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UN MESE CON MARIA


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16. Lattanzio

LATINI

16. Da «Le Istruzioni divine» di Lattanzio († c. 317)

Lo stesso Dio Padre, origine e principio delle cose, siccome non ha genitori, viene giustamente chiamato apator (senza padre) e ametor ( senza madre) da Trismegisto. Infatti non è stato procreato da nessuno.
Perciò anche il Figlio dovette nascere una seconda volta, affinché egli potesse divenire
apator e ametor. Infatti nella prima generazione spirituale fu ametor, perché venne generato soltanto da Dio Padre, senza l'apporto di una madre. Nella seconda generazione invece, cioè in quella carnale, fu apator, essendo stato procreato da un seno verginale, senza che un padre esercitasse il suo ruolo. E così, indossando una sostanza che sta a metà tra Dio e l'uomo, poté condurre, quasi prendendola per mano, questa nostra fragile e debole natura all'immortalità. Egli fu fatto Figlio di Dio nello spirito e Figlio dell'uomo nella carne; cioè Dio e uomo.
Ma affinché fosse certo che egli era inviato da Dio, fu necessario che non nascesse come qualsiasi altro uomo, cioè per opera di due mortali. Egli perciò venne procreato senza l'intervento di un genitore, cosicché quando si fece uomo, si rivelò in lui anche la sua condizione celeste. Sul piano spirituale aveva Dio come Padre; e allo stesso modo in cui Dio fu padre del suo spirito senza che ci fosse una madre, così una vergine fu madre del suo corpo senza che ci fosse un padre. Egli è pertanto Dio e uomo, posto in mezzo tra Dio e l'uomo.



(AA.VV. Testi mariani del primo millennio
vol III, Città Nuova, Roma 1990, pp. 88-89)

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