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  E sua madre conservava tutte queste cose (Lc 2,19.51b) 
BibbiaDa: Aristide Serra, Memoria e contemplazione, in Theotokos 8 (2000), pp. 821-859

 "Ricordare" tutta la storia biblica come esercizio sapienziale

“Maria dal canto suo, conservava tutte queste cose, interpretandole nel suo cuore (Lc 2,19)
“E sua madre conservava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51b
E’ incredibile quanta ricchezza dottrinale sia condensata in questi versetti. Per riuscire un po’ a decodificarli, bisogna leggerli alla luce dei libri dell’Antico Testamento, dove il tema della “memoria” e del “ricordo” è sicuramente capitale. Tutto l’arco della storia della salvezza è pieno di questa constatazione fondamentale: Dio “si ricorda” di noi e chiede a noi di “ricordarci” di Lui.
Nello scorrere gli aspetti profondi di questo biblico “ricordare” mettiamo a confronto Israele e Maria.

1. Ricordare tutta la storia salvifica, come esercizio sapienziale

ISRAELE
Il Deuteronomio esorta continuamente il popolo di Israele a “ricordare con la mente i fatti del passato”. Mosè esortava così l’assemblea dei suoi fratelli e sorelle: “Guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto; non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita” (Dt 4,9). Quella di Israele è una memoria totalizzante perché niente deve essere tralasciato di tutto quello che il Signore ha fatto, dal giorno in cui creò l’uomo fino al giorno presente. L’oggetto cui deve applicarsi questo memoriale sono perciò “tutti” i fatti che costituiscono l’alleanza di Dio con il suo popolo, dalla creazione ad Abramo, da Abramo al Sinai, dal Sinai all’Esilio babilonese ecc. Queste sono le “grandi cose” compite dal Signore per la redenzione del suo popolo. In esse Dio rivela la sua “sapienza” cioè il suo progetto di salvezza riguardante la creazione intera. Israele è dunque il popolo della memoria e dell’ascolto: ricordando i comandi, le leggi e le norme che il Signore ha dato rivelandosi in quei fatti, Israele troverà la sua vita e la sua felicità, perché lì sta la vera sapienza (Dt 4,6).

MARIA
Maria, come figlia di Israele, eredita questa fede dei suoi padri e delle sue madri. Luca testimonia che ella “conservava “tutte” queste cose nel suo cuore”. La sua meditazione si concentra su “tutta” la storia del Figlio, che va dal grembo materno fino all’altro grembo, cioè la tomba dalla quale il Padre fa rinascere il Figlio con la resurrezione dai morti. Ella riflette e assimila. Inoltrandosi in questi sentieri, anche lei cresce in sapienza, impara a divenire la “figlia della sapienza”, cioè la donna che accoglie e venera in sé il progetto divino, espresso continuamente nella persona e nell’opera di Gesù “Sapienza di Dio” (1Cor 1,24). Non pochi autori medievali paragonano la Madre di Gesù ad un’apre industriosa che succhia il nettare dal fiore che è Cristo Gesù

Ricordare per rivivere, per attualizzare

ISRAELE
La memoria biblica è ben lontana da una reminiscenza erudita, libresca, atta solo ad aumentare il patrimonio delle proprie nozioni. Per la Bibbia “ricordare” equivale a “attualizzare” il passato nel presente. Di qui il carattere dinamico della memoria secondo la Scrittura. In ebraico il vocabolo composto da tre consonanti radicali: z(zain), k (kaf), r(resh) indica nello stesso tempo “memoria” e “maschio”. Perché? La ragione sembra essere questa: il maschio è principio di fecondazione, di vita, ma anche la memoria sprigiona energie vitali ed è fonte di propositi rinnovati per l’oggi e per il domani. Mosè predicava al popolo: “ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là” (Dt5,15). Ma perché Israele deve ricordarsi di essere stato schiavo? Perché avendo fatto l’esperienza della misericordia di Dio, deve oggi mostrarsi misericordioso con lo schiavo, il forestiero, l’orfano, la vedova. (Dt5,14-15; 17-22).

MARIA
Anche il ricordare di Maria è un ricordare dinamico. L’evangelista infatti conferma il “ricordo” degli eventi nel cuore, per interpretarli, farne l’esegesi, darne la retta spiegazione. Davanti ai suoi occhi si dispiega tutta la vicenda del Figlio, dalla concezione alla Resurrezione, è niente viene disperso in questo memoriale. Maria è in grado di rimettere ogni tessera al suo posto per individuare tutta l’armonia della vicenda di Gesù. Dalla sommità del mistero pasquale, dal quale partiva la sua interpretazione degli eventi, la Vergine poteva contemplare la coerenza sottesa al disegno dell’intera storia salvifica, divenendo nel suo cuore la prima esegeta di Cristo, suo Figlio.

Ricordare, soprattutto nell’ora della prova

ISRAELE
Il ricordo dei fatti salvifici deve intensificarsi nel momento della sofferenza sia individuale sia collettiva. Anche questo tipo di memoriale racchiude una lezione di attualità: il Signore, in passato, ha liberato Israele dalle sue sofferenze; ebbene, ciò che Dio ha fatto nelle epoche lontane autorizza a credere che Egli farà altrettanto al presente, poiché il suo amore è immutabile (Sal 136,1ss). Il Siracide detta questa massima: “Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? (Sir 2,10).
Innumerevoli sono i momenti in cui Israele o qualcuno dei suoi membri, hanno fatto l’esperienza di tribolazioni che quasi sommergono la speranza. Quante volte non è stata ripetuto il lamento del salmista:
“Salvami, o Dio, l’acqua mi giunge alla gola.
Affogo nel fango e non ho sostegno;
sono caduto in acque profonde e l’onda mi travolge.
Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci;
i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio. (Sal 68,2-4)?
Ma rimane anche in questa situazione la fede incrollabile in Dio: come il Signore liberò i suoi eletti dalla mano del Faraone contro ogni speranza e secondo vie imprevedibili, così libererà coloro che hanno fiducia in lui da ogni genere di angustie. Filone dice che Mosè diceva al suo popolo che bisognava confidare sempre in Dio perché “avevano sperimentato la sua benevolenza in circostanze per le quali non v’era speranza”.
In varie circostanze drammatiche della storia d’Israele, ritorna sempre questo motivo di speranza. Quando, ad esempio, la città di Betulla è accerchiata dall’esercito di Oloferne, Giuditta rincuora gli animi dei suoi concittadini, sicura che Dio li avrebbe presto liberati dalle loro angustie dicendo: “Ringraziamo il Signore nostro Dio che ci mette alla prova, come ha già fatto con i nostri padri. Ricordatevi quanto ha fatto con Abramo, quali prove ha fatto passare ad Isacco e quanto è avvenuto a Giacobbe in Mesopotamia di Siria, quando pascolavano i greggi di Labano suo zio materno” (Gdt 8,25-26).

MARIA
La considerazione di questi saldi principi di fede, ci permette di intuire qualcosa circa il modo con il quale Maria seppe addentrarsi nel mistero della passione e morte di Gesù, con fede e speranza intrepida. La fede di Maria ai piedi della Croce ricordava quella di Giuditta, quando esortava i fratelli a sperare l’incredibile, memore di quanto il Signore aveva fatto con i Padri. Vedendo il Figlio agonizzare e morire, la madre aveva fatto rivivere in sé la fede di Abramo, il quale credette che Dio “è anche capace di far risorgere dai morti”.(Eb 11,19) Ella aveva imparato a percorrere questo cammino pasquale già dal giorno in cui Simeone le profetizzò il destino sofferente del Figlio

Ricordare sotto l’impulso dello Spirito Santo

ISRAELE
Lo Spirito del Signore è l’anima della penetrazione assidua della Parola di Dio. E’ allo Spirito che il profeta Ezechiele attribuisce la conversione profonda di Israele, quando ritornerà dall’esilio babilonese nella sua terra. (Ez 36,26-27). Il Siracide afferma che il Signore riempie di uno « spirito di intelligenza » lo scriba sapiente che si applica alla « Legge dell’Altissimo » (Sir 39,6). Il pseudo Salomone celebra la Sapienza come “uno spirito del Signore che istruisce nelle svariate componenti del piano divino, testimoniato dalle Scritture (Sap 1, 4-5; 7, 22,23; 9,17).

MARIA
Paolo insegna che lo Spirito scruta ogni cosa anche le profondità di Dio, soltanto lui può conoscere i segreti di Dio ed esorta Timoteo scrivendo: “Custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in noi” (2Tim 1,14). Giovanni mette sulla bocca di Gesù queste parole: “Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto. Egli vi guiderà alla verità tutta intera… vi annuncerà le cose future…prenderà del mio e ve lo annuncerà” (Gv 14,26; 16, 13-14). Nel libro degli Atti Luca sottolinea ciò che lo Spirito Santo opera in funzione dell’annuncio e del consolidamento della parola di Dio Illuminati dallo Spirito gli undici fanno l’esegesi della Parola.
Anche la “memoria – ricordo” di Maria ha una connotazione pneumatica. Lo Spirito Santo che ha adombrato Maria al momento dell’Incarnazione, è lo stesso che imprime nella sua mente il ricordo dinamico di ciò che ha visto e udito da parte del Figlio E dopo che Gesù è entrato nella sua gloria e ha effuso lo Spirito da parte del Padre, anche Maria può completare la sua esegesi sul Figlio.

Ricordare le profondità nascoste della Rivelazione

ISRAELE
La Sapienza è dono di Dio e avendo il suo principio in Lui, essa partecipa della inesauribile fecondità della sorgente divina dalla quale emana. L’uomo perciò, non riuscirà mai a sondarla completamente. Il rabbino Eliazer (90 a.C ) scriveva: “Anche se tutti i mari fossero inchiostro e tutte le canne fossero penne; anche se il cielo e la terra fossero dei codici e tutti gli uomini fossero scribi, essi non sarebbero sufficienti a scrivere la Torah che io ho appreso. E da essa io ho attinto non più di quello che potrebbe fare un uomo che intinge la penna nel mare. E’ questo lo sfondo religioso e culturale dal quale scaturisce il grido estatico dell’Apostolo Paolo nella lettera ai Romani: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rom 11,33)

MARIA
Gesù è la Sapienza di Dio fatta carne. Lui infatti manifesta in pienezza il disegno di Dio. Ora chi ascolta a la sua parola e la mette in pratica, diventa “fratello”, “sorella”, “madre” di Gesù stesso (Mc 3,35), entra cioè in piena e perfetta intimità con lui, Questa sentenza è riferibile anche a Maria la quale è la prima e la più perfetta di coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano. Ella, come terra buona che riceve il seme, ascolta la Parola con cuore buono e perfetto, la custodisce e produce frutto perseverando in essa. (Lc 18,15).

Ricordare per trasmette le cose conservate nel cuore

ISRAELE
La “memoria” riveste anche una funzione sociale – comunitaria, perché essenzialmente finalizzata a trasmettere le cose ricordate. Le “grandi cose” operate da Dio nella storia della salvezza, costituiscono un tesoro di famiglia, che appartiene a tutto il popolo, come tale e a ciascuno dei suoi membri. Nessun individuo o gruppo ha il diritto di appropriarsene in forma esclusiva. Mosè diceva: “Non ti sfuggano dal cuore le cose ricordate per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli” (Dt 4,9). Il salmo 145,4-5 afferma: “
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria
E raccontano i tuoi prodigi.

MARIA
La tradizione cristiana, con intensità sempre crescente, gia dal III secolo vede in Maria la fonte principale di informazione sulla nascita e sui primi anni di Gesù. Questa persuasione ha il suo fondamento remoto nei testi lucani, dai quali emana poi la corrente della tradizione viva della Chiesa. Stando alle opere di Luca, vangelo e libro degli Atti, per divenire “testimoni-annunciatori” degli eventi della salvezza è necessario:
- averli visti con i propri occhi, fin da principio (Lc 1,1-2)
- avere la piena comprensione di quanto egli fece e disse (Lc 24,45-48)
- essere ricolmi di Spirito Santo che è il vero testimone assieme agli Apostoli (At 2,4)
Come tutti gli altri testimoni anche Maria possiede queste caratteristiche e anch’ella mette a parte la Chiesa delle ricchezze a lei affidate, in virtù di una missione unica e irrepetibile.

Inserito Venerdi 11 Settembre 2009, alle ore 23:14:06 da latheotokos
 
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