la distruzione (Mt 24,2 e par.). Sintomaticamente, al momento della sua morte, il *velo che separava il santo dal *sancta sanctorum si squarciò da cima a fondo, a significare che era ormai passata l'ora di quel tempio.
Nella Chiesa di Cristo non ci fu fretta nel costruire templi o chiese. Gesù aveva detto che in ogni luogo si può adorare Dio (cf Gv 4,23), cosicché i cristiani si riunivano nelle case. Con l'aumento del numero dei fedeli, furono necessari degli edifici adeguati. Dalla conversione di *Costantino in poi, cominciarono a essere *dedicate al culto grandi *basiliche e edifici dalle caratteristiche diverse, così come oggi abbiamo: chiese cattedrali, parrocchie, cappelle, ecc.
Ordine militare fondato nel 1119 dal crociato francese Hugode Payns, con giuramento di obbedienza al *patriarca di Gerusalemme. Il nome gli viene dal palazzo costruito sul posto dell'antico *tempio di *Salomone dove alloggiarono i primi. Il loro fine era quello di proteggere i pellegrini sulle strade che portavano ai Luoghi Santi. L'Ordine era strutturato in tre livelli: cavalieri, cappellani e fratelli che servivano e curavano i malati. Ebbero un grande sviluppo e furono stimati. Successivamente, i loro nemici, in particolare Filippo IV il Bello di Francia, che ambiva ad impossessarsi delle loro ricchezze, con accuse in gran parte ingiuste, riuscirono ad ottenere che il papa Clemente V sciogliesse l'ordine nel 1312.
Vedi *Feste del popolo di Israele.
Sollecitazione a fare il male, che incita al *peccato, invito a impiegare male le energie e le inclinazioni personali o i beni esteriori. Le tre radici tradizionali indicate come origine delle tentazioni sono il diavolo, il mondo e la carne. Secondo san *Paolo, la causa della tentazione è l'elemento di disordine interiore che chiamiamo *concupiscenza. La tentazione non è peccato, ma occasione di peccare o di dimostrare la fedeltà a Dio. Nella *Bibbia si presenta a volte Dio stesso che tenta l'uomo, caso in cui, evidentemente, il senso non è quello di incitare al male, ma di mettere alla prova, come nel caso di *Abramo (Gn 22,1): " Dio mise alla prova Abramo e gli disse... "; cf Gdc 1,13: " Dio... non tenta nessuno al male ". Nella Bibbia si dice anche che l'uomo tenta Dio; tentare Dio è chiedergli dei miracoli per sfiducia, come per metterlo alla prova (cf Is 7,13; Mt 12,29).
Dal greco theos = Dio, e kratos = potere. Governo o potere di Dio. Regime sociopolitico nel quale esercita il potere un rappresentante diretto di Dio, come un sacerdote (o un gruppo sacerdotale) o un altro capo visto come delegato di Dio. In questo regime, la legge è come se fosse dettata da Dio, di modo che non esiste una distinzione tra legge civile e legge religiosa. Teocratico fu *Israele.
Dal greco theos = Dio, e dike = giustizia o giustificazione. E la parte della filosofia che studia ciò che si può conoscere di Dio per mezzo della ragione, a differenza della *teologia, che si basa sulla *rivelazione. La teodicea è anche chiamata teologia naturale.
Teodoreto di Ciro (+ 458). (inizio)
Come storico della Chiesa, continuò l'opera di *Eusebio. Si trovò coinvolto nella condanna de " I Tre Capitoli " (la persona e le opere di Teodoro di Mopsuestia, gli scritti di Teodoreto contro san Cirillo e una lettera di Ibas di *Edessa contro lo stesso Cirillo) suscitata dall'imperatore Giustiniano I con l'intenzione di attrarre i *monofisiti allargando la condanna della tendenza *nestoriana. Di fatto, benché il concilio II di *Costantinopoli, V ecumenico (553), sanzionasse quella condanna e l'approvasse il papa Vigilio (che era stato eletto grazie all'influenza della corte bizantina e che, chiamato a Costantinopoli, vi rimase per otto anni), non si ottenne il frutto sperato. Al contrario, si ebbe una forte reazione avversa in Africa e nell'Europa occidentale (cf Hertling, HI-H; Llorca, CH-I, 140).
Teodoro di Mopsuestia. (, 428). (inizio)
Antiocheno, vescovo della città siriaca di Mopsuestia, fu pastore e teologo che godette di grande prestigio. Dopo la sua morte, si avvertirono nei suoi scritti le concezioni cristologiche che stanno alla base dell'eresia che un altro antiocheno, *Nestorio, avrebbe esposto a Costantinopoli e che avrebbero ricevuto una solenne condanna nel concilio di *Efeso (431). Vedi *Teodoreto di Ciro.
Teodozione. (inizio)
Proselito ebreo di *Efeso. Verso il 190 eseguì una traduzione della *Bibbia dall'ebraico al greco, seguendo quella dei Settanta. Vedi *Versioni della Bibbia.
Dal greco phaneros = visibile, e theos= Dio. Apparizione o manifestazione di Dio in un modo sensibile. Nell'AT si narrano molte teofanie: Gn 12,7; 18; 32,31; Es 13,21; 24,16-18; Nm 12,7-8; 1 Sam 3,4.6.10. Altre manifestazioni sono meno dirette, attraverso il tuono, la tempesta, il fuoco, ecc.
Dal greco theos = Dio, e philos = amico. San Luca dedica il suo *Vangelo e gli *Atti degli Apostoli a Teofilo. Dato il significato della parola, alcuni pensano che non si tratti di un individuo concreto, ma di chiunque riceva il suo scritto. La maggior parte degli scritturisti, tuttavia, pensano che sia più probabile che si tratti di un cristiano determinato.
Nelle antiche *mitologie, l'unione sessuale tra dèi e dee (ad es. tra Zeus ed Era) o tra un dio e una donna o una dea e un uomo.
Nelle religioni politeistiche, narrazione sulla nascita degli dèi. Vedi *Cosmogonia.
Le tre virtù il cui oggetto diretto è Dio, ovvero: *fede, *speranza, e *carità.
Dal greco theos = Dio, e logos = parola, trattato. La scienza che studia Dio e quanto a lui si riferisce, alla luce della *rivelazione. La teologia è riflessione: è la fede che cerca di capire (" fides quaerens intellectum ", come dicevano gli antichi) fin dove le è possibile, consapevole che in fondo permane il mistero insondabile di Dio.
Teologia della liberazione.
Vedi *Liberazione, Teologia della.
Teologia speculativa / Teologia positiva.
E speculativa la teologia che avanza per mezzo di deduzioni basate in larga misura sulla riflessione personale, mentre quella positiva dà maggiore importanza ai dati della Scrittura (presa come fonte e non come " appoggio " del proprio parere), dei *Padri della Chiesa, della liturgia e, in generale, della *tradizione. Il *Vaticano II ha insistito perché la teologia sia preponderantemente positiva.
Teologia fondamentale. Quella parte della teologia che studia gli elementi fondamentali della fede, la sua ragionevolezza (è ragionevole credere). Fino ad alcuni decenni or sono, la si chiamava *apologetica; era già nata, infatti, nei primi secoli della Chiesa per difenderla dai suoi nemici esterni. Dal Medio Evo, si dedica anche a dare fondamenti alla fede del credente. Ai nostri giorni, ha perso il nome di apologetica, prendendo quello di Teologia fondamentale. Fa parte della teologia dogmatica, che mette in rapporto con l'antropologia, e affronta temi come la giustificazione della scelta del credente, religione e religioni, aspirazioni radicali dell'uomo, ciò che la fede apporta all'uomo...
Teologia naturale.
A volte è chiamata così la *teodicea.Teologia pastorale.
Vedi *Pastorale, 1.
Teologia dei misteri.
E designata anche come dottrina dei misteri (in tedesco, mysterienlehre). E la parte della teologia che studia la densità o ricchezza della *celebrazione liturgica, in particolare come Cristo sia presente e agisce in essa. Il punto centrale di questa dottrina afferma che nella liturgia si rende presente lo stesso atto salvifico dei misteri storici di Cristo, che adesso, nella vita gloriosa, mantiene in perenne attualità la sua oblazione. Questa dottrina, presente nei *Padri della Chiesa, è stata espressa con vigore come parte fondamentale del rinnovamento liturgico. Il più importante teologo della dottrina dei misteri è stato Oddo *Casel.
Chi si dedica allo studio della *teologia.
Dal greco theos = Dio, e sophia= sapienza, conoscenza. Sistema filosofico-religioso *sincretista, che cerca la conoscenza di Dio e del mondo per mezzo delle capacità naturali dell'uomo, senza fare ricorso alla *rivelazione. A parte una corrente teosofica che si avverte nel corso della storia, nel secolo XIX nacque la Società teosofica, fondata negli Stati Uniti.
I suoi seguaci sono *panteisti, credono nella *metempsicosi e professano altri aspetti caratteristici delle religioni orientali, come la credenza nel *nirvana.
Secondo la sua etimologia greca, " saggezza divina ". Sistema *sincretistico di idee filosofico-religiose provenienti da religioni orientali e dal cristianesimo. I teosofi credono nella reincarnazione e nell'immortalità.
Dèi domestici, simili ai *penati dei romani e degli etruschi. Erano piccole statuette in forma umana. Si usavano anche nella consulta degli *oracoli. Sono menzionati già in Gn 31,30.34, quando *Rachele li rubò dalla tenda di suo padre *Labano. Compaiono anche nei testi trovati a *Ugarit. Pare che il loro possesso fosse legato al diritto di *primogenitura.
Vedi *Teresa di Gesù.
Teresa di Gesù Bambino, santa (1873-1897). (inizio)
Nata a Lisieux, nel nord della Francia, entrò giovanissima (con dispensa per l'età) nel Carmelo della sua città natale e, in una breve vita, raggiunse la santità per cammini di semplicità che sono stati luce per molti che cercano di imitarla. A causa del suo interesse per le missioni dalla sua clausura di preghiera, Pio XI la dichiarò patrona delle missioni, assieme a san *Francesco Saverio.
Teresa di Calcutta (1910-1997). (inizio)
Nasce a Skopje (Iugoslavia) nel 1910. Nel 1928 entra nella congregazione delle Suore di Nostra Signora di Loreto. L'anno successivo è inviata a Calcutta (India), dove vive dedicandosi all'insegnamento, finché nel 1946 riceve l'ispirazione di dedicarsi ai più poveri tra i poveri. Apre una scuola all'aria aperta, fonda (1950) la congregazione delle Missionarie della Carità per consacrarsi alla cura dei più poveri tra i poveri. Incoraggia le consorelle con una generosità che suscita l'ammirazione del mondo intero e le viene offerto di aprire case dovunque. Dubita, al principio, se ricevere i premi che le vengono assegnati; si decide ad accettarli a nome dei poveri, ai quali andranno, e come omaggio a chi vive per loro: Premio Internazionale della Pace Giovanni XXIII (1971), Premio Buon Samaritano (Boston, 1972), Ordine del Loto (governo indiano, 1972), Premio Templeton per la sua testimonianza (1973), Premio Albert Schweitzer (FAO, 1975), Premio Nobel per la Pace (1979)... In centinaia di case, le sue missionarie curano gli orfani, i lebbrosi, i moribondi. E un magnifico annuncio del messaggio di Gesù, fatto non con le parole, ma con le opere.
Teresa di Gesù, santa (1515-1582). (inizio)
Donna di personalità straordinaria: instancabilmente attiva e, al tempo stesso, santa che raggiunge i vertici della *mistica; scrittrice che maneggia la penna con eccezionale naturalezza, grazia e perfezione; obbediente all'autorità e riformatrice intrepida del Carmelo, prima delle religiose e poi, con san *Giovanni della Croce, dei religiosi. Tra le sue opere meritano di essere segnalate: la sua Vita, Le Dimore (Castello interiore), Cammino di perfezione, Libro delle fondazioni. Paolo VI la proclamò *dottore ella Chiesa, assieme a santa *Caterina da Siena (sono le prime donne ad aver ricevuto questo titolo nella Chiesa). Morì il 4 ottobre e, poiché questa data coincideva con quella indicata da papa Gregorio XIII per correggere il ritardo di dieci giorni del calendario, fu sepolta il giorno seguente, il 15 ottobre.
Teresa di Los Andes, beata (1900-1920). (inizio)
Carmelitana cilena, raggiunse la perfezione matura nel convento della città di Los Andes, situata approssimativamente sulla latitudine dell'Aconcagua. Poté vivere solo per undici mesi la vita religiosa. Si distinse per equilibrio umano, semplicità, simpatia, allegria, generosità nel lavoro e fervore nella preghiera: in tutto questo espresse l'amore per Dio e per il prossimo.
Il paese che Dio promise ad *Abramo e alla sua discendenza (cf Gn 12,7; 15,18; Eb 11,9). Nell'AT viene spesso presentata con colori di straordinaria bellezza: paese ampio, fertile, " stillante latte e miele "... Il che si può applicare in certa misura alle terre pianeggianti e bene irrigate di *Canaan, a confronto con i deserti che circondavano quella zona.
Nome con il quale viene anche chiamata la *Palestina, perché in essa si trovano i santi luoghi dove si svolsero la vicenda umana di Gesù e i principali eventi dell'AT e del NT.
Tertulliano (ca. 155 - ca. 222). (inizio)
Nacque a Cartagine (Africa). Si convertì al cristianesimo verso il 195 e fu scrittore prolifico, apologeta veemente e appassionato. Compose anche opere sulla preghiera e su altri temi della vita cristiana. Il suo carattere estremista lo portò fuori della Chiesa, verso la setta rigorista di Montano (vedi *Montanismo) e, successivamente, ad una sua posizione perfino più esagerata.
Associazione di fedeli laici vincolati a un ordine religioso, di cui adottano la spiritualità restando nella propria condizione. Il nome viene dal fatto di essere come la continuazione del primo ordine (religiosi) e del secondo (religiose). Ad esempio: francescani, clarisse e terz'ordine (laici); carmelitani, carmelitane e terz'ordine (laici).
Vedi *Liturgia delle ore.
Membro di un *terz'ordine.
E il mondo della povertà o miseria generalizzata. La maggior parte di questi popoli appartiene all'America Latina, all'Africa e all'Asia. Circa un miliardo di uomini vive in una situazione permanente di fame. Lo squilibrio rispetto ai paesi detti ricchi o sviluppati è scandaloso. Il Concilio Vaticano II prese coscienza di questa situazione, contraria al piano di Dio, che ha creato i beni per tutti gli uomini, e affermò il diritto non solo degli individui, ma anche delle nazioni povere a una distribuzione più fraterna dei beni. Paolo VI lo ricordò con vigore nell'enciclica Populorum progressio (vedi *Dottrina sociale della Chiesa), n. 48. L'ONU approvò una risoluzione in virtù della quale i paesi sviluppati devono dare l'1 per cento del loro Prodotto Interno Lordo ai paesi del Terzo Mondo (dieci volte meno di quanto spendono per la difesa), ma solo alcuni paesi mantengono questo minimo: Arabia Saudita, Kuwait, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca. Oltre a questi impegni urgenti, è necessario stabilire un nuovo ordine economico che trasformi la situazione alla radice (cf L. González C., DAP-VD).
L'odierna Salonicco, importante città commerciale, dal 148 a.C. capitale della *Macedonia. *Paolo vi giunge durante il suo secondo viaggio apostolico, verso il 50-51. Ebbe poco successo nella colonia ebraica; andò meglio con i greci; così fondò una comunità cristiana. Ma dovette fuggire a causa degli intrighi della comunità ebraica (cf At 17,1-10; Fil 4,16). Probabilmente vi tornò nel corso del terzo viaggio, durante il quale attraversò quella regione (cf At 20,1-2).
Tessalonicesi, Lettera ai. (inizio)
Avendo ricevuto notizie preoccupanti circa la comunità di *Tessalonica, Paolo scrive loro da *Corinto, verso il 51 o 52, la lettera più antica tra le sue che ci sia giunta, che è anche il primo scritto del NT. Esprime il suo affetto e la sua gratitudine, dà loro alcuni consigli e parla del destino dei defunti. Quest'ultimo tema viene interpretato male da alcuni che, immaginando molto prossima la venuta del Signore, smettono perfino di lavorare. Questa situazione è il motivo della seconda lettera, scritta pochi mesi dopo.
Parola inglese che significa " prova, saggio ". Ve ne sono di molti tipi e per diversi scopi: orali, scritti, con figure; relativi alle capacità di osservazione, comprensione, memoria; per valutare l'intelligenza, la personalità...
Documento legalmente valido in cui una persona esprime le sue ultime volontà per il tempo successivo alla propria morte. I traduttori dell'AT tradussero il termine *alleanza (in ebraico " berit ") con testamento (" diatheke "), parola che è passata al latino e alle altre lingue. Mette in risalto l'unilateralità o gratuità del dono di Dio, anche se è più ricco il termine " alleanza ".
Libri nei quali è contenuto, in modo sistematico e adattato all'*insegnamento religioso, il compendio della dottrina cristiana. Mentre i *catechismi contengono la sintesi dell'insieme della materia e sono destinati alla catechesi della comunità, i " testi di religione " sono divisi in volumi che corrispondono ai diversi livelli e sono rivolti all'insegnamento scolastico. I testi sono strumenti per un fine: il loro valore sta nell'aiuto che possono dare. Tra le loro qualità si devono segnalare: correttezza dottrinale; ricchezza di contenuti; uso dei linguaggi biblico, liturgico, kerigmatico e antropologico; chiarezza di esposizione. A volte al testo dell'alunno si accompagnano le corrispondenti Guide didattiche per l'insegnante.
Chi fa fede di qualcosa cui ha assistito. In un processo, serve per stabilire l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato. In *Israele erano necessari due o tre testimoni (cfr. Dt 19,15; Mt 18,16). Il falso testimone veniva giudicato secondo la legge del *taglione (Dt 19,1619).
Gli *apostoli sono testimoni della vita di Gesù e della sua *risurrezione (cf Lc 24,48; At 1,8.21-26; 10,41; 13,31) e di fatto si presentano come testimoni di quello che hanno visto e udito.
Gesù è chiamato il testimone fedele (Ap 1,5; 3,14); rende testimonianza della verità (cf Gv 18,37). Lo Spirito rende testimonianza a Gesù (cf Gv 15,26).
Il cristiano deve rendere testimonianza della sua fede e della sua speranza con tutta la sua vita (cf GS 2).
Furono fondati nel 1874 da Charles Russel (1852-1916) negli Stati Uniti. Annunciò l'inizio dei mille anni di pace (vedi *Millenarismo) per il 1914; lui e i suoi successori hanno poi dato altre date nonostante la delusione dei loro seguaci. Interpretano la Bibbia a modo loro: negano la Trinità, la divinità di Cristo, l'immortalità dell'anima, l'inferno. Non ammettono la gerarchia, né il sacerdozio, né i sacramenti. Hanno una rigorosa morale; rifiutano le trasfusioni di sangue e il servizio militare. Solo 144.000 di loro si salveranno; gli altri adepti regneranno sulla terra; il resto sarà annichilito. Il primo successore di Russel, Joseph F. Rutherford (1869-1942), diede loro una forte organizzazione *teocratica; morì in una grande villa che dicevano fosse destinata a ospitare i *Patriarchi dell'AT, la cui venuta avevano annunciato. Gli succedette Nathan H. Norr (1905-1977), che promosse la propaganda con la visita domiciliare e la diffusione dei loro libri; fece preparare una traduzione della Bibbia nella quale si cambiano senza scrupolo i testi originali. I Testimoni di Geova hanno lo status legale di società anonima Watchtower (Torre di Guardia), le cui azioni sono possedute dai dirigenti (cf F. Echevarría, Cristianos ante los TdJ; C. Vidal, DSO-VD; bibliogr. di *Sette).
Quattro lettere. Denominazione del nome di *Jhwh, che in ebraico, per venerazione, si scrive senza vocali. Vedi *Geova.
Dal greco tetra = quattro, e archein = comandare. Capo della quarta parte di uno stato, sebbene poi si sia dato questo nome semplicemente al governante di un piccolo territorio. Tale è il titolo di *Erode Antipa (cf Mt 14,1; Lc 3,1.19; 9,7; At 13,1).
Dal latino, " testo ricevuto ". Per l'AT si considera come " testo ricevuto " la Bibbia scoperta a Venezia nel 1518, seguita negli ultimi secoli dalle Bibbie ebraiche. Per il NT è tale il testo in *koinè pubblicato da *Erasmo, usato soprattutto nelle Bibbie protestanti fino al sec. XIX.
Termine greco che significa " divinizzazione ". Theos = Dio; poiein = fare. E l'elevazione dell'uomo per mezzo della grazia ad immagine di Dio. I Padri greci svilupparono questa dottrina attribuendo la deificazione all'azione del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal greco, theos = Dio; tokos madre. Madre di Dio. Titolo che la Chiesa dà a Maria e che designa la sua funzione principale. Vedi *Madre di Dio.
Corona triplice (detta anche triregno) usata dai papi fino ai tempi del concilio *Vaticano II. Paolo VI, con un gesto simbolico di ritorno alla semplicità evangelica, regalò quella che gli avevano offerto i fedeli di Milano alla sua elezione. Da allora i papi non l'hanno più usata, sostituendola con il copricapo simbolo della dignità episcopale, la *mitra.
Città dell'*Asia minore occidentale, provincia romana, presso *Pergamo. Vi nacque Lidia, commerciante di porpora, che ospitò *Paolo in casa sua (cf At 16,14). Alla Chiesa di Tiatira è indirizzata una delle lettere con le quali comincia l'*Apocalisse (cf Ap 2,18-19).
1. Città sulla riva sud occidentale del lago di *Galilea, detto anche lago di Tiberiade. Fu fondata, tra il 17 e il 20 d.C., da *Erode Antipa che le diede questo nome in onore di *Tiberio e la fece capitale della *Galilea al posto di Sèforis. Giovanni la menziona in 6,23; in 6,1 e 21,1 chiama il lago mare di Tiberiade. Anche se al principio fu considerata impura, perché nel costruirla erano stati trovati dei sepolcri, dal sec. II vi si stabilì una scuola *rabbinica nella quale si formò la *Mishnah palestinese, e la città divenne il centro della spiritualità ebraica.
Successore di *Augusto come imperatore romano (14-37 d.C.). San Luca (3,1) comincia con lui l'enumerazione dei personaggi che governavano quando *Giovanni Battista cominciò la sua predicazione. La sua immagine compariva sulle monete romane che circolavano in Palestina (cf Lc 20,22; 23,2). A lui allude anche il popolo nel processo contro Gesù (cf Gv 19,21).
Secondo Gn 2,14, uno dei cinque fiumi che bagnano l'*Eden. Lo menziona anche Sir 24,25. Città importanti sulle sue rive furono Assur e *Ninive. Le foci del Tigri e dell'*Eufrate, anticamente separate, si unirono poi nell'ultima parte che sbocca nel Golfo Persico.
Importante catechista, nato a Berlino nel 1904. Il suo merito maggiore sta forse nell'aver ispirato ed elaborato (con altri) il cosiddetto Catechismo tedesco, caratterizzato dalla sua linea *kerigmatica. Fu membro della Commissione preparatoria del concilio *Vaticano II per la sezione dedicata alla *pastorale. Fu autore anche di opere sull'educazione sessuale e sulla vita di preghiera.
Nella *Bibbia, il santo timore di Dio, del quale è, ad esempio, colmo il servo di Yhwh. Non significa avere paura di Dio o del castigo, ma sentire la dipendenza totale dalla sua grandezza e, al tempo stesso, dalla sua bontà. Questo è il timore riverenziale, diverso dal timore servile, che invece racchiude la paura di Dio che non si ama e di cui non si coglie la bontà.
Sono annoverate tra le cosiddette lettere pastorali di san Paolo. La prima sarebbe stata scritta, secondo alcuni studiosi della Scrittura, tra il 63 e il 66, e la seconda verso il 67. Altri ritengono che siano posteriori a san Paolo (datandole intorno al 75, o anche più tardi); oltre allo stile, questa possibilità è avallata dalle condizioni della Chiesa che presuppongono. Il contenuto della prima è dettato dalle circostanze: il pericolo di *eresia; si sottolinea la necessità di seguire la sana dottrina ricevuta. Si parla del *vescovo, degli anziani (*presbiteri) e dei *diaconi, e anche dell'*imposizione delle mani (1 Tm 3,1-13 e 5,17-22), e tutto ciò comporta un'organizzazione avanzata della Chiesa. La seconda ha un carattere più pratico e stimola a seguire Cristo.
In greco, " timorato di Dio ". Figlio di padre *pagano e di madre giudeocristiana, convertitosi al cristianesimo (cf At 16,1), fu discepolo di Paolo, che accompagnò nel secondo e nel terzo viaggio, e suo stimato collaboratore (cf Fil 2,19-23), ricevendo l'incarico di particolari missioni presso diverse Chiese (cf At 17,14-16; 18,5; 19,22; 20,4;1 Cor 4,17; 2 Cor 1,19; Fil 2,19; 1 Tm 3,6). Fu vescovo di *Efeso.
In greco, typos = segno impresso. Immagine, figura. Vedi Senso tipico, in *Sensi biblici.
1. Vedi *Sensi biblici.
2. In psicologia, la classificazione delle persone secondo un determinato numero di caratteristiche comuni. Una tipologia basata sui quattro umori corporali fu proposta già dai medici greci Ippocrate (460-370 a.C.) e Galeno (129-199 d.C.): collerico (bile), sanguigno (sangue), malinconico (bile nera) e flemmatico (flemma o catarro). In tempi recenti, Kretschmer ha configurato la più rappresentativa forse tra le attuali: leptosomatico (forme allargate), picnico (forme arrotondate), atletico (strutture corporee molto sviluppate: muscoli, ossa) e displasico (forme anormali) (cf M. N. Lamarca, DAP-VD). Un'altra classificazione molto usata è quella di Le Senne, che contempla otto tipi attraverso la combinazione delle caratteristiche: attività, emotività e primarietàsecondarietà.
Città fenicia situata su un'isola rocciosa del Mediterraneo orientale, che *Alessandro Magno unì al continente per mezzo di una diga. Mantenne un attivo commercio con *Israele, soprattutto ai tempi di *Salomone, che fece dei patti con il suo re Chiram (cf 1 Re 5,15-32). Il re Acab sposò *Gezabele, principessa di Tiro. I profeti condannarono energicamente i tentativi sorti in Israele di seguire la politica di Tiro (cf Am 1,9-10; Is 23; Ez 26). Nel NT è menzionata in Mt 15,21; Mc 3,8 e At 21,3-7.
Cristiano di origini non ebree (*gentile), compagno di apostolato di Paolo, che gli affida delle missioni speciali e con il quale divide anche la prigionia (cf Gal 2,1-3; 2 Cor 2,13; 7,6; 8,16-23; 12,18).
Figlio dell'imperatore Vespasiano, nel 70 conquista e distrugge *Gerusalemme. Associato a suo padre dal 69, gli succede come *imperatore dal 79 all'81.
E una delle lettere pastorali. In essa si danno al pastore norme per il governo della Chiesa. I critici ritengono che sia posteriore a san Paolo, come anche le due lettere a *Timoteo.
Così veniva anche chiamata ciascuna delle 23 parrocchie romane nel sec. V. I parroci ad esse preposti portavano il titolo di *cardinali (incardinati), cioè addetti a queste chiese. In quanto stretti collaboratori del vescovo di Roma, ad essi era riservata l'elezione del *papa. Per questo motivo, ancora oggi, ogni cardinale è titolare di una di queste chiese.
In ebraico, " Yhwh è buono ". Sono noti soprattutto i Tobia padre e figlio protagonisti del libro di Tobia, *deuterocanonico catalogato tra i racconti brevi. Non è un racconto storico, ma una narrazione *sapienziale che mostra la fedeltà di Dio, il valore dell'amore per il prossimo e della preghiera.
Nota anche con i nomi di Acco e Acri, è il miglior porto naturale della *Palestina sul *Mediterraneo. Fu famosa ai tempi delle crociate (San Giovanni d'Acri). Attualmente, appartiene al distretto di *Haifa, nello Stato di Israele.
La corrente filosofica e teologica che segue la linea metodologica e i contenuti fondamentali della dottrina di san *Tommaso d'Aquino. Sebbene l'influenza di san Tommaso non abbia mai smesso di farsi sentire, il tomismo ha avuto tre periodi rilevanti: a) nei secoli XIII-XIV; b) nella seconda metà del sec. XVI e inizio XVII, e c) dalla metà del sec. XIX alla prima metà del XX (cf Ferrater, DF, 1342). Il tomismo continua a vigere per una serie di aspetti fondamentali. K. Rahner li enumera così: " Per il suo rispetto per la tradizione; per il suo impegno intellettuale per la chiarezza; per la sua sistematicità e la riduzione dei problemi particolari a primi principi; per la distinzione e unità di ragione e rivelazione, di natura e grazia, di mondo e Chiesa; per la sua onestà di pensiero e per l'autenticità della sua venerazione e del suo culto al Dio incomprensibile " (DT-H).
Tommaso apostolo, santo. (inizio)
In greco, dìdimo = gemello. Nei sinottici compare solo nella lista dei dodici, nel gruppo di Filippo, Bartolomeo e Matteo (cf Mt 10,3; Mc 31,8; Lc 6,15; At 1,13). San Giovanni ricorda il suo coraggio: " Andiamo anche noi a morire con lui! " (Gv 11,16), la sua incredulità e la sua confessione di fede (Gv 20,24-29).
Tommaso d'Aquino, santo (1225-1274). (inizio)
Domenicano italiano, discepolo di sant'Alberto Magno a Colonia e poi professore a Parigi. Con sant'*Agostino, è la massima figura della *teologia cattolica. La Chiesa lo ha onorato con il titolo di doctor angelicus e di doctor communis. Tra le sue molte opere spicca la *Somma teologica e la *Somma contro i Gentili.
Tommaso da Kempis (1380-1471). (inizio)
Il più celebre rappresentante della cosiddetta devotio moderna (devozione moderna), movimento spirituale, sorto tra il XIV e il XV secolo, che dai Paesi Bassi si diffuse in Europa. Cerca la pietà, più che la speculazione; promuove una pietà intimista (lodevole nell'autenticità, ma con rischi di soggettivismo) e cristocentrica (sana in linea di principio; meno per il fatto di focalizzarsi sul Cristo storico e non sul Cristo pasquale). La principale opera di Tommaso da Kempis è l'Imitazione di Cristo, celebre libro, il più tradotto dopo la Bibbia. Incarna le caratteristiche della devotio moderna.
In ebraico, " legge ". Al principio si riferiva alle istruzioni orali, compito specifico dei sacerdoti in Israele e poi dei profeti, dei " saggi " (vedi *Sapienza). Quando si cominciarono a formare i libri, la Torah, o Legge, fu il *Pentateuco. Nel NT, a volte designa tutto l'AT (cf Gv 10,34; Rm 3,19-20). I libri nella Bibbia ebraica si ordinano in tre gruppi: la legge (Pentateuco), i profeti e gli altri scritti. Nell'*ebraismo, in genere la legge include anche la legge orale che i rabbini hanno via via sviluppato.
Toribio di Benavente (1491-1569). (inizio)
*Francescano. Giunse in Messico nel 1524. Si mise egli stesso il nome di Motolinia, che in lingua nagualt significa povero, umile. Scrive con simpatia sugli indios. Non nasconde i costumi sanguinari o altri vizi degli indios, ma ne loda l'ingegno e le capacità e si dimostra fermo difensore dei loro diritti naturali, esposti ad essere schiacciati dai conquistadores.
Toribio de Mogrovejo, santo (1538-1606). (inizio)
Nacque a Mayorga (Valladolid, Spagna). Nel 1580 fu designato da Filippo II arcivescovo di Lima, benché non fosse un *presbitero. Esercitò con grande zelo il suo episcopato. Andò numerose volte in visita pastorale nella sua immensa *diocesi. Fu un deciso protettore degli indios e un generoso benefattore dei bisognosi. Celebrò numerosi sinodi diocesani e tre concili provinciali (1583, 1590-1591, e 1601), nei quali si riunirono vescovi provenienti dal Nicaragua al Cile. Dopo il concilio del 1583, sotto la sua direzione, fu redatto un catechismo adattato all'America. Giustamente, è ordinato secondo il Catechismo romano: credo, sacramenti, comandamenti e preghiera. Successivamente, il santo ordinò che si preparasse un catechismo minore per la gente semplice.
Sofferenza inflitta volontariamente a un'altra persona. Nel contesto sociale e politico, l'ONU la definisce così: " Ogni atto per mezzo del quale un pubblico funzionario, o un'altra persona da lui istigata, infligge intenzionalmente a una persona pene o sofferenze gravi, sia fisiche che mentali, al fine di ottenere da essa o da terzi informazioni o una confessione, per castigarla per qualcosa che ha commesso o si sospetta che abbia commesso, o per intimidire quella persona o altre " (Assemblea dell'ONU, Dichiarazione, 91275, art. I, 1). Oggi è unanime il suo rifiuto come delitto grave contro i diritti della persona (cf Vaticano II, GS 27) (Cf M. Vidal, PCEC, 144; F. J. Elizari, PC II 128).
Vocabolo proveniente da un dialetto algonchino (tribù dell'America del Nord). E un animale, una pianta o un altro oggetto con il quale una tribù o un gruppo stabilisce una relazione magico-religiosa. Diventa così emblema del gruppo all'interno di altri gruppi della stessa società.
Sistema organizzativo delle *tribù basato sulla mentalità incarnata dal *totem.
Panno che copre l'altare durante le celebrazioni liturgiche. Attualmente, per la messa ne basta una.
Regione situata tra la *Macedonia e il Mar Nero.
Territorio ad est del lago di *Galilea, governato da *Erode Filippo all'inizio della vita pubblica di Gesù (cfr. Lc 3,1).
Corrente filosofico-teologica di tendenza antirazionalistica secondo la quale la ragione è incapace di conoscere le verità metafisiche, morali e religiose. Pertanto, è necessario che la conoscenza si basi su un atto di fede nella rivelazione. Tra i principali esponenti, Joseph de Maistre e Louis de Bonald. Questa dottrina fu condannata dal concilio Vaticano I: la fede è una scelta libera che può posare su dimostrazioni razionali. Un movimento tradizionalista scismatico sorse, ad opera di Marcel *Lefebvre, dopo il Vaticano II.
Tradizionalismo / Progressismo. (inizio)
Sono due tendenze spesso contrapposte ma che dovrebbero piuttosto essere complementari. Il tradizionalismo in questa dinamica (non nel senso della voce *Tradizionalismo) è la visione dottrinale e pratica che aderisce al passato; il progressismo è la visione che guarda soprattutto al futuro. Ciascuna di esse, senza l'altra, distrugge il senso della Chiesa; ben coniugate, sono garanzia di autenticità per la fede ricevuta e per la missione di chi deve costruire il regno in un mondo in evoluzione.
Tradizione. (inizio)
Dal latino tradere = consegnare; traditio = trasmissione. La trasmissione da parte di una generazione a quelle successive delle sue idee, dei suoi costumi, delle sue istituzioni... Si usa di più in senso passivo: ciò che una generazione riceve da quelle che l'hanno preceduta. La successiva consegna di quanto si riceve fa sì che la tradizione formi una catena che ci unisce a tempi remoti. Nell'ambito religioso, è un elemento molto importante. Si applica comunemente a ciò che si è ricevuto e che non è entrato a far parte della Sacra Scrittura. Tuttavia, anche ciò che è stato scritto ebbe una preistoria di trasmissione orale, più ampia nell'AT, ma verificatasi anche nel NT. Così, i fatti e le parole di Gesù, in un primo tempo, furono trasmessi oralmente. D'altra parte, la tradizione completa la Scrittura, nella quale non si è depositata la totalità degli insegnamenti e delle pratiche ricevute. In ogni tradizione si produce un'evoluzione, molto evidente nei momenti di rivoluzione e appena percettibile in tempi tranquilli. Questo coinvolge anche il senso di quanto è scritto. Di modo che la tradizione è complementare alla Scrittura non solo quantitativamente, ma soprattutto qualitativamente, formando un'unione con essa. Più che di due fonti della rivelazione, si tratta di due aspetti. Tradizione e Scrittura " emanano dalla stessa fonte, si uniscono in una stessa sorgente, corrono verso lo stesso fine " (Conc. Vaticano II, DV, 21). Da qui la necessità che vi sia qualcuno che tenga la parola autorizzata in rapporto con la dottrina. All'insegnamento dei protestanti, che non accettano che la Scrittura (sola scriptura), manca, più che il complemento di ciò che non è scritto, la sicurezza di una visione corretta di quanto trasmesso per iscritto. Questa missione spetta ai successori degli *apostoli, con l'assistenza dello Spirito Santo: il *Magistero della Chiesa non è un'altra fonte di rivelazione, ma forma un'unità con la Scrittura e con la tradizione (cf Vaticano II, Ibid., 10).
Tradizione apostolica. (inizio)
Vedi *Ippolito.
Dal latino tradere = trasmettere. Dottrina di coloro che sostengono che l'anima di un nuovo essere umano non procede dalla creazione di Dio di volta in volta, ma proviene dal processo materiale di generazione o come parte dell'anima dei genitori. *Tertulliano sembra essere il primo ad aver difeso questa dottrina che, benché condannata diverse volte, è rispuntata spesso nel pensiero teologico come tentativo di spiegare il peccato originale: tutte le anime sarebbero contenute in qualche modo in quelle della prima coppia umana. Di fatto, anche se i genitori danno origine al nuovo uomo, lo spirito di ogni persona è assolutamente originale.
La parte della *Palestina ad est del *Giordano, compresa la parte di fronte al lago di *Genèsaret e al Mar Morto. La *Perea e la *Decapoli, citate nel Vangelo, corrispondono a territori della Transgiordania.
Territorio palestinese sotto il mandato britannico, diviene indipendente nel 1946; nel 1949 assume il nome di Giordania, dopo l'annessione della *Cisgiordania. Nel 1988, vengono recisi tutti i legami con quest'ultimo territorio, già occupato da Israele dopo il conflitto del 1967.
Termine filosofico usato in *teologia per esprimere il cambiamento che avviene quando, nella *consacrazione eucaristica, rimanendo le specie del pane e del vino, la loro sostanza si trasforma nel corpo e nel sangue di Cristo. Il dogma definito nel concilio di *Trento (DS 1652) non riguarda la terminologia filosofica, ma il concilio indicò che questa parola è molto adatta a spiegarlo. Spiegare come Cristo sia presente è un mistero di fede che le parole umane non possono spiegare.
*Ordine religioso sorto dalla riforma dei *Cistercensi, iniziata nel 1662-64 dall'abate Jean le Bouthillier de Rancé nel *monastero di La Trappe, nel nord della Francia. Si distinguono per il maggior rigore nell'*astinenza e nel silenzio. Nel secolo XIX ebbero il loro maggiore sviluppo.
Ciò che sta al di là dell'esperienza. Si dice di ciò che è relativo all'*aldilà, oltre la morte, e anche di realtà del " qui ", ma che appartengono all'ordine di ciò che è definitivo. Per questo ha anche il significato di molto importante.
Vedi *Immanenza.
Trasfigurazione di Gesù. (inizio)
Il cambiamento d'aspetto di Gesù alla presenza dei tre discepoli prediletti. L'episodio è unito all'annuncio della passione, che in quegli stessi giorni Gesù fa diverse volte. Nel mostrare la sua gloria, conferma la loro fede: contemplano la gloria del " Figlio prediletto ", " l'eletto ". *Matteo (17,1-9) e *Marco (9,2-10) usano la parola metamorphosis (" trasformazione "); *Luca (9) la evita, indubbiamente perché tra i pagani (e il suo Vangelo si rivolge ai Gentili) si parlava di " metamorfosis " degli dèi; dice invece: " il suo volto cambiò d'aspetto ". Vedi *Tabor.
Teoria secondo la quale le specie animali non sono fisse, ma continuano a cambiare. Si iscrive all'interno della dottrina dell'*evoluzionismo, sebbene questo sia un concetto più ampio: comprende tutto lo sviluppo o crescita di un essere, senza che implichi di per sé la trasformazione delle specie (l'evoluzionismo naturalista include invece il trasformismo). Vedi *Evoluzione.
Vedi *Metempsicosi.
Tratta degli schiavi. (inizio)
La compravendita di schiavi neri catturati in Africa e portati principalmente in America nei secoli del colonialismo.
Tratta delle bianche. (inizio)
Adescamento di donne per avviarle alla *prostituzione in paese stranieri.
Trattariano, Movimento. (inizio)
Altro nome, usato soprattutto dagli anglicani, del Movimento di *Oxford. Il nome viene da tract = volantino, a motivo dei brevi scritti con i quali il movimento si faceva propaganda e il cui più importante e prolifico autore fu *Newman.
Vedi *Teodoreto di Ciro.
Pratica medievale auspicata da diversi concili provinciali e riconosciuta da sovrani e signori *feudali, che tendeva a diminuire le guerre, se non era possibile evitarle, nei tempi d'*avvento e di *quaresima o durante le grandi feste e le loro vigilie.
Trento, Concilio di (1545-1563). (inizio)
A Trento si celebrò il XIX Concilio Ecumenico in tre periodi: 1545-1547, mentre era papa Paolo III; 1551-1552, con Giulio III, e 1562-1563, sotto il pontificato di Pio IV. Si occupò di problemi dottrinali, soprattutto in relazione agli errori dei *protestanti, e della riforma dei costumi nella Chiesa.
" Gruppo socialmente unito, associato a un territorio, i cui membri si considerano politicamente autonomi " (cf DS-G). La sua unione è basata nella comunanza di sangue. A volte, i gruppi sono frammentati in clan. Hanno di solito un proprio dialetto. Nei tempi moderni, l'autonomia politica praticamente non esiste, poiché le tribù stanno all'interno di uno Stato, il quale rispetta la loro autonomia in maggiore o minore misura, secondo criteri diversi. La storia biblica, soprattutto nei primi tempi, si sviluppa in gran parte in un contesto tribale.
mposta che ogni ebreo maschio, dai vent'anni in su, doveva versare per il mantenimento dei servizi del *tempio di *Gerusalemme. Era di mezzo *siclo o un didramma.
Triduo è una celebrazione che si svolge nel corso di tre giorni. Sono di solito tre giorni di preparazione a una solennità. Il triduo pasquale non è la preparazione alla solennità della risurrezione, ma la celebrazione del *mistero pasquale di Cristo, cioè, del suo passaggio dalla morte alla vita definitiva. Comincia il Giovedì santo con la messa vespertina, detta " in cena Domini " e prosegue fino alla Domenica di Risurrezione. Il suo punto culminante è la *veglia pasquale.
E il nome di Dio che esprime il suo essere in un'unica essenza o natura e in tre persone. La Trinità è il mistero radicale della religione cristiana. Rende ragione al principio fondamentale del *monoteismo e, al tempo stesso, che il più grande valore di ciò che esiste o possa esistere è la persona in una relazione d'*amore. Non c'è nulla superiore all'essere personale e la bontà più grande è l'amore. L'AT non conobbe questo mistero, che nell'ambito culturale di quel tempo avrebbe facilmente indotto al *politeismo. Ve n'è come un presentimento nei passi in cui Dio parla al plurale (cf Gn 1,26; 3,22; 11,7; Is 6,8), nella triplice invocazione di santo (cf Is 6,3), quando si parla dello " Spirito di Dio " o della sapienza come personificata. Nel NT appare dovunque: racconto dell'*annunciazione, in cui si percepisce l'azione del Padre, dello Spirito e del Figlio (cf Lc 1,30.32.35); *teofania nel momento del battesimo di Gesù (Mc 1,9-10 e par.); parole di Gesù sul Padre e sullo Spirito che invierà (cf Gv 1,1; 10,10.38; 14,11; 17,11.16.21.26; ecc.). Particolarmente chiaro rimane nell'invio finale a battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28,19). San *Paolo abbonda in confessioni trinitarie: per esempio, Rm 8,9-11; 15,26; 2 Cor 13,13; 1,21; Fil 2,6; Gal 2,9; 3,28; ecc.
Vedi *Tiara.
Lode alla Santissima *Trinità. Contiene il canto o acclamazione in cui si ripete tre volte la parola santo, insieme ad altre espressioni.
Vedi *Isaia, Libro di.
Trivium e Quadrivium. (inizio)
Le università medievali avevano questi due cicli di studi. Il Trivium era costituito da Grammatica, Retorica e Logica; il Quadrivium da Aritmetica, Geometria, Musica e Astronomia.
Città portuale e regione della parte nord-occidentale dell'*Asia minore. San Paolo vi soggiornò durante il suo secondo e terzo viaggio. Qui ebbe una visione nella quale Dio gli manifestò che doveva andare in Macedonia, passando così in Europa (cf At 16,9; 20,5-12).
Composizione poetica della *liturgia bizantina con ritmo basato sull'accento.
Testo che si intercala in un altro testo liturgico. In origine si introduceva nei canti, approfittando degli pneumi o melodie musicali senza parole. Ad esempio, a " Signore, abbi pietà " si aggiungeva: " Signore, da cui procede ogni bene, abbi pietà ".
Si designa come concilio Trullano il III di Costantinopoli, VI ecumenico, dal 680 al 681. Il nome di trullano gli viene dal nome della sala del palazzo imperiale nella quale si celebrò. Questo concilio condannò il *monotelismo e il papa Onorio, considerato monotelista; ma il papa sant'Agatone non accettò la condanna di papa Onorio come eretico, ma solo come negligente riguardo al monotelismo.
E altrettanto famoso il Concilio o Sinodo trullano, non ecumenico, chiamato anche Quinisextum, celebrato nella stessa sala nel 692. La designazione di " quinisesto " viene dal fatto che tentava di completare la parte dottrinale dei concili V e VI con disposizioni disciplinari. Tentò, ancora una volta, di concedere al patriarca di *Costantinopoli la giurisdizione sulla Chiesa d'Oriente, ma il tentativo fu respinto dal papa Sergio I. Fu un incidente in più nella tensione tra Roma e Costantinopoli.
Indumento che, ai tempi dei Vangeli, si portava direttamente sul corpo, a mo' di lunga camicia, con maniche corte o strette ai polsi. Era generalmente bianca, qualche volta colorata ed era decorata sui bordi. Era fatta di lana o di lino e la portavano tanto gli uomini che le donne. Per lavorare, si sollevava alla cintura. A volte si indossava sopra la prima una seconda tunica senza maniche.
Dottrina morale secondo la quale, in casi di dubbio, si deve seguire l'opinione più sicura, ovvero, non c'è la libertà di seguire un'opinione probabile (nel tuziorismo rigido - che è condannato - nemmeno un'opinione più probabile).
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Vedi *Ab urbe còndita.
Dal latino ubique = in ogni dove. Facoltà di Dio di stare al tempo stesso in ogni luogo.
Altro nome della *Liturgia delle ore.
Oggi, Ras Shamra. Porto fenicio, sulla costa settentrionale della *Siria. Anche se non è citato nell'AT, è di grande interesse per gli studi biblici per le importanti scoperte dovute alle tavolette scritte in diverse lingue (sumerica, accadica, egizia e soprattutto ugaritica) trovate lì negli scavi effettuati nella prima metà del sec. XX. Con questa letteratura ci si può fare un'idea abbastanza completa dei tempi in cui gli israeliti entrarono in *Canaan.
Si dà questo nome, di origine incerta, ai protestanti di Francia che, a partire dalla revoca dell'editto di Nantes (che proteggeva la libertà religiosa) ad opera di Luigi XIV, nel 1685, patirono persecuzioni religiose. Molti dovettero fuggire in Germania (cf O. de la Brosse, Ddc-H).
Vedi, *Monte degli ulivi.
La cena che Gesù celebrò con i suoi apostoli la sera in cui sarebbe stato tradito. Anche se qualcuno ritiene che si sia svolta alcuni giorni prima, non considerandola cena pasquale, i dati e l'esplicita indicazione degli evangelisti assicurano che fu una cena pasquale, celebrata nel primo giorno degli *azzimi (cf Mt 26,17.18; Mc 14,12; Lc 22, 7.15). Era la *pasqua ebraica, che Cristo trasformò nella propria pasqua. Così come quella era il centro delle feste e della vita stessa di *Israele, la nuova pasqua lo è per il cristianesimo. In quella cena istituì il *sacramento dell'*eucaristia, che è pasqua, *memoriale, *sacrificio e *convito.
Dottrina di un cattolicesimo tradizionalista sorto con particolare forza in Francia nella prima metà del sec. XIX, che sottolineò il potere e le prerogative del papa in rapporto alle Chiese locali, attaccando in particolare le tendenze autonomistiche gallicane. Tra i suoi leader spiccano: Joseph de Maistre, Lamennais, Louis Veuillot...
Dottrina filosofico-sociale e atteggiamento culturale che pone al centro del proprio interesse non il cosmo, ma l'uomo. L'atteggiamento umanista si manifestò con forza all'epoca del Rinascimento, con rappresentanti come *Erasmo da Rotterdam, Luis Vives, Montaigne, ecc., e anche nel secolo scorso e in quello attuale. L'umanesimo del Rinascimento indebolì il sentimento religioso nel concentrarsi sull'uomo, " distraendosi ", in un certo senso, dal trascendente, ma non negò Dio né la religiosità. Invece, alcuni umanisti del secolo XIX e della prima parte del XX negano Dio perché credono che questa negazione sia necessaria per affermare l'uomo (*Feuerbach, Nietzche, *Marx, Sartre...). Attualmente, si constata, piuttosto, che nell'uomo, lasciato alle sue forze, si sacrifica la sua migliore identità. " La crisi attuale degli umanesimi ha invertito le posizioni; mentre l'antiumanesimo si presenta come *ateismo, l'umanesimo appare nella coscienza dei nostri contemporanei più o meno vincolato al cristianesimo " (L. González de Carvajal, DAP). Di fatto, l'umanesimo cristiano, affermazione dell'uomo nella sua umanità più piena, è nella semplice logica del vangelo. Riconoscere Dio, radice e fondamento di tutto ciò che è autentico, e l'uomo come se stesso, è l'umanesimo più genuino. Non solo teologi, ma anche filosofi, sociologi e politici professano questo umanesimo.
Religione sincretistica afro-brasiliana e spiritista che nasce nelle grandi città del Brasile come tentativo cosciente di riorganizzare le religioni africane, sfigurate nel sec. XIX sotto la forma della *macumba. La umbanda si pratica in una serie di tendenze con accentuazione degli aspetti africano, cristiano, spiritistico, esoterico... Queste tendenze hanno in comune le divinità: orixas e exus (animistiche), caboclos (spiriti di indios) e anziani negri (spiriti di africani). Le divinità intermediarie (*orixas) passano dal piano delle forze della natura a quello del potere morale; oltre a questi orixas e agli spiriti, hanno fluidi buoni e cattivi; si rende appena culto agli orixas e agli spiriti. E anche caratteristica della umbanda la magia: gli orixas e gli spiriti sono utilizzati per ottenere effetti ora buoni (" magia bianca ") ora cattivi (" magia nera "). In funzione della magia ci sono canti, danze, sacrifici, *amuleti, indumenti... Professano anche la reincarnazione (vedi *Metempsicosi), con varie finalità: riparazione del passato, progresso e realizzazione di importanti missioni. La umbanda pratica vari riti (di fatto, si dice che i riti sono ciò che la differenzia dagli spiritisti), ora più intellettuali, ora più tradizionali (battito delle mani, musica, indumenti, immagini), ora con ritmi e percussioni di matrice più folcloristica (cf C. Folch Gomes, Macumba, 28s).
Virtù morale che consiste nel riconoscere la propria piccolezza. Non si tratta di disprezzare se stessi, ma del semplice atteggiamento di chi riconosce i propri limiti e non si sopravvaluta di fronte a Dio né davanti al prossimo o davanti a se stesso.
Unamuno, Miguel de (1864-1936). (inizio)
Figura rilevante nella letteratura spagnola e pensatore di notevole influenza. Fu rettore dell'università di Salamanca. In giovinezza passò dal fervore religioso all'agnosticismo, ma si presenta nelle sue opere come " pienamente e fino al midollo, un combattente per l'immortalità ". Tutta la sua vita e la sua opera sono impregnati dall'ansia di immortalità in affannosa lotta contro l'incredulità, " nell'aggressivo scontro con il problema della morte " (Martín Panero). Nega con la ragione e crede con il cuore. Le sue opere più significative al riguardo sono Il sentimento tragico della vita e L'agonia del cristianesimo.
Sigla di United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization = Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura.
E un organismo dell'ONU con sede a Parigi, il cui fine è manifesto nel suo stesso nome, ma comprende anche un ambito che non vi è espresso: l'educazione alla pace. E presieduto da una Commissione esecutiva, la cui figura chiave è il Segretario Generale.
Unico generato, cioè, figlio unico. Cristo è il figlio unigenito del Padre: solo lui è consostanziale al Padre (cf Gv 1,14.18; 3,16; 3,18; 1 Gv 4,9). In quanto uomo, è anche unigenito o figlio unico di *Maria.
Da hipostasis = persona. E l'unione di due nature in una sola *persona o soggetto. L'unico caso è quello di Cristo, essere *teandrico: Dio e uomo. Si realizza nel momento stesso *dell'incarnazione: la natura umana è assunta nel seno di *Maria dal Verbo o seconda persona della Santissima *Trinità, senza che a quell'uomo che comincia ad esistere manchi nulla di ciò che corrisponde all'essere umano. Il suo esistere è quello della persona che lo assume e pertanto, divino. Le *eresie e le lotte cristologiche dei primi secoli della Chiesa portarono al chiarimento di questa dottrina, che è l'unica espressione corretta della Scrittura: Cristo è Dio e Cristo è uomo. Alcuni eretici, come Ario, negavano che il Figlio fosse Dio come il Padre; altri, come Apollinare o Eutiche (monofisismo), mutilavano l'umanità di Cristo; altri ancora, come Nestorio, difendevano un'unità accidentale tra le due nature distinguendo in Cristo due soggetti o persone. La dottrina della Chiesa insegna l'unità sostanziale delle due nature, complete e perfette, in una sola persona o soggetto. Questo mistero è ciò che si chiama unione ipostatica.
E una delle proprietà o caratteristiche della Chiesa dette note (assieme a santa, cattolica e apostolica). Significa che la Chiesa di Cristo è unica, poiché egli ne istituì una e tutti i suoi seguaci, di conseguenza, sono chiamati a vivere uniti attorno allo stesso capo, incarnato nel successore di san *Pietro. San *Paolo parla di questa unità comparandola a un corpo con diverse membra (cf 1 Cor 12,12-29). Si concretizza in modo particolare attorno all'*eucaristia (cf 1 Cor 10,17). Ad essa si oppongono soprattutto lo *scisma e *l'eresia. L'*ecumenismo lavora per ristabilire l'unità.
All'interno della programmazione dell'insegnamento di un corso, è una parte unitaria di lavoro, con i suoi obiettivi specifici. Nella *catechesi, o nelle lezioni di religione, prevede la distinzione dei principali nuclei dei contenuti. Sviluppare un'unità didattica implica tutto il processo docente di una o di varie sessioni con una relativa autonomia o consistenza propria.
Centro di studi nel quale si impartisce l'educazione superiore. Le università nascono nel Medio Evo a partire dal sec. XII, con il nome di Studi Generali. Le principali e più famose di quei tempi (secoli XII-XIII) sono quelle di Bologna, della *Sorbona (Parigi), di *Oxford e Cambridge (Gran Bretagna) e di Salamanca (Spagna).
Notevole fu il ruolo della Chiesa nel sorgere delle università. Nel 1400 ne esistevano 64. Di queste, 21 furono fondate da diversi papi; 33 furono ratificate da essi; le altre 10 nacquero per iniziativa civile e cercarono il riconoscimento papale (cf J. Noemi, Teol. y univ., Mensaje, n. 386,13).
Univoco, equivoco e analogo. (inizio)
Sono tre aggettivi qualificativi che si applicano a un termine o parola in questo modo:
- E univoco il termine che esprime un concetto che si riferisce a una realtà determinata e solo ad essa.
- E equivoco il termine che ha due significati diversi.
- E analogo il termine che si applica a due realtà con un senso in parte equivalente e in parte diverso. Ad esempio, albero, che può essere un vegetale o, in espressioni come " albero genealogico ", l'insieme delle persone che partono da un tronco comune e si dispongono come i rami di un albero. L'" albero vegetale " è il primo analogato, poiché dalla somiglianza con esso prende nome il secondo. Vedi *Analogia.
Vedi *Cristo.
1. Atto di ungere, molto usato già nell'antichità sia nella toilette quotidiana o come segno festivo, che negli usi biblici con senso religioso: unzione di *altari, pietre, *tabernacolo (cf Es 29,36; Nm 7,10; Gn 28,18; 35,14; Es 29,36; 40,10), e di persone (1 Sam 10,1; 16,13; 1 Re 19,16). In alcuni casi, il termine unto, applicato ai *Patriarchi, ad alcuni *profeti e al popolo, sembra sia usato in senso metaforico.
Nel NT, Gesù sarà il *Cristo, vale a dire l'unto per antonomasia per mezzo della piena penetrazione dello Spirito, non per il rito materiale dell'unzione con l'olio (cf Is 61,1 e Lc 4,18 e 21).
2. La Chiesa impiega il gesto dell'unzione in vari riti, come la *dedicazione di un altare e, soprattutto, in vari *sacramenti: *battesimo, *confermazione, *ordine. L'unzione si fa con *olio o con *crisma, cioè olio cui sono stati aggiunti dei profumi. Simboleggia l'impregnazione dello *Spirito Santo.
Unzione degli infermi. (inizio)
E il sacramento per mezzo del quale Dio, tramite la sua Chiesa, offre la sua grazia all'uomo in una situazione di malattia grave. Non è il sacramento dei moribondi (per il momento estremo si offre loro l'*eucaristia come *viatico), ma di coloro che per malattia grave o per debolezza dovuta all'età avanzata cominciano a essere in pericolo di morte; si somministra anche ai bambini, purché comprendano già il sacramento. Si celebra anche per coloro che saranno operati, se la causa dell'operazione è una malattia grave. Si può ripetere se, passata la gravità, il malato vi ricade. La finalità non è la guarigione fisica, poiché l'ambito dei sacramenti è l'ordine spirituale; ma la salute può trarne giovamento per effetto del miglioramento spirituale. Il fondamento biblico di questo sacramento si trova come abbozzato nella pratica degli *apostoli, che, su mandato di Gesù, ungevano con olio molti malati e li curavano (Mc 6,13) e, come realtà praticata nella Chiesa primitiva, nelle parole di Giacomo (Gc 5,14-15).
Città della Caldea (odierno Iraq), a sud di *Babilonia, presso il Golfo Persico, della quale era originario *Abramo (Gn 11,28.31; 15,7; Ne 9,7).
" Alla città di Roma e al mondo ". L'espressione si usa nel linguaggio ecclesiale, per esempio quando si dice che il papa dà la *benedizione " urbi et orbi ". Si usa anche nella forma urbis et orbis = della città e del mondo, ad esempio nel titolo di una sezione informativa del quotidiano " L'Osservatore Romano " che raccoglie notizie " urbis et orbis ".
Ufficiale ittita dell'esercito di *Davide, marito di *Betsabea. Invaghitosi di lei, Davide la sedusse. Poi, fece inviare Urìa in prima linea perché restasse ucciso, come infatti avvenne. Così pensava di nascondere il suo peccato, sposando Betsabea, incinta di lui. Ma Dio inviò il profeta Natan a rimproverargli il suo delitto. Betsabea in seguito diede alla luce *Salomone e nella genealogia di Gesù è menzionata come colei " che era stata la moglie di Urìa " (Mt 1,7; cf 2 Sam 11).
Oggetti per mezzo dei quali il *sommo sacerdote, o i sacerdoti di *Israele, ottenevano un oracolo in risposta a una domanda presentata con una duplice alternativa. Non sappiamo che forma avessero questi " dadi ", né come venissero " gettati " (cfr. 1 Sam 14,42). Vedi *Pettorale.
Peccato contro il settimo comandamento della legge di Dio, che consiste nel chiedere un interesse eccessivo per i prestiti. L'AT condanna il prestito a usura; alcune volte si considera ingiusto qualsiasi interesse, soprattutto quando si presta a un altro israelita; altre volte, l’interesse eccessivo (cf Es 22,24; Lv 25,35-37; Dt 23,20; Ez 18,5-9; Sal 14,5). Il NT è nella stessa linea (cf Lc 6,35). I *Padri della Chiesa la condannano energicamente: sant'*Ambrogio, san *Girolamo, sant'*Agostino, san Clemente d'Alessandria, ecc. L'usura non è mai stata giustificata. Il III Concilio Lateranense (1179) emette un decreto secondo il quale non si deve dare sepoltura ecclesiastica agli usurai riconosciuti come tali; e quello di Vienna (1314) decreta che dovranno essere *scomunicati i governanti *usurai. Più tardi si distinguerà l'usura dal prestito ad interesse moderato, e questo è ammesso, mantenendo la condanna dell'usura propriamente detta (cf Rossi, DETM-P).
Utilitarismo. (inizio)
Dottrina filosofico-morale per la qua-le il valore supremo è l'utilità. Secondo questa teoria " nulla è desiderato per se stesso, ma per l'utilità che offre " e la dottrina morale deve incoraggiare ciò che fornisce maggiore piacere. E molto corrente l'utilitarismo volgare o pratico; più raro quello filosofico, che comparve in Inghilterra alla fine del secolo XVIII e fu coltivato nel XIX. I suoi principali esponenti furono J. Bentham, James Mill e J. Stuart Mill (cf G. Duncan, DS-G, e Ferrater, DF-ES).
Dal greco ou topos = non-luogo, luogo inesistente. In senso corrente, qualcosa di molto bello ma irrealizzabile. In senso più profondo, J. M. Castillo la definisce come " progetto simbolico, che anticipa un futuro migliore ". E come la proiezione di ciò cui aneliamo nel profondo di noi stessi. I grandi progetti sociali sono utopie. Così, La Repubblica di Platone, o La Città del Sole di Campanella, o La Nuova Atlantide di F. Bacone. Il nome fu inventato da Tommaso Moro, che descrive la sua. Nel linguaggio cristiano il termine si usa per esprimere la realtà ultima dell'uomo, in quanto per mezzo della grazia di Cristo raggiungerà ciò che sembra impossibile.
Dal latino utraque = l'una e l'altra. Si designarono così, ai tempi della *Riforma protestante, quelli che sostenevano che anche ai laici si dovesse somministrare la comunione sotto entrambe le specie sacramentali, ovvero il pane e il vino.
Chiesa giansenista alla quale, dal 1889, sono uniti i *Vecchi cattolici. Questa Chiesa fa parte del movimento ecumenico.
Uxoricidio. (inizio)
Omicidio commesso contro il coniuge.
V
Vedi *Sede vacante.
" Creature alate che partecipano dell'elemento celeste, guerriere, maghe, protettrici e amanti, depositarie del sapere, della funzione marziale e guardiane della fecondità... Le quaranta valchirie citate nella letteratura scandinava offrono un quadro rappresentativo dell'insieme della mitologia germanico-nordica con le tre funzioni indoeuropee: sovranità, forza e fecondità " (J. Ries, DdlR-H). Esse scelgono quelli che devono morire combattendo e, quando muoiono, lo conducono al luogo della beatitudine.
Movimento religioso nato intorno al 1170 per iniziativa di Pierre Valdez (Pietro Valdo), commerciante di Lione. Sorse come reazione, da una parte ai *catari e, dall'altra, alla corruzione all'interno della Chiesa, nella quale molti membri dell'alta gerarchia si erano allontanati dagli ideali evangelici della povertà e della semplicità. Al principio, questi " poveri di Lione " furono favoriti anche da papi come Alessandro III (1159-1181), che li autorizzò a predicare. Ma poi, per la loro mancanza di sottomissione, fu loro proibito di farlo. Finirono con il rifiutare la gerarchia, il sacerdozio, i sacramenti, il culto dei santi... Questa dottrina è molto simile a quella che più tardi difenderanno i protestanti; per questo dal 1532 aderirono esplicitamente al movimento della *Riforma e oggi sono considerati come una confessione al suo interno.
*Setta gnostica (vedi *gnosi, *gnosticismo) iniziata da Valentino, alessandrino che insegnò a Roma negli anni 138-158. I valentiniani si divisero presto in diverse correnti.
Valore è la qualità di qualsiasi realtà che la rende apprezzabile, vale a dire, degna di prezzo, di stima; è ciò a cui si inclina la volontà. E l'importanza delle cose e delle realtà è indicata dall'elevatezza di quel prezzo, dall'intensità di quella stima, dalla forza con cui tende ad esse la volontà. Per questo la concezione del mondo e l'orientamento della vita dipendono da ciò che la persona quota come valore. Questo si manifesta in tutto il ventaglio dell'apertura personale: l'individuale, il comunitario, il sociale, il politico... e, naturalmente, il religioso, o trascendente, come il più decisivo.
" Nell'uomo, il valore delle cose della realtà si converte in *destino... E il valore delle cose che la vita deve affrontare a spingere inesorabilmente l'uomo a farlo personalmente suo nell'agire di ogni giorno. In questo senso, le cose, Dio compreso, sono imprescindibili per la realizzazione del destino personale nella storia " (J. de la Torre, DAP-VD).
I valori hanno un fondamento oggettivo, ma ciò che è decisivo è che la persona li assuma soggettivamente, altrimenti non contano, non hanno alcuna influenza. Orbene, i valori si trasmettono come elemento vitale di ogni *cultura. Per questo è importante discernere nel modo più acuto possibile i valori autentici e educare all'apprezzamento degli stessi.
I valori, in quanto legati nella loro percezione a una cultura o a un insieme di culture, evolvono dal punto di vista della loro catalogazione e dell'esperienza. Sono evidenti gli errori di apprezzamento, ad esempio, della libertà ai tempi della schiavitù, della vita nell'antichità e ai giorni nostri, quando si tratta dei bambini che non sono ancora nati o dei condannati a morte.
Un aspetto importante riguardo ai valori è la loro gerarchizzazione corretta, poiché i più trascendentali sono quelli che devono venire per primi nell'ordinamento della società e, sul piano personale, l'individuo è costantemente costretto a scegliere tra un valore e l'altro. Il nodo del destino personale dipende dalla scelta indovinata o meno nell'opzione per i valori autentici o per i disvalori o controvalori.
Da san *Giustino (1 Apol., 66), verso l'anno 150, si comincia a dare il nome di vangeli ai libri che contengono il vangelo. Mt, Mc, Lc e Gv furono gli unici che la Chiesa ammise tra i molti che si scrissero sulla vita e la predicazione di Gesù. Sono un genere unico nella letteratura universale. Partono da fatti storici, ma non sono meri racconti, bensì *kerigma o annuncio della buona notizia che invita all'adesione personale a Gesù. La loro intenzione principale non è quella biografica. Non sono nemmeno un'elaborazione dottrinale o una riflessione sul significato di Gesù, ma piuttosto la sua presentazione come *messia, Figlio di Dio e salvatore. Ciascuno dei quattro evangelisti scrive a partire dalla propria mentalità teologica e secondo le necessità dei suoi destinatari più immediati, quelli della regione dove scrive. Cominciarono come brevi racconti o collezioni di fatti, di discorsi, di parabole di Gesù che poi diedero luogo all'insieme che oggi conosciamo. Il loro nucleo iniziale fu probabilmente il racconto della Passione e Risurrezione; poi si ampliò verso la vita pubblica e, finalmente, Mt e Lc vi aggiunsero la parte relativa all'infanzia. Si può dire che furono pensati e scritti a ritroso (cf G. Hierzenberger, VPB-H; vedi anche Haag-BornAusejo DB-H; X. Léon-Dufour DNT; DBM-Cl).
Vangeli dell'infanzia. (inizio)
Sull'adolescenza e la giovinezza di Gesù, i *Vangeli non ci dicono nulla, se non che visse a Nazaret. Del periodo precedente la vita pubblica abbiamo solo alcuni racconti relativi alla sua infanzia, che troviamo nei primi due capitoli del Vangelo di *Matteo e di *Luca.
Questi capitoli procedono da fonti diverse da quelle che sono alla base del resto del Vangelo e Mt e Lc sono indipendenti tra loro. Qui, soprattutto, " la questione della storicità è in secondo piano di fronte a ciò che si esprime sull'importanza di Gesù " (DBM-C). La critica modernista, da Loisy a Bultmann, non vi ha visto che leggende. Studi più recenti ne hanno rivalutato l'autenticità (cf J. Danielou, I vangeli dell'infanzia, Morcelliana; R. Aron, Gli anni oscuri di Gesù, Mondadori).
Luca trovò indubbiamente un racconto scritto, che ritoccò secondo il proprio stile, come si vede da certe parole. Presenta Gesù come superiore al Battista in narrazioni parallele su entrambi: annunciazione di Giovanni-annunciazione di Gesù; nascita di Giovanni-nascita di Gesù, con l'inserimento degli inni (e poi quello di Simeone). La nascita di Gesù è inserita nella storia universale.
Matteo presenta Gesù innanzitutto come il *messia annunciato, il " Figlio di Davide ", ma destinato a salvare tutti gli uomini (manifestazione ai magi). Israele lo rifiuta (fuga in Egitto). Tutto è elaborato come una meditazione biblica, con continue citazioni dell'AT (cf Ibid. e Haag-Born-Ausejo, DB-H).
In greco, " buona novella, buona notizia ". In senso ancora non religioso, significò la ricompensa data a chi portava una buona notizia. In Naum e nel Secondo e Terzo *Isaia (Is 40-66), evangelizzare è annunciare la buona notizia messianica: " Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annuncia la pace! " (Na 2,1; Is 52,7). Nel NT, Gesù stesso si presenta come colui che porta quella buona notizia attesa: Lc 4,16-21; cf Mt 11,5 = Is 61,1: " Mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri ". La parola vangelo compare 4 volte in Mt; 8 in Mc; 1 in 1 Pt; 1 in Ap; 60 in Paolo. Evangelizzare; 1 in Mt; 10 in Lc; 15 in At; 21 in Paolo; 3 in 1 Pt; 2 in Ap e 1 in Eb. Nel NT il vangelo è sempre la dottrina, mai un libro (cf W. Grossouw, in Haag-Born-Ausejo, DB-H, DBM-Cl. HierzenbergerWirkirchen, VPB-H).
Vangelo secondo Giovanni. (inizio)
Il discepolo che Gesù amava, come Giovanni si definisce, scrisse probabilmente il suo Vangelo a Efeso verso la fine del sec. I, rivolgendosi a cristiani già formati. Mentre Mt, Mc e Lc seguono un piano e un ordine paralleli (vedi *Sinottici), Gv è indipendente. In generale non ripete ciò che è già raccontato dai sinottici, piuttosto lo completa e offre precisazioni geografiche o cronologiche a quanto da loro detto (cf 1,28; 11,28; 5,2; 19,13; 1,19s; 3,24; 4,6.52; 6, 4.22; 7,10.37; 11,6.17; 12,1.12; 19,14; 20,1.19.26). E molto personale.
- Ecco le principali differenze con gli altri: a) Racconta meno fatti e miracoli (ne narra solo sette), ma in modo molto sviluppato. b) Più che le parole e i fatti di Gesù, gli interessa il senso che essi hanno. c) Il suo messaggio è più incentrato sulla persona di Gesù: è lui la buona novella e il regno. I miracoli li chiama segni; il loro racconto è accompagnato dalla dottrina che ne spiega il senso. I discorsi di Gesù in Gv sono spesso discussioni con " i giudei " (così chiama i nemici di Gesù). d) Un'altra caratteristica notevole è il suo simbolismo, senza nulla togliere alla storicità dei fatti: acqua, sangue, luce, vita... acquistano in Gv un denso significato. e) Solo lui cita le feste intermedie tra la prima e l'ultima pasqua.
- Vocabolario e stile. Il suo vocabolario è povero, ma di grande effetto. Fa uso di molte espressioni semitiche, benché scriva in greco. Il suo stile non ha la vivacità di Mc, tuttavia " raggiunge un livello eccezionale di forza e di vita " (Mollat). Le frasi sono poco varie ma " la loro successione solenne in forma di sentenze infonde a tutto il discorso un'arcana e ieratica maestosità che impregna il lettore fin dal principio " (G. Ricciotti). Traccia con penetrante psicologia le reazioni delle persone e dei gruppi.
- Dottrina. E il vangelo spirituale. Si sente che lo ha vissuto molti anni quando lo scrive; per questo unisce le sue riflessioni teologiche alle parole di Gesù. La divinità di Gesù è messa fortemente in risalto già nel prologo, nel corso dei discorsi, fino alla fine. Presenta il cristianesimo solidamente cementato nella realtà ecclesiale, che si avverte dalla attenzione dedicata a Pietro (lo nomina 40 volte), alla vita sacramentale (battesimo, eucaristia e penitenza), passando per le immagini della vite (c. 15), del gregge e dell'unico pastore (10,1-6) e lo stabilimento del *primato (c. 21), che in Mt 16 appare annunciato. Questo Vangelo è stato stimato in modo speciale da santi e contemplativi. Origene, nel suo commento (Introd. 1,6) dice che i Vangeli sono le primizie delle Scritture e quello di Gv è la primizia dei Vangeli.
Vangelo secondo Luca. (inizio)
E dedicato a *Teofilo (amico di Dio), che molti ritengono sia stato un personaggio reale, non simbolico. Fin dal prologo (1,1-4), l'autore espone il suo metodo, le sue accurate ricerche e le sue intenzioni. Fu probabilmente composto negli anni 80-85, destinato a gentili convertiti. Tra le sue fonti c'è il Vangelo di Mc, che segue, migliorandone lo stile e ritoccandone il contenuto. Altre fonti sono quella che si riferisce all'infanzia di Gesù, una fonte comune a Mt (Q) e altre soltanto sue. E quello che ha più affinità con Giovanni.
- Struttura il suo Vangelo in quattro parti all'interno di un chiaro quadro geografico. 1. L'infanzia di Gesù (c. 1-2). 2. Il ministero in *Galilea (3,19,50); è la parte più parallela a Mc e Mt, con la Passione. 3. La sezione dei viaggi (9,5118,27). 4. Passione, risurrezione e ascensione. Comincia il suo racconto a *Gerusalemme (annuncio a *Zaccaria), la grande sezione centrale la pone in viaggio verso Gerusalemme, e conclude nel tempio di Gerusalemme.
- Contenuto originale. La sua ricchezza particolare sta nella cosiddetta sezione dei viaggi, perché colloca i fatti e gli insegnamenti mentre Gesù " sale a Gerusalemme ", circostanza che ricorda tre volte (9,51; 13,22; 17,11). E soprattutto per questa sezione che Lc ha più racconti originali tra i *sinottici: 105 *pericopi originali, contro 66 di Mt e 19 di Mc. Gli dobbiamo gioielli come le parabole del buon samaritano, degli invitati che non accettano l'invito al banchetto, del figlio prodigo, della pecorella smarrita e della dramma perduta, del ricco cattivo e del povero Lazzaro, del fariseo e del pubblicano, e storie come quella della peccatrice pentita, la conversione di Zaccheo, il buon ladrone, oltre ai racconti dell'infanzia.
- Lo stile di Lc è, in generale, molto curato, fine, elegante, di qualità migliore degli altri tre. I suoi racconti sono sobri, senza dettagli non necessari. Sa concludere molto bene una narrazione (così: 4,30; 10,37.42; 15,32; 16,31; 24,32-35). Mostra di avere un'acuta intuizione psicologica nel tracciare i personaggi.
- Dottrina. Dà a Gesù, di preferenza, il titolo di Signore e descrive meravigliosamente la sua bontà, esprimendo al tempo stesso le esigenze del suo messaggio. E lui che ci ha lasciato il miglior ritratto della Madre di Gesù e che più si interessa alla donna in generale. Il suo è il vangelo della gioia e della bontà. Insiste più degli altri sulla preghiera e fa numerosi riferimenti allo *Spirito Santo (15, contro i 12 di Mt e i 4 di Mc). Luca raccoglie gli inni di Zaccaria, degli angeli e di Simeone. Presta particolare attenzione ai poveri. Ha un grande senso della storia. Percepisce che con Gesù inizia un tempo nuovo.
Vangelo secondo Marco. (inizio)
Benché Matteo debba aver scritto il suo Vangelo aramaico prima, il Mt in greco, che è quello che ci è giunto, è posteriore a Mc, cosicché questo è cronologicamente il primo dei quattro. Lo si data intorno all'anno 65. Non è da escludere che lo abbia composto a Roma; in ogni caso, le traduzioni delle parole aramaiche e le spiegazioni degli usi ebraici che introduce rivelano che non fu scritto per gli abitanti della Palestina o per i protagonisti della diaspora.
- Si attribuisce a Mc il merito di aver creato il genere *vangelo, parola che mette nella prima frase e poi ripete 8 volte (contro le 4 di Mt e nessuna in Lc e in Gv).
- Caratteristiche di Mc sono: a) La sua brevità. E lungo poco più della metà di Mt o di Lc. b) Il suo vocabolario e la sua sintassi sono spesso poveri o difettosi (ripetizione di e, subito...; confusione dei tempi verbali); ma il suo stile è realistico, vivo, pittoresco, dettagliato; " passare dal primo Vangelo al secondo è uscire da una chiesa per contemplare la natura " (X. Léon-Dufour). Mc è un narratore molto abile. La sua attenzione ai dettagli offre molti dati interessanti: solo il 10% dei suoi racconti non compare negli altri Vangeli (questo spiega perché sia stato poco impiegato nella liturgia in passato), ma i suoi particolari arricchiscono la visione e per questo oggi lo si valuta molto. c) Si stima, inoltre, la sua psicologia naturale nel tracciare i personaggi. d) Non nasconde l'ignoranza né i difetti degli *apostoli (comparare Mc 6,52 con Mt 14,33; Mc 9,32 con Mt 17,23; Mc 9,33-34 con Mt 18,1).
- Dottrina. Presenta Gesù nei fatti. La scarsità di discorsi fa sì che l'attenzione si concentri sulla persona e il mistero di Gesù: il vangelo è il Signore stesso. Colpisce la sua insistenza sul segreto messianico: solo a poco a poco si rivelerà il mistero di Gesù. Per 81 volte si riferisce a Gesù con l'espressione Figlio dell'Uomo. In Mc vediamo il Gesù precedente alla Pasqua meglio che negli altri evangelisti. Presenta i tratti umani di Gesù: dorme, mangia, si volta per guardare, si commuove, accarezza i bambini, si sdegna, domanda (cf 3,5; 5,30.32; 6,34; 8,5; 9,16; 10,16...). La divinità di Gesù è ben messa in risalto, fin dal titolo; il segreto messianico si spezza in certi momenti (battesimo, trasfigurazione, forza contro gli indemoniati) e lascia intravedere la sua trascendenza. Davanti alla *croce, il centurione confessa che è veramente il *Figlio di Dio.
Vangelo secondo Matteo. (inizio)
Fu il primo libro scritto del NT nell'originale aramaico, sebbene l'opera in greco, che è quella che possediamo e che non è una semplice traduzione della prima, sia posteriore a Mc; in esso si avverte già che ha avuto presente ciò che ha scritto Mc.
- E' perfettamente chiaro che i suoi destinatari sono giudei: dà per noti i loro costumi; riflette bene la situazione religiosa e la mentalità della *Palestina (per esempio, scrive 33 volte " regno dei cieli " e solo 4 " regno di Dio ", perché i giudei evitavano di pronunciare il nome di Dio) e la cosa più caratteristica è che in numerose citazioni presenta Gesù come compimento delle profezie.
- Caratteristiche salienti: a) Spirito semita nelle espressioni, negli abituali mezzi stilistici per ricordare gli insegnamenti, ecc. b) Chiarezza e ordine. E il Vangelo meglio strutturato per la catechesi, e questo spiega la preferenza di cui ha goduto nella liturgia nel corso dei secoli. Unisce la dottrina in lunghi discorsi, che alterna con sezioni narrative nelle quali raggruppa miracoli e altri fatti. " E così ben tracciato e artisticamente costruito che T. Zahn è giunto ad affermare che nessun libro di storia dell'AT, né del NT può competere con esso " (DB-H). c) E il vangelo dottrinale per eccellenza; in esso predomina la parola di Gesù, senza trascurare gli atti; lascia da parte l'aneddotica per concentrarsi sull'essenziale. d) Significato ecclesiale. E l'unico che riporta la parola Chiesa (16,18 e 18,17) e che narra la promessa del primato (16,13-20), così come il pagamento del tributo per Pietro e per Gesù assieme (17,27); ricorda il potere di " legare e sciogliere " dato agli *apostoli. e) Nonostante il suo spirito semita, offre una visione universalistica fin dai primi capitoli (venuta dei re magi) fino all'invio nel mondo intero con il quale si conclude il Vangelo; tratta gli apostoli con grande delicatezza (paragonare con quanto si dice in *Marco).
- Il suo stile è chiaro, manifestazione di una mente lucida e ordinata, ed elevato, con una sua eleganza, anche senza la vivacità di Mc né la finezza di Lc. Possiede una certa ieraticità e solennità. Il linguaggio è generalmente corretto.
- La dottrina. Tratta il Signore con grande rispetto e lo avvolge in una certa aria di maestà; diverse volte il Signore si presenta come giudice del mondo (16,27; 19,28; 24,27.30; 25,31s); non vi compaiono i tratti di irritazione o tenerezza che si trovano in Mc; è il Cristo, il Figlio di Davide. 80 volte lo chiama Signore (Mc, 18; Lc, 103). Mette in rilievo la filiazione divina. L'attenzione alla Chiesa sembra essere ciò che più lo distingue dagli altri evangelisti (cf Huby, L'évangile et les évangiles; Leal, Sinopsis de los cuatro evangelios; Léon-Dufour, Los evangelios y la historia de Jesús; Rigaux, Témoignage de l'évangile de Matthieu).
Vasco de Quiroga (1477-1565). (inizio)
Carlo V lo nominò membro della Real Audiencia del Messico, dove si recò, partendo da Siviglia, nel 1530. Nel 1535, pur essendo laico, è nominato vescovo di Michoacán. Si distinse nella difesa dei diritti degli indios dagli encomenderos. Fondò dei paesi per unire gli indigeni e aiutarli.
1. Città del Vaticano. E uno stato situato all'interno della città di *Roma, resto di ciò che fu lo*Stato Pontificio, nel quale risiede il papa e funziona l'amministrazione centrale della Chiesa. Nel corso dell'unificazione italiana, lo Stato Pontificio venne preso con la forza e iniziò così la cosiddetta questione romana. I papi vissero reclusi nel palazzo vaticano, senza riconoscere l'espropriazione. Pio XI e Mussolini firmarono nel 1929 i patti *lateranensi, con i quali venne costituito lo Stato del Vaticano. E lo Stato più piccolo del mondo, con 0,44 chilometri quadrati di superficie e una popolazione di circa 1000 abitanti, molti dei quali non risiedono al suo interno. Ad esso appartengono anche, oltre alla Basilica di San Pietro, le altre tre *basiliche maggiori, San Giovanni in Laterano (cattedrale del papa come vescovo di Roma), Santa Maria Maggiore e San Paolo Fuori le Mura, nonché la residenza di *Castel Gandolfo. L'amministrazione civile di questo minuscolo Stato è affidata a un delegato del papa. Il Vaticano conia la propria moneta, dello stesso valore e denominazione di quella italiana. Ha una sua bandiera: bianca e gialla. Dispone di un'emittente: " Radio Vaticana "; di un quotidiano: " L'Osservatore Romano "; di un'editrice: " Libreria Editrice Vaticana " e di una tipografia: " Tipografia Vaticana ".
2. Vaticano I, Concilio. Iniziò l'8 dicembre 1869 e venne interrotto il 19 luglio 1870, quando scoppiò la guerra tra Francia e Prussia. Non vi fu invitato nessun re o sovrano temporale come si era fatto fin dal primo *concilio (*Nicea 325), ai tempi di *Costantino. Vi presero parte fino a 780 vescovi dei mille allora esistenti al mondo. Dell'ampia tematica prevista, si giunse ad approvare solo due documenti. Il concilio condanna i principali errori dell'epoca: *razionalismo, *liberalismo, *agnosticismo...; chiarisce il rapporto tra fede e ragione e definisce la dottrina sulla Chiesa. Non fece in tempo a emanare un documento sui *vescovi, che avrebbe completato ed equilibrato quanto esposto sul *papa. La definizione dell'*infallibilità suscitò forti polemiche dentro e fuori il concilio e provocò la separazione dei *vecchi cattolici, capeggiati dal teologo tedesco Döllinger.
3. Vaticano II, Concilio. *Concilio convocato da papa Giovanni XXIII e celebrato sotto il pontificato suo e di Paolo VI, dal 1962 al 1965, in quattro sessioni che si celebravano una all'anno, approssimativamente dalla metà di ottobre a dicembre. Con una partecipazione di più di duemila vescovi di tutto il mondo, è stato il concilio più rappresentativo dei 21 celebrati nella storia della Chiesa. Per espressa volontà di Giovanni XXIII, fu un concilio pastorale, cioè non si dedicò a condannare errori, ma bensì a cercare l'attualizzazione della dottrina della Chiesa nel mondo di oggi e la sua proiezione nella vita.
Ne sono scaturiti 16 documenti così divisi: 4 costituzioni (quelli più importanti), 9 decreti e 3 dichiarazioni. Si può vedere al principio di questo libro Documenti-Sigle.
Vedi *Codice.
Gruppo separatosi dalla Chiesa cattolica dopo il concilio *Vaticano I (1870), per ribellione contro la definizione del *dogma dell'*infallibilità del papa. Iniziarono la separazione alcuni tedeschi e ad essi si unirono altri in Francia e Svizzera. Ottennero la successione apostolica facendo consacrare un vescovo da un altro *giansenista olandese. Attorno alla sede originariamente giansenista di Utrecht si andarono unendo diversi gruppi di vecchi cattolici, nati indipendentemente in diversi luoghi, oltre che alcuni gallicani (vedi *gallicanismo). Al tempo della loro separazione ebbero una certa rilevanza, perché potevano contare tra le loro fila numerosi intellettuali. Attualmente, i vecchi cattolici sono circa 500.000 in una ventina di paesi e sono membri del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
In sanscrito, " scienza " o conoscenza. Sono i libri sacri della tradizione dell'India, prima del brahmanesimo e poi dell'*induismo e di scuole posteriori. Contengono inni, massime spirituali, norme rituali, ecc.
Stare svegli, in preghiera, in attesa di una festa solenne o di un evento straordinario. La veglia per eccellenza è quella pasquale. In diverse occasioni, Gesù invita i suoi discepoli a vegliare (cf Mc 13,33-37; Mt 26,38-46 e par.)
Vedi *Tempio.
Come culto religioso, è la riverenza per una persona (o, nel culto relativo, per un oggetto relativo ad essa) nella quale si riconosce l'effetto della grazia di Dio, al quale in ultima istanza si rivolge il culto. Si differenzia dall'*adorazione, che si rivolge solo a Dio, confessandolo come essere supremo.
Venerazione dell'altare. (inizio)
Gesto o gesti con i quali si mostra il religioso rispetto per l'*altare, in quanto è *simbolo di Cristo e luogo del *sacrificio. Gesti con questo significato sono l'inchino davanti ad esso, il bacio, l'incensazione.
Vedi *Peccato.
Verbiti / Missionari del Verbo Divino. (inizio)
Congregazione religiosa fondata nel 1875 a Steyl (Olanda) dal *presbitero tedesco Arnold *Janssen (1837-1909). Attualmente, i Missionari del Verbo Divino sono circa 5000, distribuiti in circa 50 paesi. La loro finalità è proclamare la parola di Dio a tutti gli uomini, suscitare nuove comunità del popolo di Dio e promuoverne la crescita nella comunione reciproca e con la Chiesa universale. Lavorano di preferenza in luoghi dove il *vangelo non è stato ancora predicato o lo è stato in modo insufficiente e dove la Chiesa locale ha scarso clero.
Seconda persona della Santissima *Trinità.
Che non ha avuto alcun rapporto sessuale.
Nella religione degli inca del Perù, vergini elette e mantenute in conventi, considerate come spose del dio Sole, benché l'imperatore o altri alti dignitari potessero sceglierne alcune come concubine. Se ne contavano a migliaia. Si occupavano di preparare le vivande e la chicha (bibita fermentata) per le cerimonie religiose, nonché di filare e tessere ornamenti, in parte poi bruciati come sacrifici.
Stato di chi adotta il *celibato come forma di vita per donarsi in modo totale a Cristo e al prossimo in un amore universale. Nell'AT era molto stimata prima del matrimonio e la legge sanzionava duramente, perfino con la morte, chi la violasse o la sposa infedele alla sua promessa (cf Dt 22,13-21.28-29); in quel contesto, nubile equivaleva a vergine. Il *sommo sacerdote doveva sposare una vergine. Ma il matrimonio e i figli erano tenuti in grande stima, tanto che non era concepibile la verginità a vita come opzione volontaria. Nel NT, *Maria appare come vergine (cf Lc 1,27.34; Mt 1,23), il che, nel contesto dell'*incarnazione, è garanzia della *trascendenza del frutto del suo seno. Cristo propone la verginità come dono di Dio (cf Mt 19,11; 1 Cor 7,25.32-40) e *Paolo presenta l'ideale della Chiesa con l'immagine della verginità (cf 2 Cor 11,2). La verginità è l'espressione di un cuore non diviso per poterlo donare a Dio (cf 1 Cor 7,32-34) e simbolo di fedeltà (cf Ap 4,4). Nell'*aldilà non esisterà il matrimonio (cf Mc 12,25 e par.). Questa affermazione, assieme a quella di Mt 19,12 sugli " eunuchi per il regno dei cieli " rivelano il senso *escatologico della verginità. Gli Atti degli Apostoli sembrano indicare che fin dai primi tempi della Chiesa si praticava la verginità, quando affermano che Filippo aveva quattro figlie vergini (At 21,9).
Frase della *Bibbia di una, due o tre righe. I libri vennero prima divisi in sezioni. Nel 1206, Stephen Langton li divise in *capitoli. Nel 1550, Robert Estienne introdusse la divisione in versetti, dando un numero ad ogni frase del capitolo; lo fece durante un viaggio da Lione a Parigi, e forse per questo si notano delle divisioni a volte poco adeguate.
Versioni della Bibbia. (inizio)
Il bisogno di tradurre la Bibbia fu sentito dagli ebrei nati nella *diaspora, la cui lingua era il greco; gli ebrei lo sperimentarono anche dopo l'*esilio, poiché in *Palestina si cominciò ad usare l'aramaico al posto dell'ebraico; la stessa cosa accadde poi tra quelli che parlavano latino o altre lingue.
Versioni in greco.
- La principale è quella dei *Settanta (LXX) o alessandrina. Il primo nome viene dal fatto che, secondo la tradizione leggendaria, sarebbe stata realizzata da settanta uomini; il secondo, perché fu fatta nella città egizia di Alessandria. Il lavoro durò circa cento anni, tra il 150 e il 250 a.C. approssimativamente. Fu molto stimata anche fuori dall'Egitto; il NT in genere la segue quando cita l'AT. Comprende anche i libri che non furono tradotti in quanto scritti in greco (sono i *Deutero-canonici dell'AT, esclusi dal *canone dagli ebrei).
- Quella di *Aquila. E una traduzione eccessivamente letterale.
- Quella di *Teodozione. Più che una traduzione, è una revisione di quella dei Settanta.
- Quella di *Simmaco, più libera delle precedenti.
Di queste tre, si conservano solo dei frammenti.
- La *Exapla, ovvero sestupla. E l'edizione che fece *Origene dell'AT in sei colonne: a) testo ebraico; b) testo ebraico trascritto in alfabeto greco; c) traduzione di Aquila; d) di Simmaco; e) dei Settanta; f) di Teodozione. Per alcuni libri, aggiunse anche altre traduzioni greche. Quest'opera fu importante soprattutto per la trasmissione della traduzione dei Settanta. Se ne conservano solo alcuni frammenti.
Versioni aramaiche.
Sono chiamate *targum (pl. targumim), parola che in aramaico significa " traduzione ". All'inizio erano delle spiegazioni orali del testo ebraico, che il popolo non comprendeva più; poi, vennero fissate per iscritto, ma spesso contengono parafrasi al posto del puro testo. Vennero iniziate verso il sec. III a.C. Quelle che si conservano hanno solo alcuni libri dell'AT. Le principali sono: quella di Onqelos, quella di *Qumran, quella di Gerusalemme, quella di Jonathan, ecc.
Versioni siriache.
La più importante è la Peshitta, ovvero la semplice, testo ufficiale delle Chiese di lingua siriaca.
Versioni copte, etiopi, gotiche, arabe...
Versioni latine.
- Quelle antiche: vetus latina, vetus latina hispanica.
-
La Vulgata. Opera di san *Girolamo su incarico del papa san Damaso, che voleva correggere le imperfezioni di quelle antiche. E la più importante e quella che si è conservata fino ai nostri giorni; nel corso del tempo, se ne sono fatte traduzioni nelle diverse lingue occidentali. San Girolamo, in molti casi, usò traduzioni anteriori, che ritoccò per migliorarle. Nel 1979, è stata pubblicata la Neovulgata, voluta da Paolo VI e dal concilio Vaticano II.
Versioni moderne.
Per intero o in parte, la Bibbia è oggi tradotta in più di 1300 lingue e, in molti casi, esiste più di una traduzione nella stessa lingua.
Dal greco episkopos = ispettore, sorvegliante. Membro della Chiesa che ha ricevuto la pienezza del *sacerdozio ministeriale attraverso il sacramento dell'*ordine. Normalmente è il pastore di una *diocesi o Chiesa particolare e, in virtù della *collegialità, condivide con il papa e con gli altri vescovi la responsabilità su tutta la Chiesa. I vescovi sono successori degli *apostoli.
E il vescovo assegnato al vescovo titolare di una diocesi perché lo aiuti nel governarla.
Designato al governo di una diocesi con le facoltà e i poteri del vescovo ordinario quando il titolare non può esercitare adeguatamente il suo ministero.
Imperatore romano dal 69 al 79. Durante il suo mandato, ebbe luogo la guerra giudaica, che si concluse con la caduta e la distruzione di *Gerusalemme e del *tempio. Dirigeva la guerra Tito, figlio e poi successore di Vespasiano.
Vedi *Liturgia delle ore.
Sacerdotesse della dea Vesta, nel tempio situato nel Foro di Roma. Erano sei, elette dal sommo pontefice quando avevano tra i sei e i dieci anni. Mantenevano il fuoco sacro, preparavano le offerte per il sacrificio e partecipavano al culto. Dovevano rimanere vergini, sotto pena di essere sepolte vive. Dopo trent'anni di sacerdozio, potevano adottare la vita ordinaria e sposarsi, oppure restare, come vergini consacrate, nella casa di Vesta (cf M. Meslin, DdlR-H).
" Antica versione latina " della *Bibbia, anteriore alla *Vulgata. Non esiste ancora un testo completo della Vetus latina; nel monastero di Beuron (Germania) si lavora alla sua ricostituzione.
" Via della croce ".
1. La strada percorsa da Gesù per le vie di *Gerusalemme durante la sua *passione, dal *pretorio di *Pilato al *Calvario. Attualmente, i pellegrini in Terra Santa ne ripercorrono l'itinerario.
2. Serie di 14 croci, dipinti o rilievi con i principali motivi o scene del percorso di Gesù nella sua passione. Nei tempi passati, e a volte ancora oggi, si aggiungeva una quindicesima scena: la risurrezione, senza la quale la passione è priva del suo senso finale. Si è soliti collocarle all'interno delle chiese, in modo da seguirle girando attorno alla navata centrale. A volte sono costruite all'esterno in formato monumentale e su un lungo percorso.
La Via Crucis come esercizio di pietà consiste nel seguire il percorso delle 14 scene della passione - dette stazioni - meditando o contemplando Cristo nella sua passione. E una pratica nata in occidente verso la fine del Medio Evo (i cristiani orientali non la conoscono) come replica di quanto facevano i pellegrini a Gerusalemme. Il numero delle stazioni non è sempre stato lo stesso. La maggior parte delle scene è presa dai testi evangelici.
" Nutrimento per il viaggio ". La comunione portata con una certa solennità al malato la cui morte si prevede vicina. Questa comunione è nutrimento e forza per il decisivo viaggio verso l'eternità. Il rito si differenzia da quello impiegato per la comunione che si può portare molte volte a un malato che non ha la possibilità di uscire di casa.
Zona geografica, o gruppo di persone o attività, che l'*Ordinario (vescovo) di una *diocesi affida ad un *vicario. Una diocesi grande si suole dividere in diverse zone minori, ognuna delle quali costituisce un vicariato se così dispone il vescovo. In altri casi, la divisione non è geografica, ma corrisponde a settori come i giovani, la famiglia, i contadini, i professionisti, eccetera.
La carica del *vicario (apostolico = vedi CIC 371; foraneo = vedi CIC 374), ovvero la sede del medesimo.
Vicariato apostolico. (inizio)
Giurisdizione ecclesiastica simile alla *prefettura apostolica. " E una determinata porzione del popolo di Dio che, per circostanze peculiari, non è ancora stata costituita come *diocesi ed è affidata alla cura pastorale di un *vicario apostolico, che la governa in nome del *Sommo Pontefice " (CIC 371,1).
Raggruppamento peculiare di più parrocchie vicine in cui si divide la *diocesi per favorire la cura pastorale. E un'istanza intermedia tra la parrocchia e la diocesi (CIC 374).
Chi esercita una funzione in nome di un altro e con la sua autorità. In questo senso,
- il vicario apostolico governa un *vicariato apostolico in nome del papa;
- il vicario episcopale è responsabile di una zona o di un gruppo di fedeli in nome del vescovo (vedi *Vicaria);
- il vicario generale opera con l'autorità del vescovo in tutto il territorio e su tutti i fedeli della diocesi secondo quanto previsto dal *Codice di Diritto Canonico (cf CIC 475-479);
- il vicario parrocchiale è il sacerdote che coopera con il parroco sotto la sua autorità (CIC 545-552).
Sacerdote, chiamato anche decano o arciprete, preposto al *vicariato foraneo. Promuove e coordina l'attività pastorale comune nell'ambito del vicariato, vigila sui chierici e sul culto del proprio distretto (cf CIC 553-555).
I paesi dell'Asia Occidentale: *Asia Minore, *Palestina, *Mesopotamia, Arabia... Si contrappone a *Estremo Oriente, che è l'insieme dei paesi dell'Asia Orientale e dell'Oceania.
Vieira, Antonio (1608-1697). (inizio)
Nacque a Lisbona, ma fu portato ancora bambino in Brasile, dove entrò nella Compagnia di Gesù nel 1623. Portò a termine alcune missioni diplomatiche in Europa. Tornato in Brasile, denunciò le crudeltà commesse contro gli schiavi e si schierò per la loro liberazione, finché i proprietari di schiavi riuscirono a farlo richiamare in Portogallo, dove, per inimicizia del re Alfonso II e di alcuni cortigiani, fu denunciato all'*Inquisizione come sostenitore di errori dottrinali, motivo per cui rimase in prigione dal 1665 al 1667, quando Pietro II fece revocare la decisione dell'Inquisizione. Dopo aver trascorso alcuni anni a Roma (1669-1675) come predicatore del papa Clemente X, tornò in Brasile, dove dovette ancora subire false accuse (cf Dic. Cath. Biogr.)
Dal latino vigil = vigile, sveglio. Il giorno che precede una festività religiosa solenne (Natale, Pasqua, Pentecoste), in cui ci si prepara spiritualmente; dopo il concilio Vaticano II, non c'è più l'obbligo di digiuno e di astinenza. Vedi *Veglia.
Vincenzo de Paoli, san (1576-1660). (inizio)
Uno dei più importanti apostoli nella storia della Chiesa. Ebbe un influsso decisivo nel rinnovamento cattolico che la Francia sperimentò nella sua epoca. Si preoccupò del rinnovamento del *clero, spinse i vescovi francesi ad agire contro il *giansenismo, organizzò missioni e opere di carità. Fondò la Congregazione della Missione o Lazzaristi (dalla parrocchia di san Lazzaro, dove nacquero nel 1631) e, con santa *Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633).
Vincenzo Ferrer, san (1350-1419). (inizio)
Domenicano spagnolo. Predicatore capace di trascinare le folle che lo seguivano, non solo in Spagna, ma anche in altri paesi europei. Partecipò al concilio di Costanza (16o ecumenico) e consigliò che fossero deposti i tre papi che allora dividevano la cristianità nel grande *scisma d'Occidente.
Vincolo matrimoniale. (inizio)
Dal latino vinculum = legame, laccio, ciò che unisce. L'unione degli sposi che, secondo l'insegnamento di Gesù, è indissolubile (cf Mt 19,6; Mc 10,11-12; Lc 16,18).
Tutto ciò che attenta all'integrità o alla libertà della *persona. Può essere fisica o morale, esercitata in modo diretto o indiretto, da vicino o da lontano. E praticata da individui o da organizzazioni. Quando ha radici nel sistema sociale stesso si dice che è istituzionalizzata (un grave esempio ne danno quegli Stati che ancora applicano la *pena di morte). Oggi sono particolarmente gravi quella del terrorismo e quella dei governi totalitari. Sebbene nell'AT, data la situazione primitiva di *Israele, si ricorra facilmente alla violenza, il progresso della rivelazione ne scopre la malizia. Gesù rifiuta la legge del *taglione ed esige una carità generosa (cf Mt 5,38-42 e 5,43-48). La guerra è violenza. Oggi ne vediamo con maggior chiarezza la disumanità (cf Vaticano II, GS 79-82). E ammissibile solo come unica ed ultima risorsa per difendersi e in attesa che un governo mondiale con poteri effettivi possa cancellarla definitivamente. Il NT chiama Dio " Dio di pace e di amore " (2 Cor 13,11) e dice di Cristo che " Egli è la nostra pace " (Ef 2,14). Solo l'amore sradica la violenza.
Dal latino virtus = forza, valore, da vir = uomo. E un atteggiamento o disposizione permanente ad operare il bene con facilità o nonostante le difficoltà. E l'abitudine a fare il bene, acquisita con lo sforzo della ripetizione degli atti corrispondenti. L'abitudine porta accumulata in sé un'energia che assicura la costanza o permanenza della pratica del bene; è una qualità buona dello spirito. " Nell'epoca moderna, è un concetto svalutato, a causa della critica che è stata fatta a una morale statica che privilegiava le virtù passive " (F. Moreno, DAP). Sul piano naturale, già Platone indicò come virtù fondamentali quelle che chiamiamo virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Si chiamano cardinali (dal latino cardo = cardine) perché sono come il cardine intorno al quale ruotano le altre virtù morali o le buone abitudini umane. Nel cristianesimo, mentre si assume questo quadro di base, si considerano prima di tutto le virtù *teologali: *fede, *speranza e *carità.
La facilità che la virtù dona all'operare bene non diminuisce il suo merito, al contrario. In effetti, la resistenza o difficoltà implica minore adesione al bene, mentre la facilità comporta una compenetrazione più completa con il bene. Questa compenetrazione con il bene - che è unione con il bene assoluto - è ciò che costituisce il valore della persona. " Ciò che costa vale ", dice il proverbio. Ma quando non costa più, vale di più; si è percorsa la strada che porta all'ideale. Il culmine di ogni bontà, o meglio, la sua essenza, è l'*amore; per questo l'anima di tutte le altre virtù è la carità (cf 1 Cor 13).
La vita del cielo è così chiamata perché si concepisce l'unione o comunione intima con Dio con il carattere della visione-conoscenza, che implica necessariamente la compenetrazione nell'amore. E una prospettiva in cui risalta l'aspetto conoscitivo. Altri concepiscono la vita eterna come unione innanzitutto nell'amore, mettendo in secondo luogo l'elemento conoscitivo. In ogni caso, si tratta sempre di entrambi gli aspetti, dell'immediatezza totale con Dio sotto il profilo volitivo e intellettivo che riceve anche il nome di *contemplazione.
Comunicazione con Dio, o meglio, comunicazione di Dio all'uomo in immagini visuali. Nella *Bibbia si narrano molte visioni, a volte " in sogno ". Sono molto frequenti nei *profeti (cf Am 1,1; 3,7; 7,1.4.7; Ger 1,11.13; 23,16.18.22; Is 1,1; 2,1; ecc.). Ad esse equivalgono le comunicazioni attraverso altri sensi, come l'udito (cf Is 6,3.9; 40,3; Ger 1,5.7). A volte, le comunicazioni sono percepite in azioni simboliche (cf Am 7,7) o di oggetti (cf Ger 1,11). Nel NT si narrano, ad esempio, quella di *Zaccaria (cf Lc 1,11s), quella di *Pietro (At 10,11-16), molte nell'Apocalisse... E, prima di tutto, le apparizioni di Gesù risorto: a Pietro, ai dodici (cf 1 Cor 15,5-8; Mt 28; Mc 16; Lc 24; Gv 20-21; At 1).
Vedi *Cielo.
1. Pratica o esperienza della religione. 2. Stato di vita degli uomini e delle donne che, aspirando alla carità perfetta, vivono i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza in comunità in un istituto approvato dalla Chiesa. " L'istituto religioso è una società i cui membri, secondo il diritto proprio, emettono i voti pubblici, perpetui, oppure temporanei da rinnovarsi alla scadenza, e conducono vita fraterna in comunità " (CIC 607,2).
Riveste forme diverse, secondo quanto disposto nelle rispettive *regole dai fondatori tenendo conto, soprattutto, della loro finalità o missione propria. Attualmente, si applica a tutte le diverse forme il nome di istituti religiosi, anche se nella pratica si possono distinguere secondo le fasi dello sviluppo che ha sperimentato la vita consacrata nel corso della storia.
Nell'antichità predominava il suo carattere di separazione dal mondo. Vivevano nella solitudine dei loro monasteri. Da cui il nome di monaci, in latino monachus = solitario. Esempio: i benedettini, i cistercensi.
Nel Medio Evo appare la forma di povertà più radicale con i cosiddetti ordini mendicanti, come francescani, domenicani, carmelitani. Questi sono chiamati frati = fratelli.
Dal secolo XVI in poi sorgono numerose congregazioni o istituti religiosi (attualmente, congregazione o istituto sono il nome generico per tutti gli stati della vita religiosa) con finalità sempre più diversificate, come il dedicarsi alle missioni, ai malati, all'insegnamento. Di questo tipo sono, ad esempio, i gesuiti, i redentoristi, gli scolopi o le congregazioni dei Fratelli delle Scuole Cristiane, i maristi, ecc. e la grande maggioranza delle congregazioni femminili. Sono chiamati con il nome generico di religiosi (che si applica anche a quelli menzionati in precedenza).
Ai nostri giorni compaiono gli istituti secolari, i membri dei quali vivono più integrati nei lavori e nella vita dei *secolari. Non sono religiosi, strettamente parlando. Il Codice di Diritto Canonico dedica loro un capitolo a parte e li definisce così: " L'istituto secolare è un istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo, soprattutto operando all'interno di esso " (CIC 710).
E il dono più grande, radicale: esistere; il valore primario, sul quale si basano tutti gli altri. Su questa base, la *persona costruisce il suo modo di essere, il suo futuro, il suo destino. A ciascuno spetta il compito di dare un senso alla propria vita, nel diritto inalienabile all'autodeterminazione, che si oppone a ogni genere di schiavitù o di dominio evidente o nascosto. Per questo è inaccettabile che uno Stato si arroghi il diritto di togliere la vita per mezzo della *pena di morte. La maggiore ricchezza della vita umana è " l'apertura a Dio, amico della vita (Sap 11,16) e a Cristo vivo " (M. Gómez R., DAP-VD).
I periodi della vita - infanzia, fanciullezza, adolescenza, maturità, vecchiaia - sono toni qualitativi, ognuno dei quali prepara il seguente. Si tratta di saper cogliere la peculiare bellezza e i limiti di ciascuno di essi, senza restare legati al passato, che crea una distorsione sterile. La curva interiore del valore personale non conosce, in se stessa, la decadenza che colpisce l'organismo biologico. La fine di questa vita non è la fine assoluta, ma la trasformazione in una vita più piena.
Abitudine ad agire male. E un atteggiamento o disposizione permanente dalla quale procedono i successivi atti cattivi che la persona compie. E l'antitesi della *virtù.
Dal latino vocare = chiamare. E la chiamata di Dio.
- C'è la chiamata che Dio fa a ogni uomo perché partecipi alla vita comunicata nel suo Figlio, Gesù Cristo, formando parte della sua Chiesa (cf At 2,39; Rm 8,28; 9,24; 11,29; 1 Cor 1,2.24; 1 Ts 5,24).
- La chiamata di Dio a una missione, come vediamo nei casi di *Abramo (Gn 12,1), *Mosè (Es 3,10.16), i *profeti (Is 6; 8,11; 42,5-6; 48,15-16; Ger 1,2-10; 1 Sam 3,4-10).
- A volte la missione prevede un genere di vita diverso da quello ordinario in forma definitiva. Questo accadde nella vocazione degli *apostoli (cf Mc 1,16-20 e par; 2,13-17 e par; 3,13 e par; 1 Cor 1,1). Oggi, nella pratica si usa il termine vocazione per quelle chiamate che implicano un genere di vita diverso dall'ordinario, come sono la vocazione al *ministero sacerdotale o alla *vita religiosa. La vocazione è non tanto un'esigenza, anche se chiede di rinunciare a molte cose, quanto una scelta di portare a termine la missione della Chiesa in un dono di sé molto particolare.
L'attività volontaria e gratuita di chi si presta ad aiutare il prossimo (anziani, malati, indigenti, carcerati, tossicodipendenti, ecc.). Esiste un volontariato di radice non religiosa, ma dopo il concilio *Vaticano II è cresciuto a livello mondiale un volontariato di ispirazione cristiana che coinvolge soprattutto i laici. Si riallaccia alla grande tradizione degli ordini religiosi e delle opere di carità.
Mettendo da parte distinzioni filosofiche e tipi di volontarismo, qui segnaliamo come tale la dottrina e la pratica nelle quali predomina la volontà sulla ragione, in modo tale che l'azione (o l'intenzione) sono come un tentativo di piegare razionalmente ciò che le cose sono, a beneficio di ciò che il soggetto vuole che siano.
Espressione antropomorfica, che compare numerose volte nell'Antico e nel Nuovo Testamento per esprimere il rapporto di Dio con l'uomo, prendendo come immagine la parte più espressiva di noi stessi. Nella *Bibbia a volte indica la persona di Dio, a volte la sua presenza. Nascondere il suo volto è mostrare la sua ira; scoprirlo è mostrare benevolenza (cf Es 33,11.14-20; 34,21; Dt 20,8; 18,7; Sal 9,4; 24,6; 31,17.21; 80,4.8; 86,9; Gb 13,15; 13,24; Is 6,5; 59,2; ecc.) Nel NT vedi Mt 18,20, 1 Cor 13,12; 1 Pt 3,2; Eb 9,24; Ap 22,4.
Dal latino, votum = desiderio. Sono promesse fatte a Dio di qualcosa che è al di là del precetto. Si distinguono i voti privati, che una persona può fare nelle condizioni da essa stessa stabilite, e i voti pubblici, che sono ammessi e regolati dalla Chiesa per coloro che abbracciano la *vita religiosa consacrata. I tre voti religiosi comuni - povertà, castità e obbedienza - sono espressione del donarsi totale. In alcuni ordini religiosi si pronuncia solo quello di obbedienza, che, con la vita comunitaria, compendia i tre citati.
Promessa a Dio, o ad un santo per ringraziarlo o per chiedere un favore. Esprime sentimento religioso anche se a volte traduce una religiosità poco corretta, che utilizza la religione con mentalità mercantilistica.
Culto religioso originario dell'Africa, dove vige ancora (Congo, Nigeria...), introdotto nelle Antille dagli schiavi negri. E presente soprattutto nell'isola di Haiti. Le pratiche del culto sono espressione di un *sincretismo pagano-cristiano. Il calendario e i sacramenti cattolici fanno da cornice alle tradizioni e ai culti africani, con i loro sacrifici di animali, danze, tamburi, possessioni... nei quali, attraverso la trance di alcuni dei partecipanti, percepiscono la divinità e ne ricevono l'aiuto.
In latino, " divulgata, popolare ". E la versione latina della *Bibbia, preparata da san *Girolamo, su incarico del papa san Damaso, a partire dal 383, al fine di migliorare le diverse versioni che si utilizzavano. Fu fatta sulla *Vetus latina (vedi *Versioni), corretta con il testo greco soprattutto per quanto si riferisce al NT. Per l'AT, ricorse al testo ebraico e ad alcune sue traduzioni. Al principio, ci furono resistenze ad accoglierla. Il nome di Vulgata le è stato dato a partire dal XVI secolo.
W
Sede *arcivescovile di Londra, della quale è titolare il primate della Chiesa *anglicana. La chiesa *cattedrale fu costruita nel sec. XIII. Anche l'arcivescovo cattolico porta il titolo di Westminster, benché sia un'altra la chiesa che funge da cattedrale.
Wiseman, Nicholas Patrick Steven (1802-1865). (inizio)
Nacque a Siviglia, da genitori anglo-irlandesi. Studiò a Roma e fu ordinato sacerdote nel 1825. Lavorò in Vaticano; fu professore di lingue orientali e, dal 1838, rettore del Collegio Inglese di Roma. Nominato vescovo, promosse in Inghilterra il Movimento di *Oxford. Pio IX lo nominò arcivescovo di Westminster quando fu restaurata la gerarchia in Inghilterra e poi cardinale. Si distinse come organizzatore di missioni e ritiri, per l'attenzione ai convertiti e l'interesse per i poveri. Scrittore di talento, il suo romanzo più famoso è Fabiola o la Chiesa delle catacombe.
Wycliff, Jan (ca. 1320-1384). (inizio)
Inglese. Eretico che negava la *transustanziazione. Per la sua avversione al papa e il modo in cui auspicava la riforma della Chiesa, è uno dei precursori della *Riforma Protestante. Fu promotore della prima traduzione della *Bibbia in inglese.
Y
Letteralmente, " tensione, esercizio ". E l'ascesi o dominio dei sensi e della vita psichica praticata dagli yogin. Questi esercizi costituiscono la base di *buddismo, *induismo e altre religioni orientali, specialmente dell'India, e servono al controllo di sé e al raggiungimento della pace interiore nella concentrazione (cf C. Régamey, in F. König, Dicc. de las Relig. - Herder).
Yom Kippùr. (inizio)
Giorno dell'espiazione. Festa ebraica di penitenza. Pur non essendo una delle feste principali, è molto popolare (Lv 16; Nm 29,7-11; Eb 7).
Z
Figlio di *Giacobbe e di *Lia, patriarca della tribù omonima ed *eponimo del territorio ad essa appartenente, in *Galilea.
In ebraico, " Yhwh si è ricordato ". Nome di diversi personaggi biblici. Tra questi:
1. Uno dei dodici *profeti minori, della famiglia sacerdotale (cf Esd 5,1; 6,14; Ne 12,4). Profetizzò dal 520 al 518, contemporaneamente ad *Aggeo, predicando la conversione personale e la ricostruzione del *tempio.
2. Un profeta lapidato nell'atrio del tempio per ordine del re Ioas, il quale fu a sua volta assassinato per il suo crimine (cf 2 Cr 24,20-25). A lui si riferisce Gesù in Mt 23,35 = Lc 11,51.
3. Il padre di san Giovanni Battista, al quale l'angelo del Signore annuncia la nascita del precursore. Sulle sue labbra, Luca pone l'inno Benedictus = " Benedetto il Signore, Dio di Israele... ", nel quale loda Dio, che compie le sue promesse e, nella seconda parte, annuncia la missione del bambino.
In ebraico, " puro, giusto ". Capo dei *pubblicani e dei gabellieri. Gesù fu ospite a casa sua, a Gerico, e lo convertì (cf Lc 19,1-9).
Sommo sacerdote di Israele ai tempi di *Davide e di *Salomone (cf 2 Sam 8,17; 1 Re 2,27-36; 4,2; Ez 44,15).
Città portuale dell'antica Fenicia, a sud di *Sidone. Il profeta *Elia vi compì diversi miracoli (moltiplicazione della farina e dell'olio, risurrezione di un bambino) (cf 1 Re 17,7-24; Lc 4,25-26).
In ebraico, " mio regalo ". Marito di Salome e padre di *Giacomo e di *Giovanni, che Gesù chiamò perché lo seguissero mentre stavano pescando con lui nel lago (cf Mc 1,20 = Mt 4,21).
Grande interesse per qualcuno o per una causa; normalmente, in religione, significa interesse per la causa di Cristo, per l'allargamento del suo regno e la salvezza degli uomini.
Gruppo di giudei in radicale opposizione a Roma, che dominava il *popolo di Dio. Furono i principali animatori della sollevazione contro i romani, che provocò l'utopica guerra giudaica (66-70), che si concluse con la distruzione del *tempio e di *Gerusalemme ad opera di *Tito Flavio. Nei Vangeli non sono nominati, ma a uno dei dodici, *Simone, si dà il soprannome di zelota (cf Lc 6,15).
Etimologicamente, significa " meditazione ". E una forma particolare del *buddismo, molto diffusa in Giappone, che cerca la conoscenza di sé e di ciò che è essenziale nella realtà mediante la meditazione in determinate posizioni del corpo. Al di fuori del buddismo, si esercitano pratiche ispirate dallo zen come mezzo di rilassamento o di interiorizzazione (vedi *Yoga).
Tempio nella regione della *Mesopotamia e della *Persia a forma di alta torre a gradoni o terrazze. In *Babilonia ce n'era uno in ogni città. A una costruzione in questo stile allude il racconto della torre di *Babele (cf Gn 11,1-9).
Struttura intermedia tra la *diocesi e la *parrocchia, stabilita per un migliore sviluppo dell'impegno pastorale. Normalmente comprende un insieme di parrocchie o di *decanati. Non esiste come struttura prevista nell'organizzazione canonica, ma le autorità locali possono stabilirla se lo ritengono opportuno.
Zoroastro / Zaratustra. (inizio)
Persiano, fondatore della religione che porta il suo nome, il zoroastrismo. La sua ubicazione storica è molto oscura: oscilla tra il sec. XV e il sec. VII a.C.
In ebraico, " germoglio di Babilonia ". Discendente di *Davide, nato in *Babilonia durante *l'esilio, fu nominato dal re di *Persia re della *Giudea. Occupava questo posto quando, intorno al 520 a.C., i profeti *Aggeo e *Zaccaria auspicavano la ricostruzione del *tempio. E uno degli ascendenti del *messia.
Copricapo a forma di piccola calotta emisferica usato dal papa (bianco), dai cardinali (rosso) o dai vescovi (viola). Vedi *Solideo.
Zwingli, Huldreich (1484-1531). (inizio)
*Presbitero diocesano svizzero. Fu uno dei leader della *Riforma protestante, indipendente tuttavia da *Lutero e in polemica con lui su alcuni punti, come quello della presenza reale di Cristo nell'eucaristia, che Zwingli non ammetteva (Lutero la affermava, anche se non secondo la dottrina cattolica della *transustanziazione). Fece abolire il *celibato ecclesiastico; ammetteva i soli sacramenti del battesimo e dell'eucaristia, ma solo come atti di culto, non come mezzo della grazia. Il centro della sua attività fu Zurigo. Morì nella battaglia di Kappel, durante la guerra con i Cantoni cattolici.