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Suprema autorità spirituale dei buddisti tibetani e capo politico dello Stato *teocratico del Tibet, regione autonoma della Cina. E considerato la reincarnazione di Budda. Secondo il *lamaismo, lo spirito di Budda che è in lui si reincarna alla sua morte in un bambino, che i *lama scoprono per ispirazione divina. Dal 1959, dopo una rivolta, il governo comunista cinese ha costretto all'esilio il Dalai Lama, che si è rifugiato in India.
Donna *filistea della quale si innamorò *Sansone, che le rivelò il segreto della sua forza e dalla quale fu tradito (Gdc 16).
Vedi *Magadàn.
Veste liturgica, simile alla *pianeta, che si indossa sul camice. E una specie di tunica lunga con maniche molto larghe. Nei primi secoli cristiani, come abito civile, era spesso ornato da due strisce di porpora, più ampie sulle tuniche dei senatori (laticlavio). Il suo uso si estese ai dignitari e al clero. Oggi è indossata dal *diacono nella messa e dal *vescovo nella messa solenne.
Regione che si estende lungo la costa adriatica, dalla Croazia al Montenegro e comprende numerose isole. Prende il nome dall'antica tribù illirica che l'abitava, i Dàlmati. I Romani riuscirono a dominarla solo nel 33 a.C. e la incorporarono alla provincia dell'*Illiria. In 2 Tm 4,10, si dice che *Tito vi si era recato.
Città importante fin dai tempi dell'AT, situata in una fertile pianura sulla via dei traffici tra l'Oriente e l'Occidente. Fu capitale del regno omonimo, che ebbe scontri bellici con *Israele. Al tempo del NT era una delle città della *Decapoli. Nella colonia ebraica della città si ebbero presto dei convertiti al cristianesimo. Saulo vi si dirigeva, infatti, per perseguitarli, quando cadde da cavallo per grazia di Dio che lo convertì. Qui fu battezzato e cominciò la sua predicazione (cf At 9; 22; 26); da qui dovette scappare calandosi da una finestra delle mura della città, per sfuggire al re Areta che voleva catturarlo (cf 2 Cor 11,32-33).
Figlio di *Giacobbe (Gn 19,40) e capo della tribù omonima. Fu anche il nome di una città, dove Geroboamo I eresse un tempio in cui adorare un vitello d'oro per separare le tribù del nord da Gerusalemme. L'espressione " da Dan a *Bersabea ", città alle estremità nord e sud del territorio del popolo di Dio, significava da un capo all'altro del paese.
Ebreo di nobili natali, fu deportato a *Babilonia in giovane età. Protagonista del libro che porta il suo nome, il più tipico rappresentante del genere *apocalittico. Profetizzò la venuta del *Messia.
La condanna eterna dell'uomo che si è chiuso volontariamente alla *grazia di Dio che voleva salvarlo. Sarebbe *eretico considerarla come anteriore e indipendente dall'ostinazione dell'uomo. Il mistero della dannazione si comprende meglio alla luce di ciò che è la salvezza: la comunicazione con Dio attraverso l'amore, che rende felice con la felicità di Dio stesso, similmente a come facciamo nostra la gioia di quelli che amiamo. La dannazione è lo stato di chi rifiuta di aderire al bene e al bene assoluto che è Dio. Vedi *Condanna.
Dante Alighieri (1265-1321). (inizio)
Poeta fiorentino, uno dei più grandi della letteratura di tutti i tempi. Il suo capolavoro, la Divina Commedia, è espressione di un'elevata concezione teologica.
Nome di tre re persiani citati nella Bibbia. Il più importante fu Dario I il Grande (cf Esd 4,24).
Darwin, Charles (1809-1882). (inizio)
Naturalista inglese, autore di importanti spedizioni scientifiche nell'America meridionale e nelle isole Galapagos, è noto soprattutto per la sua teoria dell'evoluzione delle specie, oggi accettata nelle linee generali. La teoria dell'evoluzione e selezione naturale è anche detta darvinismo.
Secondo re (1010-970) del popolo di Dio, successore di *Saul. Conquistò *Gerusalemme (Gebus) ai gebusei e ne fece la capitale del regno. La Bibbia lo presenta come un eroe nazionale, spirito nobile e molto religioso. Cadde in gravi colpe, ma seppe pentirsi di cuore. Dopo *Abramo e *Mosè è il personaggio più rilevante dell'AT e un anello importante nella genealogia del *messia, chiamato anche " figlio di Davide " (Mt 21,9). Musicista e poeta, la tradizione ha visto in lui l'autore dell'intero *salterio; gli studiosi gli attribuiscono oggi non più di dodici salmi, pur riconoscendogli un ruolo essenziale nelle origini della lirica religiosa del suo popolo. Di lui si parla largamente nei libri di *Samuele e dei *Re, oltre a numerose citazioni in altri libri.
In latino, " di fatto ", " di diritto ". Contrapposizione tra una cosa considerata così come è o avviene e ciò che dovrebbe essere o si dovrebbe fare secondo il diritto o la giustizia.
Vedi *De facto, de iure.
De Nobili, Roberto (1577-1656). (inizio)
Gesuita italiano, nipote del cardinal Bellarmino, lavorò come missionario in India. Assimilò profondamente la cultura indù e riuscì a convertire un considerevole numero di *brahmani. I suoi adattamenti pastorali suscitarono forti contraddizioni da parte di altri missionari e accuse da Roma. Gli si permise, comunque, di proseguire nel suo apostolato, con alcune modifiche nel metodo. Questi *riti - i riti malabarici - furono diverse volte proibiti e reintrodotti; nel 1941 furono infine nuovamente approvati.
De Vio, Tommaso (1469-1533). (inizio)
Teologo, nato a Gaeta (perciò detto Caetano), domenicano, generale dell'ordine, fu creato cardinale nel 1517 da Leone X. Legato del papa in Germania, riuscì a influire sull'elezione del cattolico Carlo V, ma non a comporre il dissidio tra Lutero e la Chiesa. E famoso per i suoi commenti alla Somma Teologica di san Tommaso.
I Dieci Comandamenti o, secondo l'espressione della Bibbia, le " Dieci Parole " (Es 34,28; Dt 4,13; 10,4). Nella Sacra Scrittura compaiono come insieme unitario nel contesto dell'*alleanza fra Dio e il suo popolo sul *Sinai (Es 19-20) e, secondo un'altra tradizione, nel Codice *deuteronomico, che fa parte del secondo e lungo discorso attribuito a *Mosè (cf Dt 5,6-21). Il decalogo è l'espressione positiva delle esigenze della legge naturale, dimenticata dall'uomo a causa della sua inosservanza. Nella scena del giovane ricco, Gesù ricorda come l'osservanza dei comandamenti conduce alla salvezza (cf Mt 19,17-19 = Mc 10,19 = Lc 18,18-20). San *Paolo dice esplicitamente che cosa trasuda da tutto il *vangelo: che tutti i comandamenti si riassumono nell'amore (cf Rm 13,9).
Cardinale che presiede, primus inter pares, il Collegio dei Cardinali. A lui spetta ordinare vescovo il Romano Pontefice eletto, qualora non fosse ordinato (CIC 352).
In greco, dieci città. Federazione di città della Palestina, situate ad est del Giordano, salvo Scitopoli. In origine erano dieci (Damasco, Filadelfia, Rafana, Scitopoli, Gadara, Ippo, Dium, Pella, Gerasa e Canata), come indica il nome, poi il numero andò variando. Godevano di un'amministrazione autonoma, il che rendeva più debole il potere dei governi regionali. Vi dominava l'influenza *ellenista. La federazione fu fondata nel 63 a.C. e sciolta nel 106 d.C. Nei Vangeli è citata in Mt 4,25; Mc 5,20; 7,31.
La decima parte. Nell'AT si stabiliva la tassa di questo 10% dei frutti della terra come contributo per il tempio, per i leviti o per i poveri.
Decisioni papali su questioni di diritto che, anche se redatte per lo più in forma di lettera, avevano valore generale e costituivano una fonte del diritto. Ne vennero fatte varie raccolte, in parte passate nel *Codice di Diritto Canonico.
Vedi *Diritto Canonico.
1. Festa ebraica chiamata anche delle capanne o tende, in ricordo della dedicazione del tempio di *Salomone (1 Re 8,2.62-66) e la nuova consacrazione nell'anno 164 a.C., dopo la profanazione di Antioco Epìfane. Era la festa più popolare e allegra, durante la quale si erigevano tende o capanne fatte con rami d'albero in ricordo dell'esodo nel deserto. San *Giovanni, l'evangelista più attento alle feste ebraiche, la cita in 7,2s.; 10,22s.
2. Cerimonia liturgica con la quale un luogo è riservato in modo esclusivo al culto. La dedicazione, detta anche *consacrazione, a differenza della benedizione, che può essere fatta da un presbitero, è riservata al vescovo, salvo casi eccezionali. Il Diritto prescrive che le chiese, particolarmente quelle cattedrali e parrocchiali, siano dedicate con rito solenne (CIC 1217, 2) e così anche gli *altari fissi (CIC 1237, 1).
Definizione dogmatica. (inizio)
Affermazione chiara ed esatta di una verità di fede pronunciata dalla massima autorità della Chiesa (un *concilio ecumenico o il papa), che esige l'adesione dei credenti, sotto pena di essere separati (scomunicati) dall'unità cattolica.
Dottrina che professa l'esistenza di Dio, principio di tutto ciò che esiste, secondo la ragione naturale, mentre esclude la *rivelazione soprannaturale. E condannata dalla Chiesa per questo secondo aspetto.
Rappresentante del papa senza carattere diplomatico che, nel territorio che gli si affida (Delegazione Apostolica) e che comprende generalmente diverse diocesi, prelature e vicariati apostolici, osserva le condizioni della Chiesa per tenerne informato il Santo Padre.
Violazione esteriore e imputabile di una legge che porta con sé una pena.
Tecnica interpretativa del NT elaborata e praticata da *Bultmann, esegeta protestante. Parte dal presupposto che i Vangeli deformano i fatti narrati, proponendo le realtà trascendentali nei termini del mondo fisico, e cerca di recuperare l'autentico senso dei fatti e delle parole traducendo quanto è narrato in un linguaggio esistenziale in ciò che significa ed esige per la nostra vita nel tempo presente, senza dare importanza a quello che può essere stato il suo contenuto storico. Se dunque si considera mitico il contenuto del NT, la tecnica per interpretarlo sarà la demitizzazione (cf G. FlorAl. Schökel, DTCB, v. Demitizzazione). Logicamente, l'*esegesi cattolica non ammette né i presupposti di Bultmann, né le sue tecniche.
Dal greco, demos = popolo e ergon = lavoro. Chi lavora per il popolo, l'artigiano. Nella *cosmogonia di Platone e degli alessandrini, il dio creatore o l'artigiano divino che crea il mondo. Si tratta di un dio cattivo e ignorante che, nel creare, provoca un disastro cosmico perché intrappola nella materia l'elemento divino che esce dal vero Dio.
Demonio Diavolo Satana. (inizio)
Etimologicamente, demonio (daimon) significa essere divino; diavolo (da dia-ballo = dividere), il calunniatore, e satana (dall'ebraico, avversario), l'accusatore. Allo stesso soggetto sono stati dati molti altri nomi (drago, maligno, Belial = bestia, nemico, tentatore, eccetera). Come " divinità inferiori " - dèmoni - nelle culture politeiste, o come spiriti maligni, il soggetto o i soggetti espressi da questi nomi sono potenze malefiche. Nella Bibbia compaiono dalla Genesi al NT. Classiche sono le scene del paradiso terrestre (Gn 3) e del libro di Giobbe. Nel NT è attribuito a questi spiriti ogni tipo di cattiverie, tutto ciò che va contro Dio e anche il provocare le malattie. Il Regno di Dio è la vittoria su Satana, e uno dei poteri che Gesù dà a coloro che invia è quello di scacciare i demoni. Nell'AT si ricorre a volte a nomi ed immagini di popoli pagani (ad esempio, Is 34,14; Tb 3,8). Gesù, da parte sua, parla il linguaggio dei suoi contemporanei. Non è facile, pertanto, interpretare i numerosissimi casi in cui la Bibbia parla del demonio. In ogni caso, questi spiriti si oppongono sempre alla volontà benefica di Dio. Cf Mc 5,1-13; 9,17.25; Mt 9,32; 12,22; Lc 11,15; ecc.).
Studio o trattato sul *Demonio o *Diavolo.
Unità monetaria romana ai tempi del NT, equivalente alla *dracma greca. Era d'argento e recava l'effigie dell'imperatore. Secondo Mt 20,2s., un denaro era il salario di un giorno. Nei Vangeli si allude a questa moneta una dozzina di volte.
Denzinger, Heinrich J. (1819-1883). (inizio)
Teologo tedesco, che pubblicò, verso la metà del secolo XIX (1854), la raccolta dei testi del magistero ecclesiastico - Enchiridion Symbolorum - nota col suo nome (D), poi aggiornata da Rahner e altri e, ultimamente, da Shönmetzer (DZ).
Deo iuvante. Deo volente. (inizio)
In latino, " Con l'aiuto di Dio ", " Se Dio vuole ".
Dal greco, deòn = il dovere e logos = trattato. Trattato dei doveri. E una prospettiva dell'*etica che si usa in particolare in riferimento ai doveri professionali: deontologia professionale. Da una parte, restringe il campo della morale al quale si applica e, dall'altra, approfondisce aspetti trascurati dall'etica generale come, ad esempio, il dovere del medico di studiare, l'attenzione del professore ai casi particolari (i meno dotati, i superdotati, quelli che vivono in determinate condizioni), ecc.
Vedi *Esilio.
Perdita o eliminazione del carattere sacro di una realtà. Ai nostri giorni si assiste ad un intenso processo di desacralizzazione con aspetti negativi, come la perdita del senso religioso, e altri positivi, come un approccio al sacro più adatto alla nuova cultura.
Descartes, René (1596-1650). (inizio)
Il più grande filosofo francese. Detto latinamente Cartesio, è considerato il padre del razionalismo e, in generale, della filosofia moderna. Costruisce la " nuova filosofia " cercando un principio assolutamente indubbio, che trova nel fatto di pensare: " Penso, dunque sono " (Cogito ergo sum). (Questo principio, in realtà, lo troviamo varie volte nelle opere di sant'Agostino a cui, però, Descartes non fa riferimento.) Dalla prima affermazione o principio deduce poi l'esistenza di Dio, del mondo, della verità. Il suo concetto dell'uomo è dualista (dualismo antropologico). Nell'uomo, macchina pensante, distingue: a) la sostanza pensante e b) la sostanza che chiamiamo corpo. Il suo sistema morale ha come ideale l'impassibilità (apatheia degli stoici), alla quale si giunge con la temperanza e la magnanimità (cf J. Fischl, MHF; J. Ferrater, DF; OdlB, DC).
In senso spirituale, già presente in alcuni passi biblici e rilevante in correnti spirituali del passato e del presente, significa luogo di prova (cf Os 2,14) e assenza di elementi superflui per accogliere intensamente la voce di Dio. A questo si ispira la cosiddetta spiritualità del deserto, che ha la sua base più ferma nel fatto che Gesù stesso passò quaranta giorni in solitudine prima di cominciare la sua vita pubblica.
a) Il fine per il quale ognuno esiste. b) Il fine al quale, in pratica, si giunge. c) A volte con questo termine si esprime una fatalità o forza cieca che si impone alla volontà. Questa terza accezione si ritrova in alcune religioni e ad essa si allaccia l'interpretazione rigida della *predestinazione.
Il cristiano sa che il destino di ogni uomo è la salvezza: Dio " vuole che tutti gli uomini siano salvati " (1 Tm 2,4) e che questa salvezza consiste nel condividere tutti insieme la felicità di Dio nell'amore. Non si salva solo chi si dà un altro destino scegliendo per un falso amore.
Espressione simbolica che, dato il predominio della mano destra, significa lato preferito. Nel *Credo, si dice che Cristo è seduto " alla destra di Dio ". Nel giudizio finale, il Figlio dell'uomo porrà i buoni alla sua destra (cf Mt 25,33-34).
Secondo Isaia. Questo nome è attribuito dal secolo XVIII allo sconosciuto autore dei capitoli 40-55 del libro di *Isaia; per lo stile e il contenuto, i critici riconoscono che è diverso dall'autore dei primi 39 capitoli e anche dalla terza parte del libro: c. 56-66. Il Deutero-Isaia è un autore che ha un brillante stile lirico-poetico. Sono notevoli i suoi canti o poemi sul servo di Jhwh, che sono profezie sul *messia che prende su di sé i nostri peccati. Questo scritto si colloca all'epoca del ritorno dalla cattività di *Babilonia, ovvero nella seconda metà del secolo VI a.C.
In greco, " gli altri (libri) canonici ". Vengono così chiamati alcuni libri della *Bibbia sulla cui canonicità (vedi *Canone) alcuni dubitarono finché l'autorità ecclesiale li dichiarò esplicitamente canonici. Si tratta di sette libri dell'AT (Tobia, Giuditta, Baruc, Sapienza, Siracide, 1 e 2 Maccabei) e sette del NT (Ebrei, Giacomo, 2 Pietro, 2 e 3 Giovanni, Giuda e Apocalisse). Gli ebrei non li includono nella loro bibbia (AT) e nemmeno i protestanti (AT e NT), anche se compaiono nelle bibbie ecumeniche di questi ultimi.
Ultimo libro del *Pentateuco. Letteralmente significa seconda legge, dato che la sua parte centrale (12-25,15) è costituita dal cosiddetto Codice deuteronomico, formato da un insieme di leggi civili e religiose inserito a metà di un lungo discorso che, come già uno precedente e un altro posteriore, è posto sulle labbra di *Mosè, al quale la Bibbia attribuisce tutto il Pentateuco. L'autore ricorda le grandi gesta di Israele ed esorta con veemenza ad essere fedeli a *Jhwh.
Devozione moderna. Vedi *Tommaso da Kempis.
In greco, significa servizio. Anche se tutti i *ministeri sono un servizio, quello del diacono lo è come per antonomasia tra i ministeri conferiti mediante il sacramento dell'*ordine: *episcopato, *presbiterato e diaconato. Il diaconato è requisito necessario per accedere al presbiterato e all'episcopato, ma ha anche la sua ragione d'essere in se stesso. Nella Chiesa antica, molti diaconi rimanevano tali per tutta la vita; essi ebbero un ruolo importante, soprattutto a Roma accanto al papa. Oggi, grazie al rinnovamento ecclesiologico del concilio Vaticano II, si è recuperato il diaconato permanente che può essere conferito sia a *celibi che a sposati. Con il diaconato si entra a far parte dei ministri sacri o chierici.
Donna che, anticamente, soprattutto nelle chiese d'Oriente e d'Africa, riceveva il ministero per il servizio liturgico, specialmente per aiutare o servire in alcuni riti, come il battesimo delle donne, per motivi di decoro: unzione delle catecumene e accompagnamento nella vasca battesimale, data la nudità delle catecumene in tali cerimonie, unzione delle malate... Altri ministeri erano più indipendenti dalle azioni liturgiche, come i servizi di carità. In alcuni casi, il vescovo le conferiva l'" ordinazione " in modo simile a quella del diacono o del presbitero, con imposizione delle mani, vestizione della stola, consegna del calice. Per quanto ci sia chi consideri questo rito sacramentale, o chi almeno si chiede se lo fosse, la convinzione generale è che si trattasse di una *benedizione costitutiva e non di un sacramento.
A volte si chiamava diaconessa la moglie del diacono.
1. Servizio o l'azione del servire.
2. Titolo diaconale, ovvero la Chiesa a cui veniva assegnato il diacono, così come esistono i titoli cardinalizio e presbiterale.
L'uomo che ha ricevuto il ministero del *diaconato.
In greco, dispersione. Venne chiamato con questo nome il movimento di emigrazione delle comunità ebraiche nel mondo pagano, dal VI secolo a.C. in poi. Ai tempi di Gesù, ad esempio, vi erano più ebrei nella diàspora che in Palestina. La loro presenza fu di notevole aiuto per l'introduzione del cristianesimo. Da quel significato originale, il termine si è esteso e si applica a qualsiasi minoranza religiosa inserita in un mondo di religione diversa.
Narrazione unificata dei quattro Vangeli elaborata da Taziano verso il 170. Fu il primo tentativo di questo genere e fu molto diffuso. Oggi, dopo aver scoperto le peculiarità di ogni Vangelo nei fini, nello stile e anche nella prospettiva teologica, si considera giustamente inadeguata questa fusione dei quattro racconti evangelici. Vedi *Concordanze.
Altro nome di *Satana = avversario. Vedi anche *Demonio.
Ministero. Nella *Curia romana, una congregazione.
Diciotto benedizioni. (inizio)
Preghiera ebraica composta da diciotto benedizioni la cui forma attuale risale al 100 d.C., ma le cui origini sono di epoca precristiana. Il pio israelita la recita tuttora tre volte al giorno. Ogni benedizione comincia con le parole: " Benedetto sei tu, o Signore, re dell'universo ".
Detta anche Dottrina dei dodici apostoli. Testo della Chiesa primitiva probabilmente anteriore agli ultimi libri del NT. Si ritiene che risalga al 90 ma c'è chi lo anticipa al 50 e chi lo ritiene più tardo, del 150 circa. Se ne possono trarre dati importanti sulla liturgia dei primi tempi: celebrazione eucaristica, confessione comunitaria, importanza dei membri della comunità denominati " profeti ", funzione dei vescovi, dei diaconi...
In greco, " gemello ". Questo nome o nomignolo è attribuito nei Vangeli all'apostolo *Tommaso.
Atto di penitenza consistente nell'astensione totale o parziale dal cibo. Nella Chiesa cattolica, il digiuno consiste nel fare un solo pasto al giorno, benché si permetta di mangiare qualcosa anche al mattino e alla sera. Sono giorni di digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo (Vedi *Quaresima e *Triduo Pasquale, CIC 1251)
L'inondazione della terra narrata in Gn 6-8, come castigo dell'umanità corrotta, dalla quale si salvano Noè e la sua famiglia con gli animali necessari al proseguimento della vita. Il racconto biblico non si deve intendere alla lettera nei suoi particolari, ma va compreso nella mentalità dei popoli antichi in cui il mito è un genere adatto ad esprimere verità di fondo. Nel caso biblico, si tratta di mettere in evidenza la cattiveria del peccato, la bontà di Dio e, in definitiva, l'ottimismo e la speranza.
Documento che il superiore religioso o il vescovo di un candidato al sacerdozio mette a disposizione del vescovo a cui si chiede di procedere all'*ordinazione. Senza le lettere dimissorie, che attestano l'idoneità del candidato, non si può legittimamente procedere all'ordinazione (cf CIC 1052).
E una scienza sociale " che studia la natura dei gruppi, le leggi del loro sviluppo, i rapporti interpersonali nel gruppo e del gruppo con le altre organizzazioni " (R. Tonelli, in DC-CCC, 281). E anche la tecnica e l'arte di formare e far lavorare dei gruppi umani.
Nome sacro dell'essere supremo, creatore dell'universo, che lo conserva e governa con la sua provvidenza " (Real Acad.). " Nelle religioni monoteistiche, essere supremo concepito come creatore, ordinatore e conservatore di tutta la realtà " (Zingarelli, 12a ed.). Nessuna parola o espressione è adeguata a definirlo, poiché il nostro linguaggio appartiene all'ordine dei nostri limiti e Dio è il *trascendente. La sua infinità in ogni ordine lo fa ineffabile, inesprimibile. Per questo il nostro parlare di Dio non può essere che un suggerire. Due definizioni bibliche impiegate sono: *Jhwh = " Io sono ", " Io sono colui che sono " (Es 3,14) e " Dio è amore " (1 Gv 4,8 e 16). La prima si usa a volte nel linguaggio metafisico, anche se non si deve pensare che la sua origine fosse questa. La seconda ha un senso più vitale ed è senza dubbio quella che può meglio suggerirci che cosa sia Dio, poiché tra gli attributi dell'essere personale nessuno vale più di quello dell'amore.
La porzione del popolo di Dio che viene affidata alla cura pastorale di un Vescovo con la cooperazione del presbiterio, in modo che, aderendo al suo pastore e da lui riunita nello Spirito Santo mediante il Vangelo e l'Eucaristia, costituisca una Chiesa particolare in cui è veramente presente e operante la Chiesa di Cristo una, santa, cattolica e apostolica (CIC 369). Di regola, è circoscritta entro un determinato territorio, ma vi sono anche diocesi personali, come nel caso del vescovo castrense. Diverse diocesi formano assieme un'*arcidiocesi o provincia ecclesiastica.
Monaco orientale del sec. VI (, 540), nato in Scizia (Russia meridionale, presso il Mar Morto), ma vissuto a lungo a Roma, dove scrisse diverse opere. Denominato così per la sua umiltà, fu un grande studioso. Fu il primo a introdurre il calcolo degli anni secondo l'*Era cristiana.
Dionigi l'Areopagita. (inizio)
Membro dell'*Areopago, si convertì al cristianesimo dopo il famoso discorso di Paolo narrato in At 17,22-34. Un autore del secolo V, lo Pseudo-Dionigi, mise sotto il suo nome i propri scritti. E stato anche identificato con il primo vescovo di Parigi, san Dionigi (sec. III).
Relativo a Dioniso, dio della *mitologia greca, che corrisponde a Bacco in quella romana. Dioniso (Bacco) è il dio del vino, del delirio entusiasta, dell'energia che fa fruttificare la terra. Le orgie dionisiache greche hanno il loro equivalente nei *baccanali romani. I misteri dionisiaci comprendevano delle riunioni di culto orgiastiche con danze, corse, sacrifici di animali, estasi e allucinazioni in una specie di ubriacatura che non raramente degenerava in oscenità. Vedi *Religioni mistiche.
Direttorio generale per la catechesi. (inizio)
E' il documento ufficiale della *Santa Sede pubblicato dalla Congregazione per il clero il 15 agosto 1997. Il primo direttorio, con il titolo Direttorio catechistico generale, era stato pubblicato l'11 marzo 1971, secondo quanto stabilito dal *Concilio Vaticano II nel Decreto sull'ufficio pastorale dei vescovi, n. 44. Contiene principi dottrinali e norme metodologiche volte a collocare adeguatamente la pastorale catechistica nel contesto della situazione attuale.
Dicesi dirimente l'impedimento che rende nullo il matrimonio (vedi CIC 1073 e ss.).
O Diritti dell'uomo. Facoltà fondamentali e inalienabili della persona umana, anteriori a qualsiasi norma o legge positiva, radicate nella dignità stessa dell'essere *persona e, per il credente, nella fonte di quella dignità, che è Dio. Questi diritti sono stati specificamente riconosciuti in formulazioni storiche: Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America (1776), Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, Assemblea Nazionale Francese (1789), Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, Assemblea Generale dell'ONU (1948). Quest'ultima, almeno in teoria, è accettata e inserita nella Costituzione di tutti i paesi membri dell'ONU. Questo organismo ha promulgato altre dichiarazioni su aspetti particolari di questi diritti: diritti civili e politici, parità di diritti della donna, contro la tortura e le pene degradanti... Negli ultimi tempi la Chiesa li ha riconosciuti in modo particolare nell'*enciclica Pacem in Terris (Giovanni XXIII, 1963) e nella costituzione Gaudium et Spes del concilio Vaticano II. Principali organismi che promuovono i diritti umani: Amnesty International (1961), Commissione per i diritti umani dell'ONU (196), Commissione Pontificia " Iustitia et Pax " (1967) (cf F. Ferrero, Derechos Humanos, DAP-VD).
Il complesso delle leggi ecclesiastiche (canoni). Fin dai tempi della Chiesa primitiva invalse la consuetudine, per iniziativa privata, di raccogliere in unità i canoni, dettati in prevalenza dai concili e dai papi. A metà del secolo XII, il monaco Graziano riorganizzò questa miriade di collezioni in una raccolta unitaria di leggi (Decretum Gratiani), che costituì il primo nucleo della grande collezione di leggi della Chiesa chiamata Corpus iuris canonici, sull'esempio del Corpus iuris civilis. Vennero poi le raccolte sistematiche di *decretali volute da Gregorio IX (Liber extra, 1234), Bonifacio VIII (Liber sextus, 1298) e Clemente V (Clementine, 1313) a cui si aggiunse la raccolta privata di Giovanni Chappuis (Extravagantes Iohannis XXII e Extravagantes communes). Fin qui, il corpo di leggi che costituisce il cosiddetto " diritto classico " della Chiesa cattolica. Il papa Pio X ordinò di approntare una nuova e riformata raccolta, essendosi creato nel tempo un immenso cumulo di leggi fonte di disordine e di incertezza. Vedi *Codice di Diritto Canonico.
Nell'antichità e, soprattutto nel Medio Evo, privilegio di chiese o altri luoghi nei quali le persone trovavano rifugio e non potevano subire violenze.
Diritto di proprietà. (inizio)
Facoltà di possedere beni economici personali, tanto per sovvenire alle proprie necessità, come per produrre con essi altri beni. Anticamente, questo diritto venne inteso come principio assoluto: " ius utendi et abutendi " = " diritto di usare e abusare " delle proprie cose. Oggi si riconosce, e lo hanno esplicitamente fatto il concilio Vaticano II e i papi Paolo VI e Giovanni Paolo II, che sulla proprietà privata pende un'ipoteca sociale: la Chiesa ha inteso " il diritto alla proprietà privata come subordinato al diritto all'uso comune, al destino universale dei beni " (Giovanni Paolo II, LE 14). " Non è parte dei tuoi beni quello che tu dai al povero; quello che gli dai gli appartiene, perché di ciò che è stato dato per l'uso di tutti, tu ti sei appropriato " (Sant'Ambrogio, cit. da Paolo VI, PP 23).
Le norme che si fondano sulla natura o essenza dell'uomo in modo universale e immutabile. Vedi anche *Legge naturale.
Colui che impara dal suo maestro e lo segue. Gesù ebbe 12 *apostoli e molti discepoli.
Riflessione con la quale si cerca di conoscere la volontà di Dio su un determinato punto sul quale non si ha sufficiente chiarezza. Si tratta di un'attività spirituale che si deve realizzare in un clima di preghiera. Oggetto del discernimento può essere una questione personale oppure comunitaria. Il clima di preghiera implica la sincerità, e cioè il tentare di eliminare i mascheramenti soggettivi della verità per vedere le cose alla luce di Dio ed operare di conseguenza. Per realizzare un buon discernimento è indispensabile, con lo spirito di fede (giudizio delle realtà secondo Dio), un atteggiamento di piena disponibilità, vale a dire essere disposti ad accettare nella propria vita le conseguenze della luce ottenuta, per esigenti che siano. Anche se il discernimento è sempre esistito nella vita spirituale, si indica in sant'Ignazio di Loyola l'uomo che, in modo esplicito, lo praticò e lo propose, tanto da essere una delle caratteristiche della spiritualità ignaziana.
In questa frase del *Credo, inferi (luoghi inferiori) significa il luogo dei morti. Cristo morì veramente come muore ogni uomo. La morte è la condizione del passare al nuovo stato o vita in un'altra dimensione. Vedi *Risurrezione.
Discorso della montagna. (inizio)
E un lungo discorso di Gesù che in Mt occupa tre capitoli (5, 6 e 7); in Lc è molto più breve (6,17-49) perché alcuni elementi, rispetto a Mt, sono collocati in altri contesti. E probabile che Mt abbia riunito la dottrina esposta da Gesù in diverse circostanze. Il discorso della montagna ebbe luogo all'inizio della vita pubblica. La montagna di cui parla Mt 5,1 è, secondo la tradizione, una collinetta presso il lago di *Genèsaret, sul lato nord a tre chilometri da *Cafarnao. Anche se non si deve cercare in questo discorso un riassunto di tutto il cristianesimo, esso è importantissimo come espressione dello spirito dell'insegnamento evangelico. Comincia con le *Beatitudini, manifesta la novità dell'insegnamento di Gesù rispetto all'antica legge, espone gli atteggiamenti fondamentali che deve avere chi vuole seguirlo e si conclude con un deciso appello a non ridursi ai meri sentimenti, ma a tradurli in opere. Questo discorso è stato molto commentato nel corso dei secoli.
Piano di Dio per salvare l'uomo, occulto dal principio e rivelato in Cristo, come dice san Paolo, che lo chiama anche il mistero della sua volontà. Vedi Ef 1,9 e tutto il paragrafo 1,3-14.
Dal greco, dysthànatos = che produce una dura morte. Vedi *Eutanasia.
Dal greco, diptychos = piegato in due. Coppia di tavolette unite da una cerniera. I Romani vi incidevano anticamente delle note o delle lettere. Venne poi l'usanza, in età consolare, di farvi incidere il proprio ritratto. Nel Medio Evo, l'uso del dittico passò nella liturgia cristiana: con esso si indicavano le tavolette su cui venivano scritti i nomi delle persone vive o defunte che si volevano ricordare nella preghiera. Da tali dittici, sontuosamente decorati con pitture e bassorilievi, traggono origine il trittico e il polittico.
Libro della *Liturgia delle ore che contiene le ore diurne, ovvero tutto salvo l'ora di lettura, maiuscole o notturni. Attualmente, anche questa ora si può pregare durante il giorno, a parte alcuni religiosi che per particolari disposizioni devono celebrarla di notte.
Divini illius Magistri. (inizio)
*Enciclica di Pio XI sull'educazione (29121929). In essa, il papa chiarisce la dottrina delle diverse istituzioni che intervengono nell'educazione (famiglia, Chiesa, Stato), sul soggetto, l'ambiente, il modo di portare a termine questa missione.
Scioglimento o rottura del matrimonio valido essendo vivi ambedue i coniugi. Le leggi civili di numerosi paesi lo ammettono con diverse motivazioni. La Chiesa, seguendo l'insegnamento di Cristo (cf Mt 19,3-8), lo considera illegittimo e non valido. Quando la Santa Sede, per mezzo dei suoi tribunali, ammette la separazione con la possibilità di contrarre nuove nozze, non ammette il divorzio, ma dichiara che il precedente non era valido per un difetto in radice. Il papa può sciogliere, per una giusta causa, un matrimonio non consumato, vale a dire di coloro che pur essendo sposati non hanno realizzato l'unione sessuale. Inoltre, in virtù del cosiddetto privilegio paolino, promulgato da Paolo in 1 Cor 7,12-15, si può concedere la separazione con possibilità di un nuovo matrimonio nel caso di chi, sposatosi prima di abbracciare la fede cristiana con una persona non battezzata, non possa convivere in modo conforme alla sua fede in quel matrimonio (cfr CIC 1143).
Dal greco, dòkesis = apparenza. Dottrina eretica dei primi secoli cristiani, alla quale si allude già negli scritti del NT (Giovanni, Colossesi), che attribuiva a Cristo solo un corpo apparente, negando così la realtà del mistero dell'*incarnazione.
Affermazione dottrinale precisa che la Chiesa ha definito in modo solenne. La sua accettazione è obbligatoria per tutti i membri della Chiesa. Chi lo rifiuta, cade nell'eresia e si pone fuori della Chiesa. Sono generalmente le controversie sui punti dottrinali importanti che portano a stabilire una verità come il dogma.
La parola significa " del Signore ", dal termine latino Dominus (= Signore), o " Giorno del Signore ", in latino " Dies dominica ". E il giorno di festa per antonomasia. Non si tratta di uno spostamento del sabato ebraico; è " il giorno della risurrezione del Signore ", è la pasqua settimanale. Il sabato è il settimo giorno; la domenica è il primo giorno: giorno della creazione iniziale e della nuova creazione che comincia con la risurrezione di Cristo; ed è il giorno ottavo, ossia al di là dei sette giorni, il giorno di ciò che è definitivo, il giorno dei tempi *escatologici. Il Vaticano II, che fa della domenica una presentazione ricca di concetti, afferma che " la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l'anno liturgico " (SC 106).
Vedi *Frati predicatori.
Domenico di Guzman, san. (1170-1221). (inizio)
Nacque in Spagna, nella Vecchia Castiglia. Canonico della cattedrale di Osma, affiancò il suo vescovo, Diego de Acebes, in una missione diplomatica nel sud della Francia. Colpito dalla diffusione delle eresie, in particolare quella degli *albigesi, si propose di riconquistare alla verità una cristianità divisa e decadente, non con spedizioni armate ma con la predicazione. Fondò a Tolosa l'ordine dei Domenicani o Predicatori. Morì a Bologna. Fu canonizzato nel 1234.
Capo della setta dei Carmelitani del Santo Volto di Palmar de Troya (comune di Utrera, Siviglia). Presunte rivelazioni e stigmate gli diedero spettacolarità fin dal 1969. L'arcivescovo sud-vietnamita Ngo-Dhin-Thuc gli conferì illegittimamente il presbiterato e dieci giorni dopo lo ordinò vescovo. Sospeso *a divinis e *scomunicato, si separò dalla Chiesa e fondò l'ordine dei Carmelitani del Santo Volto, setta fortemente conservatrice (sono giunti a canonizzare J.A. Primo de Rivera e il dittatore Franco). Nel 1976, in seguito a un incidente automobilistico, Clemente rimase cieco. Nel 1978, alla morte di Paolo VI, si proclamò papa con il nome di Gregorio XVII. Dietro a questa istituzione, operano importanti interessi economici.
Doni dello Spirito Santo. (inizio)
Grazie particolarmente significative che costituiscono l'humus di un comportamento spirituale dominato dallo Spirito di Dio. Seguendo Isaia 11,1-3, se ne menzionano sette: sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio.
Preghiera di lode (doxa in greco). Si chiama dossologia maggiore il Gloria della messa; dossologia minore il Gloria che recitiamo comunemente nelle nostre preghiere: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. La preghiera eucaristica della messa si conclude con una solenne dossologia: " Per Cristo, con Cristo e in Cristo ". Anche la strofa finale di molti inni liturgici è una dossologia. E un genere di preghiera molto praticato nell'orazione della Chiesa; l'atteggiamento più nobile, quello che dovrebbe essere più spontaneo davanti a Dio e alla sua opera, è la lode.
Dottore della Chiesa. (inizio)
Titolo attribuito dal papa a santi scrittori per la perfetta *ortodossia della loro dottrina. Durante il Concilio Vaticano II, Paolo VI concesse questo titolo per la prima volta a due donne: Santa Caterina da Siena e Santa Teresa di Gesù.
Dal latino, docere = insegnare. Colui al quale viene ufficialmente riconosciuta la capacità di insegnare. Nella Chiesa, i primi dottori sono i vescovi. Nelle università, il dottorato è il massimo livello accademico.
Dottrina sociale della Chiesa. I. Documenti principali: (inizio)
Come corpo dottrinale in qualche modo organizzato, si è sviluppata dalla fine del secolo XIX, con il risveglio del senso di giustizia, di fronte alle condizioni disumane dei salariati. In seguito, si è allargata ad aspetti sociali come la pace, i rapporti fra i popoli, la famiglia, l'educazione, il consumo...
- Rerum novarum (" Delle cose nuove "), *enciclica promulgata dal papa Leone XIII il 15 maggio 1891. E il primo grande documento sociale della Chiesa. Fu accolta con entusiasmo da chi si preoccupava in modo particolare per l'ingiusta situazione degli operai e rifiutata negli ambienti che si opponevano al cambiamento, anche all'interno della Chiesa. Denuncia le condizioni disumane dei lavoratori e propone i principi fondamentali per un ordine giusto (cf Commissione Povertà e Giustizia, L'insegnamento sociale della Chiesa, per i documenti pontifici anteriori al 1984).
- Quadragesimo anno (" Quarant'anni dopo " - dalla Rerum novarum - ), enciclica promulgata da Pio XI il 15 maggio 1931. Erano i giorni della recessione mondiale e della feroce dittatura di Stalin.
- Mater et Magistra (la Chiesa, " Madre e Maestra "), enciclica di Giovanni XXIII settant'anni dopo la " Rerum novarum " (15561). Il papa si fa carico dei progressi scientifici, sociali e politici e, nel nuovo contesto, riafferma e completa gli insegnamenti dei suoi predecessori.
- Pacem in terris (" La pace sulla terra "), enciclica di Giovanni XXIII (11463). Affronta il tema della pace e dei diritti umani, fondati sul rispetto della persona.
- Gaudium et spes (" La gioia e la speranza "), *costituzione *pastorale del concilio *Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, promulgata il 71265. La Parte I è dedicata a considerazioni sulla dignità umana e sulla missione sociale dei fedeli. La parte II dibatte i grandi temi attuali.
- Populorum progressio (" Lo sviluppo dei popoli "), enciclica di Paolo VI (26367). Sviluppa la dottrina sul rapporto tra gli individui a livello delle nazioni. E un vigoroso richiamo alla giustizia e alla solidarietà universale. " Venne scritta dal mondo occidentale per il mondo occidentale " (P. Bigó), e per questo " non allude mai al mondo socialista o alla teoria marxista ", ma rivolge la sua critica al " capitalismo liberale " (26 e 58), che trovò nell'enciclica " delle simpatie marxiste " (ad es. il Wall Street Journal). E ispirata dal profondo spirito umanitario ed evangelico di Paolo VI.
- Octogesima adveniens (" Ad ottant'anni " - dalla Rerum novarum - ), lettera di Paolo VI al Cardinale Roy, presidente della Commissione " Giustizia e Pace ", (15571). Il papa ricorda come i suoi viaggi per il mondo gli abbiano permesso di vedere la miseria di tanti e udire il loro grido, di constatare le flagranti differenze nello sviluppo dei popoli, l'emarginazione dei poveri. La Chiesa vuole " conoscerli, aiutarli e difendere il loro posto e la loro dignità in una società indurita dalla rivalità e dal fascino del successo " (n. 15).
- Giustizia nel mondo, documento del terzo *Sinodo dei vescovi (1971). " L'amore per il prossimo e la giustizia sono inseparabili ". I vescovi auspicano con urgenza che all'interno della Chiesa sia visibile il modello del rispetto per i diritti di ognuno; chiedono che si adotti lo stile di vita che richiede la miserrima situazione di tanti; sottolineano l'impegno educativo, che deve partire dal riconoscimento del peccato nelle sue manifestazioni individuali e sociali (cf nn. 17-19).
- Laborem exercens (" Nel realizzare il lavoro "), enciclica di Giovanni Paolo II a novant'anni dalla Rerum novarum (14981; non poté essere pubblicata il 15 maggio a causa dell'attentato di cui fu vittima il papa il giorno 13). E scritta da un uomo che ha vissuto in un paese sottoposto all'ideologia e all'organizzazione marxista, ma che ha anche studiato i sistemi capitalisti. Al centro del pensiero del papa è la persona umana, la verità dell'essere dell'uomo.
- Sollicitudo rei socialis (SRS) (" La preoccupazione per gli affari sociali "), enciclica di Giovanni Paolo II (19288) per commemorare i vent'anni della Populorum progressio (PP), alla quale fa ripetutamente riferimento. Mentre PP, scritta per l'occidente, non fa allusione al marxismo, ma critica fortemente il capitalismo liberale (n. 26 e 58), SRS condanna con energia l'oppressione marxista, che sopprime le libertà e reprime la creatività (cf n. 15). Ma il capitalismo liberale è anche un imperialismo oppressore. " Il processo dello sviluppo e della liberazione si concretizza nell'esercizio della solidarietà, vale a dire dell'amore e del servizio al prossimo, in particolare ai più poveri " (n. 46).
- Centesimus annus (" Nel centenario "), *enciclica di Giovanni Paolo II a cent'anni dalla Rerum novarum. Il papa, oltre a ricordare i criteri più caratteristici della RN, espone le linee essenziali della dottrina sociale della Chiesa con lo sguardo rivolto più al futuro che al passato. Essenziale è la concezione corretta della persona, intesa in modo erroneo dal marxismo e dal capitalismo.
- Pio XII offrì notevoli insegnamenti sui diritti umani, l'ordine giuridico internazionale, eccetera. Tra i suoi interventi in questo campo, si distinguono i radiomessaggi di Pentecoste del 1941, La solennità (a cinquant'anni dalla Rerum novarum), quello di Natale del 1942 e quello del 1944: Benignitas et humanitas, sulla Chiesa e la democrazia.
- Il *CELAM, nelle sue Conferenze Generali di *Medellín (1968) e di *Puebla (1979), dipinse con duro realismo la situazione di ingiustizia patita da grandi moltitudini nel continente americano e propose la dottrina della Chiesa applicata a tale situazione.
Medellín dedica il primo dei suoi sedici documenti alla giustizia; sulla stessa linea il quattordicesimo: Povertà della Chiesa; numerosi i riferimenti in altri, come Famiglia e demografia, Gioventù, Catechesi...
Puebla parte dal fatto che la situazione non è migliorata tra le due assemblee e, nel suo documento unitario, parla di strutture di peccato in questo ambito, usando perfino l'espressione " peccato sociale " (nn. 28, 487). (Giovanni Paolo II parla di " strutture di peccato ", per es. in SRS 36.) Meritano di essere citate in particolare: parte I, cap. II: Visione della realtà dell'America Latina; parte II, cap. II, paragrafo IV: Evangelizzazione, liberazione e promozione umana; e paragrafo V: Evangelizzazione, ideologie e politica; parte IV, cap. I: L'opzione preferenziale per i poveri.
- Libertatis nuntius, istruzione della Congregazione per la Dottrina della fede (6884) che indica le deviazioni di alcune correnti della *teologia della liberazione.
- Libertatis conscientia, istruzione della stessa *Congregazione Romana (22386). E un'esposizione più completa sulla libertà umana, inclusa la liberazione dalle condizioni socio-economiche che rendono schiavi.
- La Pontificia Commissione Giustizia e Pace pubblicò vari documenti di portata sociale: Al servizio della comunità umana: una considerazione etica del debito internazionale (1986); Che hai fatto di tuo fratello senza tetto? La Chiesa di fronte alla crisi della casa (1987); Il moderno sviluppo delle attività finanziarie alla luce delle esigenze del cristianesimo (1994); Per una migliore distribuzione della terra (1997).
Dottrina sociale della Chiesa. II Linee centrali. (inizio)
(Le sigle rimandano ai documenti citati nell'articolo precedente.)
1. Il primo punto di riferimento è il valore della persona umana. La sua dignità, la sua libertà, l'uguaglianza radicale di tutti gli uomini. L'autentico bene dell'uomo è il suo essere personale; non ciò che possiede ma ciò che è, e il mistero del suo essere si scopre nella sua prospettiva trascendente. L'interesse sociale deve tendere a far sì che l'uomo passi " da condizioni di vita meno umane a condizioni di vita più umane " (PP 20) (LE, CA).
2. " Il lavoro umano è la chiave, forse la chiave essenziale, di tutta la questione sociale "; non deve essere considerato come merce, ma come attività personale (LE 3 e 6). Il sistema del salario non è di per sé ingiusto. Può garantire la giustizia e oggi come oggi non se ne conosce un altro che possa sostituirlo. Tuttavia, il rapporto tra le parti va al di là del salario; il lavoratore fa parte dell'impresa e deve partecipare in qualche modo alla sua proprietà, all'amministrazione e ai benefici (QA, GS).
I lavoratori hanno diritto ad associarsi, a formare sindacati per difendere i loro interessi, il che non vuol dire lottare " contro gli altri " (RN, LE 20).
Lo sciopero, " nella presente situazione, può continuare ad essere un mezzo necessario, anche se estremo " (GS 68).
La lotta di classe è illegittima se intesa come conflitto nel quale non si rispetta l'etica e nel quale si cerca il bene personale a prescindere dal bene generale (QA, CA 14).
Il vizio radicale del capitalismo liberale e del marxismo sta nel fatto che entrambi sono materialisti: violano i diritti delle persone concentrandosi sui beni materiali (LE 13). Uno sviluppo puramente economico non libera l'uomo; piuttosto, lo disumanizza (SRS 46).
3. Il diritto di proprietà individuale è legittimo e deve essere promosso. Garantisce la libertà e la creatività e stimola il lavoro. Tale diritto riguarda anche i mezzo di produzione (RN 9, 10, 14, 18; MM 21; LE 14; CA 6, 30).
La proprietà privata, però, " non costituisce per nessuno un diritto senza condizioni ed assoluto " (PP 23); su questo diritto pende un'" ipoteca sociale ". Esso è subordinato a un altro più radicale: Dio ha destinato i beni della terra " perché ne facciano uso tutti gli uomini e i popoli " (GS 69; LE 14; SRS 42).
4. La solidarietà tra gli uomini e tra i popoli. E un fatto in molti campi (PP 17). Deve esserlo particolarmente in questo, perché si superi la mentalità individualistica (CA 49).
- " L'amore preferenziale per i poveri " è una delle espressioni necessarie della solidarietà (SRS 46).
- " L'amore per il prossimo e la giustizia sono inseparabili. L'amore è innanzi tutto un'esigenza assoluta di giustizia " (Sinodo Vescovi, 1971).
- Il superfluo deve essere considerato " con la misura delle necessità degli altri " (Giovanni XXIII: GS 69). Come già insegnarono i Padri della Chiesa, quello che avanza al ricco appartiene al bisognoso (PP 23). Similmente, " il superfluo dei paesi ricchi deve essere dedicato ai paesi poveri " (PP 49).
Il cardinal Lustiger affermava che siamo agli inizi del cristianesimo. Almeno nel campo dell'applicazione del *vangelo alla vita sociale, tale affermazione risulta innegabile se guardiamo semplicemente a quanto detto nel punto 4.
5. La Chiesa ha il diritto e il dovere di intervenire in questo campo proponendo la sua dottrina. Poiché il sociale comporta una responsabilità morale, " fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa " (SRS 41). In questo campo sono coinvolti elementi evangelici fondamentali come la giustizia, la carità, l'essere dell'uomo e il suo destino (RN, QA, EN, PP). Questa dottrina non è una terza via tra il capitalismo liberale e il materialismo marxista, ma è applicazione della Parola di Dio alla vita (SRS 41).
Unità monetaria greca equivalente al *denaro romano ai tempi del Nuovo Testamento.
Animale *mitologico, incarnazione del caos primitivo. Nell'Antico Testamento, mostro marino o, a volte, terrestre; compare anche sotto altri nomi (Leviatan, serpente) (cf Sal 74,13; 91,13; 148,7; Is 14,29; 27,1; 30,6; Ez 29,3; 32,2; Dn 7). Nel Nuovo Testamento lo nomina l'Apocalisse come l'avversario di Dio: Ap 12, 3.14-17 (serpente); 20,7-10 (diavolo). Può essere assimilato allo spirito del male.
" Prodotto - naturale o derivato - che ha la capacità di stimolare o inibire il sistema nervoso, producendo tolleranza (aumento costante della necessità) e dipendenza (se ne ha bisogno per comportarsi normalmente, poiché senza di essa ci si ammala) " (Eduardo Baselgas, sj). La maggior parte delle droghe producono dipendenza psichica (ci si sente incapaci di farne a meno) e alcune anche dipendenza fisica (interrompendone l'assunzione, si producono disturbi organici in quanto il corpo vi si è abituato). Ne esistono vari tipi, distinti secondo gli effetti: stimolanti, ipnotici, allucinogeni. Sono pericolose e a volte possono provocare la morte (cf L. González-Carvajal, D.A.P.V.D.).
Vocabolo di origine celtica, significa letteralmente: " che conosce (wid) la quercia (dru) ", con riferimento alle misteriose pratiche fatte col vischio quercino. Indicava i sacerdoti con funzioni religiose e anche politiche nei popoli celtici.
Concezione filosofica secondo la quale ciò che esiste deriva da due principi opposti ed irriducibili: bene e male, caos e creazione, tenebre e luce... La Bibbia afferma chiaramente l'esistenza di un Dio unico creatore di ogni cosa.
Esiste anche un dualismo antropologico, ovvero una visione dell'uomo come opposizione o almeno separazione di anima e corpo. La concezione ebraica dell'uomo è monista o unitaria, ma nella filosofia cristiana ebbe un forte influsso la visione dualistica della filosofia greca, specialmente di Platone. Ai nostri giorni, si recupera l'originale visione semitica.
Combattimento tra due contendenti secondo norme prestabilite ed armi uguali per vendicare l'onore offeso. Poiché può condurre alla morte o a ferite gravi, è un'espressione di odio oltre che di orgoglio. E un peccato grave.
Culto di venerazione reso ad angeli e santi. Vedi *Culto.
Termine popolare con cui si designano in Italia alcune *cattedrali, in particolare a Milano, Orvieto, Pisa e Siena.
E
Montagna rocciosa della *Samaria, a nord di Sichem, presso l'attuale Nablus. Nell'impressionante scenario tra questo arido monte e il boscoso *Garizìm (monte della maledizione il primo, della benedizione il secondo), *Giosuè costruì un altare, come gli aveva ordinato Mosè e lesse tutte le parole della legge, perché il popolo scegliesse se obbedire o disobbedire a Dio (vedi Dt 11,26-30 e Gs 8,30-35).
Dal greco hebdòmada = settimana. La persona che nella preghiera corale o comunitaria della *Liturgia delle ore presiede o dirige la preghiera. Viene detta ebdomadario per l'uso di svolgere a turno settimanalmente questo ministero, iniziando dai primi vespri della domenica.
Setta giudeocristiana che negava la divinità di Cristo. Durante la *Guerra Giudaica, si rifugiarono ad est del *Giordano. La loro dottrina è racchiusa in un vangelo, detto vangelo degli ebioniti, elaborato soprattutto con materiale di Mt, ma anche degli altri sinottici e con leggende. Proibivano di mangiare carne, si opponevano alla dottrina di *Paolo e negavano la nascita verginale di Gesù (cf DBM e VPB).
Lingua semita nella quale venne scritto l'AT. Proviene dal mescolarsi della lingua dei cananei con l'aramaico che parlava il popolo di Israele. Dopo l'*esilio, l'ebraico rimase come lingua letteraria, ma il popolo parlava aramaico. Nella scrittura, l'ebraico usava solo le consonanti. I *masoreti inventarono, verso il sec. VI o VII d.C., il sistema per rappresentare le vocali per mezzo di punti.
Religione e insieme delle tradizioni degli ebrei. E una delle tre grandi religioni monoteiste, con il Cristianesimo e l'Islam. Vedi *Giudaismo.
Nome dei discendenti di Abramo, che in Gn 14,13 viene detto " l'ebreo ". Nell'AT viene usato esclusivamente per differenziare gli israeliti da quelli che non lo sono. Tanto nell'Antico come nel Nuovo Testamento, " ebreo " è una designazione onorifica per gli israeliti (cf 2 Cor 11,22).
Fino a non molto tempo fa, la si attribuiva a Paolo. La dottrina è sulla linea paolina, anche se non è paolina l'idea centrale di Cristo sommo sacerdote. Lo stile è, comunque, molto diverso e oggi nessuno sostiene più che sia sua. Non è una vera e propria lettera, salvo nel saluto finale (13,22-25), aggiunto successivamente. E un'esposizione dottrinale ed esortativa. Benché il titolo con il nome dei destinatari sia posteriore al resto, dal suo contenuto si deduce che era rivolta ai *giudeocristiani. La data di composizione è incerta, tra il 65 e il 90 come date limite.
Antica città-stato (è considerata una delle città più antiche del mondo) circa 36 km a sud di Gerusalemme, sulle montagne della *Giudea. A Ebron morì *Sara, la moglie di *Abramo, ed egli comprò agli Hittiti per seppellirla la caverna di *Macpela, primo suolo di queste terre a diventare di proprietà del padre del popolo di Dio (cf Gn 23). Sarà la tomba dei *patriarchi di *Israele (cf Gn 25,7-10; 35,27-29; 49,29-32; 50,12-13). Oggi è sotto il controllo dei musulmani che, come è noto, si sentono figli di Abramo. Davide ne fece la capitale del suo regno e vi regnò per sette anni prima della conquista di *Gerusalemme (2 Sam 2,1-4; 5,1-5).
Uno dei libri sapienziali dell'AT. E detto anche Qoèlet (" colui che parla nell'assemblea ", cioè il " Predicatore ") secondo la designazione ebraica. Nel presentarsi, l'autore allude a Salomone (1,1), secondo la finzione letteraria diffusa nell'antichità di attribuire alcune opere ad uomini illustri, ma il testo si fa risalire al sec. III a.C. Tema centrale è la vanità delle cose umane (cf 1,2 e 12,8). L'autore non vede ancora una soluzione chiara al problema dell'aldilà e per questo risulta a volte sconcertante: ma è uomo di fede. Questo libro si deve vedere, più di altri, nell'insieme della rivelazione, la quale va progredendo in una chiarezza che solo in Gesù si fa piena.
Vedi *Siracide.
Disciplina teologica che studia la *Chiesa nel suo essere o nella sua essenza. Oggi le si dà molta importanza. I motivi di questa ritrovata importanza e dell'interesse che suscita sono: a) lo stretto rapporto che la Chiesa ha con Cristo, dal quale procede, e con gli uomini, per i quali è sacramento universale di salvezza; b) il fatto che, in quanto sacramento universale, in essa ricevono la loro sacramentalità tutti i sacramenti particolari (vedi LG 48 e 1).
Eckart Eckhart, Mastro Johannes (1260 ?-1326). (inizio)
*Mistico *domenicano della Renania, nell'attuale Germania. Attivo nel lavoro pastorale, coltivò la teologia spirituale. Alcune delle sue dottrine scivolarono nel *panteismo, e venne perciò aperto un processo dottrinale sulle sue opere. Eckart si sottomise alla decisione prima che questa venisse pronunciata. Alcune sue proposizioni furono condannate nel 1329.
Sistema filosofico o atteggiamento del pensiero che prende quanto ritiene esservi di meglio dalle diverse dottrine filosofiche cercando di coordinarne l'insieme senza fare una elaborazione unitaria originale. Quando manca la coordinazione, si ha il *sincretismo. Eclettico è chi si interessa a studi o discipline differenti.
Scienza recente (il termine è usato per la prima volta da E. Haekel nel 1968) che studia i rapporti tra gli organismi viventi e il loro ambiente. Da una iniziale attenzione ai vegetali, passò allo studio degli animali e oggi è particolarmente rivolta a quello dell'uomo. " Si colloca accanto alla psicologia, all'antropologia e alla geografia umana, a metà strada tra le scienze fisiche e biologiche e le scienze culturali umanistiche " (R. Strassoldo, DS-P).
Economia della salvezza. (inizio)
L'insieme delle disposizioni divine che hanno come fine la salvezza dell'uomo, così come la realizzazione concreta di questo piano. L'economia, in questo senso biblico-teologico, è l'azione di Dio " ad extra ", fuori da sé, vale a dire diversa dalle relazioni personali tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo all'interno del mistero trinitario.
Colui che, nominato dal vescovo, amministra gli affari economici della *diocesi secondo le modalità definite dal consiglio per gli affari economici (cf CIC 494).
Movimento che tende a riunificare in una sola Chiesa le diverse Chiese cristiane. Ecumene significa in greco la parte abitata della terra, ovvero l'universalità. L'ecumenismo vuole essere la risposta alle parole di Gesù: " che siano una sola cosa " (Gv 17,21). Il movimento nacque in Inghilterra nel sec. XIX. Nel 1948, venne fondato a Ginevra il Consiglio Ecumenico delle Chiese, al quale appartengono quasi tutte le confessioni cristiane. La Chiesa cattolica, che non ne è membro, vi è rappresentata da osservatori. *Giovanni XXIII creò il " Segretariato per la promozione dell'unità dei cristiani " (1960). Il Vaticano II si interessò molto al tema dell'ecumenismo ed elaborò il Decreto sull'ecumenismo " Unitatis Redintegratio ".
In ebraico " delizia ". Non è il *paradiso terrestre, ma il luogo dove tale paradiso si trovava (cf Gn 2,8-15).
Inclinazione erotica del bambino verso sua madre o della bambina verso suo padre. Il nome viene dal racconto della *mitologia greca immortalato da Sofocle, secondo il quale Edipo, senza saperlo, si sposa con sua madre e, venutolo a sapere, si cava gli occhi. In psicoanalisi, è importante fare attenzione a questo fenomeno, che è naturale in certi periodi dell'infanzia e che può provocare successivamente conflitti nevrotici.
Edizione di un'opera del passato nella quale si selezionano e si giustificano con note critiche le scelte che sembrano più conformi all'originale. Si fa questo con opere che, per la loro importanza, hanno avuto molte copie o edizioni. Il fatto stesso di copiare, soggetto ad errori, o anche una mentalità o ideologia prevenuta di fronte a determinati testi, sono causa di molte delle varianti, che devono essere eliminate. Le edizioni critiche hanno grande importanza relativamente alla *Bibbia, tanto per il fatto di essere il libro più copiato e pubblicato, che per le tendenze, a volte eretiche, con cui è stato affrontato.
Territorio a sud del Mar Morto, fino al golfo di Aqaba, dove si stabilì *Esaù, il capostipite degli edomiti o *idumei. Appartenne ad Israele al tempo di *Davide (2 Sam 8,13-14) e in altre brevi epoche. Le guerre tra Edom e Israele furono frequenti, a causa delle ricchezze minerarie e dell'ubicazione, aperta ai mari del sud. Traendo vantaggio dall'esilio degli israeliti, gli *edomiti occuparono gran parte del territorio a sud della Giudea (vedi *Idumea).
Vedi *Idumei.
" Dottrina secondo la quale il piacere determina il valore etico dell'azione. Al tempo stesso si presuppone che, in generale, l'uomo agisca solo per il piacere " (J. Schuster, DF-H). L'epicureismo, il materialismo e qualche altra corrente filosofica professano l'edonismo.
Attività rivolta a promuovere lo sviluppo e il perfezionamento delle potenzialità e delle qualità dell'essere umano. Secondo diverse angolazioni è vista: a) come aiuto all'educando perché egli stesso possa trarre (" educere ", in latino) quel che è buono da sé stesso; b) o come trasmissione di conoscenze e atteggiamenti morali, di valori, ossia, di cultura.
Educazione della fede. (inizio)
Con questa espressione si definisce a volte la *catechesi (cf CT 18). Tuttavia, la catechesi è uno dei modi dell'educare la fede, che ha un ambito più ampio. L'educazione della fede è l'attività che intende far maturare la fede dei cristiani utilizzando ogni mezzo possibile.
1. Per alcuni, è l'attività che tende a formare i criteri e gli atteggiamenti di un corretto comportamento umano, indipendentemente dalla fede.
2. Per altri, è quella parte dell'educazione della fede che ha a che fare con gli atteggiamenti e il comportamento umani. Questa, in realtà, è l'educazione morale dedotta dalla rivelazione, mentre la prima esprime una concezione più universale (cf G. Gatti, DC-CCS).
Efesini, Lettera agli. (inizio)
Lettera dell'apostolo Paolo scritta, secondo alcuni, verso il 62-63, quando Paolo era prigioniero a Roma. Altri studiosi della Scrittura pensano che sia posteriore a san Paolo, scritta tra gli anni 80 e 100. C'è anche chi crede che possa essere la lettera che scrisse ai cristiani di Laodicea menzionata in Col 4,16 (che, se così non fosse, sarebbe andata perduta). Infine, potrebbe trattarsi di una lettera circolare destinata in varie copie a diverse Chiese dell'*Asia Minore. Questa tesi sarebbe avallata dal tono della lettera e dalla mancanza dei saluti finali consueti in Paolo. Ha molte somiglianze con la lettera indirizzata ai *Colossesi. Nella dottrina della lettera agli Efesini, risalta il magnifico piano di Dio in Cristo e l'unione di tutti i redenti nella Chiesa.
La più importante città dell'*Asia Minore ai tempi del NT, capitale della provincia romana dell'Asia, snodo vitale per le comunicazioni e centro culturale e religioso. Vi si trovava il tempio di Artemide (Diana), una delle sette meraviglie del mondo. San *Paolo la evangelizzò e vi nacque una numerosa comunità cristiana. Paolo risiedette in questa città per circa tre anni (cf At 19,1-10), finché una rivolta degli argentieri, le cui vendite di immagini di Artemide avevano cominciato a scemare, obbligò Paolo a lasciare la città.
Specie di grembiule di piccole proporzioni, in tessuto incastonato di pietre preziose e oro, di cui si cingeva il petto il *sommo sacerdote ebraico (cf Es 25,7; 28,6-14; 29,5; 1 Sam 2,28). Sulle spalline, due pietre d'onice portavano incisi i nomi delle dodici tribù di Israele.
Si dava questo nome anche a un oggetto divinatorio che venne poi condannato come simbolo di idolatria (cf Gdc 8,22-27; 1 Sam 21,10).
Figlio di Giuseppe. Giacobbe conferirà a lui, invece che al fratello maggiore, Manasse, la benedizione spettante al primogenito (Gn 48). La tribù di Efraim, nata dalla sua discendenza, si stabilirà nella parte centrale della *Cisgiordania. Nucleo del regno di Israele, per la sua predominanza e la sua prosperità diventerà a volte, nei profeti, eponimo di tutto il regno settentrionale (cf Gn 41,52; Dt 33,13-17; Gv 11,54.
Dall'arabo higra = fuga, emigrazione. Il ritiro di *Maometto dalla *Mecca (vedi *Kaaba) verso Yathrib (vedi *Medina) nel 622 d.C. Questo fatto segna l'inizio dell'*era musulmana nel nuovo calendario stabilito per l'Islam dal Califfo Omar (638 d.C.).
Paese situato nel nordest dell'Africa, culla di un'antichissima cultura nella valle del *Nilo. La sua potenza, spesso in lotta con l'impero assiro, ebbe molte ripercussioni in *Palestina, scenario a volte di battaglie tra i due colossi e in numerose occasioni dominata dall'uno o dall'altro. L'evento centrale dell'AT è proprio la *Pasqua o uscita dall'Egitto nel secolo XIII a.C.
In latino, ego = io. L'egoismo è il vizio o peccato di far prevalere, almeno nella volontà, l'interesse personale, benché questo ferisca quelli altrui. Come l'*amore o carità è la radice di ogni bontà, l'egoismo lo è di ogni cattiveria.
Paese situato nel nord del golfo Persico, tra *Babilonia e la *Persia, annesso agli inizi del sec. VI a.C. all'impero dei *medi e dei *persiani. Nella capitale di Elam, Susa, *Ciro fissò la sua residenza. Elam e i suoi abitanti, gli elamiti, sono citati varie volte nell'AT (Is 11,11; Ger 49,34-39; Ez 32,34; Esd 2,7; Ne 1,12) e in At 2,9.
Nome frequente nell'AT. Portarono questo nome: il terzo figlio di *Aronne (Lv 20,26); lo scriba che morì eroicamente ai tempi di Antioco IV Epifane (2 Mac 6,18-31); e uno degli antenati di Gesù (Mt 1,15).
Isola e città sul Nilo, di fronte all'attuale Assuan, nella quale visse una colonia ebraica. Vi sono stati scoperti numerosi papiri del sec. V a.C., per la maggior parte in aramaico. Anche se non sono biblici, hanno fornito interessanti conferme e complementi ai dati biblici, come pratiche amministrative dei persiani citate in Esdra e Neemia che alcuni consideravano inaccettabili.
Aiuto materiale che si dà a chi ha bisogno. " Significa anche pietà, misericordia e deve pertanto essere messa in relazione con la compassione di Dio (cf Lc 6,36 e 38); traduce l'ebraico sedaquà, " giustizia ", probabilmente perché l'elemosina è un mezzo di ristabilire la giustizia che Dio vuole sulla terra (dare a tutti gli esseri ciò di cui hanno bisogno) " (X. Léon-Dufour, DNT). Nella Bibbia viene presentata come un elemento fondamentale. Cristo la elogiò (Mc 12,41-44) e la praticò (Gv 13,29). Si capisce il suo valore come espressione dell'amore (cf Mt 6,1-4). Bisogna tendere a un ordine sociale più giusto che renda sempre meno necessario per alcuni il dover vivere di elemosina.
Vedi *Religioni misteriche.
Riti religiosi celebrati ad Eleusi, vicino Atene (vedi cartine 4 e 5). Solo gli adepti già iniziati erano ammessi alla loro celebrazione.
Nella Bibbia, l'assegnazione che Dio, di sua iniziativa, fa di una missione a una determinata persona. Sono famose le grandi elezioni, che vanno costituendo la trama nello sviluppo della storia della salvezza; elezione di un popolo, di *Abramo, di *Giacobbe, di *Mosè, di *Davide, di *Samuele, di ognuno dei profeti, di *Giovanni Battista, di *Maria, dei dodici... L'eletto può accettare o rifiutare l'elezione o realizzare indegnamente la missione per la quale è stato eletto, come fu il caso, ad esempio, di Saul.
Elì, elì, lemà sabactani. (inizio)
" Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ". Frase iniziale del *Salmo 22 con la quale Gesù prega sulla croce (Mt 27,46; Mc 15,34).
Uno dei grandi *profeti, non scrittore. Operò nel regno del nord nel sec. IX a.C. al tempo dell'empio re Acab e di sua moglie, la perfida Gezabele. I libri 1 e 2 dei Re narrano di lui grandi miracoli e la sua energica lotta contro il culto idolatra a *Baal. Il suo ricordo è legato al monte *Carmelo (cf 1 Re 17; 18; 19; 21; 2 Re 2).
In ebraico, " Dio è aiuto ". Nome del capo della servitù di Abramo (cf Gn 15,2) e di un figlio di Mosè (cf Es 18,4), tra gli altri.
In ebraico, " Dio è pienezza ". Donna della tribù di *Aronne, moglie di *Zaccaria, madre di *Giovanni Battista e parente della vergine *Maria. Luca la nomina diverse volte nel primo capitolo del suo Vangelo.
Profeta del sec. IX a.C., discepolo di *Elia, grande *taumaturgo. Continuò la lotta del suo maestro contro l'idolatria e intervenne in eventi politici, come l'unzione di Ieu a re di Israele (2 Re 9,1-10) e la predizione della vittoria di Ioas su Aram (cf 2 Re 13, 14-19).
Si parla di ellenismo tanto per designare il periodo storico che va da Alessandro Magno (333-323 a.C.) fino all'epoca di Ottaviano Augusto (31 a.C.-14 d.C.), quanto, più propriamente, per esprimere il dominio della lingua e della cultura greche nei secoli IV a.C.-I d.C. in tutto il Medio Oriente e successivamente anche nell'impero romano. L'ellenismo divenne la cultura universale di tutti quei grandi e diversi popoli. Uno degli aspetti di questa cultura fu quello religioso: si giunse a un certo *sincretismo tra le diverse divinità e i vari culti. Nel *giudaismo sorsero due tendenze opposte: quella di coloro che erano aperti alle nuove forme e quella che cercò di difendere, perfino con le armi, le proprie tradizioni religiose. Ad ogni modo, tanto nella *Palestina dominata dai greci che, soprattutto, nelle colonie della *diaspora, l'influsso è evidente. La traduzione della Bibbia in greco, detta dei *Settanta, ne è una dimostrazione. Il NT fu scritto tutto in greco, tranne il primo Vangelo di *Matteo, che non ci è giunto. L'universalità dell'ellenismo favorì la diffusione del cristianesimo. E indubbio che l'ellenismo ebbe un influsso nella predicazione e anche nei libri del NT; del resto, non poteva essere altrimenti, poiché si trattava della cultura in cui bisognava esprimersi, il che non implica che la fede o la dottrina cristiane abbiano subito trasformazioni sostanziali.
Chi, provenendo dal mondo ellenico, si convertiva al cristianesimo. Vedi *Giudeocristiani.
Plurale di El = Dio. E la designazione di Dio predominante nella tradizione *elohista. Il plurale può essere residuo di un'epoca politeista. Anche se si riferisce all'unico Dio di Israele, a volte si applica nell'AT a diverse divinità di altri popoli.
Il *Pentateuco attinge a diverse fonti o correnti di tradizione. Quella elohista, così chiamata perché designa Dio con il nome *Elohim, è una delle principali, assieme a quella *jahvista, *sacerdotale e *deuteronomica.
Città del sud della Spagna nella quale si tenne, nell'anno 303, un concilio (non ecumenico) di tendenza piuttosto rigorista.
Aggiunta o prolungamento di una preghiera; ad esempio, quella che nella *messa fa seguito al Padre nostro riprendendone l'ultima frase.
La metà di un verso. Si usa molto per riferirsi alla metà di un verso nei *salmi.
" Dio con noi ", in ebraico. E il nome che, nella famosa profezia di Is 7,14, viene dato al figlio che nascerà dalla vergine e che Mt 1,23 vede compiuta nel narrare la concezione verginale di Gesù. La cosa più significativa di questa profezia, difficile da interpretare nei suoi dettagli, è proprio in ciò che questo nome esprime: Dio è con il suo popolo e, pertanto, Dio lo salva.
Diverse località della Palestina portano questo nome. La più famosa è il villaggio verso il quale, nel giorno della *risurrezione del Signore, camminavano i due discepoli di cui ci parla Lc 24,13-35. Si identifica, probabilmente, con l'odierna El-Qubeibeh, situata a circa 12 km da Gerusalemme. Per altri si tratterebbe, invece, dell'odierna ’Amwas, a 24 chilometri.
Indirizzo filosofico secondo il quale l'unica fonte della conoscenza è l'esperienza, assunta quindi come unico criterio di verità.
Dal greco en = in, e keir = mano. Manuale, libro che compendia, e mette " a portata di mano ", i principali testi o documenti di una materia.
O lettera enciclica. Documento del papa sotto forma di lettera indirizzata ai vescovi e a tutti i fedeli, o anche a tutti gli uomini disposti ad ascoltarlo, su un determinato tema, generalmente di carattere dottrinale. Si tratta di un documento pontificio importante, anche se non tanto quanto le *bolle o le *costituzioni apostoliche.
Unione matrimoniale " interna ", cioè all'interno di un gruppo più o meno ristretto: parentela, tribù, casta o classe sociale... L'endogamia in gruppi ristretti, che implica consanguineità, produce una degenerazione della razza e, in diversi casi, gravi conseguenze psichiche.
In ebraico, " la sorgente del capretto ". Oasi presso la riva occidentale del Mar Morto, dove Davide si nascose fuggendo da Saul (Gs 15,62; 1 Sam 23,29).
Vedi *Marxismo.
Uno dei *patriarchi antidiluviani, del quale si dice che visse 365 anni (= numero di giorni dell'anno solare), che " camminò con Dio " e non morì ma " fu trasportato via " da Dio (cf Gn 5,21-24; Eb 11,5). Per il suo camminare con Dio e per la sua scomparsa misteriosa, ebbe singolare rilievo tra gli ebrei e fu oggetto di leggende, alcune delle quali raccolte in libri *apocrifi.
Situazione religiosa nella quale non è chiaramente definita la differenza tra politeismo e monoteismo. E il caso, ad esempio, dei politeisti che, nel pregare un dio, si rivolgono a lui come all'unico esistente. Nella storia delle religioni, quella fase in cui la religiosità primitiva dell'uomo raffigura il dio unico con molteplicità di simboli, espressione dei suoi diversi attributi.
Francescano, accompagnò Cabral nell'esplorazione durante la quale fu scoperto il Brasile (1500-1501) ed eresse la croce nel luogo che sarebbe stato chiamato Bahia de Santa Cruz.
Vedi *Marduch.
1. In greco, aion. Indica da una parte l'eternità di Dio (" Basileus ton aionon ", ovvero " Re dei secoli ", vedi 1 Tm 1,17); dall'altra, il tempo del mondo, i cui limiti sono la creazione e la fine del mondo. Gli scrittori apostolici distinguono tra due epoche: l'àion houtos, il " secolo " presente, caratterizzato dalla caduta dell'uomo e prima di lui delle potenze angeliche, e l'àion mellôn, il " secolo " che viene, nel quale il peccato non vi sarà, si compirà la volontà di Dio senza ostacoli e Dio regnerà.
2. Nella filosofia gnostica, ciascuno degli infiniti esseri emananti da Dio e come lui eterni, che fungono da intermediari tra Lui e il mondo. Per estensione, durata di un fenomeno tanto lunga da non potersi calcolare, da considerare come eterna.
Nelle Chiese d'Oriente, è equivalente alla *diocesi d'Occidente.
Etimologicamente, significa " equità ". Interpretazione della legge fatta dal soggetto tenendo conto, più che della lettera della legge positiva, del suo senso e dell'intenzione del legislatore. Questa " correzione " della legge si fa basandosi sul fatto che il legislatore non poté scendere nei casi particolari, in alcuni dei quali è più concorde con il senso profondo della legge agire in altro modo. A volte l'epicheia è stata definita una " interpretazione benigna della legge "; di fatto, l'epicheia può rendere la legge più soave, ma anche più severa.
Vedi *Messa. Parte della preghiera eucaristica.
Scuola filosofica fondata da Epicuro (341-271 a.C.). E materialista. Nega l'immortalità dell'anima. Ammette degli esseri sovraumani o dèi, ma indifferenti rispetto all'uomo. Il mondo è retto dal caso. Il fine della vita è cercare il piacere; la felicità si ottiene per mezzo di una prudente regolazione dei godimenti, in modo da sfruttarli nella tranquillità. A volte si chiama epicureismo qualsiasi *edonismo. Quando Paolo giunse ad *Atene per annunciare il vangelo, incontrò filosofi epicurei (cf At 17,18) (cf Schuster, DF-H e Léon-Dufour, DNT-C.)
" Manifestazione ". La solennità dell'Epifania (il 6 gennaio) celebra la manifestazione di Dio nel Verbo incarnato. E l'equivalente del Natale, dove Dio appare in carne umana. La Chiesa cattolica occidentale mette in risalto la natività; quella orientale, l'epifania.
Dal greco = epigrafé, scrittura sovrapposta, iscrizione. Scienza che studia l'interpretazione delle iscrizioni. Ha una notevole incidenza negli studi storici in generale e del cristianesimo antico in particolare.
Aggettivo che qualifica ciò che si riferisce al vescovo.
1. L'insieme dei vescovi (del mondo, di una nazione, regione, ecc.).
2. Il ministero dell'ordine nel suo grado più alto. Vedi *Ordine, Sacramento dell'.
Lettera. Il termine epistola è latino ed era riservato alle lettere importanti, soprattutto per quelle scritte dagli apostoli. Ai nostri giorni, è d'uso più comune chiamarle *lettere.
" Soprannome ". Un personaggio, un eroe, un dio che dà il suo nome a un popolo, a una tribù, a una città, a un periodo o epoca. Esempi: Israele (che era un altro nome di Giacobbe, dà il suo nome alla nazione), Giuda (nome del figlio di Giacobbe, diventa nome della tribù e del regno).
Celebri parole attribuite a *Galileo nel vedersi obbligato - sotto pena di condanna ecclesiastica - ad accettare che la terra fosse fissa e il sole le ruotasse attorno.
" Sette volumi ". Così viene a volte denominato il *Pentateuco più i libri di *Giosuè e *Giudici quando si vuole far notare l'unità delle loro fonti.
Dal latino epulo: colui che mangia e beve in modo ghiotto e abbondante.
Vedi *Univoco.
Computo degli anni a partire dalla nascita di Gesù. Viene anche chiamata era volgare, in quanto è utilizzata dalla maggior parte dei popoli. Ad avere la felice idea di porre la nascita di Cristo come punto centrale nello svolgersi del tempo fu il monaco greco Dionigi il Piccolo, che visse a Roma nel sec. VI. Nell'anno 526, nel fare il computo, credette che Gesù fosse nato nell'anno 754 di Roma, basandosi sul fatto che aveva 30 anni quando iniziò la sua vita pubblica. Di fatto, Lc 3,23 parla in senso approssimativo e forse vuole solo indicare che era giunto alla maturità richiesta per una missione pubblica. Gesù nacque al tempo di Erode il Grande, che morì nell'anno 750 di Roma, dopo essere stato malato per diversi mesi. Di conseguenza, la nascita di Gesù deve essere spostata di almeno quattro anni; secondo gli studiosi, tra i quattro e i sette anni. Il censimento ai tempi di Quirino (Lc 2,1-2) rimane oscuro dal punto di vista della datazione storica (cf Bibbia TOB, nota a Lc 2,2). La data più sicura che possediamo è quella dell'inizio della vita pubblica di Gesù. Quella della nascita la conosciamo con l'approssimazione già detta; ma conserva tutto il suo valore il fatto che sia posta come inizio della nostra era. Vedi *Cronologia cristiana e *Sincronismo.
Erasmo da Rotterdam, (1466-1536). (inizio)
Umanista di grande erudizione che esercitò una grande influenza ai tempi del Rinascimento e della *Riforma protestante. Criticò duramente la degenerazione della religiosità nella Chiesa del suo tempo, ma si oppose anche a *Lutero, cosicché rappresenta una posizione intermedia tra cattolici e protestanti. Scrisse numerose opere, tra le quali risaltano l'Elogio della pazzia, i Colloqui, gli Adagi...
Dal greco eremos = deserto. E colui che adotta la vita religiosa in solitudine.
Affermazione dottrinale contraria alla fede della Chiesa in una determinata materia. " L'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa " (CDC 751).
Chi si separa dalla fede della Chiesa in qualche punto determinato.
Scrittore ecclesiastico dell'epoca dei *Padri apostolici. Era sposato. Fratello del papa san Pio I (140-155). Scrisse Il Pastore una delle opere più diffuse dell'antica letteratura cristiana greca.
Vedi *Esegesi.
Personificazione del dio egiziano Thot, identificato nell'ellenismo con Hermes e definito " tre volte grandissimo " (vedi *Ermetico). Gli si attribuivano libri di alchimia, *astrologia e *magia, di oscura interpretazione, gelosamente custoditi dai sacerdoti egizi.
Oscuro, difficile da comprendere. Dal nome greco del dio Mercurio, Hermes, ritenuto inventore delle scienze. Appartenente all'*Ermetismo.
Dottrina accessibile solo agli " iniziati " (vedi *iniziazione). In particolare, corrente culturale filosofico-scientifica ispirata alle presunte opere di *Ermete Trismegisto, che ebbero una certa risonanza dal sec. III a.C. al sec. III d.C. (cf C. Vidal, DSO-VD).
Montagna nella parte meridionale della catena del *Libano. Alta m. 2760, ha nevi perenni che alimentano il Giordano. Secondo alcuni potrebbe essere questo, e non il Tabor, l'" alto monte " della Trasfigurazione.
Nome di diversi personaggi citati nel NT.
Erode I il Grande (ca. 73-4 a.C.), re di *Giudea dal 37 al 4 a.C. grazie all'appoggio dei romani, era *idumeo, e per questo malvisto da molti giudei; il suo dominio fu vasto quasi quanto quello di Davide. Si distinse per la sua crudeltà (fece uccidere anche tre dei suoi figli) e per la sua mania di grandezza: costruì e abbellì città e restaurò il Tempio, certo non per motivi religiosi. I Vangeli lo citano in Lc 1,5 e in Mt 2,1, attribuendogli la strage degli innocenti.
Erode Filippo (da non confondere con il fratello *Filippo di Erode), figlio di Erode il Grande, non ebbe ambizioni politiche. La moglie Erodiade lo lasciò per sposare Erode Antipa. Viene chiamato Filippo in Mt 14,3 e Mc 6,17.
Erode II Antipa, figlio di Erode il Grande, *tetrarca e non re come viene spesso chiamato, governò la Galilea dal 4 a.C. al 39 d.C.. Ripudiata la moglie, sposò la nipote *Erodiade togliendola a suo fratello Erode Filippo ancora vivente. Fece decapitare *Giovanni Battista che lo aveva rimproverato per questa unione (cf Mt 14,1-12; Mc 6,14-29; Lc 3,19-29; 9, 7-9). Pilato gli inviò Gesù perché lo processasse in quanto galileo. Antipa lo schernì e lo rimandò a Pilato (cf Lc 23,7-12). Morì in esilio in Gallia, dove lo aveva confinato Caligola.
Erode Agrippa I (nel NT viene chiamato solo Erode). Perseguitò i cristiani per ingraziarsi gli ebrei. Fece decapitare *Giacomo e imprigionare *Pietro (cf At 12,1-3).
In Atti 12,20-23 viene descritta la sua morte repentina con carattere di castigo divino.
Nipote di *Erode I il Grande, sposò prima lo zio *Erode Filippo, da cui ebbe la figlia Salomè (il cui nome è citato da *Giuseppe Flavio, ma non dal NT), e poi il fratello di lui, *Erode Antipa. Istigò quest'ultimo a far decapitare *Giovanni Battista, che aveva condannato il loro matrimonio (cf Mc 6,19-24 e paralleli).
Gruppo di seguaci di *Erode Antipa, che si unirono agli altri nemici di Gesù (cf Mc 3,6; 12,13).
Termine greco che significa " amore ". Si suole intendere come amore sessuale, anche se di per sé esprime l'impulso e l'entusiasmo totale, e non solo carnale.
Riferito alla sessualità e all'amore carnale. Vedi *Eros.
Racconto della creazione in sei giorni: Gn 1,1 - 2,4.
Vedi *Versioni della Bibbia.
Nelle Chiese d'Oriente, il prelato che governa un territorio detto esarcato, che rimane fuori da un *patriarcato.
Il *Pentateuco più il libro di *Giosuè. A volte sono considerati uniti per la loro somiglianza. Vedi anche *Eptateuco.
Figlio di Isacco e di Rebecca, gemello (maggiore) di *Giacobbe. Il suo nome significa " rude, villoso ", come un mantello di pelo (sear), ma anche che abiterà il paese di Seir (seir). Per un piatto di lenticchie vendette al fratello il diritto di primogenitura che lo costituiva erede delle promesse messianiche, commettendo una profanazione (cf Eb 12, 16). E simbolo dell'insensatezza che sacrifica i valori superiori ai godimenti immediati. Sarà chiamato anche *Edom, cioè " rosso ", perché nacque rossiccio ('admôni), ma l'etimologia allude pure alla minestra rossa di lenticchie (adom) (vedi Gn 25,25.30). Si stabilirà a sud del Mar Morto, nella zona del monte Seir, che verrà a chiamarsi terra di Edom o *Idumea. E capostipite degli *edomiti o idumei, il popolo fratello, ma ostile, degli israeliti, discendenti di Giacobbe (cf Gn 25,21s; 27-28,9; 32-33).
Nel linguaggio ecclesiale, la separazione di un ecclesiastico da una diocesi. E l'azione correlativa o contraria alla *incardinazione (cf CIC 265-272).
Da eschata = le cose ultime. Dottrina o trattato sulle cose ultime, sul futuro personale (escatologia individuale) e dell'umanità (escatologia collettiva). Il termine " ultimo " si può considerare riferito a un evento decisivo, o all'ultimo in senso assoluto. Così, prima di Cristo, Israele guardava a colui che doveva venire. Adesso guardiamo alla fine dei tempi: morte, giudizio e vita eterna. I profeti dell'AT annunciano i tempi messianici con un linguaggio fortemente immaginativo (cf Is 24,18-23; 25,6-12; 66,10-16.18-24). Il NT manifesta compiute quelle speranze: Cristo è la pienezza che attendevano (Rm 1,1-4; 2 Cor 1,20; Gal 4,4); in lui giunge la *nuova creazione (cf 2 Cor 5,17), la salvezza (cf 2 Cor 6,2). Ma manca la consumazione del mistero di Cristo nei cristiani e nella storia; viviamo nella speranza di quella consumazione escatologica (cf 1 Cor 1,7; 15,19-28; 2 Cor 1,14; 1 Ts 2,19; Rm 8,18-25). Nell'Apocalisse abbondano le visioni escatologiche.
Escatologia intermedia. (inizio)
Vedi *Morte.
Riferito alla *escatologia.
Decisione per mezzo della quale il papa, il superiore generale di una congregazione religiosa o il vescovo, se si tratta di congregazioni diocesane, concedono o impongono a un religioso o religiosa l'autorizzazione o l'obbligo di vivere fuori dalla propria congregazione. L'esclaustrato continua ad essere membro dell'istituto, anche se è privo di alcuni diritti peculiari dei membri (cf CIC 686-687).
Famoso monastero situato nella città omonima, a 50 km da Madrid, fatto costruire da Filippo II, tra il 1663 e il 1689, in memoria della battaglia di San Quintino (1557), vinta contro i francesi. Questo monastero, in origine affidato ai monaci gerolamini e oggi agli *agostiniani, ospita il *pantheon dei re di Spagna.
*Scriba che guida il rimpatrio di un secondo gruppo degli ebrei prigionieri in *Babilonia. Interviene da una parte presso il re di *Persia ottenendo misure legali che li proteggano, e, d'altra parte, presso i rimpatriati per ottenere la pratica della legge di *Mosè. Il libro di Esdra narra il ritorno del popolo esiliato, la ricostruzione del tempio, il ritorno di un secondo gruppo e la ricostruzione della vita della comunità di *Gerusalemme. Fino al sec. XV i libri di Esdra e *Neemia formavano un solo libro.
Dal greco, " spiegazione, interpretazione ". Scienza che studia il senso di un testo. Può riferirsi a una frase, un frammento o un'opera completa. Specialmente quando si tratta dei libri biblici più antichi, come quelli del *Pentateuco, l'esegesi richiede un lavoro molto impegnativo e multidirezionale: stabilire quale sia il testo originale con la maggior precisione possibile (critica testuale), determinare il *genere letterario, tentare di scoprire i problemi della storia della redazione, approfondire la filologia e le peculiarità espressive della lingua (critica letteraria), conoscere l'ambiente e le tendenze dell'epoca (critica storica), in particolare la mentalità religiosa (critica teologica), ecc.
E' l*esegesi che ricorre all'*allegoria come mezzo per scoprire meglio il senso di un testo. Si basa sul fatto che la Scrittura è opera di Dio, che per mezzo di realtà dell'AT preparò quelle che sarebbero venute con Cristo. Di fatto, nel NT si scopre che espressioni o fatti dell'AT racchiudevano un significato allegorico, oltre che letterale. Così, ad esempio, dice Paolo in Gal 4,21-32, a proposito di Agar e Sara, che rappresentano le due alleanze; o in 1 Cor 10,4: la roccia del deserto era figura di Cristo, ecc. Partendo dal fatto che esiste il significato allegorico, certi esegeti, certe scuole, come quella alessandrina anticamente, o alcune epoche, hanno esagerato nel far ricorso alla esegesi allegorica. Vedi anche *Ermeneutica.
Colui che interpreta la Sacra Scrittura. Vedi *Esegesi.
Facoltà del Sommo Pontefice di esimere alcuni istituti di vita consacrata (religiosi) dal governo degli *Ordinari del luogo, sottoponendoli direttamente alla propria autorità o ad altra autorità ecclesiastica (cf CIC 591).
Celebrazione liturgica di un funerale.
Attività che si svolge in giornate dedicate all'orientamento della propria vita sia in una scelta che cambia radicalmente il suo senso precedente, sia nell'approfondimento di un cammino già deciso. Il suo contenuto centrale è la riflessione, l'esame e la preghiera. Se si tratta di un periodo breve, come un solo giorno, si suole chiamarlo ritiro. Gli esercizi spirituali, nel modo che ha predominato negli ultimi secoli, furono ideati da sant'*Ignazio e definiti nel suo libro sugli Esercizi. Inizialmente, erano concepiti per essere realizzati individualmente, sotto la direzione del direttore degli esercizi; poi, si è dato lo stesso nome alla forma collettiva; oggi, pur continuando questa modalità, si torna alla forma personalizzata in piccoli gruppi, nei quali ciascuno dei partecipanti mantiene quotidianamente un dialogo con il direttore. Gli esercizi sono stati un mezzo molto efficace per l'intensificazione della vita spirituale.
In greco, " stare tranquillo, vivere in pace ". Scuola di spiritualità orientale che cerca, nella pace della preghiera, la contemplazione della gloria di Dio nel Figlio. In essa si pratica intensamente l'invocazione del nome di Gesù. Il principale rappresentante di questa spiritualità è Gregorio Palamas (1296-1359).
In particolare, quello patito dal popolo di Dio in Assiria (dopo la caduta di Samaria nel 722 a.C., senza ritorno) e soprattutto in Babilonia, dalla caduta di Gerusalemme (587 a.C) fino a quando *Ciro non permetterà il ritorno (538 a.C.), la ricostruzione di *Gerusalemme e la restaurazione del culto nel tempio. Questo esilio viene anche chiamato la cattività di Babilonia.
Vedi *Essenzialista Esistenzialista.
Dal greco, " via d'uscita ". Uscita degli israeliti dall'Egitto (a volte si chiama esodo anche tutto il cammino verso la terra promessa), e nome del libro (il secondo del *Pentateuco e della Bibbia) che narra questo evento. L'uscita dall'Egitto è, con l'*Alleanza che ne seguì, il fatto culminante della storia di Israele nell'AT, ricordato poi innumerevoli volte nella Bibbia. Ad esso fanno riferimento la celebrazione della *Pasqua, il passaggio del Mar Rosso (che rimarrà per i cristiani come immagine del *battesimo o passaggio dalla schiavitù del peccato alla libertà dei figli di Dio) e l'alleanza. Per Israele, l'esodo è la nascita come popolo: le famiglie disseminate tra gli egiziani si raggruppano come nazione o popolo di *Jhwh. L'uscita dall'Egitto si colloca verso il 1250-1200 a.C.
Rito per mezzo del quale si espelle il demonio da un corpo nel quale abitava o che aveva posseduto (da cui il nome di " posseduto " dato all'indemoniato, o invasato). I *Vangeli narrano numerose espulsioni di demoni (Mc 1,21-28; 5,1-20 e paralleli in Mt e Lc). Nella Chiesa, è esistito l'ordine minore degli esorcisti e permane il rito degli esorcismi, sia pure riservato al *sacerdote a ciò designato dal vescovo. Nel rito del *battesimo esistono delle preghiere dette esorcismi, con le quali si chiede la liberazione dallo spirito del male.
Esortazione apostolica. (inizio)
Nome che i papi danno ad alcuni dei loro documenti rivolti a tutti i cattolici. La loro importanza è simile a quella delle encicliche, da cui si distinguono perché in queste predomina il carattere dottrinale, mentre nelle esortazioni prevale quello pastorale.
Ciò che si riferisce a dottrine o pratiche che si mantengono occulte o riservate agli iniziati in una religione o setta.
1. Soddisfazione per l'ordine morale infranto. Richiede la purificazione interiore e l'eliminazione del peccato.
2. Festa della espiazione. E lo Yom Kippur degli ebrei o grande giorno penitenziale celebrato nell'equinozio di ottobre. Ai tempi dell'AT, il sommo sacerdote officiava personalmente e entrava nella parte più sacra del tempio, detta sancta sanctorum. Celebravano un sacrificio di espiazione; secondo il rito, il sommo sacerdote tendeva le mani su un capro confessando sopra di esso tutte le iniquità degli israeliti e riversandole così sul suo capo: era il capro espiatorio, che poi si lasciava andare nel deserto perché portasse via con sé tutte le loro iniquità (cf Lv 16,22) (cf F. X. Léon-Dufour, DNT-C).
Esposizione eucaristica. (inizio)
Collocazione in modo visibile del *Santissimo, normalmente nella *custodia, per la sua venerazione.
Espulsione dei demoni. (inizio)
Vedi *Esorcismo.
In ebraico, " i pietosi ". Gruppo o setta ebraica che ebbe vita dal 150 a.C. al 70 d.C. Si ritirarono nel deserto, vivendo in comunità nella stretta osservanza della Legge. Nella Bibbia non sono menzionati. Sappiamo di loro da *Giuseppe e da *Filone (filosofo ebreo vissuto a Alessandria). Si ritiene che, ai tempi di Gesù, gli esseni fossero circa 4000. Tra le loro comunità, la più famosa è quella di *Qumran.
Ciò che fa sì che un essere sia quello che è. In questo senso, è il contrario degli accidenti di un essere. D'altra parte, " l'essenza costituisce innanzi tutto il contropolo dell'esistenza. Così come l'esistenza risponde alla domanda del "se" esista un ente, l'essenza risponde alla domanda sul "che cosa" sia un ente " (J. Lotz, DF-H).
Essenzialista - Esistenzialista. (inizio)
Il pensiero filosofico o la prospettiva da cui l'uomo vede la realtà preferiscono prestare attenzione all'essere o essenza dell'esistente, e allora si parla di essenzialismo, ovvero al modo in cui l'uomo si sente coinvolto nell'esistenza stessa, e allora il suo pensiero è *esistenzialista.
Stato di *contemplazione in intima unione con Dio nell'amore, accompagnato esteriormente dalla sospensione in grado più o meno elevato dell'esercizio dei sensi.
Bella e prudente ragazza ebrea. Il re di Persia Assuero (= Serse) la scelse come nuova regina. E la protagonista del libro che porta il suo nome. Il libro di Ester, scritto nel sec. III a.C., è una narrazione libera nella quale si mostra come Dio, per mezzo di questa donna, consigliata dal suo cugino e tutore *Mardocheo, libera gli ebrei dallo sterminio tramato dal ministro Amàn. Il popolo ebreo ha avuto grande simpatia per questo libro, al cui racconto si rifà la festa dei *Purìm.
Vedi *Capitolo e versetto.
Vedi *Vicino Oriente.
Monaca spagnola che negli anni 381-384 compì un *pellegrinaggio in Oriente, principalmente in Terra Santa. Prestò particolare attenzione al modo in cui in ogni posto si celebravano gli uffici religiosi, che raccontò nel diario del suo viaggio.
" Durata di un essere che esclude qualsiasi inizio, fine, mutazione o successione " (M. Rast. DF-H). O, secondo la definizione di Boezio, " possesso totale, simultaneo e perfetto di una vita interminabile " (cf Ibid.). Così intesa, si addice solo a Dio. Tuttavia, nel linguaggio corrente, parliamo di vita eterna riferendoci a quella che noi speriamo, dell'eternità di beatitudine o di pena, e di fatto, nel passare da questa vita alla futura, usciamo dal tempo; nell'aldilà non è immaginabile una situazione di successione e di cambiamento come quella che qui sperimentiamo.
Vedi *Eretico.
Parte della filosofia che tratta del comportamento umano. E la morale naturale, ossia, l'ordinarsi dell'agire umano secondo l'ordine che la ragione impone come buono. L'etica impone un ordine di *valori; seguirli o rifiutarli implica la capacità o meno di realizzarsi come persona; benché il soggetto lo ignori, nel suo agire sta compromettendo il suo destino eterno. La morale cristiana assume la morale naturale o etica e la perfeziona alla luce della *Rivelazione.
Norme di comportamento etico specifiche dei diversi campi del lavoro.
Applicazione delle norme generali dell'etica a situazioni particolari. Si basa su un principio che bisogna applicare sempre; tuttavia, Pio XII dovette condannare alcune forme di etica situazionale che di fatto violavano le norme oggettive permanenti.
Norme di comportamento relative alle relazioni sociali, in particolare alla giustizia nel mondo del lavoro.
" Signore di popoli ". Nell'Antico e nel Nuovo Testamento questo titolo viene dato a diversi sovrani. Era un titolo intermedio fra *tetrarca e re.
Il maggiore dei sacramenti cristiani, quello in cui la presenza di Gesù è più piena. Letteralmente significa azione di grazie, ma include anche il senso di benedizione o lode, in quanto traduce la *berakà ebraica, che comprendeva ambedue i significati. L'eucaristia cristiana proviene dall'*ultima cena di Gesù con i suoi *apostoli, che fu celebrazione della *pasqua ebraica e iniziazione della pasqua cristiana, che ora si attualizza nella celebrazione. Si usa chiamare eucaristia tutta la *messa. In senso stretto, ne è la parte centrale: la *preghiera eucaristica. Vedi *Messa.
Insieme di elementi di preghiera di una celebrazione, vale a dire quelle che sono preghiere e non letture, canti processionali, antifone, gesti, ecc.
Sistema o teoria filosofico-morale secondo il quale il fine e il bene supremo della vita umana è la soddisfazione, il piacere.
Eudes Giovanni, san (1601-1680). (inizio)
*Sacerdote francese che nel 1644 fondò una congregazione di *chierici (detti eudisti) che si dedicano principalmente alla formazione del clero. Fondò anche una congregazione femminile.
Fiume asiatico noto per ciò che ha rappresentato storicamente nella regione che attraversa. Nasce in Armenia dall'unione di due rami (Eufrate orientale e Eufrate occidentale). Attraversa la catena del Tauro e scorre fino a sfociare nel Golfo Persico. Con un corso di 2.760 km è il fiume più lungo dell'Asia. In Gn 2,14 è menzionato, assieme al *Tigri, come uno dei quattro fiumi dell'Eden. L'Apocalisse menziona per due volte " il gran fiume Eufrate " (Ap 9,14; 16,12).
1. Buone parole, dire cose belle, benedire. E una preghiera di lode a Dio per ciò che è e per ciò che ha fatto nella creazione e nella storia (vedi *Eucaristia). Questo nome si applica anche a lode dei santi.
2. Con questo termine venivano chiamati, nei primi secoli del Cristianesimo, i pani offerti dai fedeli per la consacrazione che, essendo in eccesso, venivano solo benedetti dal sacerdote e poi distribuiti ai presenti o portati ai fedeli assenti. La tradizione è ancora viva nella Chiesa ortodossa.
In greco, " custode del letto o dell'alcova ". Impotente per cause naturali o per castrazione. Anticamente, i monarchi affidavano a un eunuco la custodia del loro gineceo (l'appartamento che ospitava le mogli). Spesso si chiamava eunuco un amico intimo del re, benché non fosse eunuco nel senso biologico del termine (è, ad esempio, il caso di Putifarre, di cui si parla in Gn 39). In senso spirituale, Gesù parla di " eunuchi per il regno dei cieli " (Mt 19,12), riferendosi a coloro che rinunciano al matrimonio per donarsi interamente alla causa del vangelo.
Visse approssimativamente tra il 263 e il 340. E chiamato il " padre della storia della Chiesa " per essere stato il primo a scrivere una storia della Chiesa dai primi giorni. Grazie a lui, possediamo preziosi documenti dell'antichità.
Eutanasia - Distanasia. (inizio)
L'eutanasia (in greco = buona morte) consiste nel provocare la morte a qualcuno per evitare che soffra. E un'azione immorale, che non si può in alcun modo giustificare. La distanasia è l'accanimento nel ritardare il più possibile la morte con mezzi straordinari e molto costosi in se stessi o nel contesto della famiglia. Nelle circostanze di una " morte clinica " (morte irreversibile della corteccia cerebrale), del prolungamento di una vita puramente vegetativa, del poter prolungare per poco tempo e con grandi dolori una vita irrecuperabile, è lecito non usare mezzi straordinari e " lasciar morire " (non impiegare la distanasia), che è cosa diversa dal " far morire " (eutanasia). Diversi documenti della *Santa Sede e degli episcopati confermano questo giudizio morale. " Fa parte del "diritto a morire umanamente" il non prolungare indebitamente la vita dell'uomo al di là di quello che presumibilmente è lo spazio della realizzazione della libertà umana " (M. Vidal, Para conocer la Etica cristiana, VD, 140).
*Archimandrita di *Costantinopoli che combattendo il *nestorianesimo cadde nell'*eresia opposta: l'eutichianismo o *monofisismo. Questa eresia, condannata dal concilio ecumenico di Calcedonia (451), afferma l'unione delle due nature in Cristo, intesa in tal modo che quella umana rimane come assorbita da quella divina; da qui il nome di monofisismo (una natura) dato a quella eresia.
Nell'etimologia ebraica popolare questo nome indica una relazione con la vita: la madre di tutti i viventi. In Gn 2,23, Adamo chiama la sua compagna 'ishsha, nome che gioca sull'omofonia con ish = uomo; in Gn 3,20, la chiama Eva (Hawwah, dalla radice hajah = vivere). Dopo quei primi racconti della Genesi, Eva non appare più nell'AT se non in Tb 8,8 e come allusione in Sir 25,24; nel NT, unicamente in 2 Cor 11,3 e in 1 Tm 2,13. La dottrina che dai *Padri della Chiesa vede in Eva l'immagine o il tipo della *Chiesa e della Vergine *Maria si fonda nel paragone che *Paolo stabilisce tra *Adamo e Gesù Cristo (Rm 5,12s).
Vedi *Vangeli.
Libro che contiene le *pericopi evangeliche selezionate per le letture della liturgia.
1. Aggettivo: che appartiene al vangelo, conforme al vangelo.
2. Pentecostali e altre comunità protestanti.
*Esortazione apostolica che il papa Paolo VI consacrò al tema della *evangelizzazione (datata 8121975, decimo anniversario della chiusura del Vaticano II), raccogliendo la dottrina del *Sinodo dei vescovi del 1974, dedicato a quello stesso tema. Tra i documenti pontifici, normalmente di grande valore, si riconosce a questo un valore eccezionale, come Magna Charta dell'evangelizzazione.
Predicazione o annuncio del vangelo.
" L'evangelizzazione è ciò che definisce la missione totale della Chiesa, la sua identità più profonda (EN 14), giacché "essa esiste per evangelizzare" " (Ibid.).
Con evangelizzare si intende quindi il processo globale mediante il quale la Chiesa, popolo di Dio, mossa dallo Spirito:
- annuncia al mondo il vangelo del regno di Dio;
- rende testimonianza tra gli uomini del nuovo modo di essere e di vivere che esso inaugura;
- educa nella fede quelli che vi si convertono;
- celebra nella comunità dei credenti (mediante i sacramenti) la presenza del Signore Gesù e il dono dello Spirito, e
- impregna e trasforma con la sua forza tutto l'ordine temporale.
La dinamica di questo processo globale di evangelizzazione appare definita in modo *paradigmatico da tre fasi o tappe successive: azione missionaria (con i non credenti), azione catecumenale (con i neo-convertiti) e azione pastorale (con i fedeli della comunità cristiana) (Com. Episc. de Ens. y Cat. España, La catequesis de la comunidad, 169).
Vedi *Vangelo.
Processo di sviluppo o crescita di un essere. Di per sé, è più generico di *trasformismo e non implica necessariamente la trasformazione delle specie. Tuttavia, nelle scienze naturali si intende con evoluzione il processo di mutazione delle specie, il che implica un'alterazione degli elementi genetici. Le attuali conoscenze mostrano che gli esseri viventi che oggi esistono sulla terra si sono evoluti da forme inizialmente molto semplici fino a quelle attuali. In *teologia è chiaro che la creazione proviene da Dio e si evolve secondo le possibilità da lui poste; l'uomo stesso è in divenire verso la meta che Dio gli ha assegnato: il Dio creatore è anche il Dio fine di tutto; la storia è il processo di questa marcia evolutiva. Punto centrale della trasformazione è l'*incarnazione del Verbo, che introduce la dinamica divinizzatrice, e la *risurrezione che trasforma Gesù e tramite lui tutti noi che viviamo della sua vita, dando una nuova dimensione all'esistenza.
Si possono considerare altri tipi di evoluzione, come quella che sperimenta l'uomo nella sua crescita, maturazione e declino biologico, o l'evoluzione spirituale di una persona, l'evoluzione culturale, ecc.
Espressione latina che significa " dalla cattedra ". Si usa per qualificare le dichiarazioni solenni del papa sulla fede o i costumi, che devono essere accettate dai cattolici come fede della Chiesa.
E.g. In latino = per esempio. Equivale a Verbi gratia o v.g.
Forma verbale latina che significa " si esegua, si faccia ". Con questo termine giuridico i re accettavano e davano corso nei propri domini a documenti del papa. Senza l'exequatur non ne era ammessa l'applicazione o la vigenza. Vedi *Regalismo.
Privilegio per cui certi beni o persone non sono soggetti alla giurisdizione dello Stato in cui si trovano.
In ebraico, " Jhwh è la mia forza ". Re di Giuda (721-693 a.C.), figlio di Acaz. Di fronte al rischio che *Gerusalemme fosse invasa, la fece fortificare e assicurò l'approvvigionamento idrico costruendo un canale sotterraneo che riceverà poi il nome di canale di *Siloe (cf Gv 9,7). Ezechia realizzò riforme religiose, distrusse luoghi di culto proibiti ed è giustamente considerato come uno dei pochi re di Giuda che " fece ciò che è retto agli occhi del Signore " (2 Re 18,3).
Uno dei quattro *profeti maggiori. Era sacerdote e visse l'*esilio di *Babilonia. Lì consolò gli altri deportati dal quinto anno della cattività, quando Dio lo chiamò ad esercitare il ministero profetico, fino a circa il 571 a.C. Annunciò la caduta definitiva di Gerusalemme (dopo la prima deportazione, nell'anno 597. Dopo il tentativo di liberarsi dal giogo, Gerusalemme fu distrutta nel 587, anno della seconda deportazione). Annunciò anche il ritorno dalla cattività. Il libro di Ezechiele, che raccoglie brani sparsi, è quello che contiene più visioni, così come *oracoli contro le nazioni, chiamate alla conversione e promesse della vittoria del regno di Dio; proclama la santità di Jhwh e la sua fedeltà, nonostante i peccati del suo popolo (cf DBM-Cl e VPB-H).
Dal greco aitía = causa. Tentativo di spiegare qualcosa (un nome, un rito, un costume, un monumento...) cercandone l'origine o causa. Nell'Antico Testamento si trovano molti racconti eziologici, che spesso stabiliscono una relazione tra una cosa, un'istituzione, un fatto... e il suo nome. Esempi: Gn 28,11s: Bet-El = casa di Dio; Es 2,10: Mosè = tratto dalle acque; Es 12,12-14: pasqua = passaggio. Spesso, " una spiegazione eziologica viene indicata con espressioni come "fino ad oggi" (Gn 19,37-38; Gs 6,25) e "quando i vostri figli vi chiederanno" (Gs 4,6s) " (DBM-Cl).