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UN MESE CON MARIA


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19. Girolamo

LATINI

19. Dal «Commento al profeta Isaia» di Girolamo († 419)

«Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco la Vergine concepirà e partorirà un Figlio che chiamerai Emmanuele» (Is 7,14). Non più ripetutamente e in diversi modi, come dice l'Apostolo Paolo, Dio parla (cf. Eb 1,1); ne più si unirà alle schiere dei profeti, secondo quanto afferma uno di loro (cf Os 12,10); ma colui che prima parlava per mezzo di altri, ora dice: Eccomi! E' lui quello che la sposa invocava nel Cantico dei cantici: «Mi baci con i baci della sua bocca» (Ct 1,1). Infatti «il Signore degli eserciti è il re della gloria» (Sal 23,10). Egli discenderà nell'utero verginale ed entrerà ed uscirà per la porta orientale, che sempre rimane chiusa (cf Ez 44, 1-2).
A questo proposito Gabriele dice alla Vergine: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra; perciò il santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35). E nei Proverbi si legge: «La Sapienza si è costruita una casa» (Prov 9,1). E quando si afferma «Il Signore stesso vi darà un segno» deve trattarsi di un segno nuovo e mirabile.
Se fosse una fanciulla o una giovanetta, come dicono i Giudei, a partorire e non una vergine, come si potrebbe chiamare questo un segno, dal momento che il termine indicherebbe l'età e non l'integrità? E infatti, per contendere con i Giudei e per non offrire loro, in occasione di qualche controversia, motivo di ridere della nostra imperizia, notiamo che una vergine in ebraico viene chiamata
bethula, termine non usato nel nostro testo; al suo posto invece troviamo alma, che tutti, eccetto i Settanta, hanno tradotto con giovinetta. Certamente per loro alma è un termine ambiguo: si può tradurre infatti sia come giovinetta (adolescentula) che come nascosta (abscondita), cioè apokryptos. Per questo nel titolo del nono salmo, dove in ebraico abbiamo la voce alamoth, mentre i Settanta l'hanno tradotta con «nascosti», gli altri traduttori hanno ustato il termine «adolescenza». E nella Genesi leggiamo che, dove Rebecca viene chiamata alma, Aquila tradusse non con giovinetta o fanciulla, ma con «nascosta».
Anche la donna Sunammita, che aveva perso il figlio, quando si gettò ai piedi di Eliseo, mentre Giezi glielo proibiva, si sente dire dal profeta: «Lasciala stare, perchè è nella sofferenza e il Signore me ne ha nascosto il motivo». L'espressione latina: «me lo ha tenuto nascosto», in ebraico troviamo scritto:
eelim memmenni. Pertanto alma non significa solo fanciulla o vergine, ma anche vergine decisamente nascosta, che vive in segreto e che mai si espone agli sguardi degli uomini; e che è custodita con grande cura dai genitori.


(AA.VV. Testi mariani del primo millennio
vol III, Città Nuova, Roma 1990, pp. 281-282)

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