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Sedia con braccioli, cuscino e inginocchiatoio, senza spalliera, della quale si serve il vescovo in alcune occasioni al posto della *cattedra. Viene coperta da una stoffa del colore liturgico corrispondente alla celebrazione.
Che si riferisce al fallo, sinonimo di membro virile. In psicoanalisi viene detto stadio fallico quel periodo in cui l'interesse del bambino, e anche quello della bambina, per l'impatto dovuto alla carenza di pene, si concentra sugli organi genitali.
Comunità che vive in un'unica casa, costituita dalla coppia, dai figli e eventualmente da altri membri uniti da adozione legale o da vincoli di sangue (nonni, zii...). Nella famiglia, ogni membro svolge il suo ruolo e insieme creano una *cultura comune. A seconda dei luoghi e delle epoche, il concetto di famiglia si amplia. In Israele comprende varie generazioni, rami collaterali, servitori (così anche a Roma), e temporaneamente gli ospiti. Ad ogni modo, è l'unità sociale più ridotta; più ampia è la stirpe e, più di questa, la tribù (cf MM. Hewitt, DS-G; DBM-Cl; DB-H; VPR-H; Alonso Schökel, NBE).
Quartiere della città di *Costantinopoli (chiamata Istanbul dai turchi, che la conquistarono nel 1453) dove si trova la sede del patriarca primate delle Chiese *ortodosse.
Dal latino, fanum = tempio, luogo sacro. Comportamento di chi, basandosi su sentimenti religiosi non ragionevoli, difende o attacca con passione. " Il fanatismo costituisce una patologia... caratterizzata da...: 1) credere di possedere tutta la verità; almeno in relazione a un determinato ambito; 2) vivere questo possesso in modo esaltato, quasi mistico, come di inviato; 3) sentire l'imperativo irresistibile di dover imporre la verità agli altri come missione ineludibile " (M. Vidal, PCEC, 315).
" Grande casa ", " la casa più grande ", in Egitto. Dal designare il palazzo passò, nel sec. XV a.C., a significare il re stesso. Era considerato come Dio.
Gruppo religioso-politico molto influente in Israele, frequentemente nominato nel NT, mai nell'AT, anche se hanno origine nel sec. II a.C., come testimonia Giuseppe Flavio che ne parla abbastanza. Godevano di un grande prestigio tra il popolo, davanti al quale si presentavano come conoscitori scrupolosamente osservanti della Legge. Si dà al termine il significato di " separato ", ma non si è sicuri dell'oggetto della separazione, che potrebbe essere ciò che è impuro, l'autorità religiosa, la classe politica... Credevano nella risurrezione dei morti e nella vita futura, a differenza dei *sadducei. Molti degli *scribi e dei *dottori erano farisei. Dopo la distruzione di *Gerusalemme ad opera dei romani (70 d.C.), l'unico partito e tendenza del giudaismo fu il farisaismo.
Nei *vangeli, i farisei appaiono, con gli scribi e i sadducei, come gli avversari di Gesù, il quale attacca duramente il loro orgoglio, la loro avarizia, la loro ipocrisia e, soprattutto, la tendenza permanente a credere che la salvezza viene dalla legge.
" Credenza nel destino come forza impersonale che determina inevitabilmente la vita dell'uomo " (DPB-H). E un fenomeno religioso sorto nell'*ellenismo quando, a causa di convulsioni politiche, non riuscivano più a vedere i piani di Dio sul mondo. Nelle culture orientali con predominio dell'astrologia, erano le congiunzioni degli astri a determinare il destino. Qualcosa di ciò rimane nella credenza ancora oggi diffusa negli oroscopi. La Bibbia, lungi da qualsiasi fatalismo, vede il mondo nelle mani di Dio; il destino dell'uomo è guidato da Dio, che gli indica la meta che deve liberamente raggiungere.
Città del Portogallo, a sudest di Lisbona (c 7), nella diocesi di Leirìa. A Cova da Iria, a 3 km dal paese, ebbero luogo nel 1917 le apparizioni della Vergine Maria ai pastorelli Lucia (che aveva 10 anni), e ai suoi cugini Francisco (9) e Jacinta Marto (7). Iniziarono il 13 maggio e proseguirono il 13 dei mesi successivi fino a ottobre. Nell'apparizione di luglio chiese la consacrazione del mondo e della Russia al suo Cuore Immacolato e annunciò castighi se il mondo non faceva penitenza. In quella di ottobre, denominò se stessa Nostra Signora del Rosario, devozione che aveva raccomandato ripetutamente e si presentò in tre modi successivi, corrispondenti alle parti del Rosario: con Gesù Bambino e san Giuseppe, in forma di Addolorata e come Madonna del Carmelo. Quello stesso giorno ebbe luogo il portento del sole che, cacciando le nubi cariche di pioggia, apparve straordinariamente brillante e per tre volte fu visto ruotare su se stesso lanciando luci multicolori, prodigio che durò per una decina di minuti.
Nel 1930, il vescovo di Leirìa permise il culto della Vergine del Rosario di Fatima. Nel 1942, *Pio XII consacrò il mondo e in special modo la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Di fatto, il messaggio di Fatima, con l'invito alla preghiera e alla penitenza, è in rapporto coi fatti per l'incidenza degli stessi sul versante religioso, specialmente con il comunismo ateo, che nello stesso anno delle apparizioni si insediava in Russia.
Una figlia di *Maometto si chiamava Fatima.
*Genere letterario che consiste nel trasmettere un insegnamento tramite un linguaggio *allegorico nel quale si fanno intervenire animali, vegetali o esseri inanimati i quali si comportano come se fossero esseri umani. A volte prende la forma della satira. Nella Bibbia troviamo delle favole: Gdc 9,8-15, spiegata in 9,16-20; 2 Re 14.9 = 2 Cr 25,18. Vedi 1 Cor 12,12-30.
Dottrina proposta da Giustino Febronio, pseudonimo di Nikolaus von Hontheim (1701-1790), vescovo ausiliare dell'arcivescovo di Treviri, nell'opera De statu praesenti ecclesiae (1763), nella quale attacca la struttura gerarchica della Chiesa, e in particolare il *primato del papa. Questa dottrina è apparentata con il *gallicanismo in Francia, il *giuseppinismo in Austria e il *regalismo in Spagna, anche se questi non giunsero agli estremi del febronianismo. Il febronianismo afferma la superiorità del concilio ecumenico sul pontefice, l'autonomia delle Chiese nazionali e un potere più vasto dello Stato in materia religiosa.
Anche se sono comunemente considerate equivalenti, la fede e la religione sono diverse. La fede è *l'atteggiamento della persona che accetta le verità e le realtà soprannaturali o, più semplicemente, l'atteggiamento di chi aderisce personalmente a Dio. La religione è l'insieme di pratiche che la persona compie come conseguenza della sua fede religiosa. Può esserci fede senza pratica religiosa, o pratica religiosa quasi priva di fede.
In ebraico, " essere fermo, avere fiducia "; in greco, " fidarsi di ". E la virtù *teologale per mezzo della quale crediamo in qualcosa fidandoci di colui che ce la rivela o manifesta. Contro una certa interpretazione troppo intellettualistica (accettare una verità incomprensibile), oggi si torna ad accentuare l'originale visione della Bibbia, nella quale la fede è prima di tutto adesione alla persona che rivela, sicurezza della fedeltà e lealtà di Dio che ci parla. " Una corretta comprensione della fede nel senso biblico deve tener conto dell'aspetto di fiducia e dell'aspetto di verità-relazione " (tra due esseri) (Léon-Dufour, DNT). La fede è un atteggiamento fondamentale del cristiano.
*Procuratore della *Giudea dal 52 al 59 davanti al quale, a Cesarea, fu condotto Paolo per essere processato. Non rimise in libertà l'apostolo, pur potendolo fare, per accontentare i giudei e sperando di ricevere da lui una somma di denaro. In At 24,2-8, l'avvocato Tertullo lo loda per la sua bontà; in realtà, represse crudelmente le ribellioni (cf At 23,23-24, 27).
Stato di soddisfazione che sperimentiamo per il possesso, reale o sperato, di ciò che amiamo. La felicità completa esclude i dolori, le preoccupazioni, il timore. Questa felicità totale non è di questo mondo; è quella che ci aspetta quando, posseduti da Dio nell'amore, lo vedremo " faccia a faccia " nella vita eterna.
François de Salignac de la Mothe Fénelon, arcivescovo di Cambray (Francia), figura rilevante del suo tempo, pedagogo, buon oratore e fecondo scrittore. Inizialmente protetto da *Bossuet, fu poi da questi duramente attaccato nelle dispute riguardo al *quietismo. Innocenzo XII dichiarò pericolose 23 delle sue tesi. Fénelon si sottomise umilmente.
Uccello che, secondo la leggenda, rinasceva dalle sue ceneri dopo tre giorni. Per questo motivo, alcuni *padri della Chiesa la presentarono come immagine di Cristo e venne a volte impiegata in incisioni sepolcrali come simbolo di immortalità.
Zona costiera del *Mediterraneo orientale che si estende dal monte *Carmelo al golfo di Alessandretta. E una zona di importanti città portuali, come Tiro, Sidone, Biblos, Ugarit. A *Ugarit (= Ras Shamra) nacque l'alfabeto cuneiforme; a Biblos (= Guebal), l'alfabeto corsivo. I rapporti della *Siria con *Israele furono, in generale, amichevoli. Il Vangelo menziona di passaggio *Tiro e *Sidone (cf Mt 11,21 e par.). Negli Atti, vediamo alcuni fuggitivi da *Gerusalemme introdurre il cristianesimo in questa regione (At 11,19), la visita di *Paolo e *Barnaba (At 15,3) e quella di Paolo a Tiro in occasione del suo viaggio a Gerusalemme (At 21,3-6).
Dottrina filosofica secondo la quale non possiamo conoscere l'essenza delle cose, ma solo i fenomeni.
Pezzo di pane consacrato durante l'eucaristia presieduta dal papa, che era inviato ai *presbiteri delle chiese di Roma che non avevano potuto parteciparvi perché dovevano presiedere alle celebrazioni nelle proprie comunità. Questo " fermento " si metteva nel calice nel momento della pace, come segno di comunione con il papa.
Celebrazione gioiosa, ritualizzata, comunitaria e esuberante di una realtà o evento in cui si percepisce il senso positivo dell'esistenza ricevuta come dono. Il concetto di festa è inseparabile da quello di celebrazione. La festa si distingue nettamente da due realtà con le quali viene spesso confusa: la *vacanza e il *divertimento. La vacanza è un tempo di riposo o interruzione della vita quotidiana - e in questo coincide in parte con la festa - , ma come semplice intermezzo tra due momenti di lavoro. Il divertimento è allontanarsi dalle cose serie per il necessario rilassamento, senza altre intenzioni sulla vita in sé. La festa interrompe la vita ordinaria per celebrare la vita stessa, il suo destino positivo, la gioia di esistere avendo una meta felice.
Feste del popolo di Israele. (inizio)
In origine, avevano carattere pastorale o agricolo, come negli altri popoli. Più tardi, si trasformano in commemorazione di eventi storici importanti.
La Pasqua. Era e continua ad essere per gli ebrei la festa principale. Nasce come festa dei pastori nomadi (agnello, erbe amare o non coltivate), celebrata in primavera. Con la sedentarizzazione, le si unisce la festa degli *azzimi, agricola. L'evento storico con il quale si identificò fu la liberazione dall'*Egitto, vera nascita di Israele come popolo. Pasqua deriva probabilmente da passaggio: il passaggio dell'angelo che perdona i primogeniti. Si celebrava nel plenilunio del primo mese dell'anno, *Nisan. Gesù fece coincidere con essa la propria pasqua o passaggio al Padre. Per questo è il nostro " agnello pasquale ", che " è stato immolato " (1 Cor 5,7; cf Gv 1,29; 1 Pt 1,19).
Festa delle settimane: 7x7 giorni, più 1 = 50 giorni, o Pentecoste. E conosciuta con questi due nomi. Era in origine una festa del raccolto (cereali). Poi servì a commemorare gli eventi del Sinai: la Legge e *l'alleanza. Coincise con essa la discesa dello Spirito Santo (cf At 2).
Festa dei tabernacoli o delle tende. (inizio)
Nelle sue origini agricole, era la festa dell'azione di grazie per il raccolto. Fu poi il principale giorno di pellegrinaggio e ricordava la peregrinazione nel deserto. Più tardi si commemorò in questo giorno la purificazione e la nuova dedicazione del tempio, realizzata nel 164 a.C., dopo la profanazione di Antioco IV. Era molto popolare. Per sette giorni si abitava in tende o capanne fatte con rami d'albero. Il primo giorno si accendevano enormi candelabri nel tempio, che illuminavano le vicinanze. Probabilmente da ciò prese spunto Gesù per presentarsi come " luce del mondo " (Gv 8,12).
A queste tre feste corrispondevano i tre *pellegrinaggi di precetto al tempio, anche se non tutti erano soliti andare a tutti e tre.
Si celebravano anche altre feste minori, come quella dei *Purìm o della *espiazione. Vedi *Ester.
I giorni festivi che la Chiesa ordina di celebrare con la partecipazione alla *messa e l'astensione " da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere culto a Dio, e turbano la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto riposo della mente e del corpo " (CIC 1247). Giorni festivi di precetto sono tutte le domeniche e altri giorni importanti (canone 1246), che variano secondo i paesi.
Procuratore romano in Giudea dal 60 al 62 d.C., successore di *Felice. I giudei si recarono da lui per accusare Paolo, che Felice aveva lasciato in prigione a *Cesarea. Festo lo ritenne innocente e lo avrebbe liberato, ma Paolo si era appellato a *Cesare, in quanto cittadino romano, e dovette quindi partire per essere processato a Roma (cf At 25).
Un feticcio è un oggetto che nei popoli antichi era ritenuto un dio (idolo) o visto in una dimensione religiosa che assicura la buona sorte. Oggi si continua a chiamare feticismo una certa venerazione superstiziosa di persone o oggetti.
Sistema di organizzazione socio-politico-economica, fondato sul feudo. Il feudo, in genere, era un'estensione di terra - anche se poteva essere un altro bene - che un signore concedeva a un altro, da cui derivava la situazione di un signore benefattore e di un suddito vassallo. Costui doveva aiutare il suo signore con tributi economici, di vassallaggio, di servizio d'armi, ecc. Poiché un signore era a sua volta vassallo di un altro signore più potente, o anche meno importante, si stabilì una complicata rete di rapporti, nei quali fu coinvolta anche la Chiesa (vescovi, abati, ecc.) (cf DS-G).
Feuerbach, Ludwig Andreas (1804-1872). (inizio)
Filosofo materialista, discepolo di Hegel. Ebbe influenza su *Marx e attaccò il cristianesimo. Secondo lui, la religione è un'alienazione; è un'illusione dell'uomo che proietta le proprie qualità e le divinizza: " La coscienza di Dio è l'autocoscienza dell'uomo " (cf G. Espie, DdlR).
Chi è impegnato con promessa di matrimonio. In Israele, i fidanzati venivano considerati come sposi (è il caso di Giuseppe e Maria al tempo dell'*Annunciazione). L'infedeltà durante il fidanzamento era considerata un adulterio e chi la commetteva poteva essere sottomesso alle pene corrispondenti.
Termine che deriva da fede, in latino, fides. " Dottrina secondo la quale le verità metafisiche, morali e religiose sono inaccessibili alla ragione e si possono apprendere solo mediante la fede. Se questa si intende come fede basata nell'autorità, il fideismo si identifica con il tradizionalismo. Tuttavia, con la parola fideismo si caratterizzano in genere quelle correnti che fanno captare il sovrasensibile per mezzo di una fede cementata nel sentimento " (J. Santeler, DF-H).
Virtù grazie alla quale si vive tranquilli, nella sicurezza che Dio ci ama, ci aiuta e ci salva.
E il soprannome che lo stesso Gesù diede a *Giacomo e a suo fratello *Giovanni (Mc 3,17), senza dubbio per il loro carattere. Vedi *Boanerges.
Vedi *Vincenzo de Paoli e *Luisa de Marillac.
Figlio adottivo di Dio. (inizio)
E figlio adottivo chi, pur non essendo suo figlio, è accettato come tale da un altro, con tutto i doveri e i diritti che gli competono. Quando diciamo di essere figli adottivi di Dio, usiamo questa espressione per distinguere la nostra filiazione da quella di Gesù, il Figlio per eccellenza, per natura; ma siamo figli per davvero, non come quelli che tra gli uomini si chiamano figli adottivi. Nell'ordine spirituale è possibile la vera comunicazione della vita divina e noi l'abbiamo ricevuta: siamo figli di Dio.
In ebraico è spesso sinonimo di uomo, membro della razza umana. Così lo incontriamo diverse volte nell'AT: Nm 23,19; Is 51,12; Gb 25,6; Sal 8,5; 11,4; 80,18; 89,48; 90,3; Ez 2,1.3. In altre occasioni, viene usato dal linguaggio apocalittico, come in Dn 7. Nei Vangeli compare 70 volte ed è sempre Gesù a chiamarsi così. In questo modo, mette in rilievo la sua condizione umana, anche se a volte fa risaltare bene la sua condizione superiore (cf Mt 16,27; 24,30; Mc 8,31). San Paolo (così come gli evangelisti, che lo citano solo sulle labbra di Gesù) non usa questa designazione, nonostante anche lui sottolinei bene la sua condizione umana, accanto alla sua condizione divina.
Titolo del *messia per la promessa fatta a quel pio re (2 Sam 7,12-16; Sal 110,1; Lc 1,32). Spesso, nei Vangeli, glielo dà la gente e Gesù non lo rifiuta (cf Mt 9,27; 12,23; 15,22; 20,30 e par.). L'occasione più rilevante è durante l'ingresso a Gerusalemme, poco prima della sua Passione (Mt 21,9). Compare anche in san Paolo, At e Ap.
Il Verbo o seconda persona della Santissima *Trinità. In Israele, il re, in quanto eletto da Dio, riceveva il titolo di Figlio di Dio. A volte viene chiamato Figlio di Dio tutto il popolo (cf Os 11,1).
Nel NT, Gesù è presentato come Figlio di Dio in modo nettamente distinto da come lo erano altre persone. Egli mostra Dio come padre degli uomini (nel *Discorso della montagna secondo san Matteo si contano 16 espliciti riferimenti in questo senso). Distingue, tuttavia, questa filiazione dalla propria, totalmente singolare. Non dice mai " nostro Padre ", ma, come il giorno della risurrezione: " Salgo al Padre mio e Padre vostro... " (Gv 20,17). Nel pregare, comincia sempre con il vocativo Padre. Giovanni è quello che insiste più spesso e in modo più chiaro sulla divinità di Cristo: per 35 volte troviamo sulle labbra di Gesù, nel suo Vangelo, l'espressione " mio Padre ". *Esegeti e *teologi vi vedono uno degli elementi in cui, con maggior nitidezza, si manifesta la sua filiazione del tutto speciale. In altre circostanze, fa conoscere la sua singolarità in affermazioni come: " prima che Abramo fosse, io sono " (Gv 8, 58; cf tutto il capitolo); oppure chiamase stesso Figlio di Dio (cf Gv 3,18; 5,15; 10,36; 11,4) o il Figlio (3,16.17.18.35). A volte è aggettivato con unigenito (cf 1,14.18; 3,16.18; 1 Gv 4,9). Nei sinottici vedi Mt 17,24-27; 11,27; Mc 13,22; Lc 10,20. In *Paolo: Rm 8,3.32; 15, 6; 1 Cor 8,6; 15,24; 2 Cor 1,13; 8,9: 11,31; Ef 1,3; Col 1,3.13.15; 2,9; Gal 4,4; Fil 2,6-8, ecc.
In greco, typos. Nell'AT, si ricorre spesso a tipi o figure per preannunciare persone o realtà del NT. Vedi *Allegoria.
In greco, " l'amore per i fratelli ".
1. Capitale del regno di Ammon, chiamata anche Rabba Ammòn (l'odierna Amman, capitale della Giordania).
2. Città occidentale dell'*Asia Minore, al cui vescovo è indirizzato uno dei messaggi dell'*Apocalisse, che ne loda la fedeltà (cf Ap 3,7-13).
Filantropìa Filàntropo. (inizio)
Dal greco philia = amore, e anthropos = uomo. Amore per l'uomo. Filantropo è chi si distingue per il suo amore per gli altri. In Tt 3,4 si parla della " filantropia " di Dio. Questo termine viene spesso usato in riferimento a uomini buoni, benefattori, senza una specifica relazione con la religiosità.
In greco, " luogo per custodire ". Astuccio di cuoio con i passi essenziali della legge (cf Es 13,9-16; Dt 6,8; 11,18), scritti in piccole *pergamene che gli ebrei si collocavano sul braccio sinistro (sopra il cuore) e sulla fronte durante la preghiera del mattino e che alcuni conservavano durante il giorno (come fanno tuttora alcuni ebrei " ortodossi "). Gesù rimprovera i farisei non perché usano i filatteri, ma perché li allargano per ostentazione (cf Mt 23,5) (cf DNT-C).
Cristiano di *Colossi a cui Paolo scrive una lettera per raccomandargli *Onesimo. La lettera a Filemone è uno degli scritti più brevi del NT. Onesimo, schiavo di Filemone, era fuggito e aveva incontrato *Paolo in prigione a Roma. Paolo lo converte alla fede in Cristo e lo rimanda a Filemone con questa lettera di raccomandazione, espressione della squisita sensibilità di Paolo che, accettando la situazione sociale di allora, fa vedere nello schiavo un fratello e chiede a Filemone - che poteva castigarlo duramente - di concedergli la libertà.
Il fatto di essere figlio di Dio. Cristo lo è di natura ed è consostanziale al Padre. Chi vive nella grazia, è " figlio adottivo di Dio ", espressione che si adopera per distinguere la filiazione adottiva dalla filiazione naturale del Verbo, ma che è autentica comunicazione della vita divina (cf Rm 8,16-17; Gal 4,6; Gv 3,3; 1 Gv 3,1.9; 5,1).
Filippesi, Lettera ai. (inizio)
E una delle *lettere della cattività, scritta, secondo la tradizione, verso l'anno 62 a Roma, dove Paolo è tenuto a domicilio coatto. Potrebbe anche essere stata scritta dal carcere di *Efeso. Lo stile è inconfondibilmente paolino. Si esprime con grande spontaneità di fronte a questa comunità che gli era particolarmente cara. Alcuni indizi fanno pensare che possa riunire tre lettere diverse, o che nel comporla abbia preso parti da altre lettere.
Città della *Macedonia. Paolo vi giunse per la prima volta nel 51, fondandovi la prima comunità cristiana europea (cf At 16,12-40).
Figlio di Erode il Grande. Sua moglie, Erodiade, lo lasciò per sposare il di lui fratellastro, Erode Antipa. Giovanni Battista fu decapitato per aver condannato questo matrimonio (cf Mc 6,17-28).
Filippo. In greco, " amico dei cavalli ". (inizio)
1. Nome di uno dei dodici *apostoli (cf Mt 10,3), nato a *Betsaida come *Andrea e *Pietro (cfr. Gv 1,44). Nel Vangelo, lo vediamo intervenire nell'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gv 6,5-7), quando alcuni greci vogliono vedere Gesù (cf Gv 12,20-22) e nell'*ultima cena, dove chiede a Gesù di mostrar loro il Padre (Gv 14,8).
2. Porta questo nome anche uno dei sette citati in At 6,5. In At 8 si parla ampiamente della sua attività apostolica e in At 21,8-9 viene chiamato evangelizzatore e si dice che era padre di quattro vergini che avevano il dono della profezia.
Popolo indoeuropeo, non semita, che si stabilì sulle coste della *Siria e della *Palestina verso il 1200 a.C. Dall'epoca dei *giudici, i filistei vinsero ripetute volte gli israeliti (cf 1 Sam 4,1-11), finché *Davide li respinse definitivamente (cf 2 Sam 5,17-25). Il nome Palestina deriva da filistei (ebr. Pelishstim).
Dal greco philos = amico, e kalos = bello. Corrente di spiritualità caratterizzata dalla pratica della contemplazione, che fiorì nelle Chiese d'Oriente e che ha ritrovato attualità nel nostro tempo. La sua espressione più caratteristica è oggi il piccolo libro noto come Racconti di un pellegrino russo.
Filone di Alessandria c 5. (inizio)
Filosofo ebreo vissuto ai tempi di Gesù (ca. 20 o 15 a.C. - 40 o 50 d.C.). Si nutre del pensiero biblico e cerca di esprimere il credo ebraico in categorie *ellenistiche. Alcune sue idee influenzarono autori neotestamentari (cf Léon-Dufour, DNT-C; VPB-H).
Filosofia dell'educazione. (inizio)
Settore delle scienze dell'educazione che studia le idee basilari su cui si deve fondare l'impegno educativo. Questi principi sono in linea con ciò che si persegue, ovvero con il tipo di uomo che si vuole.
Termine di origine greca, che significa amore della saggezza. Il desiderio di sapere è una caratteristica fondamentale dell'animale razionale: l'uomo è naturalmente filosofo. In genere, però, si intende per filosofia la ricerca della conoscenza inquadrata in un adeguato rigore metodologico. Si differenzia dalle altre scienze per la totalità o universalità del suo oggetto, rispetto alla limitazione delle altre. La filosofia studia l'essere in se stesso e particolarmente l'uomo nel suo essere, nel suo dover essere e nel suo destino. Dalla *teologia, che parimenti affronta questi aspetti, si differenzia in quanto questa argomenta basandosi sui dati della *rivelazione. La filosofia si basa unicamente sulla coerenza della ragione con se stessa, ma questo non significa che possa essere rinchiusa nel *razionalismo, giacché la realtà umana è più della semplice ragione, anche nel conoscere, e, d'altra parte, escludere ciò che va oltre la ragione (il soprannaturale) sarebbe mutilare la prospettiva umana, aperta a un al di là di ciò che coglie la ragione; la ragione stessa può percepire che la realtà è più di quanto essa domina. I fallimenti della ragione e le contraddizioni dei diversi sistemi sono un richiamo al riconoscimento dei limiti della filosofia. Questi limiti, tuttavia, non appannano la grandezza di questa scienza che è lo sforzo dell'uomo di capire tutto il reale nel suo essere e nel suo significato. La teologia stessa ne ha bisogno come aiuto basilare.
Epoca della consumazione della storia. La *Bibbia e la *teologia cristiana sono consapevoli del movimento della storia - che è storia di salvezza - verso un fine, verso la definitività, già iniziato con la risurrezione di Gesù, ma che aspetta la consumazione per tutti con la seconda venuta del Signore. Il mondo attuale sarà rinnovato (At 3,21; 1 Cor 7,31).
Nella legge ebraica era previsto il castigo di alcuni reati con un numero di colpi proporzionato (cf Dt 25,2). San Paolo afferma di aver ricevuto cinque volte 39 colpi e tre volte fu battuto con le verghe (2 Cor 11,24-25). Più propriamente, si intende per flagellazione il castigo romano inflitto con il flagello non ai cittadini romani (san Paolo ricorda la sua condizione di romano quando è percosso a Filippi, e questo spaventò i magistrati: At 16,22.37-39), ma agli schiavi e ai cittadini di altri popoli. Il flagello era fatto con cordicelle o strisce di cuoio, alle cui estremità erano a volte aggiunte sfere metalliche o di osso, tanto da farne un terribile tormento che spesso causava la morte della vittima. La flagellazione di Gesù, decretata dall'autorità romana, fu inflitta in questo modo.
Flavio Giuseppe. Vedi *Giuseppe Flavio. (inizio)
Fleury, Claude (1640-1723). (inizio)
Nel 1683, pubblica a Parigi un Catechismo storico. Consapevole della necessità di tornare al metodo storico nella presentazione della dottrina, critica il sistema arido e astratto dei catechismi della sua epoca. Le sue motivazioni a favore del metodo ebbero molto successo e da allora rimase nel movimento catechistico l'idea di un insegnamento catechistico basato sulla dimensione storica (cf DC-CCS).
Posizione teologica di alcuni gruppi o confessioni protestanti sorte nella seconda metà del sec. XIX, di stampo conservatore, in difesa della tradizione. Per essi, la Bibbia è ispirata verbalmente, cosicché tutto ciò che essa dice deve essere preso alla lettera, compresi i riferimenti storici o i dati relativi alle scienze; non c'è spazio per la comprensione secondo i *generi letterari. In senso ampio, il termine si applica anche a cattolici o membri di altre religioni - ad esempio all'interno dell'*Islam - di tendenza fortemente conservatrice.
Nell'*esegesi letteraria, si chiamano fonti i documenti di cui si servirono gli *agiografi.
2. Fonti della rivelazione. I " luoghi " in cui l'uomo trova l'auto-manifestazione di Dio. Quelli fondamentali sono: la *creazione, la *Sacra Scrittura e la *tradizione.
3. Fonti della catechesi. " Le realtà o i luoghi dove è possibile trovare, o da cui scaturisce il contenuto genuino della trasmissione catechetica ". Si enumerano: la Sacra Scrittura, la tradizione, la *liturgia, la vita della Chiesa; alcuni aggiungono l'insieme della vita umana e della storia in quanto viste nella prospettiva evangelica.
Termine tedesco usato frequentemente negli studi biblici. Significa storia delle forme letterarie.
Formule catechistiche. (inizio)
Fin dalla predicazione primitiva, si usò riassumere la dottrina in brevi formule facili da ricordare. Nel NT troviamo infatti formule che confessano che Gesù è il Cristo (1 Cor 15,3-5; Fil 2,5-11; 1 Tm 3-16) e altre che impartiscono istruzioni morali (Col 3,18-4,1; Ef 5,21-6,9; 1 Pt 2,13-3,7). Lo stile dei *catechismi sotto forma di brevi domande e risposte è stato usato per secoli. Oggi si avverte la necessità di una presentazione più personale, dell'accoglienza e assimilazione di un insieme come messaggio vivo, ma si sente anche il bisogno che la dottrina non sia vaga; per questo si cercano anche formule dottrinali che siano una sintesi esatta dei contenuti della fede, specialmente sentenze bibliche, formule liturgiche e preghiere. Con esse, il cristiano entra nella tradizione della Chiesa e si sente al tempo stesso stimolato ad approfondirle (cf VPB-H e DC-CCS).
Nella Roma antica, i postriboli si trovavano spesso in locali sotterranei con soffitto a volta (fornix). Questa è dunque la radice della parola, che indica il rapporto sessuale al di fuori del matrimonio.
Giurisdizione separata o privilegiata stabilita dai tempi di *Costantino per i *chierici, i quali non potevano essere giudicati dai tribunali ordinari, ma solo da quelli specificamente stabiliti per loro.
Una delle quattro *virtù cardinali. Grazie ad essa affrontiamo con coraggio le difficoltà inerenti alla pratica costante del bene.
Fortunato (ca. 530-605). (inizio)
Nato a Vercelli, si stabilì nella Gallia e fu vescovo di Poitiers. E famoso come autore di poemi, alcuni dei quali furono introdotti nella *liturgia romana.
Foucauld, Charles de (1858-1916). (inizio)
Visse una vita di austerità nella solitudine, prima a *Nazaret e poi nel deserto del Sahara. Anche se non riuscì a raccogliere la comunità che sognava, seguendo il suo spirito, René Voillaume fondò i Piccoli Fratelli di Gesù e le Piccole Sorelle di Gesù, dediti ai più umili lavori manuali. Sono detti anche Piccoli Fratelli o Piccole Sorelle di Foucauld. Il loro apostolato è quello della presenza, imitando Gesù nella sua vita nascosta.
Eletto *patriarca di Costantinopoli benché laico, fomentò la tensione con Roma e fu in rotta con diversi papi, anche se si riconciliò con Giovanni VIII nel 879. Fu più volte mandato in esilio e morì in un monastero.
Framassoneria. Vedi *Massoneria. (inizio)
Francescani. Vedi *Francesco d'Assisi. (inizio)
Francesco Borgia, san (1510-1572). (inizio)
Terzo generale della Compagnia di Gesù, della quale entrò a far parte quando rimase vedovo, rinunciando al suo titolo di duca di Gandía, grande di Spagna e viceré di Catalogna. A Roma, fondò il Collegio Romano, dando grande impulso all'insegnamento religioso.
Francesco d'Assisi, san (1181-1226) c 6. (inizio)
Figura della santità cristiana di grande influenza anche al di fuori della Chiesa cattolica. Risalta il suo amore per la povertà, espressione di adesione o di amore per Dio e per gli uomini nel distacco dai beni materiali. E il fratello universale, amante della natura. Esercitò un'enorme influenza nel rinnovamento cristiano della sua epoca. Raduna dei compagni per i quali scrive la sua regola (1221 e 1223). I suoi seguaci si chiamano Frati minori, generalmente conosciuti come francescani. Con Chiara di Assisi fonda il ramo femminile, le Povere Donne o Clarisse. Nel corso dei secoli, molte altre congregazioni hanno adottato lo spirito francescano. Tra quelle maschili, tre sono i rami che si sentono direttamente ispirati al santo: i francescani, i cappuccini e i conventuali.
Francesco di Sales, san (1567-1622). (inizio)
Nato a Thorens, in Savoia, fu vescovo di Ginevra-Annecy. Scrittore ascetico molto seguito in tutta l'Età Moderna. Le sue opere principali sono la Introduzione alla vita devota o Filotea e il Trattato dell'amore di Dio. Con santa Giovanna Francesca Frémyot de Chantal fondò la congregazione femminile della Visitazione di Santa Maria.
Francesco Saverio, san (1506-1552). (inizio)
Nato a Javier (Navarra, Spagna), studiò e fu professore a Parigi. Là conobbe *Ignazio di Loyola. Fece poi parte del gruppo che, capeggiato da Ignazio, costituirà il nucleo iniziale della Compagnia di Gesù o *gesuiti. Andò come missionario e legato in Estremo Oriente. Nel 1542, giunse a Goa (India) e iniziò l'evangelizzazione, che proseguì a Ceylon e in Giappone. Morì nell'isola di Sancian, nel golfo di Canton, quando si accingeva a intraprendere l'evangelizzazione della Cina.
Francesco Solano, san (1549-1610). (inizio)
Nacque a Montilla, nel sud della Spagna, e morì a Lima, in Perù. Nel 1589, i superiori accolgono la sua richiesta e parte per l'America, attraversando Panama, Cile, Argentina (Santiago del Estero, La Rioja, Cordova) e Perù. Si guadagnò la fiducia degli indios con la sua carità nel difenderli e con il suo insegnamento. Si distinse per la sua povertà e la sua abnegazione; utilizzò nel suo apostolato il canto e la musica. Ebbe fama di essere *taumaturgo. Con san *Toribio de Mogrovejo è la figura più rilevante tra i missionari dell'epoca coloniale americana.
Fratelli delle Scuole Cristiane. Vedi *La Salle. (inizio)
Nel NT (cf Mt 12,46-47; 13,55; Mc 6,3; 3,31; Lc 8,20; Gv 2,12; 7,3.5.10; 1 Cor 9,5) si parla dei " fratelli di Gesù " e si citano anche i loro nomi: Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simone, alludendo anche alle sue sorelle. Alcuni in passato, e oggi in generale i protestanti, concludono che Maria ebbe altri figli. La Chiesa professa che *Maria fu vergine e non ebbe altri figli che Gesù. Quando si riferiscono ai fratelli di Gesù, gli *agiografi non fanno altro che procedere secondo il modo di parlare dei ebrei, che chiamavano fratelli anche i cugini o altri parenti stretti. Nell'AT si parla spesso di " fratelli " per indicare dei parenti; per esempio, in Gn 13,8; 14,14.16; 29,15. La stessa cosa vediamo nel NT (cf At 1,14; 1 Cor 9,5). In Mc 15,40 si dice che due di quei fratelli, di cui conosciamo il nome, sono figli di un'altra Maria. Non si capisce perché Maria, alla morte di Gesù, sarebbe andata a vivere con Giovanni se i cosiddetti fratelli fossero stati figli suoi. Uno di essi, *Giacomo, fu vescovo di Gerusalemme e godette di grande prestigio nella Chiesa primitiva (cf At 15,13 e Gal 2,10-11).
Fratelli Maristi delle Scuole. Vedi *Champagnat, Marcellino. (inizio)
Espressione con la quale, nello spirito ecumenico sviluppato dal Vaticano II, si designano i membri delle confessioni cristiane separate dalla Chiesa cattolica di Roma. Si usa più in relazione ai *protestanti che agli *ortodossi.
1. Fratellanza, atteggiamento di amore familiare.
2. Nome di alcune comunità religiose. Ad esempio, i Piccoli Fratelli e le Piccole Sorelle di *Foucauld chiamano così le loro comunità.
Nome originario e ufficiale dei religiosi francescani. Vedi *Francesco d'Assisi.
Ordine mendicante (vedi *Vita religiosa), fondato da san *Domenico di Guzman e approvato nel 1216 dal papa Onorio III. Il fondatore gli diede la regola di sant'Agostino, alla quale aggiunse le proprie costituzioni. Si dedicano fondamentalmente allo studio della *teologia e alla predicazione, che deve procedere dalla *contemplazione (il loro motto è: " contemplata aliis tradere ", ovvero dare ad altri ciò che si è contemplato). Il più insigne rappresentante dei domenicani è san *Tommaso d'Aquino.
Frazione del pane. Vedi *Messa: parti, D, Rito della comunione. (inizio)
Regione situata nella zona centro-occidentale dell'*Asia Minore. In essa si trovano: *Colossi, *Laodicea, Ierapoli (vedi sant'*Ireneo). *Paolo la attraversò durante il suo secondo e il suo terzo viaggio apostolico (cf At 16,6 e 18,23). In Frigia ebbe origine il culto della " Grande Madre ", Cibele.
Peccato che consiste nell'appropriarsi di nascosto dei beni altrui.
Futuro che potrebbe realizzarsi date certe circostanze ma che rimane in un ambito di possibilità non compiuta. Esempio: che cosa sarebbe stata l'America oggi se Cristoforo Colombo non l'avesse scoperta.
G
Gabbatà. Vedi *Litòstroto. (inizio)
In ebraico, " Dio è forte, uomo di Dio ". Nell'AT appare " l'angelo " Gabriele in Dn 8,16s (visione del montone e del capro) e in 9,21-27, dove spiega il senso delle settanta settimane. Nel NT, Gabriele annuncia a *Zaccaria la nascita di *Giovanni e a *Maria l'*incarnazione del Figlio di Dio nel suo seno (cf Lc 1,8-22 e 1,26-38).
1. Settimo figlio di *Giacobbe, da cui discende la tribù omonima.
2. Profeta operante al tempo di Davide.
Regione della Transgiordania. Inizialmente era il nome di una montagna a sud del fiume Iabbok, affluente del Giordano; poi si estese al territorio vicino e, infine, a tutta la Transgiordania.
*Paolo, che aveva predicato in *Galazia, scrive questa lettera verso il 55-56, rivolgendosi in particolare ai cristiani giudaizzanti che cercano di obbligare i convertiti alla *circoncisione e all'osservanza della legge di *Mosè. Paolo afferma con vigore che la salvezza viene unicamente da Cristo. " Nessun'altra lettera del NT è così polemica quanto quella ai Galati e per questo motivo tale tesi non è qui difesa con l'equilibrio della lettera ai Romani, scritta più tardi ", nella quale torna sullo stesso tema (DBM-Cl; cf Léon-Dufour, DNT-C e DB-H).
Regione interna del centro-nord dell'*Asia Minore. L'omonima provincia romana includeva anche le regioni vicine. La capitale era Ancira, (l'attuale Ankara, capitale della Turchia).
Regione nel nord della *Palestina, ad ovest del lago di *Genesaret, chiamato anche lago (o mare) di Galilea, e del *Giordano. Della sua popolazione entrarono a far parte, dopo la cattività imposta dagli assiri, molti non ebrei, tanto che a volte si parlava di " Galilea delle genti " (Mt 4,15) e i suoi abitanti erano disprezzati in certi ambienti di *Gerusalemme (cf Gv 7,41). Dal 40 al 4 a.C., appartenne al regno di *Erode il Grande; poi, fino al 37 d.C., fece parte della *tetrarchia di *Erode Antipa. Gesù, nato sotto il regno di Erode il Grande (vedi *Era cristiana), passò la sua vita a *Nazaret sotto il governo di suo figlio, Erode Antipa. Sempre durante il suo regno si svolge la vita pubblica di Gesù, trascorsa per la maggior parte in Galilea, con salite a Gerusalemme specialmente in occasione delle feste. A quel tempo, la *Giudea era governata dal *procuratore romano Ponzio *Pilato. La Galilea è una zona agricola con fertili valli e belle colline, arricchita anche dalla bellezza del suo lago.
Galilea, Lago di c 2.3. (inizio)
Chiamato anche lago di Genesaret, Kinnéret, Mare di Galilea e Mare di Tiberiade. E a forma di cuore, misura 21 km da nord a sud e 12 di larghezza nella parte più ampia. E profondo 4248 metri. Superficie, 144 km. Si trova a 208 m sotto il livello del mare. Offre una pesca abbondante. Vi sono frequenti le tempeste. Sulle sue rive e sul lago stesso si svolse gran parte dell'attività di Gesù.
Galileo Galilei (1564-1642). (inizio)
Matematico, fisico e astronomo nato a Pisa. Separandosi dalla concezione astronomica di Tolomeo, per il quale la terra è il centro del nostro sistema solare, aderì a quella di Copernico, secondo la quale la terra e gli altri satelliti girano intorno al sole. Questa teoria, che fino ad allora non aveva suscitato particolari problemi, fu condannata come opposta alla Bibbia. Galileo fu prima obbligato al silenzio (1616) e poi condannato come sospetto di eresia da un tribunale della *Inquisizione romana (1633). Questo accadde per ignoranza dei *generi letterari della Bibbia, per insufficienza di prove scientifiche, per complicazioni politiche e perché non si era capito bene il rapporto tra *scienza e fede. Anche se in ciò non era compromessa nessuna definizione dogmatica, successivamente i nemici della Chiesa approfittarono del " caso Galileo " per attaccare la religione. In occasione del Vaticano II e in altre circostanze si è parlato di una esplicita riparazione dell'ingiustizia commessa contro lo scienziato e il credente Galileo. Questo caso è servito alla Chiesa per procedere con cautela in altre occasioni di fronte ai possibili malintesi tra scienza e fede.
Atteggiamenti e tendenze di membri della Chiesa cattolica di Francia che reclamavano per essa libertà e uno statuto particolare con una autonomia, rispetto alla centralizzazione di Roma, superiore a quella delle Chiese delle altre nazioni. Tale atteggiamento prendeva spunto da un sistema ideologico coltivato da teologi della *Sorbona e da uomini come *Gerson, *Bossuet e altri. Ebbe una notevole forza all'interno dell'episcopato in certi momenti e ad esso si appellarono i re nel tentativo di sottrarre il clero e se stessi al potere del papa. Non è tanto radicale come il *febronianismo, ma è più forte del *giuseppinismo e del *regalismo.
Nacque verso il 3 a.C. a Cordova (Spagna). Fratello del filosofo Seneca, precettore di Nerone, e di Marco Anneo Mela, padre del poeta Lucano. Questi furono tutti costretti a suicidarsi da Nerone nel 66. Viene nominato in At 18,12: " Mentre era *proconsole dell'Acaia, i Giudei insorsero in massa contro Paolo... ". Il proconsolato durava un anno e una iscrizione trovata a Delfi colloca il proconsolato di Gallione nel 51 o 52, il che coincide con ciò che sappiamo dell'attività di *Paolo. Gallione ci offre quindi un prezioso *sincronismo (cf DNT-C; DBM-Cl; DB-H; BJ).
In ebraico, " Dio mi ha fatto bene ". Famoso dottore della legge, nipote di Hillel, fariseo, maestro di Paolo (cf At 22,3). In At 5,34-39 si dà atto del suo atteggiamento liberale nei confronti dei cristiani.
Gandhi, Mohandas Karamchand (1869-1948). (inizio)
Leader spirituale induista che lavorò per il riscatto dei più poveri e disprezzati - gli " intoccabili " - e si impegnò anche per la liberazione politica dell'India fino ad ottenerne l'indipendenza dall'Inghilterra (1947) con la non-violenza attiva. Fu un uomo retto, che visse un'appassionata ricerca della verità. Morì assassinato da un *fanatico indù. La sua statura morale gli valse l'appellativo di Mahatma (" grande anima ").
Garcilaso de la Vega - l'Inca (1540-1616). (inizio)
Figlio di un ufficiale spagnolo e di una figlia dell'inca Huallpa Tupac Yupanqui, fratello dell'imperatore Huayna Capac, nacque a Cuzco. Viaggiò nel territorio degli inca e raccolse materiale per elaborare una storia di quella terra e della conquista: i Comentarios reales. Orgoglioso della sua doppia origine, fu cristiano convinto. Morì a Cordova (Spagna).
Montagna della *Samaria alta m. 868, presso Sichem, di fronte al monte *Ebal. Monte della benedizione (Dt 11, 29.27; 12). I samaritani ne fecero la loro montagna sacra e vi edificarono il proprio tempio, rivale di quello di Gerusalemme. " I nostri padri hanno adorato Dio su questo monte ", dice la Samaritana a Gesù (Gv 4, 20). Ancor oggi, la piccola comunità samaritana vi celebra la Pasqua e vi conserva gelosamente il manoscritto detto Pentateuco samaritano.
Città che ha le sue origini ai tempi dei cananei, situata sulla strada che dalla Palestina porta all'Egitto. Questa sua collocazione ne fece lo scenario di numerosi conflitti bellici.
Uno dei popoli più antichi di *Canaan, padroni della città stato di *Gerusalemme. *Davide conquistò la parte alta di questa città, la collina di *Sion, e vi stabilì la propria residenza; fu chiamata " città di Davide " (cf 2 Sam 5,6-10).
*Giudice di Israele tra i più importanti, della tribù di Manasse, con 300 uomini sconfisse i *madianiti.
n ebraico, significa " valle di Hinnon ". Valle a sud di *Gerusalemme, dove un tempo si rendeva culto a Moloch, cui si offrivano in sacrificio bambini. *Geremia (7,32) la chiama " valle della Strage ". Questi precedenti e il fatto che in essa bruciassero continuamente le immondizie, fecero della Geenna il simbolo del luogo di tormenti e di condanna a cui è destinato il peccatore dopo la sua morte: Mt 5,22; 23,33; 5,29.30; 10,28 = Mc 9,43.45.47; Lc 12,5; Gc 3,6.
Papa (492-496) di origine africana. Tentò la conversione dei *pelagiani ed esiliò da Roma i *manichei. A lui è attribuito il canone dei Libri Sacri poi adottato dal concilio di *Trento. Sostenne il primato di Roma di fronte all'imperatore d'Oriente e al patriarca di Costantinopoli. Scrisse trattati e inni sacri.
Colline a nord-est delle montagne di Efraim, presso la pianura di Izreèl. Furono teatro della battaglia in cui morirono *Saul e suo figlio Giònata (cf 1 Cr 10,1; 1 Sam 31,1; 2 Sam 21,12).
Prospetto degli antenati di una persona o di una famiglia, ordinato in maniera ascendente (albero g.) o discendente (tavola g.). Nella Bibbia si trovano numerose tavole genealogiche, al punto da costituire " l'armatura della storia primitiva " (cf DBM-Cl). I popoli nomadi danno molta importanza ai vincoli di sangue, ma nelle liste procedono con grande libertà: per esempio, si può dire che uno " genera " un bisnipote o un popolo.
Di Gesù abbiamo due diverse genealogie, che non bisogna tentare di armonizzarle secondo la nostra mentalità. *Matteo ci dà tre serie di 14 generazioni: a) da *Abramo, il padre di *Israele, a Davide; b) da Davide all'*esilio, e c) dall'esilio a *Giuseppe, sposo di Maria. La sua intenzione è quella di dimostrare la discendenza da Davide, dal quale doveva venire il *Messia. *Luca la dispone in ordine ascendente, partendo da Giuseppe, che legalmente era il padre di Gesù, e risalendo fino ad *Adamo, con un'intenzione evidentemente universalistica: Gesù è unito a tutto il genere umano. In entrambi, ciò che conta è l'intenzione teologica, non la documentazione storica dei particolari.
Modi di esprimersi fissi, peculiari di un popolo, di una cultura, di un insieme di opere letterarie dello stesso tipo specifico, secondo i differenti fini degli scritti. Ad esempio, un orientale si esprime in modo diverso da un occidentale; una lettera ha un'impostazione ed un tono diversi da un articolo per un giornale. Non si scrive nello stesso modo un romanzo o un verbale giudiziario; le parole in una poesia hanno una dimensione diversa che in una conversazione, ecc. Ognuno di questi modi è un genere letterario.
" Per capire la letteratura biblica, la sua origine preletteraria e la sua trasmissione, la sua storia letteraria e il suo contenuto, è indispensabile conoscere tanto le sue unità più piccole (formule), che quelle intermedie (forme) e le grandi unità letterarie (generi letterari) " (R. Pesch, VPB-H). Le frasi acquistano un senso preciso nella struttura generale in cui sono inserite, vale a dire secondo il senso che viene loro dato dal genere letterario in cui sono espresse (cf Robert-Feuillet, Introd. a la Bibl., 139).
Nella Bibbia, ci sono molti generi letterari che devono essere compresi nel senso che si dava loro in quei tempi remoti. Per questo a volte risultano di non facile comprensione. Ci sono, inoltre, generi che compaiono solo nella Bibbia, come il genere evangelico (v. *Vangelo) o quello degli *Atti degli Apostoli.
Genèsaret. Vedi *Galilea, lago di. (inizio)
Genesi. Vedi *Pentateuco. (inizio)
Nella concezione religiosa dei romani, era " un principio di fecondità e di perpetuità di ogni stirpe umana, al quale ogni individuo doveva la sua nascita e la durata della sua vita ". L'origine della parola ha radice in gigno, generare, ma non si limita all'aspetto sessuale. Era oggetto di culto personale, ma si giunse a tributare un culto imperiale a quello di uomini eminenti; ad esempio, al Genio di Augusto (cf M. Meslin, DdlR-H).
Distruzione programmata di un gruppo nazionale, religioso, etnico o razziale. Vedi *Olocausto.
Nell'AT erano quelli che non appartenevano alla religione ebraica. Il termine equivale a *idolatri o *politeisti. Nell'era cristiana, viene preferito il termine *pagani, anch'esso equivalente a idolatra, politeista o, per estensione, al non battezzato. Oggi si evitano ambedue le parole, per il loro aspetto peggiorativo, e si parla piuttosto di non credenti, non cristiani, non battezzati.
Piegare il ginocchio a terra in segno di rispetto. Nella Chiesa cattolica, si fa per esprimere l'adorazione verso Dio.
Pronuncia difettosa del nome Jhwh. A partire da *Filone (sec. I d.C.), vennero dette " sacro tetragramma " le quattro lettere che compongono il nome di Jhwh (gli ebrei lo scrivono tuttora senza vocali). Poiché il nome di Dio non veniva mai pronunciato per rispetto, ma si sostituiva con *Adonai = " Signore mio ", la sua fonetica rimase incerta. In seguito, si indicò la fonetica delle parole, indicando le vocali con dei punti. Verso l'anno 1100 si misero i punti anche al tetragramma Jhwh, ma usando i punti di *Adonai (= JaHoWaH) per lo stesso principio di riverenza. Alcuni cristiani, da allora, pronunciarono Geova, cosa che gli ebrei non avevano mai fatto.
" Nel messaggio della salvezza esiste una gerarchia di verità (cf Vaticano II, UR 11). Questa gerarchia non significa che alcune verità appartengono alla fede meno di altre, ma che certe verità si appoggiano su altre principali e da queste sono illuminate " (Dirett. Gen. di Past. Catechetica, n. 43).
Dal greco, " governo sacro ". E costituita dal papa, dai vescovi che sono in comunione con lui e dai sacerdoti e diaconi, che incarnano l'autorità nella Chiesa. Si distinguono due tipi: Gerarchia d'ordine e Gerarchia di giurisdizione. Quella d'ordine consiste nel potere di amministrare i sacramenti; al vertice c'è il *vescovo, che può amministrare i sette sacramenti; è identica quella di qualsiasi vescovo e del papa; vengono poi i *sacerdoti e poi i *diaconi; non dà nessun potere di governo. La gerarchia di giurisdizione si riferisce alla facoltà di governo nella Chiesa. Il primo è il papa; poi vengono i vescovi e infine i sacerdoti. Ha vigore finché si occupa l'incarico, per cui, se un vescovo, ad esempio, dà le dimissioni, non ne fa più parte. I *cardinali non sono gerarchia se non in quanto sono stati ordinati vescovi (gerarchia d'ordine) o perché esercitano il governo in una diocesi (gerarchia di giurisdizione).
Probabilmente significa " Jhwh glorificato ". E uno dei quattro " profeti maggiori " (con Is, Ez e Dn). Nacque ad Anatot, da famiglia sacerdotale, e predicò per più di quarant'anni, dall'anno 13 del re *Giosia (627 a.C.) fino alla distruzione di *Gerusalemme (587 a.C.). Sostenne la riforma religiosa promossa dal re Giosia. In un'epoca di infedeltà all'*alleanza, gli toccò il duro compito di annunciare il castigo di Dio se il popolo non si fosse pentito. I falsi profeti mossero i re Ioiakim e Sedecìa contro Geremia, che fu perseguitato e maltrattato; si tentò perfino di ucciderlo. Il suo libro, specialmente per i monologhi che racchiude, ci offre molte informazioni sull'autore; Geremia è il profeta sul quale abbiamo più notizie. E stato una figura intimamente connessa con il popolo ebraico. Quando Gesù domanda ai suoi discepoli chi dice la gente che lui sia, gli rispondono che alcuni pensano che sia Geremia risuscitato (cf Mt 16,14).
Il libro di Geremia è scritto a volte in prima persona e altre in terza, forse perché è stato scritto dal suo segretario Baruc. Subì diverse rielaborazioni, anche in epoca posteriore all'esilio. Oltre a numerosi elementi autobiografici contiene sentenze e *oracoli contro i falsi profeti, contro i re e contro il popolo per la sua infedeltà all'*alleanza, nonché contro *Egitto, *Babilonia e altri popoli. Nel NT è citato numerose volte; la citazione più importante è quella di Ger 31,31-34 che parla della nuova alleanza; Eb 8,8-12 la riprende, e le parole di Gesù nell'*ultima cena nel benedire il calice uniscono le parole di *Mosè in Es 24,8 con quelle di Ger 31,31 sull'alleanza.
Città situata nella profonda depressione del *Giordano, a dieci chilometri dal *Mar Morto, in un'oasi tropicale, per cui è a volte chiamata " città delle palme " (cf Dt 34,3; e Gdc 3,13). E una delle città più antiche del mondo, come hanno rivelato gli scavi archeologici che vi sono stati realizzati. Ha attraversato molte vicissitudini. Gli israeliti la conquistarono nel sec. XIII a.C., dopo aver attraversato il Giordano. Fu la prima città cananea conquistata (cf Gs 6). *Erode costruì, accanto dell'antica Gerico, una nuova città con la sua residenza per l'inverno. E unita a Gerusalemme da una strada di 37 Km che, partendo dalla cima del monte degli ulivi, scende serpeggiando attraverso il deserto di Giuda. Lungo questa strada Gesù colloca la parabola del buon samaritano (Lc 10,29-37); a Gerico, Gesù guarì due ciechi (cf Mt 20,29-34 e par.).
Alla morte di *Salomone, salì sul trono il figlio Roboamo. Tutte le tribù, salvo quelle di Beniamino e Giuda, si ribellarono proclamando re Geroboamo, che divenne così il primo re di *Israele (926-907 a.C.), il regno separatista settentrionale (1 Re 11,26-14,20).
Succeduto al padre Ioas, fu re di Israele per 41 anni (793-753 a.C.). Durante il suo regno il paese attraversò un'epoca florida, ma si continuò ad adorare gli idoli e a trasgredire l'*alleanza. In questo periodo si collocano i profeti *Osea e *Amos.
Gerson, Jean Charlier (1363-1429). (inizio)
Chiamato Gerson per il nome della sua città natale, nella Champagne francese, fu *teologo, politico e *mistico. Scrisse opere che ebbero importanza nella storia della *catechesi, più sulla linea che avrebbe preso il *Catechismo Romano che su quella delle domande e risposte di tipo mnemonico. La sua opera De pueris ad Christum trahendis (Portare i bambini a Cristo) fu paragonata fino al secolo XIX al De catechizandis rudibus (Catechesi per la gente semplice) di sant'Agostino (cf U. Gianetto, DC-CCS).
Capitale di Israele, situata a circa 760 m. sul livello del Mediterraneo. A nord è unita alla montagne di Giuda; sugli altri tre lati è circondata da profonde vallate: quella di *Cedron (est e sud) e quella di *Hinnon, che comincia ad ovest e si poi unisce con quella di Cedron. In mezzo alla città, la valle del Tiropeon, oggi quasi colmata, divideva le due spianate della città. Questa configurazione ne rendeva difficile la conquista. Per questo i *gebusei ne avevano fatto la propria capitale, finché *Davide la conquistò. *Salomone vi costruì l'unico tempio che avesse il *popolo di Dio, al quale dovevano recarsi in pellegrinaggio tutti gli uomini nelle tre grandi feste dell'anno. San *Giovanni ci racconta le " salite " di Gesù a Gerusalemme, principalmente in occasione delle feste. Qui fece *miracoli, annunciò la sua dottrina, discusse con i suoi nemici, celebrò l'*ultima cena e fu crocifisso. A Gerusalemme si costituì visibilmente la *Chiesa con la venuta dello Spirito Santo il giorno di *Pentecoste. Vi si conservano i principali santuari cristiani come il *Santo Sepolcro e il *Cenacolo, nonché altri in comune con gli ebrei, ad esempio il recinto del tempio, dove Gesù svolse parte della sua attività. Anche i *musulmani la considerano città santa. Oggi è la capitale dello Stato di *Israele. Ha circa 400.000 abitanti.
Nella *Bibbia e nella *Liturgia si usa a volte la parola Gerusalemme per indicare il cielo. Identico uso si fa del termine *Sion, che è la collina sulla quale è situata la parte più antica della città.
Gesù significa " Jhwh salva ". Cristo significa " Messia, unto ". Si suole usare Gesù quando ci si riferisce al personaggio storico vissuto in Palestina, e che la gente vedeva nella sua qualità di uomo. E Cristo, di preferenza, quando ci si riferisce alla sua situazione definitiva di risorto.
Su Gesù di Nazaret abbiamo dati storici extra-biblici, anche se non molti. *Plinio il Giovane, governatore della Bitinia (Asia Minore), scrisse nel 112 una lettera all'imperatore Traiano: i cristiani " si riuniscono prima dell'alba e cantano inni a Cristo, che considerano Dio ". Lo storico Tacito, verso il 116, scriveva nei suoi annali, a proposito dei cristiani: " ...questo nome veniva loro da Cristo, il quale, sotto il regno di Tiberio, fu condannato al supplizio dal procuratore Ponzio *Pilato ". Un altro storico, Svetonio, afferma che l'imperatore Claudio " espulse da Roma gli ebrei, i quali, eccitati da Cresto (Cristo), provocavano frequenti tumulti ". La sua visione non è esatta, ma questo accenno corrisponde all'espulsione degli ebrei da Roma della quale si parla in At 18,2. Lo storico ebreo *Giuseppe Flavio ha scritto nel suo Antichità Giudaiche (XVIII, 63-64) un lungo paragrafo riferito a Cristo, anche se alcune delle sue versioni ci sono giunte interpolate. Ci sono riferimenti più o meno velati negli scritti dei rabbini ebrei che elaborarono la *Mishnah e il *Talmud.
Nel NT abbiamo dati sparsi, ma tanto numerosi che con essi si può tracciare se non una biografia un insieme di tratti generali della sua vita: origine, nascita, qualcosa sulla sua infanzia, lavoro a Nazaret... e poi tutta la sua vita pubblica e la sua tragica fine sul Calvario.
La cronologia della sua vita è bene inquadrata nella storia come collocazione generale, per quanto manchino dati precisi che oggi vorremmo possedere. Nacque prima della primavera del 750 anno di Roma, poiché verso quella data morì *Erode il Grande. Quell'anno corrisponde al 4 a.C., per l'errore nei calcoli di Dionigi il Piccolo (vedi *Era); potrebbe essere nato tra il 5 e il 7 prima dell'anno 1 fissato per la nostra era.
Il senso della sua esistenza appare chiaro con la sua risurrezione, che trascende la storia, ma rimane avvallato dalla vita e dalla predicazione dei suoi discepoli.
La sua dottrina la troviamo nei vangeli e negli altri scritti del NT. Nulla, nella letteratura universale, gli si può paragonare. Gesù parla soprattutto di suo Padre e del *Regno di Dio o regno dei cieli che con lui giunge e che deve estendersi in tutto il mondo per la salvezza degli uomini.
Il punto cruciale dell'ammissione della sua divinità è una questione di fede, è un dono soprannaturale, ma non è un *fideismo cieco: ha una base ragionevole in ciò che conosciamo della sua vita, delle sue opere o segni, dei suoi discepoli e nella sintonia della sua persona e della sua dottrina con la più autentica realizzazione dell'uomo. I discepoli cominciano a scoprire la sua condizione di messia, per poi ricevere la luce riguardo alla sua divinità.
Gesuiti / Compagnia di Gesù. (inizio)
Ordine fondato da sant'*Ignazio, che nel 1534 pronuncia i voti con i suoi primi compagni. Fu approvato da Paolo III nel 1540. Soppresso nel 1773 dal papa Clemente XIV (salvo in Russia, dove non fu autorizzata la bolla di soppressione), fu restaurato nel 1814. I gesuiti si dedicano ai più vari apostolati: predicazione, esercizi spirituali, insegnamento, pubblicazioni... Nel corso della storia, molti dei suoi membri si sono imposti come figure di prim'ordine nella Chiesa nei più svariati campi. Il quarto voto di speciale obbedienza al papa ha fatto di loro un decisivo appoggio nelle grandi tensioni e difficoltà all'interno e all'esterno della Chiesa, i cui nemici hanno rivolto speciali attacchi contro i gesuiti.
Dall'ebraico, " torchio delle olive ". Luogo vicino a *Gerusalemme, ai piedi del *Monte degli Ulivi, " orto ", che doveva appartenere a qualche amico di Gesù, poiché " vi si ritirava spesso con i suoi discepoli " (cf Gv 18,1-2; Lc 22,39). Gesù vi patì l'agonia di cui parlano i *sinottici: Mt 26,36-46; Mc 14,32-42; Lc 22,39-46).
Moglie pagana del re di Israele Acab, persecutrice del profeta *Elia (cf 1 Re 18,3-4; 21,4-7.25.26; 2 Re 9,30-37).
In ebraico, " complemento ". Commentario della *Mishnah. Successivamente, la Ghemara e la Mishnah vennero unite performare il *Talmud.
Camera accanto alla sinagoga nella quale si depositavano manoscritti o altri oggetti sacri ormai inservibili per poterli poi seppellire o distruggere. In quella de Il Cairo furono rinvenuti importanti manoscritti biblici e non biblici, sui quali sono state fatte ricerche fin dalla fine del sec. XIX.
Figlio maggiore di *Mosè (cfr. Es 2,22; 18,3).
1. In Gn 2,13 è nominato come uno dei quattro fiumi o uno dei quattro rami dell'unico fiume dell'*Eden, assieme al Pison, al *Tigri e all'*Eufrate. Fin dall'antichità si è identificato il Ghicon con il *Nilo, perché si identifica il paese di Kush, citato assieme al fiume, con l'Etiopia.
2. Sorgente nella valle del *Cedron, ad oriente di *Gerusalemme, presso la quale fu unto re *Salomone (cf 1 Re 1,39). La sua acqua era di importanza vitale per la città, in particolare nei casi di assedio. Il re *Ezechia fece scavare un canale sotterraneo, tuttora esistente, il canale di *Siloe, per portarla dentro le mura (2 Cr 32,30).
Vari i significati etimologici del nome proposti: " Dio protegge, colui che afferra il tallone, il soppiantatore... ". E uno dei grandi patriarchi del *popolo di Dio, figlio di *Isacco e nipote di *Abramo. Per disegno di Dio, soppiantò suo fratello *Esaù nel diritto alla primogenitura, acquisito con l'inganno con la complicità della madre *Rebecca. Questo diritto lo farà ascendente del *messia. Fu il padre dei patriarchi a capo delle dodici tribù di Israele. Occupa un ampio posto nelle narrazioni del libro della *Genesi, dal c.25 al 50 (l'ultimo), in cui si narrano le sue esequie. Un altro nome di Giacobbe è *Israele.
Nome dato ai *monofisiti della zona orientale dell'impero bizantino (Siria, Mesopotamia, Asia). Il nome viene dal vescovo Giacobbe Baradeo (sec. IV). La sede principale fu ad *Antiochia di Siria. Attualmente, è a *Damasco.
E una delle cosiddette *lettere cattoliche. *Deuterocanonica. E diretta " alle dodici tribù disperse nel mondo ", ovvero agli ebrei della *diaspora (cf 1,1). La tradizione considera questo Giacomo come il fratello del Signore, vale a dire uno dei cugini di Gesù (come anche Giuda, autore di un'altra lettera cattolica) (cf Mt 13,55). La lettera è un'esortazione su diversi punti: tra questi sono spesso citati quelli che si riferiscono al rapporto tra la fede e le opere (2,17: " La fede senza le opere è morta ") e alle ricchezze (5,2: " Le vostre ricchezze sono imputridite "). Non c'è accordo sulla data della composizione, che può andare da prima del 70 (distruzione di *Gerusalemme) agli anni 80-90.
1. Giacomo il Maggiore (con questo nome lo si distingue da Giacomo il Minore). Uno dei dodici *apostoli, come suo fratello *Giovanni, ambedue figli di Zebedeo. Gesù li chiamò perché lo seguissero mentre stavano pescando con il padre nel lago (cf Mt 4,21-22). Li soprannominò *figli del tuono (Mc 3,17). Entrambi, con Pietro, furono testimoni della risurrezione della figlia di Giairo, della *trasfigurazione del Signore e della sua agonia nell'*orto degli ulivi (cf Mc 3,17; 5,37 e 14,33-42). Fu fatto decapitare da *Erode Agrippa I verso il 44.
2. Giacomo, (figlio) di Alfeo. Con questo nome compare nelle quattro liste dei dodici l'altro apostolo chiamato Giacomo (Mt 10,3; Mc 3,18; Lc 6,15; At 1,13). L'appellativo il Minore non compare mai nel NT. Del resto, di Giacomo di Alfeo non si dice nulla nei *vangeli, a parte il menzionarlo nella lista dei dodici.
3. Giacomo, fratello del Signore. Figlio di Cleofa e di Maria, fratello di *Giuda non l'Iscariota, " fratello " (= cugino) del Signore. Alcuni lo identificano con Giacomo figlio di Alfeo. Fu vescovo di *Gerusalemme in quei primi tempi.
Città portuale sul Mediterraneo, poco più a nord di Gerusalemme. Oggi è integrata alla città di *Tel-Aviv. E molto antica, ma solo al tempo dei *maccabei entrò a far parte del territorio della Giudea. Qui visse l'apostolo *Pietro; vi risuscitò la giovane Tabita (cf At 9,36-41), e - cosa molto più importante - mentre si trovava in questa città ebbe il sogno-visione con il quale Dio gli comunicò che anche i Gentili erano chiamati a far parte della comunità cristiana (cf At 10).
Capo della sinagoga di *Cafarnao, al quale Gesù guarì la figlia dodicenne (Mc 5,22s).
Giansenio Giansenismo. (inizio)
Cornelio Jansen, noto con il nome di Jansenius (1585-1638), era un sacerdote olandese, vescovo di Yprés dal 1636 al 1638. Scrisse un'opera sulla dottrina di sant'*Agostino, intitolata Augustinus, pubblicata dopo la sua morte. In essa espone la dottrina che dà il nome all'*eresia giansenista. I giansenisti sono rigoristi nella dottrina e nella morale. Secondo loro, il peccato originale ha corrotto l'uomo così radicalmente che non ha più libertà e solo la grazia, che è irresistibile, lo può salvare. Cristo non è morto per tutti, ma per quelli che si salvano. La sua dottrina sulla *predestinazione si avvicina a quella di *Calvino. La preparazione alla comunione era così severa che auspicavano che ci si comunicasse pochissime volte. Il loro centro fu il monastero delle monache cistercensi di *Port-Royal, del quale era badessa Angelica *Arnauld (, 1661). Animatore spirituale del movimento fu Antonio *Arnauld (, 1694), fratello di Angelica. Furono decisi giansenisti notevoli pensatori e letterati, come Pascal e Racine. Per interessamento di san *Vincenzo de Paoli, 88 vescovi francesi presentarono la vicenda al papa Innocenzo X, che nel 1653 condannò cinque proposizioni gianseniste. Come Chiesa separata, il giansenismo è rimasto fino ad oggi solo in una piccola comunità di alcune migliaia di fedeli in Olanda, con vescovi e sacerdoti validamente consacrati. Ma il giansenismo ha continuato ad avere influenza all'interno della vita della Chiesa contaminando la pietà e la prospettiva dell'ascetica praticamente fino all'inizio del sec. XX.
Gioacchina de Vedruna, santa (1783-1854). (inizio)
Nacque a Barcellona, in Spagna. Sposata, ebbe otto figli. Rimasta vedova (1816), si dedicò intensamente all'apostolato. Fondò la congregazione delle Suore della Carità di N. Signora del Carmelo.
Protagonista del libro che porta il suo nome, che non figura tra i libri storici, ma tra i libri *sapienziali. Non si tratta, secondo gli *esegeti, di un personaggio storico, ma letterario. Il libro affronta il problema della sofferenza del giusto, dell'innocente, problema particolarmente acuto quando era ancora molto oscura la situazione dell'*aldilà e si supponeva che Dio dovesse ricompensare o punire in questo mondo. Nel libro non viene data una risposta che chiarisca razionalmente il problema, ma si evidenzia come l'uomo debba inchinarsi davanti al giudizio di Dio che, anche se incomprensibile, è indubbiamente giusto e buono. D'altra parte, il libro contiene una densa affermazione della vita futura. Il personaggio di Giobbe è un modello di pazienza e di incontrollabile fede-fiducia in Dio.
Il libro di Giobbe è una delle opere più alte della letteratura non solo biblica ma universale. E composto in versi, salvo l'introduzione (capitoli 1-2) e la conclusione (42,7-17). La sua lettura ed interpretazione non sono facili e molte delle sue affermazioni non devono essere prese isolatamente.
In ebraico, " Jhwh è Dio ". Uno dei dodici *profeti minori. Predicò a *Gerusalemme nel sec. VIII a.C., secondo alcuni; nei secoli IV-III, secondo altri.
In ebraico, " colomba ". Così si chiamava il padre dell'apostolo Simon *Pietro (cf Mt 16,17). Ci fu un profeta con lo stesso nome nel *regno del nord (cf 2 Re 14,25). Ma il libro di Giona non è un libro scritto da un profeta chiamato Giona, come accade con i libri degli altri profeti; è invece una narrazione nella quale il protagonista è un profeta a cui viene dato questo nome. Si tratta di una specie di parabola con la quale Dio comunica un messaggio di fiducia: Dio è immensamente più buono del profeta o di qualsiasi uomo. Questo si vede soprattutto nella parte finale (4,5-11), alla quale purtroppo si presta meno attenzione che alle meraviglie dei capitoli I-III.
In ebraico, " il discendente ". Fiume che attraversa (anche se non in tutta la sua lunghezza) la profonda depressione geologica che divide la Palestina in Transgiordania (zona orientale) e Cisgiordania (zona occidentale). Nasce nel lato sud della catena dell'Ermon e scorre fino al Mar Morto, scendendo nei suoi 220 km di percorso (in linea d'aria) dai 420 m sul livello del Mediterraneo ai 400 sotto il livello dello stesso mare (vedi *Mar Morto). Attraversa il lago di *Genesaret. Il suo percorso è molto sinuoso; solo in alcuni punti è guadabile; non è navigabile. Lungo le sue rive vi sono zone di rigogliosa giungla, con frutti caratteristici della zona tropicale. Questa esuberanza risalta ancor più essendo circondata dal deserto.
Il Giordano è nominato molte volte nell'Antico e nel Nuovo Testamento. I casi più notevoli sono il racconto del passaggio attraverso il fiume del popolo di Dio al comando di Giosuè per conquistare *Canaan (Gs 3) e il battesimo di Gesù nel fiume stesso (Mt 3,13-17 e par.).
Giorno del Signore. Vedi *Domenica. (inizio)
Re di Giuda dal 639 al 609 a.C., anno in cui fu ferito a morte nella battaglia contro il faraone Necao, a *Meghiddo. Fu uno dei migliori re di *Giuda, soprattutto dal punto di vista religioso. Diede impulso a un importante rinnovamento: eliminò santuari idolatrici, restaurò il tempio, riorganizzò il culto e promosse il rispetto dell'*alleanza.
Si chiamava Osea, ma *Mosè gli diede nome Giosuè (cf Nm 13,16), che significa " Jhwh salva ". Fu dapprima aiutante e poi successore di Mosè a capo del popolo, che guidò al di là del Giordano alla conquista della *terra promessa.
Il libro di Giosuè è così chiamato perché Giosuè ne è il protagonista. Narra la conquista della Palestina e la distribuzione della terra tra le dodici tribù, attraverso gli episodi meravigliosi in cui Jhwh interviene a favore del suo popolo. I famosi versetti di Gs 10,12-15, che contengono la frase: " Sole, fermati in Gàbaon... " e che alcuni vollero usare come miracolo astronomico (il caso di *Galileo), sono presi da un'espressione poetica popolare " e servono al narratore per prolungare il suo racconto a mo' di epopea " (cf Nota in BJ). Il libro di Giosuè è a volte considerato un'unica cosa con il *Pentateuco, che viene in questo caso detto *Esateuco.
Giovanni. " Jhwh si è mosso a compassione, Jhwh salva ". (inizio)
1. Giovanni, apostolo, figlio di Zebedeo e di Salome (cf Mt 4,21 e 27,56), fratello di *Giacomo il maggiore, era nato a *Betsaida e faceva il pescatore. Fu discepolo di *Giovanni Battista e uno dei primi a seguire Gesù, che lo chiamò a far parte del gruppo dei dodici. Gesù diede a lui e a suo fratello il soprannome *figli del tuono. Con *Pietro e suo fratello *Giacomo formava il gruppo più vicino a Gesù. Non solo: si ritiene che, quando scrive " il discepolo che Gesù amava ", si riferisca a se stesso. Egli e suo fratello erano soci o colleghi di lavoro di Pietro e Andrea (cf Lc 5,10) e il Vangelo e gli Atti ce lo presentano in stretto rapporto con Pietro (Lc 5,10; 22,8; Gv 18,16; 21,20s; At 3,1-11; 4,13.19). Paolo lo definisce " colonna della Chiesa ", assieme a Giacomo e *Cefa (Gal 2,9).
Giovanni scrisse il quarto vangelo (vedi Vangelo secondo Giovanni). Scrisse anche tre lettere. La prima, più che una lettera, è un trattato poco strutturato sugli aspetti essenziali del cristianesimo. Le altre due sono due brevi missive rivolte a una comunità e a un certo Gaio.
L'Apocalisse scritta dal presbitero Giovanni sembra essere opera di un altro Giovanni, date le differenze di stile e di linguaggio a confronto con gli scritti di cui abbiamo parlato.
2. Giovanni Battista, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, fu il precursore del *messia. Un angelo annunciò la sua nascita ai genitori ormai avanti negli anni (Lc 1,325). Subito dopo questo racconto, Luca pone l'*annunciazione a Maria. Comincia a predicare verso l'anno 27-28. I *sincronismi di Lc 3,1-2 ci offrono la collocazione temporale più sicura che abbiamo riguardo alla vita di Gesù. Fu chiamato il Battista perché predicò e praticò il battesimo di penitenza e, soprattutto, perché battezzò Gesù stesso (cf Mc 1,9-11 e par.). Messo in prigione da *Erode Antipa, fu fatto decapitare su istigazione di Erodiade. " Tra i nati di donna - dice Gesù non c'è nessuno più grande di lui " (cf Lc 7,18-35).
Giovanni Crisostomo, san (344-407). (inizio)
Uno dei grandi *padri della Chiesa d'Oriente, detto Crisostomo, cioè " Bocca d'oro ", per la sua eloquenza. Originario di *Antiochia, dal 398 è vescovo di *Costantinopoli. In difesa dei poveri espone vigorosamente la dottrina della carità. E mandato in esilio per due volte dall'imperatrice Eudossia che, come i ricchi della corte, si sente interpellata e infastidita dalla dottrina del santo.
Giovanni d'Avila, san (1500-1569). (inizio)
Predicatore e autore di opere di spiritualità, è uno dei grandi uomini della Chiesa spagnola del sec. XVI. Fu consigliere spirituale di santa *Teresa d'Avila.
Giovanni della Croce, san (1542-1591). (inizio)
Nacque a Fontiveros (Avila, Spagna). Aiutò santa Teresa d'Avila come direttore spirituale e, con lei, che aveva iniziato la riforma delle carmelitane, portò a termine la riforma dei carmelitani, creando il ramo degli scalzi. In lui, la mistica raggiunge altissime vette. E l'autore che più profondamente ha descritto la via per la quale lo spirito umano si eleva all'unione con Dio. Le sue opere principali, tra le migliori della letteratura mistica, sono: Salita del Monte Carmelo, Notte oscura, Fiamma viva d'amore e Cantico spirituale.
Giovanni di Dio, san (1495-1550). (inizio)
Nacque in Portogallo. A Granada (Spagna) si dedicò alla cura dei malati, fondò un ospedale e successivamente l'ordine degli Ospedalieri (Fatebenefratelli), consacrato alla cura di ogni genere di malati. Hanno, in particolare, cliniche e ospedali psichiatrici.
Giovanni Macías, san (1585-1645). (inizio)
Nacque in Extremadura (Spagna), dove, rimasto a quattro anni orfano di padre, dovette lavorare fin da bambino come pastore. Partì poi per l'America, accompagnando fino a Cartagena de Indias un mercante dal quale era stato assunto. Per conto suo, andò poi in Perù, dove a 37 anni entrò nell'ordine dei Domenicani come frate converso. Portiere nel convento di Lima, condusse una vita di intensa preghiera, di austerità e di attenzione ai poveri.
Giovanni XXIII (1881-1963). (inizio)
Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte (Bergamo). Fu *Legato pontificio in Bulgaria, Turchia e Grecia; poi, *Nunzio a Parigi e, in seguito, *cardinale *patriarca di Venezia. Fu papa dal 1958 al 1963. Conquistò il mondo con la sua bontà e la sua semplicità. Il momento culminante del suo pontificato fu la convocazione del concilio ecumenico *Vaticano II, l'evento più importante nella storia della Chiesa del secolo XX. Promosse *l'ecumenismo. Si interessò ai problemi sociali, sui quali pubblicò due notevoli *encicliche: Mater et magistra (1961) e Pacem in terris (1963). In un papa eletto quando aveva già 77 anni, la Chiesa ebbe il motore di un inaspettato rinnovamento e aggiornamento.
Cristiano della secondo metà del sec. IV, di dottrina *eterodossa, secondo il quale per salvarsi bastano il battesimo e la fede, mentre l'ascesi, la verginità e, in generale, le opere buone sono praticamente inutili. Contro queste idee combatté vigorosamente san *Girolamo.
Girolamo, san (ca. 350-420). (inizio)
E uno dei grandi padri della Chiesa d'occidente. Nacque in Dalmazia. Trascorse parte della sua vita in oriente, soprattutto a *Betlemme. Il papa san Damaso lo chiamò a Roma e gli diede l'incarico di realizzare una versione latina della Bibbia, che poi sarà nota come *Vulgata e verrà impiegata dalla liturgia romana fino al sec. XX. Stimolò lo spirito monastico e dai suoi consigli sparsi si trasse successivamente la *regola che porta il suo nome. Il suo carattere duro e appassionato gli procurò molti nemici. D'altra parte, praticò un'ascesi esigente su se stesso e i suoi scritti dimostrano la sua profonda pietà e il suo grande amore per la Sacra Scrittura, alla quale dedicò enormi sforzi fino agli ultimi anni, vissuti da monaco a Betlemme.
La parola viene dal termine ebraico " Yôbel " che, dal senso originale di capro o corno di capro, passò a significare tromba. Si chiama così perché veniva annunciato a suon di tromba. Certi anni ricevettero il nome di giubilari perché erano promulgati con il clamore delle trombe. In Lv 25,8-17.29-31 si consegna questa legge stabilizzatrice della proprietà e umanitaria: ogni cinquanta anni (7x7+1) gli schiavi recupereranno la libertà e i campi venduti torneranno agli antichi proprietari o alle loro famiglie. Poiché l'*Anno sabbatico, celebrato ogni sette anni, aveva esigenze simili e l'anno 50 veniva sempre dopo un anno sabbatico, era difficile rispettare il precetto; forse con esso si volle rimediare all'inosservanza di quanto dovuto negli anni sabbatici.
Dall'anno giubilare ebraico deriva che si siano stabiliti nella Chiesa degli *anni santi o giubilari, nei quali si offre un'occasione speciale per chiedere e ottenere il perdono di Dio.
1. Figlio di *Giacobbe e di *Lia, erede della promessa, pur non essendo il primogenito. Dalla sua discendenza nascerà il messia.
2. Il regno di Giuda si formò intorno alla tribù omonima, il cui centro fu prima *Betlemme e poi *Ebron. Con *Davide, la tribù di Giuda ebbe il momento di massimo splendore, soprattutto quando si stabilirà come re a Gerusalemme. Vedi *Regno del Nord Regno del Sud.
3. Uno dei dodici apostoli. Gli evangelisti, per distinguerlo dal traditore, gli danno diversi nomi: Giuda (figlio) di Giacomo (Lc 6,16; At 1,13); Taddeo (Mc 3,18 e Mt 10,3, ma in alcuni manoscritti Lebeo o Taddeo detto Lebeo); Giuda " non l'Iscariota " (Gv 14,22).
4. Uno dei *fratelli di Gesù. Forse l'autore della lettera omonima. Alcuni identificano questo Giuda con Giuda di Giacomo o Giuda Taddeo.
5. L'apostolo traditore. Vedi *Giuda Iscariota.
Il nome potrebbe significare " uomo di Keriot ", oppure, dall'aramaico sheqarja, " mentitore, ipocrita ", o ancora " sicario ". Fu uno dei dodici *apostoli eletti da Gesù, che egli tradì consegnandolo ai suoi nemici quando aveva ormai perso la fede in lui (cf Gv 6,67-72). E sempre citato per ultimo nella lista degli apostoli (cf Mt 10,2-4 e par.).
Usato spesso come sinonimo di *Ebraismo, acquista una sfumatura spregiativa, soprattutto in alcune lingue, probabilmente per l'assonanza con il nome di Giuda Iscariota, " il traditore ". In realtà, con questo termine si intende la tradizione religiosa formatasi dopo l'esilio babilonese, imperniata sulla lettura della Torah e dei Profeti nella sinagoga e sull'osservanza della legge mosaica.
Ebrei convertiti al cristianesimo che conservavano un forte legame con le leggi e le tradizioni ebraiche, fino a pretendere che fosse obbligatorio per i cristiani mantenere la pratica della *circoncisione e altre leggi. Contro le loro teorie dovettero cimentarsi i predicatori della fede e fu particolarmente combattivo san *Paolo, come è evidente nella lettera ai *Galati.
Denominazione ellenistica e romana della parte meridionale della *Palestina, anche se a volte con questo nome si denominava una zona molto più ampia, che comprendeva anche la parte centrale e perfino tutta la regione della provincia romana della *Siria, amministrata da *procuratori romani (cf DB-H).
Cristiani che erano stati ebrei. Tra di essi vi erano i *giudaizzanti, altri che seguivano le proprie tradizioni senza considerarle necessarie per salvarsi e altri di spirito più liberale: i cosiddetti *ellenisti.
Nel cosiddetto libro dei Giudici, questo termine non designa chi amministra la giustizia in un tribunale, ma alcune persone suscitate da Dio in momenti critici della vita delle tribù di *Israele per liberarle dai nemici e ristabilire la fedeltà all'*alleanza. Sono tutti presentati con caratteristiche da eroi. Nei secoli compresi tra la conquista della terra e l'instaurazione della monarchia, che giunge solo verso il 1020 a.C., le tribù erano organizzate in una confederazione senza governo comune, salvo in situazioni di pericolo: passata l'emergenza, i giudici tornavano alla loro vita comune e le tribù alla loro indipendenza. Nel libro dei Giudici sono presentati in tutto dodici giudici, tra i quali una donna straordinaria, Debora.
Libro dell'AT, facente parte di quelli che oggi vengono chiamati " racconti brevi " (con *Rut, *Tobia e *Ester). Questo libro narra la liberazione della città di Betulia dalle mani dell'assiro Oloferne grazie all'astuzia della vedova Giuditta, timorosa di Dio, che lo seduce con la sua bellezza e poi gli taglia la testa con la sua stessa spada. I dati storici e geografici, del tutto inattendibili, mostrano che si tratta di un racconto edificante e non di una storia.
Tra le " cose ultime ", o *novissimi, si cita il giudizio. Si distingue il giudizio particolare e il giudizio universale. Il primo si realizza nel momento della morte di ognuno e il secondo alla fine dei tempi. La rappresentazione del giudizio in scene più o meno impressionanti non è che una figura. Il giudizio di ognuno quando si muore non è che la semplice visione della propria situazione o atteggiamento davanti a Dio e davanti alla propria coscienza, il che è istantaneo. Il giudizio finale sarà la visione del senso della storia umana e il compimento del Regno di Dio. Tanto nell'AT come nel NT esistono molti riferimenti al giudizio e alla retribuzione di Dio a ciascuno e al giudizio di tutti gli uomini nell'ultimo giorno o " giorno del Signore ". Decisiva nel giudizio sarà la *carità che si è vissuta, concretamente l'*amore per il prossimo (cf Mt 25,31-46), che, in quanto più visibile o meno soggetta all'illusione, rivela che cosa è la persona.
Giudizio di Dio. Vedi *Ordalìa. (inizio)
Giuliano l'Apostata (361-363). (inizio)
Nipote di Costantino il Grande, fu educato nel cristianesimo e forse battezzato. Ma già nel 351 apostatò, tornando all'adorazione del sole, religione dei suoi avi. Come imperatore, tentò con tutte le forze di distruggere il cristianesimo e di restaurare il paganesimo attraverso decreti apparentemente imparziali. Morì due anni dopo aver mosso guerra ai persiani, per le ferite riportate in battaglia. Dopo di lui, tutti gli imperatori furono cristiani.
Giuramento. (inizio)
Invocazione del nome di Dio a testimonianza della veridicità di ciò che si afferma. Non è lecito farlo se non in casi di grave necessità.
In senso personale, l'autorità che ha una persona per governare o per applicare le leggi. In senso locale, il territorio sul quale un'autorità può esercitare le proprie funzioni di governo o di giudizio.
1. Patriarca di Israele, figlio di *Giacobbe e di *Rachele. La sua storia, in parte del genere didattico romanzato (cf DBM-Cl), è narrata con molti particolari da Gn 37-50. Venduto come schiavo dai suoi fratelli invidiosi, è portato in Egitto, dove diventerà secondo solo al *faraone. Dio lo aveva fatto giungere lì per essere la salvezza dei suoi fratelli quando, nel tempo della carestia, questi scendono in Egitto in cerca di cibo. Con loro verrà anche suo padre Giacobbe. Comincia così la permanenza dei discendenti di *Abramo nel paese del *Nilo fino a che, oppressi da nuovi governanti, Dio li libererà per mezzo di *Mosè.
2. Giuseppe, sposo di Maria. Discendente di Davide e padre putativo di Gesù, occupa un posto importante nei racconti dell'infanzia di Gesù: *genealogia di Gesù, *concezione verginale, fuga in Egitto, ritorno e residenza a *Nazaret (Mt 1); *annunciazione (Lc 1,26-27), nascita, presentazione al tempio, vita nascosta (Lc 2). Durante la vita pubblica di Gesù, è nominato appena (cf Mc 6,3; Mt 13,55; Lc 3,22; Gv 1,45; 6,42); forse era già morto. E l'uomo giusto, leale con Maria, sua promessa sposa, artigiano che con il suo lavoro guadagna da vivere per Gesù bambino e per Maria.
3. Giuseppe di Arimatea, membro del *sinedrio e ricco uomo di *Gerusalemme, discepolo di Gesù, anche se di nascosto. Svolge un ruolo importante nella passione e morte di Gesù: non aderisce alla condanna e più tardi chiede a Pilato il corpo di Gesù e, con *Nicodemo, lo seppellisce nel sepolcro nuovo che aveva preparato (cf Mc 15,42-46; Lc 23,41.50.51; Mt 27,57; Gv 19,38-42).
Giuseppe Calasanzio, san (1557-1648). (inizio)
Sacerdote spagnolo, trascorse gran parte della sua vita a Roma, dove fondò la prima scuola pubblica della città e, nel 1597, l'Ordine dei Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, detti comunemente Scolopi, la cui missione specifica è l'educazione dei bambini e dei ragazzi poveri.
Storico ebreo nato a Gerusalemme nel 37 d.C. e morto a Roma verso il 100-110. Dopo aver combattuto contro i romani, passò dalla loro parte e lodò (o adulò) particolarmente Vespasiano. Scrisse Della Guerra giudaica, alla quale aveva preso parte, e le Antichità giudaiche, dove traccia la storia degli Ebrei dalla creazione del mondo al 66 d.C. Meno importante è la sua opera Contro Apione, in cui si difende da alcune accuse. Pur essendo a volte tendenzioso e includendo dati poco credibili, le sue informazioni sono di grande valore: senza di lui non sapremmo quasi nulla del popolo ebraico nei secoli I a.C. e I d.C. Ci parla di *Pilato, di *Giovanni Battista, di *Giacomo e, brevemente, dei seguaci di Gesù (cf LD, DNT-C; VPB-H; Ricciotti, Vita di Gesù).
La definizione deriva dal nome di Giuseppe II, imperatore d'Austria dal 1780 al 1790. Si riferisce alla tendenza del governo ad intromettersi nelle faccende religiose la cui competenza spetta al papa e ai vescovi. E una pratica apparentata con il *febronianismo, il *gallicanismo e il *regalismo.
" E il ristabilimento del giusto rapporto tra Dio e l'uomo " (DBM-Cl). Chi giustifica è Dio, che è la giustizia stessa o perfezione: egli perdona, infonde nei nostri cuori la carità (cf Rm 5,5), che è una " certa amicizia " con lui (san Tommaso), amicizia o grazia che ci trasforma rendendoci simili a lui. San *Paolo è l'autore sacro che parla in modo più specifico della giustificazione, soprattutto nella lettera ai Romani (cf Rm 3,24-31; 4; 5). Non siamo giustificati per la legge, cioè, per l'efficacia delle nostre opere, ma per la grazia o dono di Cristo. Per la fede (una fede-adesione e non un mero consenso intellettuale) ci uniamo a Cristo risorto e siamo giustificati. Evidentemente, la fede e la carità esigono le buone opere. Il principale errore di *Lutero consiste in una distorta interpretazione di san Paolo, che lo portò a considerare inutili le opere, chiudendo gli occhi su altri testi dello stesso san Paolo (ad es. 1 Cor 13), di san *Giacomo, di san *Giovanni e dei *sinottici.
Giustino, san (ca. 100-165). (inizio)
*Padre della Chiesa, apologista dell'epoca subapostolica. Nacque in Palestina. Fu filosofo. Convertito al cristianesimo, scrisse varie *Apologie. La più famosa la prima, diretta, verso il 150, all'imperatore Antonino Pio. Morì *martire.
1. Vedi *Giustificazione.
2. Virtù cardinale (vedi *Virtù). E l'*atteggiamento o abito che induce a dare a ciascuno ciò che gli spetta o gli è dovuto. Su un piano in un certo senso inferiore o più elementare, c'è la giustizia commutativa, che esige uguaglianza nelle permute o negli scambi. Più elevata è la giustizia distributiva, che porta a dividere o distribuire i beni in funzione delle necessità di ciascuno. Anche se se ne parla in modo specifico, nella pratica sociale è molto " contaminata " con la mentalità di quella commutativa. Nel suo stato più puro - dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno, all'interno dei beni di cui si dispone - è la concretizzazione pratica della carità. E in questo senso si comprende bene la sua condizione transitoria: nella misura in cui si incrementa la carità, il concetto di giustizia scompare, assorbito dall'amore, come accade tra i membri di una famiglia. Ma i rapporti tra gli uomini sono molto lontani da questo ideale; per questo bisogna coltivare la giustizia nel suo grande valore per il momento presente, senza dimenticare la meta alla quale deve condurre.
Organismo della *Santa Sede creato dal papa Paolo VI nel 1967, seguendo il desiderio del concilio Vaticano II (cf GS 90,3), il cui fine è " lo studio e la riflessione sui problemi della giustizia e della pace sotto l'aspetto dottrinale, pastorale e apostolico, per aiutare il popolo di Dio a comprendere pienamente la sua funzione e i suoi doveri nei campi della giustizia, dello sviluppo dei popoli, della promozione umana e dei diritti dell'uomo " (Paolo VI, Motu proprio Iustitia et Pax). E formato da esperti di tutte le zone del mondo, tra cui molti laici di ambo i sessi.
La virtù della *giustizia applicata alle relazioni tra persone di " classi " diverse all'interno della società, principalmente per ciò che riguarda la produzione di beni sotto diversi profili: chi possiede il capitale o ha l'iniziativa o il comando e coloro che mettono il lavoro immediato di elaborazione, trasformazione, servizi. Ci sono opinioni molto diverse su ciò che esige la giustizia sociale. Alcuni la vedono soprattutto nella prospettiva della giustizia commutativa, del premio all'iniziativa, alle capacità personali e, in generale, alla competitività che stimola la produzione: è la tendenza *capitalista e liberale che, come sistema, provoca enormi differenze tra i potenti e i deboli. Altri si collocano nella prospettiva della giustizia distributiva, che mira più all'uguaglianza tra gli uomini e, pertanto, a una distribuzione che sia più in funzione dei bisogni che della competenza e delle qualità personali. In linea di principio, la distribuzione sulla base dei bisogni di ciascuno è più evangelica; ma nella situazione dell'uomo, così come è, egoista, è necessario trovare il modo di accordare l'ideale con la realtà per ottenere il maggior numero di beni e una migliore distribuzione. Vedi *Capitalismo, *Comunismo, Dottrina sociale della Chiesa.
1. Inno di lode alla Trinità. Ne usiamo due principali: la *dossologia minore (Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo...) e la dossologia maggiore o gloria della *Messa.
2. Splendore, ricchezza, magnificenza, onore, pienezza: in ebraico, il termine porta in sé l'idea di " aver peso ". Dare gloria a Dio significa riconoscere la sua grandezza, la sua santità. L'AT e il NT sono pieni di espressioni che proclamano la gloria di Dio (vedi ad esempio DB-H). Rendere gloria a Dio è un dovere primordiale dell'uomo.
3. La vita felice dell'aldilà, chiamata anche vita eterna e *cielo. Consiste nel condividere con i salvati la vita e la felicità di Dio stesso, il che non è un premio estrinseco, ma è l'identificazione con Dio nell'amore: chi ama fa suo il bene dell'amato.
Spiegazione. Nella *Bibbia, parole che non appartenevano al testo originale, ma che sono state aggiunte successivamente da qualcuno che voleva spiegare, migliorare. Generalmente si mettevano a margine, con un segno; ma molte volte furono copiate nel testo stesso. La critica testuale cerca di identificarle e di eliminarle.
" Parlare le lingue " per dono dello Spirito Santo. Quanto avvenne nel giorno della discesa dello *Spirito Santo sugli *apostoli (At 2,1-21), come è testimoniato anche in: At 10,46; 19,6; 1 Cor 12,10; 14,2-9. San *Paolo aveva questo dono (cf 1 Cor 14,19). Sono casi diversi il fenomeno della *Pentecoste, in cui tutti capivano gli apostoli nella propria lingua, e gli altri casi citati, nei quali era necessaria l'interpretazione.
Branca della filosofia che studia il valore della conoscenza umana. Il suo oggetto è la critica della conoscenza, non solo per i rapporti dei contenuti, come fa la logica, ma nella sua oggettività. Studia la capacità della ragione di raggiungere la verità e i limiti della conoscenza (cf De Vries, DF-H).
In greco, " conoscenza ". Movimento filosofico-teologico che considera la conoscenza decisiva per la salvezza. Nasce prima del cristianesimo con elementi di diverse culture antiche. Acquista forza nel mondo ebraico ed ellenistico dal sec. I a.C. e si estende, anche con elementi cristiani, fino al sec. IV d.C. E dualista: lo spirito deve essere liberato dal carcere della materia per mezzo della conoscenza per tappe successive. Contiene elementi compatibili con il cristianesimo, soggiacenti in alcune sue espressioni. Altri elementi, invece, contaminarono la fede e provocarono forti reazioni già in scritti neotestamentari, come 1 e 2 Cor, Col, 1 Gv, Giuda. Successivamente, varie sette eretiche, come i *doceti e i valentiniani, anche se divergenti tra loro, professarono idee gnostiche, che includevano una visione negativa della creazione, la negazione dell'*Incarnazione e della morte e risurrezione di Cristo, la sostituzione dei sacramenti con riti gnostici magici, il cambiamento del *canone delle Scritture, ecc.
Nome di una città scomparsa ad est del lago di *Genesaret. Oggi è il nome della regione.
In aramaico, " luogo del cranio " (in latino " Calvaria ", donde *Calvario). Il nome deriva dalla forma del terreno dove fu crocifisso Gesù. A quei tempi, era fuori da *Gerusalemme: oggi, per l'espansione della città, si trova al suo interno e dentro la *basilica detta del *Santo Sepolcro.
Gigante filisteo vinto da *Davide (cf 1 Sam 17).
Città nella zona meridionale di *Canaan distrutta per la sua empietà con altre quattro città. Vedi *Sodoma.
Regione situata nel delta orientale del *Nilo (Egitto), ricca di pascoli e per questo assegnata da *Giuseppe a suo padre *Giacobbe e ai suoi fratelli (Gn 45,10).
Corrente artistica che si sviluppa, come evoluzione del *romanico, dal sec. XII agli inizi del sec. XVI. Ha conosciuto diverse epoche e, naturalmente, molti cambiamenti. Ancora nella prima parte del secolo XX, si sono realizzate opere in stile neogotico. Il nome gli venne dato come connotazione peggiorativa, nel senso di barbarico, ma successivamente gli venne riconosciuto il suo giusto valore. I muri stretti e le magre colonne (costituite a volte da un fascio di colonnine), l'altezza delle navate e le lunghe vetrate gli danno un impulso ascendente particolarmente adatto ad esprimere il sentimento religioso. Le sue figure, tuttavia, mostrano un'evoluzione dalla ieraticità precedente a una umanizzazione di maggior naturalismo. Le principali opere sono di carattere religioso. Molte cattedrali sono gioielli dell'arte gotica: quelle di Chartres, Rouen, Parigi, Reims, Bourges, in Francia; quelle di Burgos, León, Toledo, in Spagna; quella di Colonia, in Germania; quella di Milano, in Italia, ecc.
Massima autorità dei romani nei territori da essi dominati. Ne esistevano diversi tipi: il proconsole governava una provincia senatoriale pacificata; manteneva l'incarico per un anno. Carica simile era quella del legato, per una provincia non pacificata; in questo caso, la durata dell'incarico era indefinita. Se si trattava di un territorio minore e con particolari difficoltà, il governante veniva chiamato procuratore e anche la durata del suo mandato era indefinita (cf Haag-Born-Ausejo, DB-H).
1. Il Salmo graduale è quello che si canta o si proclama nella *messa dopo la prima lettura.
2. I Salmi graduali o " Canti delle ascensioni ", sono una raccolta di 15 salmi (dal 119 al 133) che gli israeliti cantavano nel salire in pellegrinaggio a *Gerusalemme.
Dono gratuito (da cui il nome) di Dio. Si distinguono: la grazia abituale, per la quale siamo fatti simili a Dio e partecipi della sua amicizia, iniziando così la vita definitiva nella gloria; e la grazia attuale, che è un aiuto o soccorso di Dio per fare il bene.
Monaco camaldolese vissuto nel sec. XII. Fu insegnante di teologia a Bologna e autore di una collezione di circa quattromila testi giuridici ecclesiastici nota sotto il nome di *Decreto di Graziano.
Paese del sud-est dell'Europa, all'estremità della penisola dei Balcani. Nell'antichità, a seconda delle vicissitudini storiche, fu più o meno estesa. Ai tempi della dominazione romana, costituiva la provincia dell'Acaia, che comprendeva l'Attica, la Beozia e il Peloponneso. Con il nome di Grecia è menzionata unicamente in At 20,2.
Monastero dell'*ordine dei gerolamini, oggi affidato ai *francescani, nella provincia spagnola di Cáceres. E famoso come santuario mariano. Il nome di Guadalupe si ripete in diversi luoghi. Ancor più famoso dell'originale è il santuario di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, la cui origine risale alle apparizioni della Vergine Maria all'indio da poco convertito Juan Diego, nel 1531, solo dieci anni dopo la conquista portata a termine da Hernán Cortés. Segno unico in questo genere di eventi è il dipinto della Madonna, miracolosamente inciso nella cappa di cotone di Juan Diego. La Madonna di Guadalupe è patrona del Messico e di tutta l'America Latina (cf V. Maccagnan, Guadalupe: NDM-P).
Guéranger, Prosper (1805-1875). (inizio)
Benedettino francese, fondatore nel 1836 dell'abbazia di Solesmes, presto divenuta centro del rinnovamento liturgico. Può essere considerato l'iniziatore del Movimento liturgico, anche se questo nome sarebbe nato solo agli inizi del secolo XX. Ebbe dei limiti, come l'ostinata difesa del latino nella liturgia e il considerare questa perfetta, ma risvegliò e animò l'amore per la liturgia. Su questo tema sono abbondanti i suoi scritti; le sue opere più importanti sono L'anno liturgico (9 voll.) e Le istituzioni liturgiche (15 voll.). L'interesse per il rinnovamento si estese da Solesmes alla Francia e dalla Francia ad altre nazioni, soprattutto tramite fondazioni benedettine come Beuron in Germania, Maredsous e Mont Cesar in Belgio.
Nell'*induismo, maestro o guida spirituale. E una persona che conosce per esperienza le vie della spiritualità. I guru hanno esercitato tradizionalmente un ruolo decisivo nell'educazione dei giovani in India. A volte si stabilivano (e si stabiliscono tuttora) rapporti molto stretti tra il guru e i suoi discepoli, giungendo alla convivenza comunitaria.
H
In ebraico, " narrazione, spiegazione ". Esposizione o commento popolare della Bibbia fatto dai *rabbini su svariati aspetti, salvo ciò che spetta alla *Halakah.
In ebraico, " camminare, procedere, norma ". Interpretazione della *Scrittura, in particolare della legge, corredata da una ricca precettistica. Al principio veniva trasmessa oralmente; solo dopo il sec. II d.C. viene affidata allo scritto.
In ebraico, " cantare le lodi ". Si chiama Hallel minore il gruppo dei Salmi 113-118, e Hallel maggiore il Salmo 135. L'Hallel minore era cantato dagli israeliti nelle principali feste e tutti i giorni all'ora del sacrificio mattutino. E senza dubbio questo l'inno che Gesù e i suoi discepoli cantarono nell'ultima Cena (Mt 26,30 e par.).
Re, prima della città di Babilonia e poi di tutta la regione, dopo aver sottomesso i sovrani vicini. Lo si colloca intorno al 1700 a.C. Il suo regno durò più di 40 anni, tra le date limite 1848 e 1665. Fu governante di doti notevoli, promosse la cultura, le scienze e la religione. E famoso soprattutto per avere codificato il diritto vigente nella sua epoca. Nel museo del Louvre, a Parigi, si conserva la stele di Hammurabi, roccia vulcanica alta m. 2,50, nella quale è scolpito in scrittura cuneiforme il suo famoso codice. In esso si avvertono numerosi parallelismi con la legge mosaica; la legislazione di *Mosè è meno sistematica, ha molte aggiunte di epoche successive ed è più religiosa.
Hapax legomenon o hapax. (inizio)
Espressione o termine greco che si usa negli studi biblici per indicare, secondo il suo significato letterale, una parola che compare una sola volta nella *Scrittura.
In aramaico, " campo di sangue ". Nome dato al terreno comprato dai sommi sacerdoti con il denaro che *Giuda aveva ricevuto per consegnare Gesù e che poi, pentito, aveva gettato nel tempio (cf Mt 27,3-10; At 1,19). La Bibbia non indica la sua ubicazione. Una tradizione molto antica lo situa nella valle di Hinnon.
Setta di carattere indù fondata negli Stati Uniti nel 1965 dall'emigrante Bhaktivedanta Prabhupada, nato in India nel 1922. Allen Ginzberg e il beatle George Harrison (che dedicò alcune canzoni al gruppo) lo appoggiarono e lo resero famoso. L'adepto, sottoposto a una ferrea disciplina e a tecniche di spersonalizzazione, è costretto perfino a comportamenti immorali a beneficio della setta. Quelli che non appartengono alla setta (i karmis) devono essere sfruttati a beneficio di quelli che la seguono. Dopo la morte del fondatore è divisa in due gruppi, uno americano, più radicale, e l'altro europeo. Diversi paesi hanno condannato questa setta come illegale e il parlamento europeo l'ha dichiarata particolarmente pericolosa (cf C. Vidal, DSO-VD).
Ebrei che professavano una spiritualità di orientamento *quietista, predecessori dei *farisei.
Herzl, Teodoro (1860-1904). (inizio)
Vedi *Sionismo.
In latino, " qui e ora ".
Grande maestro di Israele, fondatore di una scuola *rabbinica di tendenza liberale. Morì circa dieci anni dopo la nascita di Gesù. Vedi *Gamaliele.
Hirscher, Giovanni Battista (1788-1865). (inizio)
E " il classico della catechetica del secolo XIX " (F. J. Arnold). Reagì con energia contro il *moralismo, il *razionalismo e la *scolastica, che era in fase di decadenza. Pubblicò una *Catechetica e un *Catechismo. E attento soprattutto al contenuto; conserva le formule, ma subordinate alla focalizzazione centrale, che è la *storia della salvezza. La sua ferma opposizione alla scolastica provocò il fallimento della sua posizione, anche se l'impostazione da lui offerta avrebbe notevolmente migliorato le sorti della catechesi.
Hofinger, Giovanni (1905-1984). (inizio)
Gesuita austriaco che lavorò nell'ambito della catechetica sviluppando la linea kerigmatica (vedi *Kèrigma). Promosse le settimane internazionali di *catechetica: Nimega, Olanda, 1959; Eichstatt, Germania, 1960; Bangkok, 1962; Katigondo, Uganda, 1964; Manila, 1967; Medellín, 1968.
Espressione latina = " L'uomo è un lupo per l'uomo ". Diversi pensatori hanno ripetuto con queste parole l'idea che l'uomo è a volte come una belva nei confronti degli altri.
Tra i quechuas dell'Alto Perù (regione di Cuzco), " luogo sacro ". Per gli spagnoli e i meticci venne a significare il sepolcro piramidale o semplicemente una tomba india di interesse archeologico. Si chiamano huacos le ceramiche che si trovano nelle tombe; huachero l'indigeno che cerca o " ruba " quel vasellame per rivenderlo.
La huaca manifesta la religiosità animista comune a molti popoli antichi. Le huacas erano numerosissime. Si dava questo nome a tempi, case, luoghi di riunione, sorgenti, montagne, colline, mucchi di pietre o anche a oggetti portatili... Qualsiasi elemento strano era considerato sacro e, pertanto, huaca. In ogni huaca viveva uno spirito benigno o maligno che bisognava propiziarsi. Le vette innevate erano venerate. In colline prossime a Cuzco si credeva abitassero personaggi importanti e imperatori defunti. Sembra che Cuzco stessa fosse considerata nella sua globalità come una huaca.
Un genere particolare di huaca era la apachita, mucchio di pietre posto in un luogo pericoloso o importante della strada, dove il viaggiatore si fermava (gli indios vi sostano ancora) e aggiungeva qualsiasi cosa (cf J. Alden Mason, Le antiche culture del Perù, Città del Messico 1969, p. 193s).
I
Terzo figlio di *Noè. Il suo nome ha il significato di " creare spazio, allargare ". E presentato come il padre dei popoli indoeuropei.
In greco, " immagine ". Il termine si usa in particolare per designare le tipiche immagini orientali, generalmente dipinte su legno.
Città dell'*Asia Minore, situata nella regione della Licaonia (centro-sud). San *Paolo annunciò diverse volte il vangelo in Licaonia, dove formò una comunità cristiana. Negli Atti si narra come Paolo e *Barnaba dovettero fuggire perché perseguitati dai giudei e dai *gentili (cf At 14,1-6.19-21); 16,2; 2 Tm 3,11).
Dal greco eikon = immagine, e klao = rompere. Eretici che, soprattutto nei secoli VIII e IX, negavano la legittimità del culto alle immagini. Furono condannati nel settimo concilio ecumenico, II di Nicea (787).
1. L'insieme delle idee che caratterizzano una persona o un gruppo.
2. Oggi si intende spesso in senso negativo come la pretesa di spiegare l'insieme della vita e dei valori da una posizione di parte.
Vedi *Calende.
Divinizzazione di una creatura o adorazione di falsi dèi. Vedi *Idoli.
Creature ritenute simili a dèi. Si chiamano così anche le immagini o le statue ritenute sede reale della divinità.
Regione meridionale della Palestina, a sud della *Giudea, tra il Mediterraneo e il Mar Rosso. Vedi *Edom.
Antico popolo semitico discendente da *Esaù. Ostili agli israeliti (Gn 25,22-23 fa risalire l'ostilità tra questi popoli alla lotta dei capostipiti già nel seno materno), approfittarono del loro esilio per occupare la parte meridionale della *Giudea. Idumeo era *Erode il Grande, che governò la Giudea al tempo del NT.
*Giudice di Israele che sconfisse gli ammoniti (Gdc 10,6-12,7).
E famoso per il voto fatto prima di andare in battaglia: in caso di vittoria, avrebbe offerto in sacrificio la prima persona che avesse incontrato nel far rientro a casa. Gli venne incontro una ragazza, la sua unica figlia. Gli interpreti non sono d'accordo sul significato da dare al sacrificio: se significasse l'offerta di un sacrificio umano, come era in uso nei popoli antichi, o se volesse dire dedicarla per tutta la vita a un tempio. In Eb 11,32 si cita Iefte tra i beati per la fede.
Dal greco, " schiavitù sacra ".
Consacrazione di uomini e donne addetti ai servizi del culto e all'esercizio della *prostituzione sacra in uso in certi santuari pagani dell'antichità. Questa degradazione penetrò in certe occasioni anche in Israele.
Manifestazione di Dio o, in generale, del sacro.
In ebraico, " uomo di Dio ". Padre di *Davide. Per questo in Isaia 11,1 il Messia viene chiamato germoglio o virgulto di Iesse.
Detto anche Reuel. Sacerdote di *Madian, suocero di *Mosè (cf Es 3,1; 4,18; 18).
Ignazio di Antiochia. (inizio)
Vescovo di *Antiochia di Siria, morto intorno al 110. E uno dei *Padri Apostolici, di coloro, cioè, che vissero con alcuni degli apostoli. In viaggio verso Roma, dove avrebbe subito il martirio, scrisse sette lettere ad altrettante Chiese dell'Asia Minore, conservate come testimonianza di quella antichissima tradizione.
Ignazio di Loyola, sant' (1491-1556). (inizio)
Nato nel castello di Loyola, fu battezzato nella parrocchia di Azpeitia (Guipúzcoa). Al servizio del viceré di Navarra, viene ferito alle gambe durante la difesa del castello di Pamplona (1521). Durante la convalescenza, si converte e decide di " consacrarsi al servizio del Re eterno e universale, che è Cristo Nostro Signore ". Studente a Parigi, mette in opera un'idea concepita nel ritiro di Manresa: la fondazione della Compagnia di Gesù (*Gesuiti), una congregazione totalmente dedita all'apostolato, che cambia la struttura degli *ordini religiosi precedenti. Spiccano, in Ignazio, il senso dell'organizzazione e dell'obbedienza, il combinarsi di *contemplazione e azione (contemplativi nell'azione) e la dedizione totale alla Chiesa a maggior gloria di Dio, come dice il motto della Compagnia: AMDG, Ad majorem Dei gloriam. Il suo scritto più famoso è il libretto degli Esercizi spirituali. Alla sua morte, avvenuta a Roma, la Compagnia aveva già più di mille membri.
*Monogramma di Iesus Hominum Salvator = Gesù, salvatore degli uomini.
Dal greco hylèy = materia, e morfè = forma. Con questo vocabolo si indica la nota dottrina aristotelica e poi scolastica della materia e della forma, detta anche della materia prima e della forma sostanziale secondo la quale ogni essere è costituito da un elemento generico (materia) e un elemento specifico (forma) che fa sì che la realtà costituisca una sostanza determinata.
Illiria / Illirico c 1. (inizio)
Regione che si stendeva dall'Adriatico al Danubio e dall'Istria all'Epiro (odierne Albania ed ex-Iugoslavia). I Romani ne fecero una loro provincia con il nome di Illirico. In Rm 15,19, Paolo afferma di aver predicato il Vangelo da Gerusalemme all'Illiria. Vedi anche *Dalmazia.
Illuminismo. Vedi *Razionalismo. (inizio)
Dal latino, manere in = rimanere in. Ciò che fa intrinsecamente parte della sostanza di una cosa. In senso religioso, immanenza e immanente esprimono ciò che si riferisce alle realtà del " qui ", in contrapposizione a trascendenza e trascendente che si applicano alle realtà dell'" aldilà ", del soprannaturale e della vita eterna.
Atto del sacrificare qualcosa in onore di Dio o di qualcosa ritenuto tale. L'immolazione per eccellenza è quella di *Cristo sulla *croce.
La proprietà di non morire. Per essenza è proprietà esclusiva di Dio. L'uomo la riceve come dono di Dio. Anche se sperimenta la morte che tutti conosciamo, la fede cristiana ci assicura che è immortale: la sua vita non finisce, ma si trasforma in un'altra diversa e più piena che chiamiamo *vita eterna.
Qualità di non cambiare. Dio è immutabile per essenza: non può cambiare perdendo qualcosa di quello che ha e, essendo perfetto, non può nemmeno acquisire qualcosa di nuovo. Nel nostro modo di parlare, tuttavia, per il cambiamento avvenuto in noi, avviene in lui una mutazione estrinseca, " cambia " in rapporto a noi.
Imperatore. (inizio)
Da imperator: colui che comanda. Titolo del sovrano di Roma a partire dall'anno 27 a.C. Il titolo era vitalizio. In Oriente si ritiene che abbia ricevuto il potere da Dio. In occidente, è il capo religioso, sommo pontefice. Il primo, Ottaviano, è chiamato Augusto: " degno di riverenza " ed è lui che autorizza il culto all'imperatore. Dopo la sua morte, nella quale lo si vede divinizzato, " si generalizza in tutto l'impero il culto all'imperatore ". I cittadini romani hanno diritto di fare appello all'imperatore per qualsiasi decisione giudiziaria, come fece san Paolo (cf At 25,10-12).
Imperatori nell'epoca del Nuovo Testamento (inizio)
Ottaviano Augusto 31 a.C.-14 d.C.
Tiberio 14-37
Caligola 37-41
Claudio 41-54
Nerone 54-68
Galba 68-69
Ottone 69
Vitellio 69
Vespasiano 69-79
Tito 79-81
Domiziano 81-96
Nerva 96-98
Traiano 98-117
(cf X. Léon-Dufour, DNT 30 e 192).
Imposizione delle mani. (inizio)
Gesto ampiamente usato nella Bibbia. Significa *benedizione, intercessione, trasmissione di qualche potere o dono (o del peccato, come nel caso del capro espiatorio. Vedi *Espiazione) (cf Gn 48,14; Lv 16,21; Nm 27,18-23; Dt 34,9.). Gesù stesso usò questo gesto (Mt 9,18; 19,13.15 = Mc 10,16; Mc 6,5; 7,32; 8,23.25; 16,18; Lc 4,40; 13,13; 24,50) e, dopo di lui, gli apostoli (cf At 6,6; 13,3; 9,12.17; 28,8 ecc.). Seguendo questo esempio, la Chiesa la utilizza nella celebrazione di alcuni *sacramenti, come la *confermazione, la *penitenza, *l'ordinazione, e in altri riti.
Frase con la quale si esprime il desiderio che avvenga del male a qualcuno.
Imprimatur. (inizio)
Parola latina che si traduce: " si stampi ". Con essa si esprime l'autorizzazione a stampare un libro o altro documento di carattere religioso. Lo deve dare il vescovo (o un suo rappresentante) e, per i religiosi, anche il superiore maggiore.
Nome dato fin dall'antichità alla domenica successiva a quella di Pasqua, in quanto è la domenica " in albis deponendis ", vale a dire la domenica in cui si deponevano gli abiti bianchi che fino a quel giorno avevano indossato i *neofiti. Questo stesso giorno è chiamato anche, per altri motivi, domenica di *Quasimòdo.
Espressione latina = " in punto di morte ".
Espressione latina = " la virtù sta nel mezzo ", ovvero lontano dagli estremi o dagli estremismi. Per evitare che si interpreti come tiepidezza (in modo né freddo né caldo, indefinito), a volte si precisa: " In medio et in culmine virtus " = " In mezzo e in cima c'è la virtù "; la cima della montagna è nel mezzo, ma questo non equivale a mediocrità.
L'espressione completa è " in partibus infidelium " = " in regioni o paesi degli infedeli ". Quando qualcuno viene eletto vescovo ma senza sede o *diocesi, gli si assegna teoricamente una sede esistita anticamente in zone poi scristianizzate. Si fa così con i *vescovi ausiliari, i *nunzi o altri a cui si conferiscono incarichi importanti nei *dicasteri romani o in altre parti.
In pectore. (inizio)
Espressione latina che significa " nel petto ", dentro di sé. Si usa nei casi in cui il papa fa *cardinale uno sul cui nome mantiene il segreto per motivi che ritiene opportuni fino al momento in cui non ci saranno inconvenienti a renderlo pubblico.
Ascrizione di un chierico a una diocesi, prelatura o congregazione. Non è ammesso che un chierico viva o lavori acefalo o " sciolto ", ma deve essere sempre incardinato in un quadro ecclesiale. Vedi *Escardinazione.
Il fatto di prendere carne, ovvero umanità. Mistero nel quale i cristiani riconoscono che la Seconda Persona della Santissima Trinità si fece uomo nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo.
In senso figurato, si parla di " incarnarsi in un ambiente ", di una " pastorale incarnata ", ecc., per indicare che non si lavora dall'esterno o a partire da teorie.
Recipiente nel quale si colloca la brace sulla quale si getta l'*incenso usato nelle cerimonie liturgiche. E composto da un recipiente con coperchio sostenuto da catenelle che permettono di dargli il movimento con cui si dirigono le volute di fumo, di piacevole profumo, verso gli oggetti (*tabernacolo, *altare...) o verso le persone in segno di reverenza.
Sostanza resinosa aromatica estratta da vari alberi. In senso religioso, era già utilizzato in Israele. Vedi *Incensiere.
Rapporti sessuali tra consanguinei. Sono severamente proibiti nell'AT (Lv 18,6-18; 20,11-21). San Paolo riprende con rigore un caso avvenuto a Corinto (1 Cor 5,1-15). La Chiesa lo condanna come peccato particolarmente grave. Anche altre culture e religioni lo proibiscono. E considerato incesto anche il rapporto sessuale tra parenti prossimi per *affinità.
La parte delle nostre conoscenze che non affiora alla coscienza, ma che esercita una forte influenza nel nostro comportamento.
In senso liturgico, la celebrazione durante la quale si incorona un'immagine particolarmente venerata (vedi *Culto).
Mancanza di fede.
Rifiuto delle verità religiose.
Il fatto che riti sociali o religiosi appartenenti a una cultura siano introdotti in un'altra. Si applica in particolare all'accettazione di riti di altre religioni o riti non religiosi di determinati popoli nella nostra *liturgia.
A volte si identifica con l'acculturazione, " processo per mezzo del quale un individuo o un gruppo acquisisce le caratteristiche culturali di un altro individuo o gruppo mediante il contatto diretto e l'interazione " (DS-Gr). Di solito avviene per imposizione di un popolo che ne domina un altro, sebbene, quando il dominato possiede una cultura superiore, questa si imponga anche al dominatore; così accadde, per esempio, nel caso di Roma, che dominò il mondo greco e adottò la sua cultura, o nel caso dei barbari, che conquistarono l'impero romano e assunsero la sua cultura.
O, in modo più completo, Indice dei libri proibiti. E l'elenco o lista dei libri che la Chiesa proibiva di ristampare, di leggere o di promuovere in qualsiasi modo. Dopo il Vaticano II non si iscrivono più nuovi libri all'Indice.
Indifferenza religiosa. (inizio)
Atteggiamento di disinteresse per ciò che riguarda la religione. Si possono distinguere gli aspetti teorico e pratico, anche se di fatto, normalmente, vanno insieme.
Religione diffusa in oriente, particolarmente in India e in Pakistan, che non riconosce nessun fondatore in particolare. Le sue credenze sono un conglomerato di idee religiose non ben definite, di modo che i suoi adepti si caratterizzano più per una cultura comune che per il loro credo uniforme.
Indulgenza. (inizio)
Remissione concessa dalla Chiesa della pena temporale dovuta per il peccato già perdonato. Si fa più comprensibile partendo dalla storia: all'epoca delle persecuzioni, alcuni cristiani sottoposti a pubblica penitenza ottenevano, su richiesta di quelli che andavano ad essere martirizzati, una diminuzione di quello che dovevano fare. Più tardi si generalizzò e si giunse anche ad abusi nella concessione di indulgenze, soprattutto quando, ad esempio, esse venivano concesse a quelli che aiutavano finanziariamente la costruzione delle chiese; così accadde, concretamente, nella costruzione della *basilica di san Pietro a Roma. Questa dottrina e questi fatti furono tra le cause della ribellione di *Lutero. Diversamente dalle epoche passate, attualmente la dottrina sulle indulgenze occupa un posto molto modesto nella pietà cristiana. Tuttavia, in occasione del Grande Giubileo del 2000 è stata riproposta efficacemente. Infatti, la retta comprensione di questa dottrina aiuta a conoscere meglio l'infinita misericordia di Dio, il bisogno di purificazione che tutti abbiamo a causa dell'attaccamento malsano alle creature, il misterioso legame di ciascuno alla vita di tutti gli altri cristiani nella soprannaturale unità del Corpo mistico.
Nella Chiesa cattolica, documento con il quale si dispensa qualcuno da un obbligo contratto. Ad esempio, quello con cui la *Santa Sede concede a un religioso la dispensa dai voti, o il permesso di vivere fuori dalla comunità (vedi *Esclaustrazione).
Il fatto che la Sacra Scrittura sia priva di qualsiasi errore. Attualmente, si preferisce parlare della stessa cosa in senso positivo: tutto il contenuto della Bibbia è parola di Dio - e pertanto è vera - che serve per la nostra salvezza.
Nella Bibbia ci sono affermazioni che non coincidono con dati storici, geografici o con altre scienze. Non sono false, ma devono essere lette secondo il loro *genere letterario e nel senso in cui le pone il loro autore, che non intende insegnare scienze profane.
Che non si può sbagliare. Il papa è infallibile quando dichiara *ex cathedra un'affermazione che concerne la fede o la morale perché tutti i membri della Chiesa la accettino. Infallibile non significa che sa tutto, ma che è assistito dallo Spirito Santo quando definisce una verità. La stessa proprietà possiede il concilio ecumenico se definisce una verità. I casi di definizione conciliare sono pochi e quelli di definizione papale scarsissimi.
Letteralmente, luogo inferiore, secondo le idee cosmologiche degli antichi. E il posto dei condannati, di quelli che hanno perduto Dio. Quella di luogo inferiore è un'immagine, perché l'inferno è una situazione della persona che, nello scegliere per l'egoismo (ogni peccato è egoismo) si è costruita un modo di essere isolato. Fatto per la comunione, per l'amore, l'uomo si separa così da Dio, che è il bene e la felicità, e dalle altre persone. Questa separazione da Dio è la cosa più terribile dell'inferno e si ripercuote su tutto l'essere della persona, che si allontana dal suo centro vitale. Vedi *Condanna.
Che non ha limiti. Corrisponde all'essere di Dio in tutti e in ciascuno dei suoi attributi.
Ciascuna delle due strisce che pendono sulle spalle dalla mitra vescovile. Anticamente, era la fascia, i cui lembi pendevano lateralmente, che cingeva il capo dei sacerdoti, delle vestali o delle vittime sacrificali. Era segno di inviolabilità e di dignità sacerdotale.
Iniziazione cristiana. (inizio)
E il processo - ovvero la sequenza di atti - che prosegue fino alla piena integrazione nella comunità cristiana colui che, sentendosi attratto grazie a Dio verso di essa, è ammesso nella Chiesa. I momenti culmine dell'iniziazione cristiana sono i cosiddetti *sacramenti dell'iniziazione, e cioè: *battesimo, *confermazione e *eucaristia. Questo processo costituisce ciò che fin dall'antichità viene chiamato il *catecumenato, durante il quale si forma il catecumeno in ciò che riguarda tre aspetti: a) dottrina, b) celebrazione o sacramenti e c) vita o costumi.
Dopo il concilio Vaticano II, la Chiesa ha pubblicato, oltre al *rituale per il battesimo dei bambini, il Rituale per l'iniziazione cristiana degli adulti.
Iniziazione, Riti di. (inizio)
Cerimonia o rito nel quale una persona inizia una tappa che implica una posizione nuova all'interno della sua comunità, consistente in nuovi diritti e doveri. Può essere l'ingresso in una istituzione segreta, il passaggio dall'infanzia all'età adulta, ecc. Sono molto caratteristici in certe *culture primitive a regime tribale (ad esempio, i riti nell'età della pubertà, che spesso includono la *circoncisione), e simili a questi sono molte usanze della nostra stessa cultura. Certi autori prestano attenzione alla somiglianza esistente tra questo tipo di riti e alcuni sacramenti cristiani, specialmente quelli della *iniziazione cristiana.
Dal greco, hymnos = inno, canto. Composizione poetico-musicale, generalmente di lode. Nella Bibbia abbondano gli inni: molti *salmi hanno questo carattere; nel NT ce ne sono nel Vangelo (ad. es. Lc 1,46-55; 68-79; 2,29-32), in alcune *lettere, nell'Apocalisse. La *liturgia ne ha nella *messa e soprattutto nella *Liturgia delle ore.
Da " inquisire, accertare ". Tribunali ecclesiastici stabili nella Chiesa per reprimere " delitti " contro la fede cristiana. Già il Diritto Romano cristiano aveva stabilito delle pene per alcuni di quei delitti, ma fu verso il sec. XII che apparvero dei tribunali specifici in questo campo. Della reazione popolare contro gli eccessi di alcuni eretici approfittarono i governanti e fu a volte presa a pretesto da concili e papi per reprimere con pene materiali quel tipo di errori. Certi storici o pensatori hanno notevolmente esagerato ciò che fece l'Inquisizione e hanno confuso, o non hanno distinto, quella che era l'azione della Chiesa e quello che praticava l'autorità civile. Ad ogni modo, il principio di castigare con pene fisiche i delitti di fede è una deviazione deplorevole.
Insegnamento religioso. (inizio)
Parte intellettiva della formazione religiosa. Fino a pochi decenni or sono, si usavano indistintamente le espressioni insegnamento religioso e formazione religiosa. Oggi vengono distinte. L'insegnamento può essere indipendente dalla fede e ha il suo ambito nella scuola, dove risulta insostituibile come elemento culturale che ha segnato e continua a segnare la storia. La formazione religiosa è più ampia: comprende l'insegnamento e anche l'educazione della fede. Il suo ambito è la comunità ecclesiale (famiglia, parrocchia); nella scuola trova posto nella misura in cui l'insieme degli educandi aderisca alla fede; imporre l'educazione della fede al non credente sarebbe violare la libertà religiosa.
Integrismo / Integralismo. (inizio)
All'inizio era il nome che si era dato a un partito politico spagnolo dopo la pubblicazione del *Syllabus (pretendevano mantenere la verità integra). Oggi il termine riveste un carattere peggiorativo e designa ciò che si contrappone al *progressismo. Questo è sempre accaduto fin dai primi tempi della Chiesa, per non risalire oltre. Dopo il *Vaticano II, la tensione tra integrismo e progressismo si è acutizzata. L'integrismo " confonde la devozione per il passato con la fedeltà a ciò che è eterno " (Borne) (cf Y. Marchansson, DdlR). L. González de Carvajal sintetizza così le caratteristiche dell'integrismo: " a) Immobilismo: opposizione sistematica a qualsiasi cambiamento... b) Inclinazione ad escludere, ad allontanare dalla Chiesa (o dalla società) quelli che non la pensano come loro... c) Nostalgia della cristianità, vale a dire di un ordine sociale unitario basato su un'alleanza stretta tra il potere civile e il potere religioso ". " Gli integristi hanno una psicologia insicura e hanno bisogno di circondarsi di certezze " in formule dottrinali e in disciplina. Ignorano che le verità hanno delle sfumature che è possibile scoprire a poco a poco. Dopo il Vaticano II, di fronte ad alcuni progressisti che si sono spinti troppo lontano, gli integristi hanno lavorato o lavorano opponendosi alle riforme decretate e messe in cammino. Vedi *Tradizionalismo, *Progressismo.
Interdizione. (inizio)
Pena canonica con la quale si proibisce di celebrare i sacramenti e di partecipare ad altre cerimonie di culto (cf CDC 1332).
Aggiunta di qualche parola o frase nel testo originale di un documento. Nella Bibbia, gli specialisti scoprono interpolazioni in numerosi libri. Le *glosse, quando non sono a margine ma si trovano all'interno del testo, sono interpolazioni.
Intinzione, Comunione per. (inizio)
La distribuzione della comunione eucaristica che si fa intingendo il pane consacrato nel *calice del vino consacrato, impartendo così la comunione sotto le due specie.
Intuizione. (inizio)
Percezione chiara e immediata di un'idea o verità. L'immediatezza che precede il processo del ragionamento è ciò che la differenzia da una conoscenza acquisita per mezzo della riflessione deduttiva.
Dal latino humus = terra. Seppellimento di un cadavere. " La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia, non proibisce la *cremazione " (CDC 1176-§3).
Concessione di incarichi ecclesiastici da parte di autorità civili. Fu un abuso molto frequente nel Medio Evo, contro il quale dovettero combattere in particolar modo alcuni papi. Il più deciso contro l'eliminazione di questa pratica fu il papa san Gregorio VII (1073-1085). Vedi l'Appendice I Papi, n. 157.
Preghiera breve con la quale si chiede aiuto o protezione a Dio o ai santi.
La più piccola delle lettere dell'alfabeto sia greco che ebraico, equivalente alla nostra i. Gesù la prende come termine di paragone in Mt 5,18.
Ipapante. In greco, " incontro ". (inizio)
Nella liturgia orientale si dà questo nome alla festa della presentazione del Signore, nella quale si celebra l'incontro di Gesù con l'anziano Simeone e con la profetessa Anna. E come l'incontro tra la speranza veterotestamentaria e la realtà che si aspettava.
Vedi *Culto.
Ipostatica. (inizio)
Aggettivo derivato dal greco hypòstasis, che significa *persona. Nella *teologia si usa per qualificare l'unione delle due nature, divina e umana, di Cristo in un'unica persona. Vedi *Nestorio.
Ippolito, sant' ( 235). (inizio)
Sacerdote romano che giunse a separarsi dalla comunione ecclesiale come antipapa quando, alla morte di san Zeffirino, fu eletto Callisto, figlio di schiavi. Fu poi esiliato, come anche il secondo successore di san Callisto, Ponziano, con cui si riconciliò. Entrambi morirono martiri. Ippolito scrisse diverse opere. E noto, soprattutto, come autore della Tradizione apostolica (anche se non è del tutto certo che sia sua), nella quale ci è stata tramandata la più antica *anàfora o preghiera eucaristica che conosciamo. Su di essa è elaborata la seconda di quelle che usiamo nella *messa della liturgia romana.
Ipsissima verba Iesu. " Le parole stesse di Gesù " (inizio)
Sono dette così le espressioni dei *Vangeli che si crede siano state pronunciate da Gesù esattamente come gli evangelisti ce le hanno tramandate. In questo modo, sono distinte da altre frasi raccolte dagli stessi evangelisti come dette da Gesù, ma che è probabile non siano riportate alla lettera, ma con una certa libertà.
Ireneo, sant' (ca. 130-ca. 202). (inizio)
E uno dei più importanti *Padri della Chiesa. Appartiene al gruppo dei padri subapostolici, cioè che vissero con quelli che conobbero gli apostoli. In effetti, fu discepolo di san *Policarpo (, 156), che lo fu di san Giovanni. Sant'Ireneo, nato in *Asia Minore, si trasferì in Occidente e fu vescovo di Lione (Francia). Scrisse opere importanti e morì martire.
Dal greco eirene = pace. Atteggiamento di chi cerca la pace. Di per sé è cosa molto buona. Tuttavia, c'è un irenismo che la Chiesa condanna: quello che implica il sacrificio della verità per evitare di combattere.
In ebraico, " Dio sorrida, sia favorevole " o " ha sorriso, si è mostrato favorevole ". Uno dei grandi *patriarchi di *Israele, figlio di *Abramo e padre di *Giacobbe. Fu il " figlio della promessa " (cf Gal 4,28s; Rm 9,7s) che Dio fece ad Abramo quando lui e sua moglie *Sara erano già molto anziani. La sua figura nella Bibbia è meno rilevante di quella di suo padre Abramo o di suo figlio Giacobbe.
In ebraico, " Jhwh salva ". E uno dei quattro cosiddetti profeti maggiori (con *Geremia, *Ezechiele e *Daniele). Visse nel sec. VIII a.C. Secondo alcuni *apocrifi, morì segato per ordine del re Manasse (cf Eb 11,37 e la nota della BJ). " E il miglior scrittore ebraico tra i profeti, il suo lessico è molto ricco, le sue immagini originali e vive, la sua dizione breve ed energica " (DB-H).
Il libro di Isaia contiene l'insieme delle profezie più utilizzate nel NT, a tal punto che a volte gli si è dato il nome di quinto vangelo (cf i numerosi riferimenti in X. Léon-Dufour, DNT-C). Solo una parte del libro fu scritta dall'autore del quale abbiamo parlato: questa prima parte comprende i capitoli 1-39, salvo unità che indicheremo qui di seguito; tra queste ha particolare importanza il cosiddetto Libro dell'Emmanuele (6,19,6). I capitoli 40-55 + 34-35 formano il Deutero-Isaia (Secondo Isaia), detto anche Libro della consolazione: fu scritto al tempo dell'*esilio. Il Trito-Isaia (Terzo Isaia) è datato verso la fine dell'esilio; comprende i capitoli 56-66. I capitoli 24-27, di data posteriore, costituiscono l'Apocalisse di Isaia (cf Haag-Born-Ausejo, DB-H; DBM-Cl).
Isidoro di Siviglia, sant' (, 636). (inizio)
Successore di suo fratello, san *Leandro, fu vescovo di Siviglia dal 601 al 636. Ebbe grande influenza per l'ampiezza e la profondità delle sue conoscenze. Scrisse opere esegetiche, dogmatiche, morali, liturgiche, storiche. I più conosciuti tra i suoi scritti sono: De ecclesiasticis officiis, De viris illustribus e, soprattutto, le Etimologie, una specie di enciclopedia di temi profani e religiosi. E considerato l'ultimo Padre d'Occidente.
O islamismo.
La religione fondata da *Maometto nel sec. VII. E una delle tre grandi religioni monoteiste (assieme all'*ebraismo e al cristianesimo), diffusa soprattutto in Africa e in Asia, con circa 550 milioni di aderenti. Islam significa sottomissione, abbandono alla volontà di Allah (Dio), con un certo tocco di fatalismo manifesto nella formula " era scritto ". L'insieme della sua dottrina è contenuto nel *Corano.
In ebraico, " Dio ascolta ". Figlio di Abramo e della sua serva *Agar (cf Gn 16). Da lui prendono il nome di ismaeliti i maomettani, che si onorano di discendere da Abramo.
Azione dello *Spirito Santo sugli *agiografi in virtù della quale Dio è l'autore primo dei libri che appunto per questo sono detti *Sacra Scrittura e contengono la verità relativa alla nostra salvezza. Nonostante l'ispirazione, lo scrittore è un autentico autore che cerca e plasma la verità di Dio secondo le proprie qualità o difetti letterari. Non si deve confondere l'ispirazione con la *rivelazione.
1. In ebraico, " Colui che lotta con Dio ". E uno dei nomi di *Giacobbe, nome misterioso, dato da Dio (cf Gn 32,29 e 35,10).
2. Il popolo della promessa riceve il nome di Israele a partire dal rinnovamento dell'*alleanza (cf Gs 24).
Al principio si applicò all'insieme delle dodici tribù; dalla divisione del regno, Israele è il nome del *regno del nord, con *Samaria per capitale, mentre il *regno del sud, intorno a *Gerusalemme, si chiama *Giuda.
3. Lo stesso nome di Israele riceve l'attuale Stato ebraico creato nel 1948. Ha circa due milioni e mezzo di abitanti. La lingua ufficiale è l'ebraico, ma se ne parlano anche altre, come l'arabo. La religione ufficiale è l'*ebraismo. E in uso il calendario ebraico. I musulmani arabi e i cristiani sono minoranze religiose.
Figlio di *Giacobbe, capo di una delle dodici tribù di *Israele.
La pianta nominata dalla Bibbia è di incerta identificazione (hyssopus officinalis o origanum maru?). Probabilmente si tratta dell'origano o della maggiorana. Apprezzato come pianta aromatica e per le sue qualità antisettiche, veniva confezionato come *aspersorio del sangue verso il Santissimo nei sacrifici espiatori o di alleanza con Dio (Lv 14,4.6; Nm 19,6.18, Es 24,8). Vedi G. Ravasi, Il Libro dei Salmi, EDB.
Nell'insieme delle forme della *vita religiosa ammesse nella Chiesa, " l'istituto religioso è una società i cui membri, secondo il diritto proprio, emettono i voti pubblici, perpetui oppure temporanei, da rinnovarsi alla scadenza, e conducono vita fraterna in comunità " (CIC 607-§2).
" E un istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo, soprattutto operando all'interno di esso " (CIC 710). Assomiglia, quindi, a un istituto religioso per il fatto che i suoi membri vivono consacrati a Dio e all'apostolato, e si differenzia perché tutto ciò lo realizzano senza quella separazione dal mondo che hanno i membri delle congregazioni religiose.
Nazione europea costituita dalla penisola italica, nella parte centrale del mar Mediterraneo. Confina al nord con la Francia, la Svizzera, l'Austria e la Slovenia. E circondata dai mari: Ligure (nord-ovest), Tirreno (sud-ovest), Ionio (sud-est) e Adriatico (est). Ha un'estensione di 301.226 Km e una popolazione di circa 56 milioni di abitanti. La capitale è *Roma, che ai tempi del NT era la capitale dell'impero romano, dove giunse san *Paolo durante i suoi viaggi per la diffusione e il consolidamento del *vangelo; con il suo arrivo in quella che era considerata la capitale del mondo, la narrazione degli Atti degli Apostoli giunge al suo culmine. Lo Stato della Città del Vaticano si trova all'interno della città di Roma.
Popolo menzionato nella Bibbia. Erano indoeuropei, non semiti, e occuparono, nell'epoca di maggiore splendore (secoli XVI - XIV a.C.), l'*Asia Minore, il nord della *Siria e la *Mesopotamia fino all'*Eufrate.
Regione a nord della *Galilea, che Lc 3,1 menziona come governata da *Erode Filippo nella serie di *sincronismi che offre sul tempo in cui *Giovanni Battista inizia il suo annuncio sulla venuta del *messia atteso.
Iustitia et Pax. Vedi *Giustizia e Pace. (inizio)
J
Una delle principali fonti del *Pentateuco, assieme a quella *elohista, a quella *sacerdotale e a quella *deuteronomista. E, tra queste fonti, la più antica. Costituisce una narrazione abbastanza omogenea che abbraccia la " storia " dalla creazione alla morte di Giuseppe e poi, in forma frammentaria, i racconti dell'*Egitto e del deserto. Immaginifico, poetico e religioso, l'autore jahvista è affascinante nelle sue narrazioni. Ha di Jhwh un'idea altissima e, al tempo stesso, lo presenta in una familiare figura antropomorfica (cf Professori di Salamanca, Biblia Comentada, Ed. Católica, v. I).
Janssen, Arnold (1837-1909). (inizio)
*Presbitero tedesco che, nel 1875, fondò a Steyl (Olanda) la congregazione dei Missionari del Divin Verbo (= *Verbiti); nel 1889, le Missionarie Serve dello Spirito Santo e, nel 1896, le Missionarie Serve dello Spirito Santo della Perpetua Adorazione.
Il nome di Dio più usato nell'AT (6823 volte). Dio lo rivela a *Mosè (cf Es 3,14), ma " proletticamente ", ovvero anticipandolo nei racconti, è usato anche in alcune circostanze storiche anteriori. Sebbene gli specialisti propongano diverse radici della parola, la Bibbia gli dà il significato di " Io sono colui che è ", " colui che fa esistere ", in contrapposizione, secondo Rahner, agli altri dèi, che non sono nulla. (Vedi anche *Tetragramma e *Geova).
Jiménez de Cisneros (1436-1517). (inizio)
Francescano, provinciale e poi arcivescovo di Toledo. Promotore della riforma del clero, fondatore di seminari, dell'università di Alcalá e, in generale, della cultura. Si deve a lui la stampa della Bibbia Poliglotta Complutense, portata a termine dopo la sua morte (1514-1522).
Jungmann, Joseph Andreas (1889-1975). (inizio)
Gesuita austriaco, fu professore di pastorale nell'università di Innsbruck. Ha il merito di aver aperto nuove strade nella *pastorale liturgica e catechetica. Fu il principale animatore del movimento kerigmatico (vedi *Kerigma), tanto per l'insegnamento della teologia come per la *catechesi e, in generale, per la presentazione della fede nei diversi strumenti dell'*evangelizzazione.
K
Tempio musulmano situato nel cortile della grande moschea della Mecca, l'antico pantheon che *Maometto purificò dagli idoli quando entrò nella città nel 630. Secondo il Corano, fu costruito da Set, figlio di Adamo e poi distrutto dal diluvio. Abramo, con l'aiuto di Ismaele, lo ricostruì. L'edificio, quasi cubico (alto 15 metri, largo 12 e lungo 10), è ricoperto da un panneggio di seta nera; nel suo angolo est, è incastonata la famosa pietra nera degli antichi culti, centro delle processioni dei pellegrini (vedi *Musulmani). Distrutto nel corso di varie lotte, è sempre stato ricostruito (cf J. Jomier, DdlR). Questo tempio è meta del pellegrinaggio che i musulmani devono fare almeno una volta nella vita. Verso di esso è orientata la loro preghiera da qualsiasi parte del mondo.
Oasi a circa 90 chilometri a sud di *Bersabea nella quale si accamparono gli israeliti mentre andavano verso la terra promessa. Da lì partirono i dodici emissari inviati a esplorare il paese di Canaan (cf Nm 13). Gn 20,1 ci riferisce che anche Abramo si accampò in questo luogo.
Termine greco che significa " tempo opportuno, opportunità ". Nella filosofia greca si usa per indicare " il momento decisivo all'interno di una esistenza temporale, la krisis in cui il destino dell'uomo obbliga ad una decisione. Nel Nuovo Testamento... il kairòs è il tempo salvifico, non calcolabile da parte dell'uomo, sottoposto alla disposizione divina, dato agli uomini come grazia, che, promesso dai profeti, si è compiuto (Mc 1,15) con la venuta di Gesù ". La venuta di Gesù è il kairòs che l'uomo deve conoscere e cogliere (Ef 5,16) (cf A. Baum, VPB).
In sanscrito, " l'azione ", " il fare ". Il karma è un concetto centrale nelle religioni dell'*Estremo Oriente (*induismo, giainismo, *buddismo) ed è " la chiave per capire l'insieme degli atteggiamenti etici e religiosi " di quelle regioni (M. Delahoutre). " Per il buddista, il karma è l'energia vitale prodotta da tutti gli atti volontari, buoni o cattivi, ma con maggiore o minore evidenza di egocentrismo, che soddisfano la sete dell'esistenza " (P. Massein). Ogni atto matura nel segreto e, prima o poi, dà il suo frutto " in virtù di una concatenazione quasi fisica di causa ed effetto ", senza che vi sia alcuna nozione di ricompensa o di castigo in senso morale, poiché non c'è nessuno da castigare o premiare (Id.) In virtù di questa legge, l'uomo si trova sottomesso alla necessità di rinascere in condizioni superiori o inferiori (animali, umane o divine). Solo lo sforzo di vivere il presente gli permetterà l'accesso alla perfetta saggezza, con la quale si emanciperà dal karma e giungerà al *nirvana (cf P. Massein, DdlR; M. Delahoutre, Ibid.; O. de la Brosse, DdC). Anche religioni occidentali, come la *umbanda afro-brasiliana, professano credenze nella reincarnazione con la legge del karma.
Vedi *Tommaso da Kempis.
Termine greco che significa " svuotamento, annullamento, annientamento ". San Paolo lo utilizza per esprimere l'abbassamento della seconda persona della *Trinità nel farsi uomo: " Cristo, pur essendo di natura divina..., spogliò se stesso assumendo la condizione di servo... " (cf Fil 2,6-8). Non smetteva di essere Dio, ma assumeva la condizione umana in tutta la sua debolezza, compresa la morte.
Parola greca che significa " proclamazione ". Kerix è il messaggero, colui che porta la buona notizia. Per questo, si chiama kèrigma l'annuncio del vangelo (cf Mt 12,41; Lc 11,32; Rm 16,25; 1 Cor 1,21; 2,4; 15,14; 2 Tm 4,17; Tt 1,3). Gli *apostoli furono messaggeri della buona notizia. Si deve sottolineare l'aspetto gioioso che accompagna la presentazione del vangelo. Nel rinnovamento della predicazione e della catechesi del secolo attuale, si è particolarmente insistito sul suo carattere kerigmatico (anche se è vero che questa caratteristica deve combinarsi con altre, come l'attenzione al senso *antropologico).
Kinneret. Vedi *Genèsaret. (inizio)
Kippur. Espiazione. Vedi *Yom Kippur. (inizio)
Kison. (inizio)
Fiume che scorre nella piana di Esdrelon, a nord del monte Carmelo, e sbocca nel Mediterraneo presso l'odierna Haifa. Nella parte superiore è secco per diversi mesi. Qui furono sconfitti i carri di Sisara (Gd 4,7.13; 5,21). In 1 Re 18, si narra che in questo torrente *Elia fece scannare i profeti di Baal.
Koinè. " Comune ", in greco. (inizio)
Si usa specificamente per designare il greco corrente che si parlava nel mondo ellenistico nella zona del Mediterraneo e che prevalse sui numerosi dialetti dal 300 a.C. circa fino al 500 d.C. Nel greco della koinè fu scritto tutto il NT.
Koinonìa. In greco, " comunione ". (inizio)
L'unità della comunità cristiana nella fede, nella predicazione, nei sacramenti, nella preghiera, nel servizio ai poveri, nella vita fraterna. E uno dei termini più importanti della mistica giovannea.
Parola aramaica che significa offerta, in particolare offerta fatta a Dio. Il comandamento divino: " Onora il padre e la madre ", in cui è implicito il curarsi anche dei loro bisogni, veniva eluso consacrando i beni con un voto a Dio che, di fatto, non comportava nessuna donazione vera. Gesù svela l'ipocrisia di tale offerta sacra, con la quale ci si affrancava dall'occuparsi dei propri genitori, e dei farisei che la ammettevano pur riconoscendone l'immoralità (cf Mt 15,5 e Mc 7,11).
Kulturkampf. In tedesco = " lotta per la cultura ". (inizio)
Con questo nome si designa il conflitto sorto tra lo Stato prussiano e la Chiesa cattolica allorché il cancelliere Otto von Bismark tentò con delle nuove leggi, tra il 1871 e il 1887, di subordinare quest'ultima allo stato. La Chiesa mantenne la sua indipendenza e il cattolicesimo in Germania ne uscì rafforzato.
Kyrios. In greco = " Signore ". (inizio)
Nella traduzione dei *Settanta, traduce *Jhwh. In questo titolo si riflette il passaggio dalla comunità palestinese al cristianesimo ellenistico. Nel NT, infatti, il titolo di Kyrios viene dato a Gesù Cristo, risorto ed esaltato da Dio, che lo ha " costituito Signore e Cristo " (cf At 2,36).