XIBERTA BARTOLOMEO
Carmelitano, insigne teologo e Servo di Dio.
1. Cenni biografici e attività a) Bartolomeo Xiberta, nato a Santa Coloma de Farners il 4 aprile 1897, carmelitano dell'antica osservanza, è stato uno dei più importanti teologi cattolici del Novecento. È stato professore di Teologia dogmatica presso la Scuola Internazionale San Alberto di Roma e presso il Pontificio Istituto di Scienze Sacre "Regina Mundi". Fu membro dell'Accademia romana di San Tommaso e di altre Accademie e Società di Studi, Consulente della Sacra Congregazione dei Sacramenti; Membro della commissione preparatoria del Concilio Vaticano II ed esperto di esso, partecipando attivamente alle prime due sessioni. Nell'Ordine Carmelitano, ricoprì queste cariche: Commissario Generale della Catalogna e Assistente Generale. b) Nel campo teologico, uno dei più grandi meriti di Xiberta, è stato quello di scoprire e rivalutare gli insegnanti carmelitani medievali, su cui ha scritto due pregevoli opere: De scriptoribus scholasticis s. XIV ex Ordine Carmelitarum, pubblicato a Leuven nel 1932 e Guiu Terrena, carmelitano di Perpinyú, edito a Barcellona nel 1932. Personalità poliedrica nel campo teologico, fu autore anche di numerose opere, tra cui: - Clavis Ecclesiae del 1922, uno studio per il quale è stato riconosciuto come un rinnovatore del sacramento della penitenza, dove affermava che esso, nella Chiesa primitiva, ebbe un carattere sociale e comunitario, orientato verso la riconciliazione dell'individuo con la Chiesa e con Dio; - Trattato del Verbo Incarnato, 2 vol., Madrid 1954; - Enchiridion del Verbo Incarnato, Madrid 1957; - Introductio in Sacram theologiam, Madrid 1949; c) Colpito da trombosi celebrale P. Xiberta passo gli ultimi tre anni della sua vita senza poter parlare e allettato. Morì a Tarrasa il 26 luglio 1967. Il 26 settembre 2003 ha avuto luogo nella Diocesi di Barcellona, la solenne chiusura del processo di canonizzazione di Padre Bartolomeo Xiberta, presieduta dal Cardinale Mons. Ricard Maria Carles.
2. Maria nell'insegnamento e nella vita di P. Bartolomeo Generazioni e generazioni di studenti del CISA a Roma ebbero quale professore di teologia dogmatica il p. Bartolomeo Xiberta, teologo rigorosamente scientifico, partecipe, in veste di eminente teologo, del Concilio Vaticano II tanto che Karl Rahner regalò personalmente a lui una copia autografa del suo volume Saggi teologici, quale omaggio a questo pioniere del concetto di dimensione ecclesiale del sacramento della penitenza. Eppure una mente arricchita di tali doni di eccelsa sapienza ed intelligenza, era la prima ad inchinarsi umilmente nella preghiera: tutti lo ricordano come fosse il primo in cappella, la mattina, in ginocchio o in piedi davanti alla statua della Madonna del Carmelo, spesso contando con le dita le Ave Maria del S. Rosario, parlando sempre con Colei che era così vicina al suo cuore. Un teologo di fama mondiale, quando parlava della “Nostra beata Madre” usava i toni pacati di chi prova timore e riverenza verso qualcuno che si ama e da cui si è riamati. La base della devozione mariana in p. Xiberta stava in una semplice verità: Maria ci porta a Dio: “Non c’è niente in Maria che ci tiene a distanza da Dio. Poiché essa rimane radicata in Dio, quando lodiamo Maria lodiamo pienamente anche Dio”. La vocazione contemplativa del Carmelo è intrinsecamente legata alla devozione a Maria. Colei che medita gli eventi di Cristo è il modello di ogni carmelitano. Maria ha guardato il Carmelo e il suo sguardo è un anticipo di ogni grazia: “Perché esitare? Dove la Vergine Maria posa lo sguardo, abbondano le grazie celesti”. P. Xiberta ha saputo coniugare armoniosamente una teologia molto elevata, speculativa, con una tenera devozione a Maria. Chi l'ha conosciuto da vicino ricorda come egli era solito contare i giorni che mancavano alla celebrazione della Festa del Carmine. Gli piaceva ripetere l'antifona mariana, tratta dal libro di Giuditta (cfr. Gdt 15,9), “Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente”. In Maria, una donna della nostra razza e del nostro popolo, tutta l'umanità si rende manifesta, pur essendo la primizia del mistero della salvezza. Scriveva il Servo di Dio «In Maria si trova ogni grazia e bellezza; non una bellezza qualsiasi, ma la bellezza incomparabile che conquistò il cuore di Dio e avvince anche i nostri cuori…la bellezza che conduce alla vita e ci porta infallibilmente al sole divino, a Cristo Gesù». E questo, perché «quando si onora Maria si onora Dio! Non c’è niente in Maria che ci tiene a distanza da Dio. Poiché essa rimane radicata in Dio, quando lodiamo Maria lodiamo pienamente anche Dio».
Bibliografia XIBERTA B., De visione sancti Simonis Stock, Roma 1850; IDEM, L'abitino del Carmine simbolo e mezzo della consacrazione a Maria, in Il Monte Carmelo, 25 (1939), p. 228ss; MILLAN ROMERAL F., Maria e lo Scapolare. Lettera del Priore Generale per la Festa di Maria Madre del Carmelo del 1 luglio 2017;
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