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  Significati specifici delle apparizioni di Lourdes 
Mariofanie

Dal libro di Antonino Grasso, Apparizioni, malati e guarigioni a Lourdes. La prodigiosa guarigione di Delizia Cirolli, il miracolo n. 65 riconosciuto dalla Chiesa, Edizioni Segno, Tavagnacco 2015, pp. 74-83.



 I significati specifici delle apparizioni di Lourdes, sono legati sia al tempo storico in cui sono avvenute; sia alla scelta del luogo in cui esse si sono realizzate; sia ai vari messaggi emblematici e simbolici che sono stati rilasciati.

1. Significati per il “tempo storico”

1.
Al tempo storico delle apparizioni, la Francia era la patria del positivismo filosofico e scientifico che si andava diffondendo a macchia d’olio in tutta l’Europa1 e che affermava come solo la conoscenza sensibile permette la scoperta della verità, supposto che la verità stessa possa essere davvero conosciuta. Dunque un materialismo ed un sensismo radicali, che si ripercuotevano anche sulla concezione dell'uomo, la sua entità ontologica e la sua libertà.2 Al fondamento di questa posizione, c’era la negazione della realtà creaturale dell’uomo, considerato base e fondamento del proprio esistere, del proprio essere e della propria essenza3 e il convincimento che ogni nuova scoperta e ogni perfezionamento dei mezzi, contenessero da sole promesse di più alto valore e di maggiore felicità,4 ignorando che, in ogni caso, la civiltà esige sempre e comunque «un saldo ordine giuridico, una legge morale e una norma umanitaria, come fondamenti di quella comunità che la civiltà rappresenta».5  Una delle conseguenze pratiche di questa concezione era il totale rifiuto della religione con la sua visione spiritualista, i suoi dogmi sul peccato e i suoi principi morali, perché considerata non fattore liberante, ma piuttosto un profondo handicap al pieno realizzarsi dell’uomo nella concretezza dell’esistere:6 l’unica realtà, infatti, è quella concreta e sperimentabile, che va spiegata e compresa senza bisogno di ricorrere a un’entità o a un principio trascendente. In sostanza, si eliminava alla "radice" lo stesso porsi del senso religioso, proclamando superata l'attenzione alle domande che riguardavano il destino e le origini dell'uomo e del mondo.7 Ne conseguiva, che il Dio della Bibbia era un dio da contestare, da strappare dal centro degli interessi degli uomini, perché soltanto cancellando il ruolo che egli aveva nella società si poteva, in qualche modo, costruire un  futuro reale e diverso.8 Da rifiutare, inoltre, era la figura di Cristo-Dio come benefattore dell'umanità, perché da "avventuriero religioso", "ciarlatano" e "falso fondatore", con la sua religione, nulla aveva apportato al progresso umano, anzi lo aveva bloccato.9 Questo totale rifiuto del cristianesimo era fondato oltre che sulla negazione della supposta divinità di Gesù Cristo, - di un uomo, cioè, che si dice Dio con la pretesa di salvare e redimere l’uomo -, anche sulla insostenibile “immoralità” del rapporto "personale" e “individuale” con la divinità da lui predicato, a scapito del rapporto vitale ed esistenziale con gli altri uomini. Consacrandosi direttamente ad una potenza infinita, cioè impelagandosi in una relazione diretta ed esclusiva con un Essere assoluto, l’uomo si isola profondamente dall'Umanità e diviene, di conseguenza, un fermento di disgregazione sociale. Questo, perché, in realtà, nel suo atteggiamento, si nasconde un puro egoismo che atrofizza la parte più nobile dell’organismo morale che dovrebbe essere, invece, animato da solidarietà e socialità.10 Ne consegue che l’unica, vera religione non è il cristianesimo che isola l’uomo, ma la “religione dell’Umanità” che riporta l’uomo al centro dell’universo e dove egli non ha più bisogno di prostrarsi dinanzi a un Dio, ad un mistero che sottende tutta la realtà, ma dovrà sottomettere se stesso a cose puramente umane.11
2.
A Lourdes, al contrario, la Vergine viene a ricordare al mondo qual è la reale drammaticità dell’esistenza, ovvero la presenza innegabile della libertà e la irrinunciabile e non eliminabile responsabilità morale nell’agire umano.12 L’uomo soprafatto dal positivismo e dal soggettivismo, sembra incapace di comprendere e vivere in tal senso la sua vera libertà. Il suo concetto di libertà, infatti, rivendica l’assolutizzazione dell’io, cioè, il bastare a sé stesso, il prevalere sugli altri, il non avere più bisogno di Dio.13 Maria insegna che non nella divinizzazione della soggettività14 si trova la propria autentica libertà, ma nel confronto aperto e cosciente con l’Altro, divenuto Partner compreso e accettato per un autentico dialogo di vita.15 Davanti ai tanti fraintendimenti moderni su cosa sia e dove abiti la libertà, l’Immacolata della Grotta ci insegna che la libertà, quella che veramente ci realizza personalmente e ci rende artefici di un mondo più giusto ed equilibrato, è la libertà che poggia solidamente sulla conoscenza e sull’accettazione, senza riserve, di Dio - Verità - Amore, fattosi in Cristo unico Liberatore e Salvatore dell’uomo.16
3.
La Vergine, quindi, riaffermando sia l’esistenza di un Dio amico e salvatore dell’uomo e sia quella tragica della limitatezza dell’uomo e del peccato, si oppone al positivismo, al soggettivismo e al razionalismo. Mostrando in se stessa la reale bellezza della sua assenza ad opera di Dio e insistendo sulla preghiera e la penitenza per i peccatori, l’Immacolata sottolinea la nefasta e distruttiva incidenza della perversione morale del peccato e la conseguente necessità di combatterlo, confidando non nell’uomo incapace di estirparlo, ma nell’azione santificante e purificante di Dio sull’uomo, da Lui chiamato e aiutato a liberarsene consapevolmente e definitivamente, per raggiungere la sua piena realizzazione e la salvezza.17 Per questo, ella indica la “prospettiva del cielo” come unica via d’uscita e come unico fine dell'uomo. Non promettendo, infatti, a Bernadette la felicità quaggiù, ricorda all'uomo che la legittima speranza di migliorare la vita terrena, non può essere fondata sulla pretesa dell’assenza o del rifiuto di Dio, ma deve, invece, essere vitalizzata dall’eliminazione di ogni bruttura interiore: l'uomo può realmente “guarire” dai mali che lo affliggono e incidere sul cambiamento del mondo, non ignorando il soprannaturale, ma principalmente con la conversione ad esso; non soltanto attraverso le strutture sociali o il progresso medico e scientifico, ma con la riconquista della rettitudine e della santità interiore.18 Proprio all’uomo che, mentre proclama il trionfo assoluto della sua libertà, rimane spesso vittima dell’angoscia e delle suggestioni dissolutive del nulla, la Donna pienamente realizzata e glorificata dal Risorto, si manifesta a Lourdes come la gioiosa personificazione della creatura umana che, non avendo ignorato né temuto l’irruzione del divino, ha conosciuto la sublime pienezza della Vita.19

2. Significati del "luogo" delle apparizioni

1.
La conferma simbolica di tutto questo, è data dalla scelta del luogo delle apparizioni, un luogo isolato, sporco ed umido. Ed è proprio qui che Maria, tutto bianchezza e tutta purezza è voluta apparire, per parlarci dell'amore di Dio, cioè di quello che Dio vuole fare in ciascuno di noi, liberandoci dalle nostre brutture.20 Il significato della scelta è, quindi, palese: esprime l’incontro tra il “biancore splendente” e santificante di Dio e l’oscura povertà dell'uomo, fatta spesso di sporcizia e di peccato: Maria appare in quella Grotta, per dirci che Dio vuole e viene a raggiungerci dovunque siamo, nel pieno delle nostre miserie, di tutte le nostre povertà, di qualsiasi natura esse siano.21 La Grotta, quindi, non è soltanto il luogo dell'evento, un luogo geografico, ma è anche un luogo dove Dio ci rivela la ricchezza del suo Cuore e ci svela le potenzialità del nostro cuore; è un  posto  dove  Dio  ci  lascia  un messaggio che  non  è diverso da quello del Vangelo e che, cioè, ci ama così come siamo, con tutti i nostri successi, ma anche con tutte le nostre ferite, le nostre fragilità, i nostri limiti.22
2.
Ne consegue che la relazione che Dio vuole stabilire con le sue creature, è una relazione di amore, che si situa al livello del cuore, centro della personalità, di ciò che c'è di più profondo nell'uomo stesso. Così l'uomo, anche debole, povero e sporco, non si sente un essere amorfo e insignificante, ma si riscopre in Dio che lo cerca, “persona” rispettata e amata, fa l'esperienza di essere una realtà piena di dignità davanti ai suoi occhi.23 In definitiva, nella buia e sporca Grotta di Lourdes, la Vergine insegna che Dio, fattosi in Cristo nostro fratello e compagno di viaggio, prende su di sé  tutte le amarezze, tutti i peccati del mondo, per rinnovare l’intera umanità, ricrearla nell’originalità del suo splendore, rivitalizzarla con la potenza trasformante della sua grazia.24 Il Dio della Vergine di Lourdes, non è Colui che sta all’origine dei mali dell’uomo, ma il Dio rivoluzionario che si inserisce nella nostra povera storia, per trasformarla in storia di salvezza,25 un Dio «incessantemente proteso verso l’uomo perché egli recuperi l’immagine del vivente, plachi la sua sete insaziabile d’amore e di vita e diventi anch’egli propagatore di vita e di amore nel mondo».26

3. Significati della "sorgente" e della "Cappella"

1.
Come avviene e dove avviene tutto questo? Attraverso la purificazione dell’acqua, simbolo del rinnovamento e del lavacro sacramentale del battesimo e della confessione: Lourdes ripete e visualizza simbolicamente la promessa salvifica rivolta ad ogni creatura: "l'acqua che io gli darò, diventerà  in  lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”.27  Il cuore dell'uomo, ferito dal peccato, perduto nel deserto della siccità spirituale, è significato dalle erbe amare e dal fango. Ma in fondo a questo cuore, può ritornare la vita stessa di Dio, significata dalla sorgente. “Lavati alla fonte”, significa “rinnovati”, significa “convertiti”, significa “liberati” dalla sporcizia del peccato e di tutto quello che dentro di te si oppone a Dio, perché Dio vuole ritornare dentro di te, come perenne “fonte” di vita e di amore.28 Quel lavarsi e immergersi nelle acque della sorgente, in cui l’uomo riscopre e riconosce la sua fragile e malata nudità fisica e spirituale,29 è il simbolo del lavacro penitente, rigenerante e liberante della grazia come giustamente scrive Laurentin: «La sorgente d’acqua viva è sgorgata, al fondo della grotta, simbolo inesauribile delle grazie fatte a Lourdes. È sgorgata a poco a poco, laboriosamente; ha trascinato il fango che ancora insudiciava il suo primo sorgere, da torbida è diventata chiara. Così l’austera penitenza apre la via alla grazia di Dio nel cuore laido dei peccatori».30
2.
Tuttavia, dato che l’uomo non è capace di compiere il suo rinnovamento da solo, la Vergine chiede la costruzione di una “Cappella”, chiede, cioè, che sia la Chiesa, con i suoi ministri, i suoi sacramenti e la sua assistenza spirituale ad aiutare l’uomo a purificarsi, a riappacificarsi con se stesso e con Dio. In questo modo, quale sua vera madre, «la Madonna a Lourdes […], manifesta la Chiesa nel suo attuale trionfo, misterioso ma reale, sul male, sulla bruttura del peccato, sull’anti-gloria, sull’anti-bellezza».31 Come tutte le mariofanie, quindi, anche quelle di Lourdes, «sono apportatrici di un messaggio ecclesiologico: la Chiesa non può essere scissa dal suo compito di collaborazione al mistero della salvezza operata da Padre per mezzo di Cristo […]. Per cui si capisce il rimando di Maria nelle sue apparizioni ai presbiteri e alla costruzione di una Cappella, dove la Chiesa mediante i suoi ministri ordinati compie la sua opera sacramentale e di evangelizzazione».32 In sostanza, se Lourdes è la “casa” di Maria, il santo luogo in cui riceve tutti i suoi figli, per lo stesso motivo è anche e sopratutto il “santuario” del Figlio, dove il dono della salvezza trova tutta la propria forza nell’incontro sacramentale vissuto nel sacramento del perdono e dell’Eucaristia, offerti dalla Chiesa.33
3.
Ma la “Cappella” è anche l’icona di quella "Chiesa" spirituale e viva che la Vergine ci chiede di edificare dentro noi e insieme, là dove siamo e viviamo: nella famiglia, sul  posto di lavoro, nella comunità, nella società. Il cristiano, convertito e ritornato a Dio attraverso il lavacro dei sacramenti e della penitenza e sostenuto dalla preghiera, deve trascorrere la sua vita “costruendo la Chiesa”, crescendo nella santità e nella comunione con Dio e i suoi fratelli.34  Diventato, per il ministero della Chiesa, immacolato, radicalmente perdonato, nuova creatura, cioè “casa accogliente” in cui “abita Dio”, ne diventa nello stesso tempo credibile testimone, in un mondo che stenta ad alzare gli occhi oltre i limiti della temporalità e del personalismo.35 Questo spiega la grande solidarietà “salvifica” che a Lourdes coinvolge tutti i “salvati”, convinti che nessuno può raggiungere la  propria perfezione senza la comunione e la mediazione degli altri: tutti, insomma, rivivono e riattualizzano il mistero della Visitazione, mettendosi “in fretta” in cammino come e con Maria, verso un’umanità sofferente e bisognosa d’amore, portando nel grembo del loro cuore il Signore Gesù.36

NOTE
1 Cf. Genua Marco, Auguste Comte e la cultura francese dell’Ottocento, Cisalpino, Milano, 2004.
2 Cf. Geymonat Ludovico, Storia del pensiero filosofico-scientifico, Garzanti. MIlano 1978, p. 455; Idem, Il problema della conoscenza nel positivismo, Bocca, Torino 1931; Rossi Pietro, Positivismo e società industriale, Loescher, Torino 1973, p .9; Kolakowski Leszek, la filosofia del Positivismo, Laterza, Bari 1974; Simon William Edward, Il positivismo europeo nel XIX secolo, Il Mulino, Bologna 1980. Perrella Salvatore Maria – Roggio Gian Matteo, Apparizioni e mariofanie. op. cit., 51.
3 Cf. Delia Carmel Charles, Maria e l’uomo d’oggi, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1989, pp. 39-40.
4 Cf. Calambrogio Giuseppe, Spigolature….Il progresso? Si, ma senza mitizzarlo, in Laós, 21 (2014), 2 maggio – agosto, pp. 72-73. Tutto l’assunto, pp. 71-75.
5 Cf. Huizinga Johan, La crisi della civiltà, Einaudi, Torino 1978, p. 31.
6 Cf. Bergmann Gustav, The Metaphysics of Logical Positivism, Longmans, Green & Co., New York - London 1954.
7 Cf. De Lubac Henry, Il dramma dell'umanesimo ateo, Morcelliana, Brescia 1978, pp. 124-130.
8 Cf. Gale Christianson, In the Presence of the Creator: Isaac Newton & his times, The Free Press,  New York 1984.
9 Cf. Comte Auguste, Catechismo positivista, 1852.
10 Cf. De Lubac Henry, Il dramma dell'umanesimo ateo, op. cit., p. 150.
11 Cf. Comte Auguste, Lettres inédites à C. de Blignières, Vrin, Paris 1939; Idem, Nouvelles lettres inédites. Société Positiviste, Paris 1939; Idem, Religion of Humanity: Subjective Synthesis, or Universal System of the Conceptions Adapted to the Normal State of Humanity,  Routledge. London 1891.
12 Cf. Delia Carmel Charles, Maria e l’uomo d’oggi, op. cit., 40.
13 Cf. Dotolo Carmelo, Maria risposta alle attese della cultura contemporanea, in Aa. Vv., Maria e la cultura del nostro tempo. A trent’anni dalla “Marialis Cultus”, AMI, Roma 2005, pp. 134-139. Tutto l’assunto pp. 127-152.
14 La definizione è del Card. Ratzinger, espressa nei colloqui su Storia, Politica e Religione fatti insieme allo storico Ernesto Galli della Loggia e riportati da Il Foglio del  27-28 ottobre 2004.
15 Cf. Brambilla Franco Giulio, Antropologia Teologica, Chi è l’uomo perché te ne curi?, Queriniana, Brescia 2005, pp. 383-384.
16 Cf. Grasso Antonino, La Vergine Maria e la pace nel magistero di Paolo VI, op. cit., 247-252. Vedi anche Comastri A., L’Angelo mi disse. Autobiografia di Maria, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007.
17 Cf. Laurentin René, Le apparizioni della Vergine si moltiplicano, op. cit., p. 160, Messori Vittorio, Bernadette non ci ha ingannati, op. cit., p. 20; Laurentin René, Lourdes, op. cit., 263.
18 Cf. Perrella Salvatore Maria – Roggio Gian Matteo, Apparizioni e mariofanie. op. cit., pp. 141-145; Cf. Perrella Salvatore maria, Impronte di Dio nella storia, op. cit., pp. 84-92; Rey Jean-Philippe, Le sette chiavi di Lourdes, op. cit., pp. 62-75; Barbet Jean, Die ûber alles schõne Frau, op. cit., pp. 162164; Laurentin René, Lourdes, op. cit., pp. 264-265.
19 Cf. Grasso Antonino, Maria, la "Donna" glorificata dal Risorto, icona di vita e profezia di futuro per i "figli del nulla", op. cit., pp. 33-42.
20 CF. Laurentin René - Sbalchiero Patrick, Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria, op. cit., p. 466; De Bernatas Azun, La Grotte des Pyrénées, Larrieu, Tarbes 1861;  Lafitte C., La Grotte de Lourdes, Larrieu, Tarbes 1872; Rey Jean-Philippe, Le sette chiavi di Lourdes, op. cit., 35-45.
21 Cf. De La Teyssonnière Régis-Marie, In cammino verso la Grotta. Il cuore del messaggio di Lourdes, Città Nuova, Roma 2009,  p. 97.
22 Cf. Perrella Salvatore Maria – Roggio Gian Matteo, Apparizioni e mariofanie. op. cit., pp. 143-152; Rey Jean-Philippe, Le sette chiavi di Lourdes, op. cit., pp. 17-27; Messori Vittorio, Bernadette non ci ha ingannati, op. cit., pp. 3-33; Laurentin René, Lourdes, op. cit., p. 265.
23 Cf. Bucca Nino, Tutto su Lourdes, op. cit., pp. 115-116.
24 Cf.  Theillier Patrick, Lourdes. E se parlassimo dei miracoli…, EDB, Bologna 2002, pp.75-78.
25 Cf. Grasso Antonino, Maria maestra e modello di fede vissuta, Editrice Istina, Siracusa 2013, p. 97. XE "D’Elia C. C."
26 Cf. Calabuig Ignazio Maria, La mariologia al servizio della gloria e della vita, in Marianum 56 (1994), nn. 1-2, pp. 14-15. Tutto l’assunto pp. 12-16.
27 Gv 4, 14.
28 Cf. Laurentin René, Lourdes, op. cit., pp. 255-258; Perrella Salvatore Maria – Roggio Gian Matteo, Apparizioni e mariofanie. op. cit., pp. 132-136; Rey Jean-Philippe, Le sette chiavi di Lourdes, op. cit., pp. 76-90; Laurentin René, Lourdes, op. cit., pp. 255-258.
29 Cf. Bellucci Devis, Lourdes: il miracoloso senso della nudità, in Nova et Vetera, n. 2 giugno – agosto 2012.
30 Laurentin René, Lourdes. Histoire authentique des apparitions, Lethielleux, Paris 1961-1964, vol. VI (1964), p. 280.
31 Koehler Theodor, Ultimi tempi, tempi nuovi. Un “perché” delle apparizioni della Madonna alla svolta dei tempi, in Aa. Vv., Maria e la fine dei tempi. Approccio biblico, patristico e storico, Città Nuova, Roma 1994, p. 238. Tutto l’assunto pp. 232-250.
2 Cf. De  Fiores Stefano, Perché Dio ci parla mediante Maria, op. cit., p. 49.
33 Cf. De La Teyssonnière Régis-Marie, In cammino verso la Grotta, op. cit., p. 169.
34 Cf. Perrella Salvatore Maria – Roggio Gian Matteo, Apparizioni e mariofanie, op. cit., pp. 175-184; Laurentin René - Sbalchiero Patrick, Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria, op. cit., pp. 465-466; Laurentin René, Lourdes, op. cit., pp. 254-255.
35 Cf. De  Fiores Stefano, Perché Dio ci parla mediante Maria, op. cit., pp. 44-46.
36 Cf. Geist Heinz, Maria Prophetin des Glaubens, Echter, Würzburg 1992, pp. 22-26; 110-114.

 
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