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  Le apparizioni e i segni di Laus 
Mariofanie

Dalla Tesi di Laurea in Scienze Religiose di Stefano Marcelli, Le apparizioni di Maria a Laus, ISSR "Alberto Marvelli" - Diocesi di Rimini, Anno Accademico 2011-2012, pp.14-19.



In maniera molto sintetica si può affermare che a Laus le apparizioni mariane hanno avuto un fine comunicativo e un compito educativo: è Maria stessa che sceglie la veggente e la educa nella fede e nella sua crescita personale.
Laus si trova in Francia, nella valle dell’Avance, nelle Alpi francesi e più precisamente presso Gap, piccola cittadina della Provenza nel dipartimento delle Alte Alpi. Oggi Gap è sede della diocesi (all’epoca era Embrun). Siamo nel “Regno di Maria”, così veniva chiamata la Francia nel medioevo24. Laus dista 200 chilometri da Marsiglia e appena 150 chilometri da Torino (“Laus” o “Le Laus” = lago, presente all’epoca). É qui che sorge il santuario di Nostra Signora di Laus (Notre-Dame du Laus) un importante luogo di preghiera e di fede ed è proprio a Laus e nelle zone circostanti che si è verificata la «più lunga serie di apparizioni mariane conosciute» (monsignor di Falco Léandri, vescovo della diocesi di Gap-Embrun). Secondo il noto filosofo e pensatore cristiano Jean Guitton, il santuario di Nostra Signora di Laus è uno dei tesori più nascosti e più potenti della storia dell’Europa.
La veggente/percipiente alla quale si rivolge Maria per 54 anni ininterrotti è Benedetta Rencurel, battezzata il 17/09/1647 a SaintÉtienne d’Avançon e morta il 28/12/1718. Visse 71 anni e cominciò a incontrare la Madre di Dio all’età di 17 anni circa. Ebbe un’infanzia difficile: a 7 anni il padre morì e rimase con la madre e due sorelle e ben presto la famiglia si trovò in grande povertà. A 12 anni iniziò a lavorare presso un vicino e poi da un secondo padrone. Si distinse presto per generosità, bontà, mitezza e aveva una fede molto viva. Era una «fanciulla ricca di qualità umane e morali. I suoi padroni la trovano giudiziosa, riservata, pia»25. Era una ragazza normale come tante altre, ma a differenza di altre, pregava assiduamente il Rosario. I Manoscritti di Laus26 ci dicono che dovette affrontare dure prove in giovane età, ma già prima delle apparizioni si può intuire che la giovane aveva già un ruolo ben preciso nei piani di Dio.
Sempre i Manoscritti di Laus ci riportano la prima apparizione. Siamo all’inizio del mese di maggio del 1664 e potremmo definirla preparatoria: non è qui Maria che si fa vedere, ma un santo, san Maurizio, sull’omonima montagna che separa la valle dell’Avance da quella della Durance. Ormai diciassettenne Benedetta porta le pecore al pascolo, ma presa da una grande sete va a cercare acqua e salendo per il monte Saint-Maurice scorge il santo che si fa riconoscere. C’è un breve colloquio: la giovane si comporta in modo familiare e con una curiosità da bambina (come farà più avanti con Maria). Il santo le offre dell’acqua presa da un pozzo e le anticipa che a Saint-Étienne vedrà la Madre di Dio.
Per 4 mesi si recherà al “vallone dei forni” (vallon des fours). Già all’indomani di questo straordinario incontro, Benoîte si reca presso il villaggio di Saint-Étienne d’Avançon (divenuto poi Saint-Étienne-le- Laus) in un vallone in fondo al quale si trova una cava di gesso, una piccola grotta chiamata “le fornaci”, vicino alla quale la pastorella recitava il rosario (come era solito fare). Gli abitanti del villaggio cuocevano il gesso per le loro costruzioni: le montagne che circondavano il villaggio erano molto ricche di una terra gessosa che, una volta cotta, produceva un buon tipo di calce.
I Manoscritti di Laus ci dicono che è qui che la veggente vede una “Bella Signora” che «tiene in mano un bambino di rara bellezza» e la descrive come «grazia celeste, di dolce regalità che non somiglia a niente che esista sulla terra. I suoi tratti sono di una regolarità perfetta e una finezza ineguagliabile, sembra che dai suoi occhi nascano dei raggi di luce che rischiarano la valle, come in quelle giornate scure in cui la terra è illuminata dai raggi del sole che filtrano tra le nuvole. I suoi vestiti emanano dei profumi così soavi che verrebbe da pensare che tutta la valle fosse coperta delle piante e dei fiori più profumati»27.
Nonostante fosse stata avvertita da san Maurizio, non ha il minimo sospetto che la donna misteriosa possa essere la Vergine Maria. La veggente non si sentiva assolutamente degna di poter ammirare la Madre di Dio; nonostante ciò Maria si farà vedere per quattro mesi. Come per san Maurizio, la giovane non è per niente turbata da ciò che ha visto: una semplice donna, anche se estremamente bella! Benedetta, inoltre, è meravigliata dalla bellezza del bambino che la donna tiene per mano. Dopo aver parlato con Maria e averla chiamata Bella Signora, la veggente le chiede se è disposta a donare quel Bambino di cinque-sei anni che renderebbe tutti molto felici. Alle domande della pastorella Maria non risponde, però le sorride e va e viene davanti alla cava di gesso, sempre in silenzio. Infine, la sera prende in braccio il bellissimo Bambino, entra nella grotta e scompare28. Questa è la prima apparizione: Benedetta è colpita dalla grazia celeste di Maria e dall’incomparabile bellezza del Figlio (anche se al momento non sa chi siano).
Il giorno successivo si ripete la stessa meraviglia. É veramente impressionante sapere dai Manoscritti di Laus menzionati che ogni giorno Benedetta si reca nei pressi della grotta delle fornaci e per circa quattro mesi ebbe la stessa apparizione tutti i giorni e questo avvenne sempre «dalle stelle del mattino alle stelle della notte»29. É incredibile come la Santa Vergine scenda ogni giorno, per quattro mesi, dal cielo sulla terra, per dedicare l’intera giornata alla formazione umana, morale e spirituale di un’adolescente. Per tutto il 1664 la veggente si reca al Laus e matura sensibilmente alla scuola di Maria, sulle parole della sua educatrice personale ed è qui che si pongono le basi di ciò che sarà la sua missione per il resto della sua vita30. Maria da subito «è riuscita a raggiungere il suo obiettivo per il quale è venuta a donarci quel Bambino che è la gioia di tutti noi… la Madonna è sempre la “Serva del Signore” nelle sue numerose apparizioni»31.
In questo periodo avvengono fatti straordinari che qui non è possibile riportare. Se ne cita solo uno tra tanti: le pecore preferiscono quel luogo, per tutto quel tempo e per tutta la giornata, mentre lei è con Gesù e Maria, le pecore stavano sempre lì nei pressi della grotta! Anche i segni aiuteranno la giovane a constatare che Dio veglia su tutto il creato, ma il segno più grande è sotto i suoi occhi e sono Gesù e Maria. Nei primi due mesi di apparizioni la Vergine rimane silenziosa (anche a Lourdes, Maria inizialmente rimane in silenzio). In seguito la Madre di Dio si rivolge a Benedetta e inizia una straordinaria esperienza. Nei Manoscritti di Laus non sono riportati i colloqui, ma sono citati dei fatti che aiutano a capire come Maria si sia presa cura della giovane veggente: la educa a piccoli passi, spiritualmente, ma anche concretamente come persona; la aiuta nello sviluppo delle virtù, soprattutto nella pazienza e temperanza che saranno indispensabili per i 54 anni successivi.
Il comportamento di Benedetta suscita notevole curiosità. Presto ciò che accade non è più un segreto e vari segni serviranno a scuotere anche i più increduli! La giovane comincia poi a mettere in pratica le virtù e gli insegnamenti della Madre di Dio. É un giudice, quindi un laico (François Grimaud che è anche uno dei cinque autori dei Manoscritti di Laus), a voler sapere il nome della “Bella Signora”, già convinto della maturità e sincerità della ragazza: “Mi chiamo Maria” (“Je suis Dame Marie”) è la risposta data alla giovane e lo convince definitivamente che la Santa Vergine si degna di apparire a quella semplice pastorella. In un suo rapporto affermò che la veggente era assolutamente incapace di mentire o inventare e aveva una sicurezza e una gioia senza eguali.
Oltre ad indicare il suo nome, Maria disse che non si sarebbe più vista lì. Dopo un mese di pausa riappare poco distante presso Pindreau. Splendente di luce indica a Benoîte il luogo in cui la vedrà spesso: il Laus. Le indica una piccola cappella in una montagna inospitale, edificata 20 anni prima, abbandonata e ricoperta dalla vegetazione, dalla quale si sprigionano profumi (questa cappella diventerà il cuore della basilica di Nostra Signora di Laus). L’indomani con non poca fatica la giovane trova la cappella, lasciandosi guidare dai profumi soavi: era abbandonata, nascosta dalla vegetazione, povera. Dentro c’é Maria che la aspetta e le svela i suoi progetti: costruire una nuova chiesa. Benoîte protesta, credendo che ciò sia impossibile, ma nel giro di poco tempo la chiesa si realizzerà. É una delle profezie avverate nei messaggi di Laus (v. p. 67). Dalla primavera del 1665 iniziano i pellegrinaggi (che perdurano ancora oggi!). La veggente accoglie da subito le persone malate e parla loro anche dell’infermità dell’anima, come richiesto dalla Vergine. Avvengono numerosi miracoli: segni e prodigi si moltiplicano. La fama di Laus raggiunge anche la Spagna e il Piemonte (veramente notevole per quel tempo).
É doveroso ricordare che queste mariofanie si differenziano da quelle più conosciute: «Guadalupe, Lourdes, Fatima sono tra i maggiori santuari del mondo. Nella molteplicità delle apparizioni poche di esse rimangono di notevole portata, molte rimangono discrete, per molte si tratta di fenomeni umili! Spesso le apparizioni rimangono piccoli segni del cielo e se c’é la fondazione di santuari spesso sono locali o particolari» e di conseguenza «ci sono piccoli santuari di apparizioni rimasti, a livelli diversi, regionali o locali»32. Uno di questi è quello di Laus, in Francia.
Riportare interamente tutti i 54 anni di storia qui non è assolutamente possibile, pertanto si è preferito evidenziare la prima fase di queste straordinarie mariofanie che hanno un elemento peculiare, caratteristico, che le differenzia da tutte le altre apparizioni mariane: Maria con Gesù bambino per quattro mesi, ogni giorno! Cristo stesso poi si mostrerà alla veggente per cinque volte sanguinante e agonizzante in croce.

NOTE
24 Cf. L. FANZAGA, Pellegrino a quattroruote. Sulle strade d’Europa, Sugarco, Milano, 20105, p. 203.
25 Ibidem, p. 207.
26 I Manoscritti di Laus sono stati ritrovati tra il 1824 e il 1830 (quindi oltre un secolo dal termine delle mariofanie) e sono stati conservati fino ai nostri giorni. Sono indispensabili per apprendere che cosa è avvenuto tra il Cielo e una di noi, la veggente Benoîte Rencurel. Ci danno anche una grande testimonianza spirituale e tra le tante cose emerge tutta la forza morale della giovane. Gli autori di tali Manoscritti sono 5: François Grimaud (1620-1703), Jean Peythieu (1640-1689), Pierre Gaillard (1621-1715), François Aubin (1650-1733) e Raymond Juvenis (1628-1703). Sono sacerdoti e laici e oltre a riportare testimonianze di altri, talvolta sono loro stessi testimoni diretti dei fatti avvenuti a Laus e li riportano per iscritto. Due di loro sono i confessori di Benedetta e il primo degli autori è avvocato e procuratore del Re a Gap, giudice della valle dell’Avance: segue la veggente già dall’inizio, scrivendo un rapporto con il quale la valuta positivamente, poi riporta anche i primi avvenimenti che si riferiscono al pellegrinaggio che da allora non si è mai fermato e continua ancora oggi! (Cf. B. GOURNAY, Nostra Signora di Laus. La speranza nel cuore delle Alpi. Storia delle apparizioni guida del pellegrino, Shalom, Camerata Picena, 2008., pp. 120-121).
27 B. GOURNAY, op. cit., p. 24.
28 Ibidem, p. 25.
29 L. FANZAGA, op. cit., p. 208.
30 Inizialmente Maria non parla, non dice nulla. Sembra quasi, la sua, una precisa pedagogia, volta a educare, attraverso la strategia spirituale dei piccoli passi, una rozza e ignorante pastorella. Gradatamente, un po’ alla volta, la bella Signora prende confidenza con Benedetta e la coinvolge in domande e risposte, la guida, la conforta, la rassicura, le chiede di fare qualcosa per lei, la aiuta a capire meglio gli altri e ad amare di più Dio.
31 L. FANZAGA, op. cit., p. 208.
32 R. LAURENTIN, Le apparizioni della Vergine si moltiplicano. E’ lei? Cosa vuole dirci?, Piemme, Casale Monferrato, 1989, p. 154.

Inserito Domenica 29 Settembre 2013, alle ore 22:41:37 da latheotokos
 
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